Quelli di Rolling Stones (che ai miei tempi era in mano ad ogni tossico...) dedicano articolo e copertina a Bergoglio e ZAC, lo stesso giorno muore Pete Seeger, icona comunista del pacifintismo con quella orrenda canzone "We Shall Overcome" portata al successo dalla peripatetica Joan Baez...
1 a 1 e palla al centro oppure un Segno del Cielo come il trittico domenicale colomba/gabbiano/corvo ?
Blog di discussione,laico ma antilaicista,su politica e religione italiana e mondiale.Anticomunista da sempre,non sarò mai antifascista.
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martedì 28 gennaio 2014
sabato 25 gennaio 2014
E saremmo noi dubbiosi a far paragoni ???
Mi è arrivato un link che rimanda alla visita di Obama a Sua Santità Benedetto XVI nel luglio 2009; peraltro tratto da Repubblica (!!!!). Non scherziamo. Un conto è la gentilezza di Benedetto.
Ratzinger il quale, peraltro, nell' articolo del giornalino scalfarin/scalfarotto dipendente, ribadisce il concetto di diritto di obiezione di coscienza. Inoltre la visita è del 2009, e non era ancora iniziata la grande offensiva di Obama contro i principi non negoziabili; era poi in odor di santità mondiale, ed infatti qualche mese dopo avrebbe preso il Nobel per la pace. Rappresentava il nuovo, il massimo del politicamente corretto mondiale; che oggi non prenderebbe sicuramente il Nobel.
Hollande è massone e figlio di quell' ideologia sanculotta che da secoli apertamente combatte la Chiesa Cattolica. Inoltre da mesi la sua polizia incarcera e pesta decine di Cattolici che scendono in piazza, tra il silenzio assordante di Roma. Tirare in ballo Giovanni Paolo II (con la visita a Cuba, come ogni tanto leggo, dimenticando la situazione delicatissima dei Cattolici laggiù...) e Benedetto XVI per difendere le mancanze di Francesco è triste, molto triste...
Inoltre ieri ero stato all' inizio FELICE delle prime notizie, che davano un gelo iniziale tra Francesco ed il pluriconcubino omofilo ed abortista. Poi gli abbracci e sorrisi hanno spazzato via la felicità.
E sicuramente, non a me solo, come direbbe il Manzoni. Ma anche ai 120.000 Cattolici firmatari dell' Appello al Vescovo di Roma.
Non si può stare con la Manif pour Tous un giorno, eppoi tacere sui silenzi assordanti di ieri.
Ratzinger il quale, peraltro, nell' articolo del giornalino scalfarin/scalfarotto dipendente, ribadisce il concetto di diritto di obiezione di coscienza. Inoltre la visita è del 2009, e non era ancora iniziata la grande offensiva di Obama contro i principi non negoziabili; era poi in odor di santità mondiale, ed infatti qualche mese dopo avrebbe preso il Nobel per la pace. Rappresentava il nuovo, il massimo del politicamente corretto mondiale; che oggi non prenderebbe sicuramente il Nobel.
Hollande è massone e figlio di quell' ideologia sanculotta che da secoli apertamente combatte la Chiesa Cattolica. Inoltre da mesi la sua polizia incarcera e pesta decine di Cattolici che scendono in piazza, tra il silenzio assordante di Roma. Tirare in ballo Giovanni Paolo II (con la visita a Cuba, come ogni tanto leggo, dimenticando la situazione delicatissima dei Cattolici laggiù...) e Benedetto XVI per difendere le mancanze di Francesco è triste, molto triste...
Inoltre ieri ero stato all' inizio FELICE delle prime notizie, che davano un gelo iniziale tra Francesco ed il pluriconcubino omofilo ed abortista. Poi gli abbracci e sorrisi hanno spazzato via la felicità.
E sicuramente, non a me solo, come direbbe il Manzoni. Ma anche ai 120.000 Cattolici firmatari dell' Appello al Vescovo di Roma.
Non si può stare con la Manif pour Tous un giorno, eppoi tacere sui silenzi assordanti di ieri.
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giovedì 23 gennaio 2014
Quella sottile linea rossa che divide Abbado dai Sofri e dai Belpiede.
Vedo che alcuni (pochi in verità...) non hanno apprezzato le mie reprimenda contro un "genio" della musica (che non ha composto nulla, peraltro, a differenza di un grandissimo come Andrew Lloyd Webber, che adoro, non perchè Conservatore, ma perchè autore di pezzi memorabili come il Fantasma dell' Opera ed Evita...). Ebbene, avendo 58 anni ed avendo vissuto gli anni di piombo, io non posso nè dimenticare, nè tacere; troppa gente ha dimenticato, anche quella Maggioranza Silenziosa che, durante quegli anni, per non vedere, pur essendo anticomunista, chiudeva le tapparelle, gli occhi, le orecchie e la bocca, lasciandoci soli nelle piazze, a subire il martirio. Maggioranza Silenziosa che votava per una democrazia sedicente cristiana, ma che nei fatti avvallava divorzio ed aborto.
E devo ricordare che non c'è molta differenza tra celebrare un regime infame come quello Castrista, responsabile della creazione di un Gulag per bambini, e la partecipazione MORALE ad atti di violenza degli anni di piombo. Una sottile linea rossa.
