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sabato 28 ottobre 2006

Mussolini ? "Dominus parcat illi."

Oggi è il 28 Ottobre, anniversario della Marcia Su Roma. Dunque, visto quello che ho raccontato ieri, devo stare particolarmente attento a quello che scrivo, per non incappare nelle maglie della legge. Mi limiterò dunque a citare le parole del futuro Giovanni XXIII su Mussolini che nel luglio 1943, l'allora monsignor Roncalli, delegato apostolico in Turchia e Grecia, aveva accolto la caduta del Duce, annotando sul diario: «La notizia più grave del giorno è il ritiro di Mussolini dal potere. L'accolgo con molta calma. Il gesto del Duce lo credo atto di saggezza, che gli fa onore. No, io non getterò pietre contro di lui. Anche per lui sic transit gloria mundi. Ma il gran bene che lui ha fatto all'Italia resta. Il ritirarsi così è espiazione di qualche suo errore. Dominus parcat illi(Dio abbia pietà di lui).

Oggi , in questa repubblicanatadallaresistenza Giovanni XXIII rischierebbe l'incriminazione per apologia di Fascismo...


venerdì 27 ottobre 2006

28 Ottobre: i Fascisti preparano un Golpe ?

Proprio ieri, mentre mettevo in ordine il mio archivio, mi è saltato fuori un ritaglio del 18 Ottobre del 2003 che annunciava l' apertura di un procedimento penale contro un arzillo Fascista di 78 anni,Giuseppe Pugliese, ex-combattente della RSI , per apologia di Fascismo, per aver scritto in alcuni manifestini più o meno le stesse cose che Pansa cerca di far capire agli italiani ultimamente,nonostante gli strali di Bocca e compagni. Naturalmente la Digos aveva provveduto a perquisire la casa del pensionato, colpevole oltretutto di essere Presidente della Consulta Nazionale Combattenti per la Repubblica Sociale.

Proprio ieri pensavo, nel riporre l' articolo, "beh, avranno archiviato il caso..."

Ma proprio oggi, ho appreso da "Libero" a pag. 15 che Giuseppe Pugliese, oggi 81enne e cieco,dovrà comparire il 7 Novembre prossimo davanti al giudice del Tribunale di Bologna per l' udienza preliminare. E sono rimasto di stucco. Poi, passato lo stupore, ho cominciato a pensare che il Pugliese è forse l'avanguardia di un nutrito stuolo di Nostalgici Fascisti ultrasettantenni pronti a marciare su Roma, forse già domani in occasione dell' Anniversario della Marcia su Roma;me l'immagino, con la loro Camicia Nera, i Labari e le Aquile, e manganello in mano e qualche Moschetto '91, al ritmo di Giovinezza, irrompere in Roma con la stessa baldanza di Tognazzi nel film "Il Federale" ,ignorando che a Roma erano già arrivati gli americani da parecchio... Li vedo,irrompere con la baldanza del Colonnello Tejero nel Parlamento e minacciare Prodi e Fassino di deportazione ! Li vedo precipitarsi nei Centri Sociali con botti di Olio di Ricino ! Li vedo in Piazza Venezia aspettare dal balcone l' Uomo della Provvidenza e del Consenso. Italia antifascista, in piedi, e vigilate, vigilate e resistete !

Perchè l' Italia della resistenza è nata per dare libertà a tutti, soprattutto libertà di opinione, pensiero e parola.

O NO ???

mercoledì 25 ottobre 2006

L' ultimo dei Liberali:Bruno Lauzi.

C' è un fiorir e rifiorir di Liberali, a Destra come a sinistra. Tutti a buttarsi in un contenitore che in realtà è datato e passato. I grandi Liberali se ne sono andati,gente di una volta, Malagodi, Sogno. Ed ora ,come nel libro di James Fenimore Cooper, se ne è andato "L'ultimo dei Liberali", Bruno Lauzi.

Un Poeta, un Pensatore Libero, un Uomo Ateo Credente, amante della Vita . Che non volle mai schierarsi a sinistra quando era di moda, preferendo parlare di politica con la poesia e la musica.

Un Uomo che a, differenza di certi liberalini novelli dal poco sapore, aveva capito tanto, da scrivere cose del genere:

"Pochi anni fa durante una campagna elettorale un oratore di sinistra continuava ad incolpare i fascisti dello sfascio del paese, anche se il fascismo era caduto da più di cinquant’anni. Ogni volta che diceva:”Perché la colpa è dei fascisti!” dal fondo della piazza un astante gridava :” E i ciclisti?”, finché l’oratore si interruppe e chiese:” Ma cosa c’entrano i ciclisti?” e si sentì rispondere:”E i fascisti?”.
E’ successo che i perdenti accusassero la Chiesa della sonora batosta nella “Battaglia sugli Embrioni”incolpandola di indebita ingerenza: secondo loro Ruini non aveva il diritto di ricordare ai cattolici i valori cui si attiene il Cristianesimo., punto di riferimento imprescindibile in un caso come questo in cui era in gioco l’etica di un credente. Eppure ciò era avvenuto anche nel caso dei referendum sul divorzio e sull’aborto. Allora la Chiesa perse nettamente. Come mai l’ingerenza non funzionò e le frecciate sarcastiche si sprecarono? Perché gli Italiani forse sono meno somari di quanto si creda, e le donne siciliane, ad esempio, che per il divorzio raggiunsero la percentuale record di oltre il 70%, non ne han voluto sapere di figli in provetta, di embrioni geneticamente modificati, di tutta questa tecnologia al posto dell’amore e dell’istinto naturale. Hanno capito, le donne sarde, che nascere talassemici è una bella disgrazia, ma che in certi casi l’unico modo per non far nascere un malato è sopprimerlo “in embrione”. E non hanno gradito.
Il caso si ripresenta ora che l’on. Giovanardi accusa l’Olanda di applicare i principi dell’eugenetica “nazista” autorizzando l’eutanasia dei feti che presentino malformazioni gravi ed irrisolvibili, in pratica, “meglio morti che infelici”, applicabile automaticamente su i nascituri! Se non sembra di sentire ragionare Mengele, poco ci manca! Siamo alla follia, al delirio di onnipotenza illuministica…
Perché tutti hanno diritto di nascere anche se malati, come non tutti sono nati per figliare, uomini o donne che siano, perché la Vita è un Mistero e va affrontata a spese proprie e non a spese di altri esseri viventi. L’uomo non è misura delle cose né può farsi stregone se non a sicura perdizione. Il vento nazista, momentaneamente cessato
lasciando i suoi ciechi timonieri a contare i danni dopo la tempesta, sta cercando di rialzare il capino…. Non illudiamoci, le sirene dell’eugenetica torneranno a cantarci le loro lusinghe, e forse un giorno ci prenderanno per stanchezza. Temo ciò perché ho visto troppa gente per bene crederci, e vedo una nazione di grande civiltà,offendersi per il paragone, come se essere stati vittime del nazismo impedisca di essere nazisti a propria volta. Ma anche questa volta spero che il solido buonsenso delle donne italiane ci salverà…che Dio ci aiuti, perché l’Europa non lo farà…"

Bruno Lauzi, Malato di Parkinson, è morto oggi , 24 Ottobre 2006. Mi mancherà.

