Blog di discussione,laico ma antilaicista,su politica e religione italiana e mondiale.Anticomunista da sempre,non sarò mai antifascista.
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lunedì 26 settembre 2005
Rolando Rivi.
CI ASPETTA LA STESSA FINE ???????13 aprile 1945. Rolando era un ragazzino di 14 anni. Era figlio di contadini di Castellarano, della provincia di Reggio Emilia, figlio dell'Italia profonda delle campagne, deciso a farsi prete. Nel giugno del 1944 il Seminario era stato occupato dai tedeschi e lui, come gli altri seminaristi, era tornato a casa. Dove però continuava a studiare e a sentirsi seminarista. Indossava sempre la tonaca. I genitori gli dicevano di togliere quella veste in quei mesi di bufera in cui nelle campagne scorazzavano eserciti e bande pericolose. Ma lui, ingenuamente, rispondeva: " Ma perchè? Che male c'è? Io studio da prete e la veste è segno che io sono di Gesù ". Non ebbe ripensamenti nemmeno dopo che gli capitò di essere deriso da alcuni partigiani. Lo ritenne un episodio innocuo. Ma capì bene il pericolo da altri episodi, come quello accaduto al suo parroco, don Marzocchini, che subì una pesante aggressione notturna e dovette lasciare per alcune settimane la parrocchia di San Valentino. Cionondimeno non rinunciò alla tonaca. I coetanei lo ricordano come un ragazzo molto simpatico e vivace. Distante dalla politica, in quel turbine della storia pensava solo alla sua vocazione ( ripeteva di appartenere solo " a Cristo e alla Chiesa ". La mattina soleggiata del 13 aprile 1945, mentre i genitori erano nei campi, Rolando prende i suoi libri da seminarista e va a studiare in un boschetto vicino. Ad un certo punto arriva un gruppo di partigiani. L'odio contro la tonaca è rabbioso: " Ecco un futuro ragno nero. Lo facciamo fuori? " " Sarebbe meglio! " La sentenza non ha appello. Secondo la ricostruzione fatta da Paolo Risso, che ha dedicato un piccolo libro alla vicenda, lo spogliano di quella tonaca, poi cominciano a farsi beffe di lui. Il ragazzino comincia ad avere paura, dice di non avere fatto niente di male. Ma quelli " lo insultano, lo percuotono con la cinghia sulle gambe, lo schiaffeggiano. Adesso hanno davanti un ragazzino coperto di lividi. piangente. C'è chi si commuove e propone di lasciarlo andare, ma rimane inascoltato. Decidono di farlo fuori in un bosco di Piane di Monchio. Davanti alla fossa Rolando implora pietà, ma riceve un calcione. Allora chiede un minuto per pregare per i suoi, forse anche per i carnefici. Una scarica e il ragazzino è a terra. A casa , allarmati, cominciano a cercarlo. Lo troveranno dopo tre giorni di ricerca. Andarono a prenderlo il parroco e il padre, un povero contadino che tornò alla sua cascina con il corpo del figlio quattordicenne sul carro ".
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4 commenti:
Ecco i commenti:
#1 27 Settembre 2005 - 16:45
Hai letto "Il sangue e l'amore", che narra tra l'altro proprio la storia di Rolando?
berlic
#2 27 Settembre 2005 - 16:55
No,però so che c'è in corso la causa di beatificazione.
Sai per caso l'editore ?
Ho letto però "Storia dei preti uccisi dai partigiani" PIEMME ,"Se il mondo vi odia,martiri per la fede nel regime sovietico" LA CASA DI MATRIONA ed altro ancora.
Grazie.
Vandeaitaliana
#3 27 Ottobre 2005 - 13:36
A proposito di abito e di chi ha paura di indossarlo, ti vorrei segnalare un post del sito di Rino Cammilleri. Molto interessante.
http://www.rinocammilleri.it/beyondengine/frontend/exec.php?id_content_element=360
andreadaimola
La ricostruzione degli ultimi avvenimenti della vita di Rolando non sono esatti. Fu infatti rapito il 10 aprile. Torturato fino al 13 aprile e ucciso nel pomeriggio.
Si.
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