Non importa se poi, in campo professionale c'è chi sia arrivato al TOP della bellezza musicale (anche se mi chiedo, occupandomi nella VITA REALE di Estetica, coma si possa essere esteti passeggiando per l' Avana, lurido e pallido ricordo di tempi migliori...); oppure non importa che sia uno scrittore come Sofri o uno stimato Primario di Ginecologia in Puglia come Antonio Belpiede. Non basta a ridare la vita al Commissario Calabresi od a Sergio Ramelli. Il concorso MORALE resta.
E il CONCORSO MORALE con il Regime Comunista Cubano è accertato.
Sono macigni pesanti, sulla schiena anche di Premi Nobel, come Gunter Grass che militò nelle Waffen-SS (così faccio par condicio...), e sui firmatari dell' appello contro Calabresi, con architetti di fama internazionale come Gae Aulenti, registi come Federico Fellini, atei militanti come Margherita Hack ed un altro Premio Nobel, l'ex-combattente dela RSI Dario Fo.
Non basta essere icone del pacifismo come il Nobel Nelson Mandela, responsabile del concorso morale dell' attentato stragista di Church Street a Pretoria del 20 maggio 1983 o Rigoberta Menchu, Nobel farlocco di un libro mai scritto. Non basta a dimenticare.
Cristianamente, posso e debbo perdonare, ma NON dimenticare; anche se si tratta di Claudio Abbado.
Perchè le linee rosse sono a volte così sottili da spezzarsi facilmente.
========
E devo ricordare che non c'è molta differenza tra celebrare un regime infame come quello Castrista, responsabile della creazione di un Gulag per bambini, e la partecipazione MORALE ad atti di violenza degli anni di piombo. Una sottile linea rossa.
Non importa se poi, in campo professionale c'è chi sia arrivato al TOP della bellezza musicale (anche se mi chiedo, occupandomi nella VITA REALE di Estetica, coma si possa essere esteti passeggiando per l' Avana, lurido e pallido ricordo di tempi migliori...); oppure non importa che sia uno scrittore come Sofri o uno stimato Primario di Ginecologia in Puglia come Antonio Belpiede. Non basta a ridare la vita al Commissario Calabresi od a Sergio Ramelli. Il concorso MORALE resta.
E il CONCORSO MORALE con il Regime Comunista Cubano è accertato.
Sono macigni pesanti, sulla schiena anche di Premi Nobel, come Gunter Grass che militò nelle Waffen-SS (così faccio par condicio...), e sui firmatari dell' appello contro Calabresi, con architetti di fama internazionale come Gae Aulenti, registi come Federico Fellini, atei militanti come Margherita Hack ed un altro Premio Nobel, l'ex-combattente dela RSI Dario Fo.
Non basta essere icone del pacifismo come il Nobel Nelson Mandela, responsabile del concorso morale dell' attentato stragista di Church Street a Pretoria del 20 maggio 1983 o Rigoberta Menchu, Nobel farlocco di un libro mai scritto. Non basta a dimenticare.
Cristianamente, posso e debbo perdonare, ma NON dimenticare; anche se si tratta di Claudio Abbado.
Perchè le linee rosse sono a volte così sottili da spezzarsi facilmente.
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Anni '70 di Amici del Vento.
Li hanno chiamati anni di piombo, anni duri, anni di lotta nel mondo.
Li hanno chiamati anni di fuoco, ma c'ero anch'io a fare quel gioco. E adesso che son finiti sui giornali a colorar le righe dei servizi speciali, mi sembra di non esser più della generazione mia, quella nutrita d'odio e un poco di pazzia. Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore, anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano. M'è rimasto poco e non certo l'allegria, ma la storia non toccatela, quella è storia mia. Al diavolo le scuse, le ragioni ei piagnistei, son sempre gli stessi che fanno i filistei. La mia storia ha troppi nomi, troppi amici che hanno lasciato troppe macchie sull'asfalto e dell'odio non m'importa un accidente, ma non riesco proprio a dire che non è successo niente. Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore, anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano. Me ne frego, te lo dico, se la mano che ha ammazzato oggi è un bravo professore, ce n'è anche uno deputato..L'assassino è un assassino,anche quando chiede scusa.Il perdono glielo lascia ma non è partita chiusa.. E' fino a quando in gola avrò la voce smaschererò i ruffiani del ricordo fugace , le immagini del tempo sono fui nella memoria e non possono barare come un fatto nella storia....Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore, anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano....Adesso tutti vogliono capire si pruga la storia e si continua a mentire..I giudici complici e i giornali potenti si era sbagliai ma adesso sono contenti. Ma le note di sangue non si possono fermare e i fantasmi di ieri non son merci da buttare..Ogni gioeno passato è scolpito nel tempo,la menzogna di sempre verrà persa nel vento...Anni Settanta, anni nel cuore, anni spezzati tra gioie e dolore, anni scolpiti a memoria, anni passati, anni di storia. Anni di razza per chi non deve scuse, per chi non è un pentito, per chi non teme accuse, per chi ha vissuto sempre col cuore nella mano, giocando i suoi vent'anni, in primo piano.
martedì 21 gennaio 2014
Ancora sul Castrista Abbado.