Il Poeta.

Alla sera, al caffè, con gli amici
si parlava di donne e motori,
si diceva son gioie e dolori
lui piangeva, e parlava di te.

Se si andava in provincia a ballare
si cercava di aver le più belle,
lui restava a guardare le stelle
sospirando e piangendo per te.

Alle carte era un vero campione
lo chiamavano il ras del quartiere,
ma una sera, giocando a scopone,
perse il punto, parlando di te.

Ed infine, una notte si uccise,
per la gran confusione mentale.
Un peccato, perché era speciale,
proprio come parlava di te.

Ora dicono fosse un poeta,
che sapesse parlare d’amore.
Cosa importa se, in fondo, uno muore
e non può più parlare di te?

Almeno tu nell' universo.

Sai, la gente è strana prima si odia e poi si ama
cambia idea improvvisamente, prima la verità poi mentirà lui
senza serietà, come fosse niente
sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta
segue il mondo ciecamente
quando la moda cambia, lei pure cambia
continuamente e scioccamente.
Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !
un punto, sai, che non ruota mai intorno a me
un sole che splende per me soltanto
come un diamante in mezzo al cuore.
tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo!
non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero
e che mi amerai davvero di più, di più, di più.
Sai, la gente è sola, come può lei si consola
per non far sì che la mia mente
si perda in congetture, in paure
inutilmente e poi per niente.
tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !
Un punto, sai, che non ruota mai intorno a me
un sole che splende per me soltanto
come un diamante in mezzo al cuore.
tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !
Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero
e che mi amerai davvero di più, di più, di più.

martedì 24 ottobre 2006

Gyurcsany e Diliberto: i comunisti non cambiano mai !

Ostentano abiure e piagnistei, chiedono perdono di qui e di lì, ma i comunisti restano quelli di sempre, dall' Ungheria all' Italia.

A Budapest, nel corso delle manifestazioni non ufficiali per l' anniversario della Rivoluzione,, la polizia ha effettuato diverse cariche, sparando ad altezza d'uomo contro i manifestanti, che ancora una volta chiedevano le dimissioni del comunista Primo Ministro Ferenc Gyurcsany,che lo scorso mese in una registrazione finita in mano ai media aveva ammesso di aver mentito al Paese sullo stato dell'economia per vincere le elezioni di aprile. Ancora il sangue ungherese è stato versato, con 2 morti e 130 feriti per mano comunista.

In Italia, il comunista Oliviero Diliberto , di un governo che aveva dichiarato che NON AVREBBE MAI alzato le tasse, ha dichiarato in televisione, nel programma "Le invasioni barbariche", che tra l' andare a Villa Certosa e Il Bilionnaire, avrebbe scelto quest' ultimo, ma recandocisi " imbottito di tritolo". Scherzava, ha poi fatto capire. Io non saprei: so solo che i comunisti, sia che mantengano il vecchio nome, sia che mutino nome in neo-socialisti, come Gyurcsany, o come Iliescu in Romania, oppure che diventino democratici e di sinistra, non cambiano, non cambieranno mai, perchè il comunismo è sinonimo di sangue, orrore e morte.

lunedì 23 ottobre 2006

Cattolici pacifinti e comunisti veri nell' Ungheria rossa.

L’Ungheria era una nazione a maggioranza cattolica, quindi, secondo l’acceso ateismo dell’ideologia bolscevica, l’unico modo per stabilire il dominio sulla società era l’eliminazione dell’"ingerenza esterna" della fede e l’annientamento della Chiesa. Ovviamente questo programma non era espresso apertamente, ma era condiviso solo dalle alte sfere del Partito. A tal fine, nell’ambito dei servizi segreti (AVH), fu organizzata una sezione per "gli affari ecclesiastici", i cui compiti, nell’apparato del Partito-Stato, passarono nel 1951 all’Ufficio Statale per le questioni religiose (AEH).

La scelta delle persone preposte alla realizzazione di questo programma di annientamento della Chiesa fu molto accurata. Si trattava in genere di "cristiani rinnegati". Alcuni erano diventati, con l’entusiasmo del neofita, membri del Partito comunista oppure, pur rimanendo all’interno della loro Chiesa e sul modello sovietico "Chiesa Viva", lavorarono nel nome del movimento pacifista all’eliminazione della propria Chiesa. Il "movimento dei preti per la pace" ebbe un ruolo molto importante nell’agevolare le menzogne della propaganda ideologica comunista e fu accresciuto dai servizi segreti sfruttando abilmente le debolezze umane del clero, quali la voglia di agiatezza e di carriera. Il ricatto, la tortura fisica ed altre brutalità facevano da contorno a quest’opera di reclutamento con la quale la polizia politica infiltrava anche gli organismi ecclesiastici, al punto che spesso i verbali delle riunioni della Conferenza Episcopale finivano sul tavolo di Rakosi (capo del Partito comunista ungherese).
Tutto ciò dovrebbe essere di grande aiuto per comprendere la natura ideologica del movimento pacifista che ha imperversato per anni in Occidente, con l’obiettivo politico di disarmarlo a vantaggio del Unione Sovietica. L’ Irenismo Cattolico ha dato, con beata incoscienza, un contributo significativo.
Uno dei tanti esempi di infiltrazione fu quello di Gyula Ortulay, iscritto segretamente al Partito comunista con falso nome nella seduta del 7 marzo 1945, mentre ufficialmente risultava Ministro della cultura del Partito dei piccoli proprietari.

Altra sottile astuzia dei comunisti era quella di non attaccare mai direttamente la Chiesa, ma solo i suoi rappresentati ed istituzioni considerati più "reazionari", sperando così di suscitare attriti interni e divisioni. Il culmine dell’attacco si ebbe con l’arresto del Cardinale Mindszenty, nel Natale del 1948, ma dopo aver colpito il Pastore iniziò la dispersione del gregge, con metodi più degni di un progetto di capi mafia che di un progetto politico.

