Questo il comunicato:
"Indegna gazzarra di saluti romani, insulti antisemiti e quant'altro" in un "Paese sciagurato, che non ha memoria storica". Questo il commento di Sergio Sinigaglia, giornalista di Ancona, a quanto visto ieri durante il funerale di Pino Rauti, ex segretario del Movimento Sociale Italiano, ieri a Roma. Per "apologia del fascismo" ha dunque presentato un esposto contro ignoti alla procura della Repubblica. "Non si può sempre assistere passivi",
dice il giornalista, ora collaboratore del 'Manifesto' con un passato
in Lotta continua, e anche impegnato in comitati per la difesa dei
diritti dei cittadini, e sottolinea come "la pietas e il rispetto di
fronte alla morte vanno oltre qualunque credo politico e religioso.
Capisco che in questo sciagurato Paese stia ormai irrimediabilmente
sbiadendo la memoria storica del ventennio fascista. Tra libri di Pansa,
discutibili fiction e sdoganamenti vari, ormai la dittatura
mussoliniana è presentata come un qualcosa di indefinito con 'luci e
ombre', e chi lottò e morì per la libertà e la democrazia viene
risucchiato in improbabili 'triangoli della morte'. Una ricostruzione
parziale e superficiale dei cosiddetti 'anni di piombo' - aggiunge - ha
rimosso il significato della strategia della tensione, delle stragi
fasciste, e i tentativi di colpo di Stato (tutte vicende che videro
Rauti protagonista), tanto che capita di leggere che non pochi studenti
delle superiori pensano che la Strage di Piazza Fontana fu opera delle
Brigate Rosse. Ma a tutto c'è un limite".
Ecco che il cerchio si chiude, ed arriva l' ennesimo insulto, anche dopo la morte, a Pino Rauti; il quale solo pochi giorni prima di morire aveva appreso che contro di lui, rigettato il ricorso in Cassazione dalla Pubblica Accusa, ogni sua vicenda giudiziaria era finalmente terminata, con la completa assoluzione. E' morto da Uomo Libero, come aveva vissuto.
Ma questa Italia è veramente spaventosa.
3 commenti:
Vandea,
ho cercato notizie su Sinigaglia. Mi è sembrato un signor Nessuno. E' giovane (dell'84), i suoi lavori precedenti e quello attuale, non ho capito bene in che consistono, aldilà delle parole roboanti, sigle che non conosco, termini inglesi(fà più figo). Insomma è un signore qualsiasi che fa una denuncia da cittadino. Mi stupirebbe (o forse no) se la cosa andasse avanti. Che ne pensi? E' significativo che ha un cognome d'origine israelita, che potrebbe dare adito a riflessioni...
Salutoni
Kiokko
Si proclama antifascista, quindi automaticamente rinuncia ad ogni obiettiva valutazione per trasformarsi in propaganda di parte. Dobbiamo smetterla di preoccuparci di quel che scrivono i comunisti per proseguire sulla nostra strada. Non si possono mettere in prigione le Idee.
Kiokko: mestiere "collaboratore" del Manifesto :-)
Vedremo gli sviluppi...
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Massimo: loro ci provano sempre...
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