Marzo 2005, Claudio Abbado e gli altri centonovantanove firmatari (tra cui José Saramago e Nadine Gordimer, ma anche Gianni Minà e Red Ronnie) dell' appello a favore del regime di Fidel Castro, affermavano che a Cuba «non esiste un singolo caso di scomparsa, tortura o esecuzione extra-giudiziaria» e che la rivoluzione ha consentito il raggiungimento di livelli di salute, educazione e cultura riconosciuti internazionalmente». Era probabilmente sfuggito a lorsignori che soltanto due anni prima, l' 11 aprile del 2003, Castro aveva fatto fucilare Enrique Copello Castillo, Barbaro Leodan Sevillan Garcia e Jorge Luis Martinez Isaac, tre uomini rei di essersi impadroniti di un traghetto con l' intento di raggiungere la Florida; o che, quello stesso anno, Marcelo Lopez, membro del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino, era stato condannato a una pena di 15 anni di carcere per aver trasmesso informazioni ad organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch su casi di condannati a morte nel suo Paese e per essersi fatto inviare copia della risoluzione di condanna emessa dalla Commissione diritti umani dell' Onu di Ginevra.
Abbado vs Furtwangler.
UNO, notoriamente filo-castrista, si espresse varie volte in lode delle meraviglie del regime di Fidel, reo di crimini incredibili, compresi quelli di aver creato un Gulag x bambini, grazie a Che Guevara.
Non solo, ultimamente ha pure esaltato il regime di Chavez.
Questo UNO è oggi celebrato come un santo.
L' ALTRO, processato ma ASSOLTO per collaborazionismo con il nazionalsocialismo, ancora oggi è messo all' indice come il Male Assoluto della Cultura Tedesca....
Devo sempre essermi perso qualcosa...
« Sapevo che la Germania era in una situazione terribile; io mi sono sentito responsabile per la musica tedesca, ed è stato mio compito farla sopravvivere a questa situazione, per quanto ho potuto. La preoccupazione per il fatto che la mia musica potesse essere usata dalla propaganda ha dovuto cedere alla preoccupazione più grande di conservare la musica tedesca, di farla ascoltare al popolo tedesco. Questo popolo, compatriota di Beethoven, Mozart e Schubert, doveva ancora vivere sotto il controllo di un regime ossessionato dalla guerra. Nessuno che non abbia vissuto quei giorni può giudicare com'era. Non potevo lasciare la Germania in quello stato di massima infelicità. Andarsene sarebbe stato una fuga vergognosa. Dopo tutto sono un tedesco, qualunque cosa si possa pensare di questo all'estero, e non rimpiango di aver fatto questo per il popolo tedesco.»
Wilhelm Furtwangler.
Non solo, ultimamente ha pure esaltato il regime di Chavez.
Questo UNO è oggi celebrato come un santo.
L' ALTRO, processato ma ASSOLTO per collaborazionismo con il nazionalsocialismo, ancora oggi è messo all' indice come il Male Assoluto della Cultura Tedesca....
Devo sempre essermi perso qualcosa...
« Sapevo che la Germania era in una situazione terribile; io mi sono sentito responsabile per la musica tedesca, ed è stato mio compito farla sopravvivere a questa situazione, per quanto ho potuto. La preoccupazione per il fatto che la mia musica potesse essere usata dalla propaganda ha dovuto cedere alla preoccupazione più grande di conservare la musica tedesca, di farla ascoltare al popolo tedesco. Questo popolo, compatriota di Beethoven, Mozart e Schubert, doveva ancora vivere sotto il controllo di un regime ossessionato dalla guerra. Nessuno che non abbia vissuto quei giorni può giudicare com'era. Non potevo lasciare la Germania in quello stato di massima infelicità. Andarsene sarebbe stato una fuga vergognosa. Dopo tutto sono un tedesco, qualunque cosa si possa pensare di questo all'estero, e non rimpiango di aver fatto questo per il popolo tedesco.»
Wilhelm Furtwangler.
lunedì 20 gennaio 2014
Morto il Castrista/Chavista Abbado....
In passato il milionario Claudio Abbado aveva pure manifestato ammirazione per Chavez...
Dal Corriere della Sera del 18 marzo 2005:
Il maestro Abbado, tra i primi firmatari dell’appello pro Castro, risponde alle critiche
«Cuba, Paese all’avanguardia. Lo sa anche Veronesi»
di CLAUDIO ABBADO ......
"Girando il mondo, in tanti anni di lavoro, ho sempre cercato di trovare i lati positivi di ogni cultura. Per imparare qualcosa di nuovo, per crescere: in fondo siamo tutti un po’ ignoranti. Prima Vienna, poi Berlino e Londra, e poi ancora il Venezuela e Cuba: in queste e altre tappe ho cercato costantemente di venire a contatto con gli aspetti più validi, più forti, più importanti di quei Paesi. L'uomo, per sua natura, è portato invece a distruggere o fare emergere quasi esclusivamente i lati negativi delle altre civiltà. Mi sembra lo si stia facendo ora con Cuba.
Conosco Cuba, ci sono stato più volte e ci tornerò. Perché, mi chiedo, non vengono rese note le cose positive di una cultura come quella cubana? Proviamo a mettere da parte, almeno per una volta, la strumentalizzazione politica che si tende a fare di ogni cosa e proviamo a riportare semplicemente dei fatti. Stranamente delle cose più valide che ci sono a Cuba non si parla mai. Cominciamo dalla ricerca medica, che a Cuba è all’avanguardia. C’è un dottore, Gregorio Martinez Sanchez, che sta lavorando alla ricerca per debellare il cancro e che ha «scoperto» una nuova e, a quanto pare, importante cura. Solo che, piccolo dettaglio, ha anche bisogno di poterle realizzare, di metterle in pratica queste sue ricerche. L’ho fatto sapere al professor Umberto Veronesi, che qualche settimana fa mi ha scritto una lettera, in cui dice che appoggerà il progetto di questo medico cubano.