Il Vescovo József Mindszenty (nell'immagine), già incarcerato il 27 novembre 1944, il 16 settembre 1945 venne nominato da Pio XII Primate di Ungheria. Proseguì implacabile la sovietizzazione del Paese, e per la Chiesa i tempi si fecero sempre più difficili. Dopo una lunga campagna diffamatoria, il 26 dicembre 1948 il Cardinale Primate venne arrestato e accusato di alto tradimento. Il processo si concluse l'8 febbraio, con la condanna all'ergastolo. Il 23 ottobre 1956, a tre anni dalla morte di Stalin, Budapest insorse nominando un governo di emergenza. Una settimana più tardi il cardinale Mindszenty fu liberato, ma arrivò l' invasione e la repressione sovietica ed il primate dovette rifugiarsi nell'ambasciata statunitense, portando con sé la corona di Santo Stefano. Rimarrà nella sede diplomatica per 15 lunghissimi anni, fino al 1971, quando accettò di lasciare l'Ungheria. Morì a Vienna il 6 maggio 1975, dopo essere stato accolto in Vaticano da Paolo VI, ed in Ungheria viene venerato come un Santo e Martire.

sabato 21 ottobre 2006

Quando gli anticlericali parlano a sproposito.

Ho visto in giro, anche in Tocquevile, soprattutto da parte dei soliti noti lib/lab/rad , un'interessamento inedito alle cose di Chiesa, con un levar di scudi per il Cardinal Tettamanzi,spalleggiati dal "Corrierino", per quella frase: "E' meglio essere Cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo", intesa come un attacco agli atei devoti ed anche ai neo-con. Mi fa molto piacere vedere attaccati laici come Marcello Pera da parte di chi, a parole,dovrebbe far parte della CdL. Ma che così facendo si pone automaticamente nell' alveo della sinistra. Mi fa piaciere, perchè svelano il loro vero volto: Pera è uno delle colonne portanti e pensanti della Coalizione che , attraverso le piazze, si sta già preparando a tornare alla testa del Paese . E chi attacca Pera, attacca Berlusconi.

Consiglieremmo però maggior prudenza a certi anticlericali nel parlar di cose di Chiesa, senza averne la dovuta conoscenza, e soprattutto non conoscendo il reale peso di Benedetto XVI all' interno della stessa. Che a Verona ha ribadito che in Italia "è sentita con crescente chiarezza l'insufficienza di una razionalità chiusa in se stessa e di un'etica troppo individualista", e dunque si avverte "la gravità del rischio di staccarsi dalle radici cristiane", Benedetto XVI ha parlato con attenzione e rispetto dei cosiddetti «atei devoti»:"Questa sensazione, che è diffusa nel popolo italiano, viene formulata espressamente e con forza da parte di molti e importanti uomini di cultura, anche tra coloro che non condividono o almeno non praticano la nostra fede."

Inviterei questi soloni anticlericali a leggersi l' intervento di Ratzinger a Verona , compreso il passo contro "la nuova ondata di Illuminismo e Laicismo" per capire la forza Millenaria di questo Papa, non disposto a retrocedere di un passo davanti a certe aperture anti-Cattoliche di una parte sempre più minoritaria di relativisti.

E voglio aggiungere inoltre una frase del santo Padre: "Occorre anche fronteggiare, con pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale. La testimonianza aperta e coraggiosa che la Chiesa e i cattolici italiani hanno dato e stanno dando a questo riguardo sono un servizio prezioso all’Italia, utile e stimolante anche per molte altre Nazioni. Questo impegno e questa testimonianza fanno certamente parte di quel grande "sì" che come credenti in Cristo diciamo all’uomo amato da Dio. " Più chiaro e saldo di così... Com' è che si dice: non c' è trippa per gatti.

Aggiungo la risposta di Giuliano Ferrara, altro ateo devoto, al Cardinal Tettamanzi:

"Eminenza reverendissima, Dionigi cardinale Tettamanzi, arcivescovo di Milano, da molto tempo una parte della chiesa impegna le proprie energie a polemizzare, ammonire, mettere in guardia i fedeli da un pericolo: ci sono dei laici, si dice, e perfino degli atei, che invece di convertirsi e condurre una vita cristiana nelle parrocchie, svolgendo la funzione propria del laicato cattolico secondo gli insegnamenti del Concilio Vaticano II e nel quadro della dottrina sociale della chiesa, tirano in ballo Dio e abusano del nome di Cristo Gesù per scopi poco chiari, presumibilmente politici nel senso più deteriore e partigiano del termine, contraddicendo ogni ottimismo, ogni speranza, ogni senso della differenza cristiana che è fatta di spirito di accoglienza, di fraterno dialogo tra le religioni, di amore e di pace fra tutti gli uomini di buona volontà.

Nella sua prolusione a Verona, Ella ha riassunto questo monito nell’affermazione, paurosamente tautologica e dunque vuota di senso nonostante la santa attribuzione antiochena, che è “meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarsi cristiani senza esserlo”. Se l’alternativa fosse tra un cristianesimo muto e un cristianesimo impostore, lei avrebbe ragione nello scegliere l’umiltà privata della vita cristiana che perde la parola e rifiuta la cultura, ma il Suo encomiabile ottimismo antropologico, la Sua convinzione che la dimensione della crisi contemporanea vada superata con atti e iniziative di buona volontà nel solco di una dottrina conciliare impermeabile alla storia in cammino, e a volte anche in corsa con la perdita di senso, si darebbe la classica zappa sui piedi. Ci sarebbe poco da stare allegri.

Dirsi cristiani senza esserlo, eminenza, è la parafrasi di un saggio celebre di un filosofo napoletano del secolo scorso, il laico e liberale Benedetto Croce, che le consiglio di rileggersi. Vedrà che lì non c’è impostura, ma una base interessante per il dialogo tra fede e ragione che, senza escludere e anzi per inverare il progetto di carità che è il succo del cristianesimo, è oggetto della cura premurosa e appassionata di Roma da oltre un quarto di secolo. Un dialogo al quale si sono appellate la “Veritatis splendor”, la “Fides et ratio” di Giovanni Paolo II e l’intera opera teologica e pastorale di Joseph Ratzinger e di Benedetto XVI, che come Ella sa bene sono la stessa persona.

Anche il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinal Ruini, ha manifestato un sereno e distaccato interesse, più volte, per le convergenze possibili, in materia di ragione laica inclusiva del ruolo pubblico della fede, in materia di criteri etici non negoziabili, con quelle tendenze “culturali” che nel mondo occidentale e particolarmente in America e in Italia (ma la Francia sta prendendo anch’essa lo slancio) si vanno affermando con modalità e a stadi di sviluppo diversi. Se il Suo discorso contro l’impostura pseudocristiana riguardasse politici maldestri, come il presidente del Senato nella scorsa legislatura, che hanno invocato l’amicizia degli ecclesiastici, e perfino del Papa, a scudo protettivo per beghe di cortile politico in quel di Lucca, si abbia tutta la nostra comprensione, ma è un de minimis che ci farebbe soltanto perdere tempo.

