Carlo Giovannelli se n'è andato, in silenzio. Era un reduce felice di quell' Italia a cavallo tra gli anni '50 e '60. Quella che dovette svegliarsi attonita davanti all' incendio del 1968 e degli Anni di Piombo. Italia che poi non sarebbe stata mai più la stessa.
Dicono che non fosse un fulmine di guerra: sarà, io me lo ricordo, quando io, da bambino prima ed adolescente poi, andavo in vacanza a Capri. Persona molto buona e molto credente. Stimata da tutti. Protagonista di un' Italia che non c'è più, lontano da urla, strilli in tibbù, insulti, canottiere e tatuaggi, deodoranti ascellari al posto di Carosello, tronisti e grandifratelli.
Dove le amanti non era volgari, e non facevano divorziare.
Dove gli omosessuali erano tollerati, non avendo pretese impossibili come matrimonio e figli. Dove i Preti erano Preti, la Chiesa era Chiesa, i Papi erano trionfalmente rappresentanti di Pietro.
Non posso che rimpiangere quell' Italia Perduta...
Adieu !
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