Lo farà perché lo ritiene giusto. Ma la ricerca medica all’avanguardia non è l'unico aspetto fortemente positivo di quest’isola. A Cuba, forse i potenti se lo dimenticano, non esiste l’analfabetismo, che è invece assai diffuso in molte altri parti del mondo. A Cuba con un po’ di terra libera, non ci si mette a speculare: loro preferiscono fare degli orti enormi, che serviranno poi a tutti (esempio che è stato ripreso poi da altre nazioni). Sono tornato recentemente all’Avana e ho visto che in cinque anni ci sono stati miglioramenti dal punto di vista del restauro per case e piazze. A dicembre ho portato la Mahler Chamber Orchestra per dei concerti, a gennaio l’Orchestra Giovanile Simon Bolivar, di cui facevano parte anche 44 cubani. C’è uno scambio bello e proficuo fra il Venezuela e Cuba. Uno scambio legato alla musica e al balletto. Il Venezuela è più avanti dal punto di vista della formazione musicale, grazie al sistema di Antonio Abreu che coinvolge 240.000 (duecentoquarantamila!) giovani salvati dalla strada e Cuba invece è più avanti dal punto di vista del balletto: il loro è uno scambio culturale per imparare a vicenda, per crescere, come dicevo prima. Il fatto poi che ho portato quei 44 musicisti cubani a Caracas e che l'anno prossimo li porterò con tutta l'orchestra in Europa, smentisce che i cubani non possono uscire. Cinque anni fa sono stato a Cuba con la Mahler Jugend Orchester e abbiamo portato materiale, corde e strumenti musicali, che lì mancano, perché, non dimentichiamolo, è un paese povero e in quanto povero andrebbe aiutato, non attaccato. C'è poi un gruppo di bravissimi musicisti cubani, 'Ars Longa', che ho voluto sostenere e che vengono regolarmente invitati al Festival Gesualdo in Basilicata. Li abbiamo fatti conoscere l'anno scorso attraverso una tournée che ha toccato anche Bari, Matera, Roma e Bologna.
Insomma Cuba è anche questo, non è solo Guantanamo, che è invece una prigione americana. Mi chiedo anche perché non si parla quasi mai di nuove idee e realtà italiane, a mio avviso, molto importanti per l'ecologia e per l'ambiente, come i treni con nuovi locomotori che trasportano i Tir, o altri camion, attraverso il Brennero, da Monaco di Baviera a Innsbruck, Bolzano, Trento, Verona con nuovo innesto dal Veneto all'Emilia Romagna. Oppure di quella cittadina vicino a Trento che sta realizzando un progetto impostato sul traffico e riscaldamento totale con l'utilizzo di energie naturali (pannelli solari, idrogeno). Questa cittadina ha vinto fra l'altro il primo premio per il miglior progetto in Europa.
Claudio Abbado."
Dal Corriere della Sera del 18 marzo 2005:
Il maestro Abbado, tra i primi firmatari dell’appello pro Castro, risponde alle critiche
«Cuba, Paese all’avanguardia. Lo sa anche Veronesi»
di CLAUDIO ABBADO ......
"Girando il mondo, in tanti anni di lavoro, ho sempre cercato di trovare i lati positivi di ogni cultura. Per imparare qualcosa di nuovo, per crescere: in fondo siamo tutti un po’ ignoranti. Prima Vienna, poi Berlino e Londra, e poi ancora il Venezuela e Cuba: in queste e altre tappe ho cercato costantemente di venire a contatto con gli aspetti più validi, più forti, più importanti di quei Paesi. L'uomo, per sua natura, è portato invece a distruggere o fare emergere quasi esclusivamente i lati negativi delle altre civiltà. Mi sembra lo si stia facendo ora con Cuba.
Conosco Cuba, ci sono stato più volte e ci tornerò. Perché, mi chiedo, non vengono rese note le cose positive di una cultura come quella cubana? Proviamo a mettere da parte, almeno per una volta, la strumentalizzazione politica che si tende a fare di ogni cosa e proviamo a riportare semplicemente dei fatti. Stranamente delle cose più valide che ci sono a Cuba non si parla mai. Cominciamo dalla ricerca medica, che a Cuba è all’avanguardia. C’è un dottore, Gregorio Martinez Sanchez, che sta lavorando alla ricerca per debellare il cancro e che ha «scoperto» una nuova e, a quanto pare, importante cura. Solo che, piccolo dettaglio, ha anche bisogno di poterle realizzare, di metterle in pratica queste sue ricerche. L’ho fatto sapere al professor Umberto Veronesi, che qualche settimana fa mi ha scritto una lettera, in cui dice che appoggerà il progetto di questo medico cubano.