Se invece nelle Sue parole si riverberasse una scelta favorevole al cattolicesimo cosiddetto democratico, quello che con un linguaggio durissimo censurava ieri un ex presidente della Repubblica noto per i suoi fervori e furori e malumori di credente e di fedele e di cattolico liberale ribelle, allora si tratterebbe di una scelta politicoecclesiastica legittima in favore del partito dei cattolici adulti, ed è inutile mascherarla da protezione della genuinità della fede contro le intromissioni della politica. In ogni caso, per quanto conti, noi nel nostro piccolo non c’entriamo un bel nulla con queste fobie, imposture e mascheramenti.

Noi cosiddetti “atei devoti”, cioè credenti e non credenti che non possono non dirsi cristiani e si sono autorifilati un nomignolo falso e provocatorio, conduciamo un limpido discorso pubblico, fatto di ascolto e di parola modesta ma viva, mai di rassegnazione e di autocensura, il cui scopo non è quello di essere legittimati dai preti o legittimare il ruolo pubblico della religione come elemento di un’agenda di bassa cucina politica. Non facciamo corridoio, non chiediamo udienza, siamo aperti al dialogo o al rigetto polemico nella chiesa e delle chiese neosecolariste e postsecolariste con equivalente serenità e autonomia di spirito.

Ci sembrò interessante la “Dominus Iesus”, e la pubblicammo perché se ne discutesse. Ci sembrò importante il Mea culpa giubilare, e ne parlammo liberamente. Amammo Giovanni Paolo II, e dicemmo il nostro amore che si nutriva di mille ragioni, comprese quelle legate alla libertà politica nel mondo e alla riaffermazione non dogmatica, ma corporale e perfino atletica, dell’identità ebraico-cristiana in occidente. Ci stimolano le esperienze del laicato movimentista, quelle di alta pedagogia e modernissime di un don Giussani, ma anche quelle orientalistiche di un Sant’Egidio o i carismi febbricitanti che parlano di un’apostasia dell’Europa da combattere (neocatecumenali).

Ci appassiona l’elaborazione culturale e dottrinale di quello che consideriamo uno dei maggiori pensatori cristiani a cavallo del secolo, Joseph Ratzinger, che abbiamo salutato con un applauso amabile dopo la sua elezione al soglio petrino, di cui eravamo intimamente certi. Ma ci piace anche discutere con i suoi critici, ammiriamo la cocciutaggine conciliare della scuola di Bologna, l’erudizione in fatto di storia cristiana dei suoi maestri e allievi, spaziamo liberamente e criticamente dove ci porta la testa, se non il cuore. Inoltre, e questo Ella dovrebbe saperlo bene, vista la Sua formazione di bioeticista cattolico, abbiamo a cuore la battaglia non contro la legge sull’aborto, ma contro la banalizzazione culturale dell’aborto, la sua trasformazione in diritto liberale, e contro una concezione creatrice, nel senso tecno-scientista del termine, anziché creaturale dell’esistenza umana contemporanea. Abbiamo poi, e mal ce ne incolse per via degli interessati travisamenti politici conseguenti, difeso il diritto di un cattolico a fare il commissario europeo con le sue idee, una volta stabilito il confine tra morale e legge nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche. E abbiamo avviato con un po’ d’anticipo polemiche sapide sullo zapaterismo, sul mondo incantato e perduto di un poeta come Almodóvar, quel cervantino senza Cervantes che ha dato il suggello estetico necessario al progetto di scristianizzazione totale della famiglia e del matrimonio, fino alla derubricazione zapaterista dei nomi di moglie, marito, padre e madre, sostituiti da coniuge A e B e progenitore A o progenitore B.

Infine, non ci piace la torsione dello spirito pubblico europeo in direzione della Mecca, non perché siamo insensibili al fascino spirituale dell’islam o banalmente impauriti dallo straniero, ma perché pensiamo che integrazione e composizione degli scontri in atto tra faglie di civiltà debbano realizzarsi, per così dire, senza vincitori né vinti. E se proprio un vincitore avesse da esserci, vincitrice ha da essere quella civiltà che incorpora, secondo la lezione di Regensburg, ebraismo, grecità e cristianesimo in un concetto di persona e di diritto compatibile con una società aperta.

Con osservanza, e nella speranza che il Suo alto monito, sincero nelle intenzioni e nelle paure, sia accolto criticamente, come occasione di riflessione, dai laici e sacerdoti riuniti in Verona."



martedì 17 ottobre 2006

Un Eroe liberal/libertario: Vittorio Sgarbi.

"Fascista !", "Fascista !", "Fascista !" :chi dimentica la performance del provvisorio Assessore alla Cultura della Mia Città, noto liberal/libertario col vizio del saltafosso ?

Questo professore, icona televisiva, è l'esempio lampante di certi liberal/libertari, che parlano di Libertà e Democrazia, ma poi si comportano come abbiam visto.

Da tempo , molti a Milano ne chiedono le dimissioni, come il capogruppo di Forza Italia al Comune, Giulio Gallera, ed io non posso che essere d'accordo.

Oltre alla lite con la Mussolini che Sgarbi porta avanti in televisione e sulle pagine del Giornale in questi giorni ,c'è anche l'andar a braccetto con il Centro Sociale Leoncavallo che m'induce a pensare che questo signore non può rappresentare più la Cultura di Milano.

Veniamo al primo punto:sebbene l' On. Mussolini non sia certo una santa (ma l'inizio della disputa era partito decisamente come un gioco durante la trasmissione "La Pupa ed il secchione", uno scherzo) e sbaglia ad usare parole da trivio , un vizio ormai diffuso purtroppo tra le donne come si è lamentato Marcello Veneziani in un articolo su Libero del 5 Ottobre, Sgarbi è stato irriguardoso non solo verso la Mussolini, venendo meno al rispetto che si deve ad ogni Signora, ma anche prendendosela di brutto con 2 dipendenti Mediaset, uno non giovanissimo, ed un altra Signora, insultandoli pesantemente ed alzando le mani. Cosa peraltro non sottolineata dai vari articoli apparsi sui giornali.
Cosa poi ancor più grave, Sgarbi il giorno 2 Ottobre sul Giornale ha scritto un lungo panegirico di se' stesso autoassolvente, tra l'altro definendosi: "fine critico d'arte", ma anche ammettendo di avere dentro se' il Dottor Jeckyll e Mr. Hyde.
Poi, un' altra puntata della performance sgarbata a "Buona Domenica" e puntuale nuovo articolo del phonato professore sul Giornale, tutto incentrato sulla retorica antifascista cara ai novelli kompagni dell' assessore, i Leoncavallini. Compresa la citazione dell' Articolo della Costituzione ormai vetusto, mentre da più parti si invoca l'abolizione dei reati di pensiero , ed altro tentativo di assolversi.