Lo farà perché lo ritiene giusto. Ma la ricerca medica all’avanguardia non è l'unico aspetto fortemente positivo di quest’isola. A Cuba, forse i potenti se lo dimenticano, non esiste l’analfabetismo, che è invece assai diffuso in molte altri parti del mondo. A Cuba con un po’ di terra libera, non ci si mette a speculare: loro preferiscono fare degli orti enormi, che serviranno poi a tutti (esempio che è stato ripreso poi da altre nazioni). Sono tornato recentemente all’Avana e ho visto che in cinque anni ci sono stati miglioramenti dal punto di vista del restauro per case e piazze. A dicembre ho portato la Mahler Chamber Orchestra per dei concerti, a gennaio l’Orchestra Giovanile Simon Bolivar, di cui facevano parte anche 44 cubani. C’è uno scambio bello e proficuo fra il Venezuela e Cuba. Uno scambio legato alla musica e al balletto. Il Venezuela è più avanti dal punto di vista della formazione musicale, grazie al sistema di Antonio Abreu che coinvolge 240.000 (duecentoquarantamila!) giovani salvati dalla strada e Cuba invece è più avanti dal punto di vista del balletto: il loro è uno scambio culturale per imparare a vicenda, per crescere, come dicevo prima. Il fatto poi che ho portato quei 44 musicisti cubani a Caracas e che l'anno prossimo li porterò con tutta l'orchestra in Europa, smentisce che i cubani non possono uscire. Cinque anni fa sono stato a Cuba con la Mahler Jugend Orchester e abbiamo portato materiale, corde e strumenti musicali, che lì mancano, perché, non dimentichiamolo, è un paese povero e in quanto povero andrebbe aiutato, non attaccato. C'è poi un gruppo di bravissimi musicisti cubani, 'Ars Longa', che ho voluto sostenere e che vengono regolarmente invitati al Festival Gesualdo in Basilicata. Li abbiamo fatti conoscere l'anno scorso attraverso una tournée che ha toccato anche Bari, Matera, Roma e Bologna.
Insomma Cuba è anche questo, non è solo Guantanamo, che è invece una prigione americana. Mi chiedo anche perché non si parla quasi mai di nuove idee e realtà italiane, a mio avviso, molto importanti per l'ecologia e per l'ambiente, come i treni con nuovi locomotori che trasportano i Tir, o altri camion, attraverso il Brennero, da Monaco di Baviera a Innsbruck, Bolzano, Trento, Verona con nuovo innesto dal Veneto all'Emilia Romagna. Oppure di quella cittadina vicino a Trento che sta realizzando un progetto impostato sul traffico e riscaldamento totale con l'utilizzo di energie naturali (pannelli solari, idrogeno). Questa cittadina ha vinto fra l'altro il primo premio per il miglior progetto in Europa.
Claudio Abbado."
domenica 19 gennaio 2014
Fassina senza vergogna...
Fassina ha dichiarato di essersi vergognato di aver visto Silvio Berlusconi nella sede del PD. Chissà se si sarà vergognato per i 100.000.000 di morti del comunismo; delle Foibe, dell' assassinio di Rolando Rivi; dei Gulag; dell' avvallo del PCI alle invasioni sovietiche; dei milioni di bimbi non nati grazie all' aborto; dell' odio rosso dei partigiani, delle Brigate Rosse e di Lotta Continua, di gente come Battisti e Moranino.
Senza Vergogna, saranno sempre COMUNISTI !
Senza Vergogna, saranno sempre COMUNISTI !
Attento, Silvio...
Mettiamo che Maroni o Fiore invitino nella sede della Lega o di Forza Nuova la siora Kiengy e/o la siora Boldry per parlare della Bossi-Fini (da inasprire, NdA...). Cosa sarebbe successo se le 2 siore in questione, all' arrivo, fossero state accolte con uova marce ed insulti ? Arresto in massa e chiusura delle sedi ? Deportazioni degli iscritti ? Invocazione della Scelba e Mancino ? Contromanifestazioni antifassssiste in tutta Italia ?
Mah ! Attento Silvio, sono e saranno SEMPRE comunisti !
Mah ! Attento Silvio, sono e saranno SEMPRE comunisti !
venerdì 17 gennaio 2014
Anche se tutti, LUI no ! Hiroo Onoda.
E' mancato a 91 anni Hiroo Onoda, l' Uomo che non volle arrendersi.
In un mondo di badoglio, Onore e Gloria a Lui !
In un mondo di badoglio, Onore e Gloria a Lui !
venerdì 10 gennaio 2014
Lascio ? No, raddoppio: vorrei un Miracolo da Papa Francesco, i Marò a casa.
Caro Francesco, mi scusi, sono ancora io, e La disturbo nuovamente. Non so se Le è giunta o meno la mia nota di fine anno, non credo, ma torno alla carica per una supplica, a questo punto è veramente una supplica.
La mia nota, a qualcuno piaciuta, da altri tacciata forse d'irriverenza, si concludeva così: "Mi perdoni, infine: Lei che è così popolare, che è dichiarato Uomo dell' Anno, che forse riceverà il Nobel della Pace, vorrei che facesse un Miracolo. Un Vero Miracolo: si impegnasse con il Governo Indiano per far tornare in Italia i Nostri due Fucilieri di Marina, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, da troppo tempo in ostaggio di una nazione troppo vogliosa di dimostrarsi una neo-potenza. E' chiedere troppo ? Le garantisco che la cosa si risolverebbe in fretta. O gli indiani mostrerebbero scarsa diplomazia davanti al Papa Buono e Misericordioso ?".
Dunque, eccomi a chiederLe un vero Miracolo, non per me, ma per due persone che mi stanno a cuore, i due Soldati Italiani, abbandonati dallo Stato al quale giurarono fedeltà. Lei, Santità, ha conosciuto la Guerra, anche se breve, in Argentina, nel 1982; ha conosciuto lo strazio delle donne, madri, mogli, figlie, fidanzate, sorelle al ritorno a casa delle 649 salme di Caduti dalle Malvinas (per non dimenticare quelle inglesi: i morti sono tutti uguali, checchè ne dicano alcuni, soprattutto in Italia...).