Ora, pur essendo i nostri tempi volgari, non credo che chi usi certi turpiloqui e certi atteggiamenti possa fare l' Assessore della Cultura che dovrebbe, a mio modesto parere, rappresentare il Bello e la Bellezza in tutte le sue espressioni, particolarmente in una Milano che continua ad ospitare una bruttura come il Monumento a Pertini ed ha permesso, ahimè, anni addietro, la vendita all' incanto di una collezione come quella di Renzo Mongiardino, forse il miglior Architetto d' Interni d' Italia.
Credo che togliere questo incarico al Professor Zecchi, curatore tra l'altro della riedizione del "Tramonto dell' Occidente" di Spengler sia stato un grave errore, da riparare in fretta.
Ma oltre a questo è l'ostinazione del Critico d' Arte di voler elevare al grado di Arte i graffiti del Leoncavallo, visto probabilmente come un nuovo Louvre; tutto incominciato con l'invito fatto all' Assessore Regionale Silvia Ferretto, che in passato venne aggredita dai prodi rappresentanti dei Centri Asociali , a recarsi al Leoncavallo in sua compagnia. Non so dove il liberal/libertario Sgarbi fosse negli anni '70 ,ma probabilmente era ben inquadrato nell' Arco Costituzionale come molti del PLI di allora; evidentemente questo lo rende poco informato di fronte ai metodi Leoncavallini di allora e di sempre. Probabilmente Sgarbi non conosce che in Rete in Indymedia e su carta esiste "Tuttoantifa", cioè le Pagine Gialle antifasciste di Milano e Roma con gli indirizzi degli esponenti della Destra; esattamente come succedeva quando furono trovate le schedature dopo l'incendio al Bar di Largo di Porto di Classe di anni fa. Pensare che l' Assessore Regionale, moglie del Vice-sindaco Riccardo De Corato, o chiunque altro conosciuto di Destra potesse mettere piede al Leoncavallo è quantomeno originale. Per non dire altro.
Comunque i Leoncavallini stopparono la cosa sul nascere, dichiarando la Sig.ra Ferretto (di AN, cari liberal/libertari, di AN, non di AS...)persona non gradita.
Non contento di ciò, l' Assessore temporaneo Sgarbi ribadisce di ritenere arte i graffiti, e che Giovedì impugnerà lo spray con altri writer.
Padronissimo di pensarla così, poichè l' estetica è spesso personale; padronissimo io di ritenere certe espressioni pseudo-pittoriche, compreso Jean Dubuffet (nella foto) che è pure al Guggenheim, pura schifezza.
Ma soprattutto padronissimi i tanti proprietari d'immobili e negozi milanesi imbrattati da questi "artisti" di dedicare tanti bei pensierini al liberal/libertario Vittorio Sgarbi...
Elenco dei reati imputati a membri del Leoncavallo, letto da Luca Ghezzi - uno suo dei leader storici - in occasione di un suo intervento presso la Camera del Lavoro di Milano nel maggio 1998:

55 Procedimenti Penali attualmente in corso presso il tribunale di Milano, di cui 18 accorpati in un Maxiprocesso che ha visto in primo grado condanne per più di 100 anni di carcere a carico di 73 imputati.

Un totale di 563 imputati (in realtà circa 80 plurimputati nei vari processi)

Più di 2000 denunce

45 arresti preventivi richiesti nell'agosto '95 e rigettati dalla Cassazione nel febbraio '96

Offesa all'onore e al prestigio del Presidente della Repubblica

Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni Costituzionali e delle Forze Armate

Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità

Sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa

Violazione colposa di doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro disposto nel corso di un procedimento penale o dall'autorità amministrativa

Violenza o minaccia a pubblico ufficiale

Resistenza a pubblico ufficiale

Circostanze aggravanti

Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità

Oltraggio a pubblico ufficiale

Oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario

Oltraggio a un magistrato in udienza

Esercizio abusivo di una professione

Violazione di sigilli

Autocalunnia

Istigazione a disobbedire alle leggi

Incendio

Attentato alla sicurezza dei trasporti

Tentato omicidio

Lesioni personali

Violenza privata

Violazione di domicilio

Furto

Rapina

Invasione di terreni o edifici

Danneggiamento

Ricettazione

Grida sediziose

Radunata sediziosa

Riposo delle occupazioni e del riposo delle persone

Divulgazione di stampa clandestina

Spettacoli e trattenimenti pubblici senza licenza

Rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive

Fabbricazione di materie esplodenti

Apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento

Blocco stradale

Turbativa di propaganda elettorale

Porto di arma da guerra

Porto di arma impropria

Travisamento

Omesso preavviso di manifestazione all'Autorità

Fabbricazione e detenzione di materie esplodenti

Esercizio di professioni e mestieri rumorosi

Spettacoli e trattenimenti pubblici senza licenza del questore

Gestione abusiva di bar

Somministrazione di cibo e bevande senza autorizzazione sanitaria

Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti

Resistenza a mano armata

lunedì 16 ottobre 2006

Dopo l' Isola dei Famosi, il Tavolo dei Volenterosi...

Ma come per il programma televisivo, l'idea di Capezzone cola a picco. Eppure i Radicali ce l'avevano messa proprio tutta, e pensavano di fare la bella figura dei Lupi de' Lupis, resisi conto di quanto questa Finanziaria fosse fallimentare, fallace e fellona; di quanto poco liberale sia questo governo temporaneamente in carica, pronto a mandare a casa i dipendenti di Mediaset che saranno colpiti da ministri poco gentiloni ed impaziente di dare una mazzata a chi viaggia DAVVERO per lavoro colpendo Malpensa.

Ed allora il Capezzone, un uomo per tutte le stagioni, dopo un bell'incontro con Messa (ma non era laico/laicista, il Daniele impavido ?), uomo di fiducia dell'ultimo dei Dorotei, Follini, cosa ti inventa ? Il Tavolo dei Volenterosi, al quale aderiscono nientepopodimeno che Renzo Lusetti della Margherita, che nei giorni del dopo elezioni si mostrò in TV come uno dei più rancorosi verso la CdL (forse ancora certi litigi in Parlamento con la Lega gli bruciavano assai...). Già si immaginavano i Radicali nostrani, gratificati dall'adesione dei Radicaldestri di Dalla Vedova, di ergersi a salvatori della Patria; sogno durato lo spazio di qualche mattino, poichè dai loro prodi amici hanno ricevuto pesciolini e pescioloni in faccia: "Il Tavolo dei Volenterosi è un esempio di incoerenza politica, è impossibile conciliare la riduzione della spesa pubblica in settori essenziali per la vita del paese con il programma dell'unione", ha sottolineato il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli. "Come era largamente prevedibile - gli ha fatto eco il presidente dei senatori del Prc Giovanni Russo Spena - il Tavolo dei Volenterosi con le sue proposte vorrebbe smantellare l'effetto redistributivo che è l'aspetto più innovativo e condivisibile della manovra finanziaria. Riteniamo inaccettabile l'impianto proposto".