Ora, giungono voci che i Nostri due Soldati, prigionieri in India in attesa da quasi due anni di un processo che non avrebbe dovuto nemmeno esserci, perchè agirono obbedendo agli ordini in acque internazionali, rischierebbero addirittura la Pena di Morte. Ora mi appello a Lei, Santo Padre, in nome di quella Misericordia da Lei spesso evocata: compia un vero Miracolo, là dove la diplomazia Italiana ha fallito; faccia scattare la Diplomazia Vaticana, che tutela oltre un miliardo di Fedeli Cattolici in tutto il mondo, ne parli dal Balcone in San Pietro; chieda un gesto di clemenza all' India, riportando a casa Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, per essere processati in Patria, dove potranno dimostrare con più facilità le loro ragioni.
Io sono un povero peccatore, a volte dubbioso ed irriverente verso di Lei ed alcuni cambiamenti, ma non pensi a me, ma a quelle Famiglie che aspettano dal Febbraio 2012 il rientro dei loro cari. Sono due Soldati, due Centurioni che hanno Fede.
La supplico con tutto il mio cuore, li porti a casa. Grazie.
La mia nota, a qualcuno piaciuta, da altri tacciata forse d'irriverenza, si concludeva così: "Mi perdoni, infine: Lei che è così popolare, che è dichiarato Uomo dell' Anno, che forse riceverà il Nobel della Pace, vorrei che facesse un Miracolo. Un Vero Miracolo: si impegnasse con il Governo Indiano per far tornare in Italia i Nostri due Fucilieri di Marina, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, da troppo tempo in ostaggio di una nazione troppo vogliosa di dimostrarsi una neo-potenza. E' chiedere troppo ? Le garantisco che la cosa si risolverebbe in fretta. O gli indiani mostrerebbero scarsa diplomazia davanti al Papa Buono e Misericordioso ?".
Dunque, eccomi a chiederLe un vero Miracolo, non per me, ma per due persone che mi stanno a cuore, i due Soldati Italiani, abbandonati dallo Stato al quale giurarono fedeltà. Lei, Santità, ha conosciuto la Guerra, anche se breve, in Argentina, nel 1982; ha conosciuto lo strazio delle donne, madri, mogli, figlie, fidanzate, sorelle al ritorno a casa delle 649 salme di Caduti dalle Malvinas (per non dimenticare quelle inglesi: i morti sono tutti uguali, checchè ne dicano alcuni, soprattutto in Italia...).
Ora, giungono voci che i Nostri due Soldati, prigionieri in India in attesa da quasi due anni di un processo che non avrebbe dovuto nemmeno esserci, perchè agirono obbedendo agli ordini in acque internazionali, rischierebbero addirittura la Pena di Morte. Ora mi appello a Lei, Santo Padre, in nome di quella Misericordia da Lei spesso evocata: compia un vero Miracolo, là dove la diplomazia Italiana ha fallito; faccia scattare la Diplomazia Vaticana, che tutela oltre un miliardo di Fedeli Cattolici in tutto il mondo, ne parli dal Balcone in San Pietro; chieda un gesto di clemenza all' India, riportando a casa Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, per essere processati in Patria, dove potranno dimostrare con più facilità le loro ragioni.
Io sono un povero peccatore, a volte dubbioso ed irriverente verso di Lei ed alcuni cambiamenti, ma non pensi a me, ma a quelle Famiglie che aspettano dal Febbraio 2012 il rientro dei loro cari. Sono due Soldati, due Centurioni che hanno Fede.
La supplico con tutto il mio cuore, li porti a casa. Grazie.
Quando Gesù fu entrato in Capernaum, un centurione venne da lui, pregandolo e dicendo: 6 «Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo». 7 Gesù gli disse: «Io verrò e lo guarirò». 8 Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. 9 Perché anche io sono uomo sottoposto ad altri e ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: "Va'", ed egli va; e a un altro: "Vieni", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo", ed egli lo fa». 10 Gesù, udito questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che lo seguivano: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande! 11 E io vi dico che molti verranno da Oriente e da Occidente e si metteranno a tavola con Abraamo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, 12 ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Là ci sarà pianto e stridor di denti». 13 Gesù disse al centurione: «Va' e ti sia fatto come hai creduto». E il servitore fu guarito in quella stessa ora.
L' IRA DI DIO.
"Un Gesù che sia d'accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.
Una concezione del "vangelo" dove non esista più la serietà dell'ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico.
Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole "lasciar correre".
Il perdono è esigente e chiede ad entrambi - a chi lo riceve ed a chi lo dona - una presa di posizione che concerne l'intero loro essere. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, perché allora non c'è bisogno del dolore della croce per guarire l'uomo.
Ed effettivamente la croce viene sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come una brutta avventura o come un affare puramente politico.
La croce come espiazione, la come come "forma" del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno.
Solo quando si vede bene il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità e perciò esige la croce del Figlio ed esige la nostra conversione. Perdono è appunto restaurazione della verità, rinnovamento dell'essere e superamento della menzogna nascosta in ogni peccato.
Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio."
Da Joseph Ratzinger, "Guardare a Cristo", pag. 76, Jaca Book 1986
Una concezione del "vangelo" dove non esista più la serietà dell'ira di Dio, non ha niente a che fare con la vangelo biblico.
Un vero perdono è qualcosa del tutto diverso da un debole "lasciar correre".
Il perdono è esigente e chiede ad entrambi - a chi lo riceve ed a chi lo dona - una presa di posizione che concerne l'intero loro essere. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, perché allora non c'è bisogno del dolore della croce per guarire l'uomo.
Ed effettivamente la croce viene sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come una brutta avventura o come un affare puramente politico.
La croce come espiazione, la come come "forma" del perdono e della salvezza non si adatta ad un certo schema del pensiero moderno.
Solo quando si vede bene il nesso fra verità ed amore, la croce diviene comprensibile nella sua vera profondità teologica. Il perdono ha a che fare con la verità e perciò esige la croce del Figlio ed esige la nostra conversione. Perdono è appunto restaurazione della verità, rinnovamento dell'essere e superamento della menzogna nascosta in ogni peccato.
Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio."
Da Joseph Ratzinger, "Guardare a Cristo", pag. 76, Jaca Book 1986
OMOcidio...
A proposito dell' ennesimo episodio di violenza (tra loro...), che gli omofili erano pronti a cavalcare: se un invertito ammazza un altro pederasta, si chiamerà pederasticidio, inverticidio, od OMOcidio ?
Ma soprattutto, sarà stato per omofobia ?
A volte penso che la comunità sodomita non veda l' ora che qualcheduno di loro venga ammazzato, per giovare alla loro causa di matrimoni contronatura...
Ma soprattutto, sarà stato per omofobia ?
A volte penso che la comunità sodomita non veda l' ora che qualcheduno di loro venga ammazzato, per giovare alla loro causa di matrimoni contronatura...
mercoledì 8 gennaio 2014
Come non concordare con Mario Palmaro, ancora una volta ?
Ecco la lettera di Mario Palmaro pubblicata sulla Bussola Quotidiana di oggi:
Caro direttore,
ho letto il tuo editoriale del 3 gennaio – “Renzi, se questo è il nuovo che avanza” – e non posso che condividere la tua analisi sulla figura del nuovo segretario del Pd, sulla sua furbizia disinvolta, sul suo trasformismo, sulle contraddizioni inevitabili tra il suo dirsi cattolico e il promuovere cose che contrastano non solo con il catechismo ma con la legge naturale. Aggiungo i miei complimenti per quello che fai da tempo con la Bussola su questa frontiera dell’offensiva omosessualista e non voglio rimproverarti nulla.
Però avverto la necessità di scrivere a te e ai lettori ciò che penso. In tutta sincerità: ma il nostro problema è davvero Matteo Renzi? Cioè: noi davvero potevamo aspettarci che uno diventa segretario del Partito democratico, e poi si mette a difendere la famiglia naturale, la vita nascente, a combattere la fecondazione artificiale e l’aborto, a contrastare l’eutanasia? Ma, scusate lo avete presente l’elettorato del Pd, cattolici da consiglio pastorale, suore e parroci compresi? Secondo voi, quell’elettorato che cosa vuole da Renzi? Ma è ovvio: i matrimoni gay e le adozioni lesbicamente democratiche. Ma, scusate, avete mai ascoltato in pausa pranzo l’impiegato medio che vota a sinistra? Secondo voi, vuole la difesa del matrimonio naturale o vuole le case popolari per i nostri fratelli omosessuali, così orribilmente discriminati? Smettiamola di credere che il problema siano Niki Vendola o i comunisti estremisti brutti e cattivi, e che l’importante è essere moderati: qui i punti di riferimento dell’uomo medio sono Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, le coop e Gino Strada, Enzo Bianchi ed Eugenio Scalfari. Renzi mette dentro nel suo frullatore questi ingredienti essenziali del suo elettorato, miscelandoli con dosi omeopatiche di don Ciotti e don Gallo, e il risultato è il beverone perfetto che tiene insieme la parrocchietta democratica e l’Arcigay. Aspettarsi qualche cosa di diverso da lui sarebbe stupido.
Lo scandalo, scusate, è un altro. Di fronte a Renzi che fa il Segretario del Pd e strizza l’occhio ai gay, lo scandalo è ascoltare gli esponenti del Nuovo Centro Destra che dicono: “Le unioni civili non sono delle priorità del governo”. Capite bene? Non è che l’NCD salta come una molla e intima: noi queste unioni non le voteremo mai. No: dice che non sono una priorità. Uno incontra Hitler che dice: voglio costruire le camere a gas, e che cosa gli risponde: “Adolf, ma questa non è una priorità”. Facciamole, facciamole pure, ma con calma. Ho visto al Tg1 il cattolico ministro Lupi che spiegava la faccenda. Volto imbarazzatissimo, l’occhio terrorizzato di uno che pensa (ma posso sbagliarmi): mannaggia, mi tocca parlare di principi non negoziabili e di gay, adesso mi faranno fare la stessa fine di Pietro Barilla, mi toccherà lasciare il mio ministero così strategico e così importante, con il quale posso fare tanto bene al mio Paese. E al mio movimento. Ed eccolo rifugiarsi, Lupi come tutti gli altri cuor di leone del partito di Angiolino e della Roccella, nella famosa faccenda delle priorità: no, le unioni civili non sono una priorità. Palla in calcio d’angolo, poi dopo vediamo. Ovviamente poi c’è il peggio: allo stesso Tg1 c’era Scelta Civica che intimava: dobbiamo difendere i diritti delle persone omosessuali. Scelta civica… credo si tratti di quello stesso partito che fu costruito a furor di Todi 1 e Todi 2, e che i vescovi italiani avevano eretto a nuovo baluardo dei valori non negoziabili dietro la cattolicissima leadership di Mario Monti. Poi c’è il peggio del peggio, e nello stesso Tg c’era una tizia di Forza Italia che trionfante annunciava che loro avrebbero miscelarlo le loro proposte sui diritti dei gay con quelle di Renzi. Ho udito qualche rudimentale rullo di tamburo contro le unioni civili dalle parti della Lega di Salvini, flebilmente da Fratelli d’Italia. Punto.