Ma si sa, i Radicali hanno cento anime (forse milioni ?): e così , fallito il Tavolo bipartisan, a Destra i Salmoncini si sono ringalluzziti, ed attraverso annunci sui giornali ci fanno sapere di essere "Milioni di persone" che a Destra vanno contro VALORI propriamente della Destra, come l'essere favorevoli alle unioni civili omosessuali, alla ricerca sugli embrioni , all' eutanasia ed a una legge permissiva sulla droga .

Si fossero montati un po' la testa, nonostante le mazzate che ricevono a Destra e manca ?

No, così non va: con questo governo temporaneamente in carica nessun accordo, nessun cedimento, ma solo opposizione dura, per MANDARLI A CASA. E chi non vuole, saltelli a sinistra !

domenica 15 ottobre 2006

La Dittatura dellla Democrazia: la Francia e la libertà di pensiero.

Anche se il Mio Amico Monsoreau mi ha preceduto, voglio ritornare sulla questione. Ancora una volta, la Francia Giacobina e Laicista , dopo la legge che proibisce l'esposizione di simboli religiosi a scuola, ha varato una legge che è un pericoloso attacco contro il Pensiero Libero. Chi mi legge sa che non sono certo tenero con la Turchia , che non desidero in Europa, come si legge nelle scritte che scorrono nel mio Blog. Ma decretare per legge come ha fatto il Parlamento di Marianna che negare l' Olocausto Armeno è un reato punito col carcere è impensabile per una Democrazia che si voglia definire tale.

Come Cristiano infatti , supportato dai fatti, posso affermare che oltre un milione e mezzo di Armeni furono massacrati a causa della Religione, ma voglio lasciare dire alla controparte ogni cosa che non sia offensiva, perchè spesso certi argomenti si commentano da soli, quando mancano palesemente le prove; ed anzi , certe affermazioni si ripercuotono su chi le sostiene.

Questo perchè ho ben conosciuto negli anni '70 il clima intimidatorio che affermava : "I Fascisti non devono parlare". Ed ancora oggi in Italia abbiamo 2 leggi come la Scelba e la Mancino in netto contrasto con la Costituzione di uno Stato Moderno e Libero come quello Americano, dove vige il Primo Emendamento, che dovrebbe essere insegnato in tutte le scuole italiane .

Leggi come quella francese provocano reazioni che spesso generano mostri ed ignoranza, lasciando spazio ai vari Irving e negazionisti vari, creando confusione intorno al lavoro serio di chi voglia riscrivere la Storia in modo serio e usando Documenti inediti o nascosti. Creando nazistelli dalle fragili gambe cui si deve lasciare il diritto alla parola , anche per mostrare le enormità che dicono, lasciando l'uso della censura agli eredi del comunismo che ne fanno largo uso.

E lasciando l' uso della censura anche a certi radicaleggianti liberal/libertari ben presenti in Tocqueville che gridano all'omofobia//islamofobia/sessuofobia/razzismo quando, in evidente assenza di validi argomenti, ed annaspando, gettano tali accuse in faccia a chi, evidentemente, ha idee diverse su certi argomenti.

Non dimentichiamoci che in Italia un Professore è stato sospeso perchè voleva esporre in classe il Creazionismo come alternativa al Darwinismo, che rimane,peraltro, una TEORIA e basta...

sabato 7 ottobre 2006

Il FASCISMO raccontato da Mio Padre.

Un anno fa Mio Padre moriva. Per una Grande Destra a-fascista ma NON antifascista lo voglio ricordare con la visione del Fascismo che volle darmi, molto lontana dal sinonimo di violenza e dittatura che ancoroggi gli si vuole dare; non piacerà ad alcuni, ma perdonateci, io e Lui, in fondo siamo due romantici ancora innamorati, come Almirante, della "Nostalgia dell' Avvenire", senza essere affetti da nostalgite , credendo che però non possa esserci futuro per una Nazione che non conosca il proprio passato per intero, e non solo quello raccontato dai "vincitori" di una Guerra perduta.

Le memorie di R.

Sono nato nel 1907.Molto,molto tempo fa,non trovate ?
Ciò non di meno,come molti vecchi,ho buona memoria di cose assai lontane.
Mi chiamo R, primo figlio di quattro fratelli di una famiglia benestante che,originaria del milanese,dopo aver comprato alcuni terreni,si trasferì nella bassa padana.
Mia Madre si chiamava Adele,Mio Padre Libero,di nome e di fatto.
Avevo passato gli undici anni quando,tornando a casa da scuola,Mio Padre mi accolse raggiante:
"E' finita,abbiamo vinto !". In effetti qualcosa di strano l'avevo notato : le campane della chiesa del paese e di quelli vicini avevano suonato a festa a lungo;e sulla via del ritorno, in calesse col fattore,avevo notato che le finestre ed i balconi delle case erano ornate da sempre più bandiere.
La sera Nostro Padre a cena,dopo la preghiera,ci spiegò che la Grande Guerra, quella che ci aveva fatto tremare qualche mese prima,quando si paventava che lo Straniero sarebbe dilagato in tutta la pianura,era finita. E l'Italia,la Nostra adorata Patria,l'aveva vinta,per Grazia di Dio e volontà del Re e della Nazione.Ora si sarebbe finalmente concluso il Risorgimento,Trieste e Trento erano italiane,e presto lo sarebbero state altre città fino a rendere l'Adriatico un mare solo italiano. E riprese a raccontarci di fiabe che conoscevamo già,ma che sempre c'incantavano:Solferino,Garibaldi,Cavour,Tito Speri,ed altri ancora.
I giorni che seguirono furono memorabili:oltre ai fratelli di Mio Padre (che,ferito ,era stato congedato prima),ogni settimana il treno riportava a casa centinaia di soldati,stanchi ma felici.Le donne gettavano fiori ai militari, e persino gli insegnanti chiudevano un occhio sui nostri compiti.Mio Zio Umberto,nella sua bianca divisa da ufficiale di marina ,mi affascinava coi suoi racconti di battaglie con corazzate e sommergibili.
Poi,lentamente,il clima cambiò:Mio Padre e Mio Zio ,per quello che capivo,presero a parlar male dei francesi e degli americani,che non volevano mantenere i patti:"Perbacco,con tutto il sangue che abbiamo versato,cosa vogliono quel Clemenceau e quel Wilson ?Che ci dessero quello che ci avevano promesso !"
Dalle città ci arrivarono notizie di tumulti e saccheggi,anche a causa del malcontento dei reduci cui erano state promesse nuove terre e che avevano visto cadere molti commilitoni per quelle terre;Mio Padre cominciò ad usare due parole strane che non conoscevo:comunisti e bolscevichi.Ed anche a Messa,il curato usava quelle parole.
Un giorno in campagna arrivò un’altra parola nuova:Sciopero.
Mio Padre aveva sempre trattato bene i suoi salariati:era stato socialista e da giovane portava la cravatta alla Lavallière come uno stemma,ed il suo nome,Libero, era la sua bandiera;le loro case erano a ridosso della nostra e noi tutti giocavamo fin da piccoli con i loro figli ,divertendoci molto.Io poi adoravo la polenta che spesso ci offrivano.Nonostante tutto questo anche i nostri contadini cominciarono a scioperare (da adulto appresi che molti furono obbligati ad aderire controvoglia da alcuni sindacalisti arrivati da fuori):per giorni sentii le mucche urlare disperatamente per il dolore che il latte non munto provocava loro;alcune cominciarono a morire di setticemia.Di notte qualche nostro contadino si presentava di nascosto per aiutarci,ma non bastava.Poi Mio Padre cominciò a far venire da Cremona,Parma e Piacenza alcuni disoccupati reduci della Grande Guerra:erano meridionali,gran lavoratori,e si diedero subito da fare.
Sembrava che il peggio fosse passato,quando un contadino,uno di quelli che ci aiutava in segreto ,ebbe la casa date alle fiamme.”Comunisti,bolscevichi !!!”,sentii Mio Padre usare di nuovo quelle 2 parole.
Ed una mattina il camion che portava i lavoratori dalle città venne prese a pistolettate da individui col fazzoletto rosso al collo,ci furono alcuni feriti ed altri vennero malmenati.
“Comunisti !Bolscevichi !!!” sentii urlare Mio Padre.
Di nuovo la paura serpeggiava tra i casolari e riprese la morìa delle mucche;nei campi la gramigna dilagava.
Ma un giorno lo Zio Umberto arrivò a casa con alcuni suoi ex-commilitoni:alcuni indossavano ancora la divisa,chi da fante di marina chi da Ardito,altri,pur mantenendo i pantaloni grigioverdi, indossavano una camicia nera,da dove spuntavano alcune medaglie ,e disse a Mio Padre: ”Lo stato non ci protegge?D’ora in avanti ci penseremo noi !Abbiamo vinto in guerra,vinceremo ora !”.
Da quel momento la paura tra i contadini cominciò a diminuire,molti ripresero a lavorare e si ripresentavano anche in Chiesa,la Domenica Mattina,alla Messa che per alcuni momenti aveva visto solo donne e vecchi.Alcuni di loro incominciarono ad indossare la camicia nera.
Intanto avevo iniziato le superiori:la città era immensa,per me,caotica,piena di bici.
La scuola era bellissima,eppoi le prime ragazze….
Anche nel mio Istituto c’erano molti studenti che indossavano quella camicia nera:soprattutto quelli degli ultimi due anni.Un giorno uno di loro stava raccogliendo i fondi per gli orfani di guerra:gli si avvicinarono una decina di tipi mai visti,con al collo dei fazzoletti rossi.”Sporco fascista,per te qui non c’è posto. Grida: Evviva il comunismo e la libertà !”
“Mai,”rispose il ragazzo,Mio Padre è morto per l’Italia e per il Re,e non per la sovversione dei senzaiddio !!“
Subito quello che aveva parlato gli mollò un pugno in pieno volto che lo fece cadere,e gli altri gli furono sopra a calci .Poi,contenti,se ne andarono cantando “Bandiera rossa”.
Molti anni dopo quel ragazzo partì volontario per la Guerra di Spagna con altre camicie nere,e raggiunse suo padre nel cielo.
A casa sentii parlare per la prima volta di Mussolini:era un giornalista,dicono il migliore,anche lui socialista,come Mio Padre. E spesso sentivo il Babbo discutere con entusiasmo con lo Zio:”Solo lui può fermarli,solo lui può salvare l’Italia dal disastro !”.
Ed un giorno,avevo appena iniziato la II Geometri,notai del trambusto in casa:Papà e lo Zio stavano attaccati al telefono,in casa arrivarono persone mai viste,la notte il Babbo e suo fratello non dormirono:il giorno dopo la radio a galena di casa annunciò: “Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III ha dato incarico di formare il governo a Sua Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini.”.Lo Zio prese a saltare come un matto,corse a prendere il grammofono,mise l’Inno Reale a tutto volume,spalancò le finestre e appese il Tricolore,urlando “Evviva il Re ! Evviva Mussolini !!!!”.Era ottobre:il 28 Ottobre 1922.

Da quel giorno ,pure occupato dagli studi e dal gioco del calcio,vidi la serenità ritornare in casa.Non si parlò più di scioperi e bolscevichi,l’Italia cresceva e presto avrebbe fatto pagare il tradimento ai Francesi ed agli Americani.
La gente per le strade riprese a sorridere,le discussioni e gli odi tra le classi sociali vennero meno,e si collaborava per trasformare l’Italia in una Grande Nazione,degna delle nostre tradizioni.

Mi iscrissi all’Università a Milano ed anche ai GUF,Gruppi Universitari Fascisti,ma non mi occupai di politica,preso dallo studio e dal football che mi avrebbe portato a vincere i Campionati Mondiali Universitari nel 1928 a Parigi con la Nazionale Italiana ed a militare in diverse squadre di serie A. Conobbi alcuni dei grandi campioni che portarono l’Italia a vincere i Campionati del Mondo nel 1934 a Roma come Meazza e Combi.
Portare la Maglia Azzurra (anche se per noi della Nazionale Universitaria era nera…..)era un onore ed un vanto:l’Italia spesso veniva accolta all’estero non benissimo;ricordo le radiocronache di Niccolò Carosio dei Mondiali del 1938 quando in Francia ogni partita della nostra Nazionale,a cominciare dall’Inno ,venne accompagnata dai fischi degli spettatori francesi:non solo quando dominammo la Francia nei quarti di finale per 3 a 1,ma in ogni incontro.Solo in finale ,dopo il quarto goal segnato agli ungheresi ,i fischi lasciarono il posto agli applausi ;e TUTTA l’Italia si sentì Campione contro il Mondo Intero.
Come qualche anno prima,quando Italo Balbo venne accolto negli Stati Uniti come un eroe dopo la Trasvolata Atlantica a bordo dei nostri aerei.
Dopo la seconda Laurea vinsi un importante concorso a Roma presso il Ministero dell’Agricoltura dove rimasi ad alti livelli,nonostante non mi iscrissi mai al Partito Nazionale Fascista.
Mi sposai nel settembre del 1939,quando Germania ed Unione Sovietica,invadendo la Polonia diedero inizio alla Seconda Guerra Mondiale.Le successive vittorie inarrestabili della Germania contro francesi ed inglesi portarono tutta l’Italia ad uno stato di euforia indescrivibile:tutti si chiedevano quando anche noi saremmo entrati in guerra per ottenere quel “posto al sole” che ci negarono gli alleati alla fine della Grande Guerra non mantenendo le promesse.Posso affermare che TUTTA l’Italia volle entrare in guerra,come dimostrarono le grandi manifestazioni di giubilo che accompagnarono nel maggio 1940 la Dichiarazione di Guerra a Francia ed Inghilterra.
Dopo il 25 luglio 1943 ritornai a seguire l’azienda agricola di famiglia. Non aderii alla Repubblica Sociale Italiana anche perché nessuno mi obbligò.Ma nonostante questo,alla fine della guerra,sia io che Mio Padre dovemmo restare nascosti per parecchio tempo,perché alcuni gruppi di cosiddetti “patrioti” dalla stella rossa ci minacciarono di morte o ci richiedevano soldi.
Finimmo anche in cella per qualche giorno,fino a quando non fummo scagionati di ogni colpa,anche grazie alle testimonianze di molti nostri salariati che ci volevano bene.Ma non a tutti andò così bene:qualcuno venne prelevato nel carcere dai partigiani per sparire per sempre.
Mi ricordo bene un episodio:c’era un milite delle Brigate Nere che ogni giorno veniva prelevato tre o quattro volte al dì e portato davanti al plotone d’esecuzione,e regolarmente veniva riportato in cella .Un giorno tornò,ma con i capelli tutti bianchi.
Naturalmente persi il posto al Ministero che avevo ottenuto solo per i miei meriti:e così,come tanti italiani dovetti ricominciare dal basso,con due lauree,a rifarmi una vita,a 38 anni .

A chi mi chiede ancor’oggi se io sia mai stato fascista,rispondo:beh,non più di tanto della totalità degli Italiani di allora:e se anche non lo fui durante il ventennio,lo divenni ,per reazione,dopo il 25 aprile del 1945. "






Alcune note all’intervista.

Questo breve riassunto è stato redatto in base ai racconti di Mio Padre R. che ,nonostante sia vicino ai 98 anni ,possiede ancora ottima memoria,tanto da essere stato recentemente intervistato da alcuni giornali per le vicende calcistiche.
Mi sono permesso di mettere in risalto la retorica tipica di quell’epoca,che non si distacca poi di molto da quella resistenziale.
Trattandosi di un memoriale,è normale che presenti una visione di parte dei fatti. Così come però dovrebbe essere considerato ogni racconto che veda prevalere la “memoria” di chi visse quei fatti da una parte o dall’altra rispetto alla “storia” imparziale.
Se un giorno riusciremo a consegnare alla “storia” il Fascismo,con i difetti ed i pregi che ebbe,forse riusciremo a mettere la parola fine alle Tre Guerre Civili Italiane che insanguinarono il Nostro Paese nel Novecento fino alla mia generazione,che vide ancora molti giovani cadere nei due schieramenti:allora,solo allora,potremo parlare di Pacificazione.

Ciao Papa' e GRAZIE.

7 Giugno 1907 - / 7 Ottobre 2005, Madonna del Rosario.

Nell' altro mio blog, Mortidimenticati, pubblico il mio ricordo al Suo Funerale.

giovedì 5 ottobre 2006

I ricchi piangeranno, ma i poveri non faranno le vacanze.

Con la solita demagogia, la sinistra ci ha regalato foto di panfili e frasi sui ricchi che piangeranno. Ma intanto, mentre i possessori di panfili (e barche a vela prese in leasing :-) ! ) continueranno a fare le vacanze, quest'estate gli italioti che hanno votato questo governo temporaneamente in carica , ma anche la Maggioranza che non ha votato questi prodi sinistri, si ritroveranno la Tassa di soggiorno (5 euro) da pagare al giono.

E mentre per chi spende 200/300 euro questa tassa sarà solo una seccatura, per una famiglia che vuole concedersi 15 giorni al mare o in montagna , e può concedersi la Pensione Serena, è una ulteriore spesa gravosa.

E state attenti, poi, se dovrete farvi male ed aver bisogno del Pronto Soccorso, datevi una martellata in testa, almeno vi ricoverano :altrimenti dovrete pagare un Ticket di 23 euro più eventuali altri 18 per accertamenti diagnostici.

Per fortuna per le medicine ci pensa la COOP , perchè ogni ricetta costerà 10 euro...

Continuate a farvi del male così, cari sinistri: le URNE sono dietro l'angolo ! E questa volta non ci saranno sconti, ANDRETE A CASA, cacciati proprio dal Popolo che millantate di amare e favorire.

domenica 1 ottobre 2006

Caro Tocqueville, se la Bielorussia fosse Fascista, Maria sarebbe ancora in Italia !

Ho letto questa mattina un articolo su Maria che se condivido nella sostanza, mi ha fatto sobbalzare. Quello di Invisigoth, per la precisione. E debbo fare delle precisazioni. La dittatura Bielorussa è comunista . E la riprova è il fatto che Maria è stata ridata a Lukashenko da questo governo italiano comunista temporaneamente in carica.

Credete forse che se il regime di Minsk fosse stato anche lontanamente in odore di Fascismo, non si sarebbero mobilitate le masse di girotondi, pacifinti, italioti, dongallo/alexzanotelli/donvitaliano, partigiani , antifascisti marchigiani che viaggiano scontati sugli autobus e cattivi maestri di ogni età ? Dario Fo avrebbe composto una ballata, Santoro e Biagi avrebbero fatto programmoni. I disobbedienti avrebbero bruciato le bandiere bielorusse, insieme a quelle americane ed israeliane (così, tanto per non perdere l'allenamento...), ed i prodi ministri e viceministri di questo governo che, come vediamo dalla finanziaria, mantiene tutte le promesse elettorali , avrebbero fatto di tutto per impedire che l' ingiustizia perpetrata ai danni di questa povera bambina di dieci anni venisse portata a termine.

Sottolineo che mi spiace ancora oggi leggere su TQV un uso distorto del termine "Fascista" , da consegnare semplicemente alla Storia, piuttosto che come sinonimo di violenza e male assoluto, come impostoci dalla vulgata resistenziale e dalla scuola.

Ma purtroppo la Bielorussia è COMUNISTA , nello stemma, nelle leggi, nel modo di governare, nell' usare i servizi segreti, nel perseguitare i dissidenti, e nel colpire l'opposizione. E tutto è filato liscio, con una legge italiana cieca e sorda, con autorità pronte a chinare il capo davanti ad un regime condannato da tutta Europa. E mentre la Baraldini veniva liberata, in barba agli accordi con gli USA, NESSUNO di questo governo temporaneamente in carica riusciva a trovare un appiglio, un escamotage per salvaguardare questa povera bambina.

VERGOGNA !

Magari la Bielorussia fosse stato un Regime Fascista ! Ora Maria sarebbe ancora in Italia !