No, caro direttore, il mio problema non è Matteo Renzi. Il mio problema è la Chiesa cattolica. Il problema è che in questa vicenda, in questo scatenamento planetario della lobby gay, la Chiesa tace. Tace dal Papa fino all’ultimo cappellano di periferia. E se parla, il giorno dopo Padre Lombardi deve rettificare, precisare, chiarire, distinguere. Prego astenersi dal rispolverare lettere e dichiarazioni fatte dal Cardinale Mario Jorge Bergoglio dieci anni fa: se io oggi scopro mio figlio che si droga, cosa gli dico: “vai a rileggerti la dichiarazione congiunta fatta da me e da tua madre sei anni fa in cui ti dicevamo di non drogarti”? O lo prendo di petto e cerco di scuoterlo, qui e ora, meglio che posso?
Caro direttore, in questa battaglia, dov’è la conferenza episcopale, dove son i vescovi? Silenzio assordante. Anzi, no: monsignor Domenico Mogavero - niente meno che canonista, vescovo di Mazara del Vallo ed ex sottosegretario della Cei – ha parlato, eccome se ha parlato: “La legge non può ignorare centinaia di migliaia di conviventi: senza creare omologazioni tra coppie di fatto e famiglie, è giusto che anche in Italia vengano riconosciute le unioni di fatto”. Per Mogavero, “lo Stato può e deve tutelare il patto che due conviventi hanno stretto fra loro. Contrasta con la misericordia cristiana e con i diritti universali – osserva – il fatto che i conviventi per la legge non esistano. Oggi, se uno dei due viene ricoverato in ospedale, all’altro viene negato persino di prestare assistenza o di ricevere informazioni mediche, come se si trattasse di una persona estranea”. Conclude il vescovo: “Mi pare legittimo riconoscere diritti come la reversibilità della pensione o il subentro nell’affitto, in virtù della centralità della persona. E’ insostenibile – sottolinea Mogavero – che per la legge il convivente sia un signor Nessuno”. E per la Chiesa, sul cui tema è stata già invitata a riflettere da papa Francesco, in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia, “senza equipararle alle coppie sposate, non ci sono ostacoli alle unioni civili”. Amen.
Capisci, caro direttore? Fra poco prenderanno mio figlio di sette anni e a scuola lo metteranno a giocare con i preservativi e i suoi genitali, e la Chiesa di che cosa mi parla? Dei barconi che affondano a Lampedusa, di Gesù che era un profugo, di un oscuro gesuita del ‘600 appena beatificato. No, il mio problema non è Matteo Renzi. Caro direttore, dov’è in questa battaglia l’arcivescovo di Milano Angelo Scola? Fra poco ci impediranno di dire e di scrivere che l’omosessualità è contro natura, e Scola mi parla del meticciato e della necessità di comprendere e valorizzare la cultura Rom. E’ sempre l’arcivescovo di Milano che qualche settimana fa ha invitato nel nostro duomo l’arcivescovo di Vienna Schoenborn: siccome in Austria la Chiesa sta scomparendo, gli hanno chiesto di venire a spiegare ai preti della nostra diocesi come si ottiene tale risultato, qual è il segreto. Del tipo: questo allenatore ha portato la sua squadra alla retrocessione, noi lo mettiamo in cattedra a Coverciano. E guarda la coincidenza, fra le altre cose: Schoenborn – che veste il saio che fu di San Domenco e di Tommaso d’Aquino - è venuto a spiegare ai preti ambrosiani che lui è personalmente intervenuto per proteggere la nomina in un consiglio parrocchiale di due conviventi omosessuali. Li ha incontrati e, dice Shoenborn, “ho visto due giovani puri, anche se la loro convivenza non è ciò che l’ordine della creazione ha previsto”. Ecco, caro direttore, questa è la purezza secondo un principe della Chiesa all’alba del 2014. E il mio problema dovrebbe essere Matteo Renzi e il Pd? Prenderanno mio figlio di sette anni e gli faranno il lavaggio del cervello per fargli intendere che l’omosessualità è normale, e intanto il mio arcivescovo invita in duomo un vescovo che mi insegna che due gay conviventi sono esempi di purezza?
E vado a finire. Matteo Renzi che promuove le unioni civili è il prodotto fisiologico di un Papa che mentre viaggia in aereo si fa intervistare dai giornalisti e dichiara: “Chi sono io per giudicare” eccetera eccetera. Ovviamente, lo so anche io che non c’è perfetta identità fra le due questioni, che il Papa é contrario a queste cose e che certamente ne soffre, e che è animato da buone intenzioni. Però i fatti sono fatti. A fronte di quella frasetta epocale in bocca a un papa – “chi sono per giudicare” - ovviamente si possono scrivere vagonate di articoli correttivi e riparatori, cosa che le truppe infaticabili di normalisti hanno fatto e stanno facendo da mesi per spiegare che va tutto ben madama la marchesa. Ma tu ed io sappiamo bene, e lo sa chiunque conosca i meccanismi della comunicazione, che quel “chi sono io per giudicare” è una pietra tombale su qualunque combattimento politico e giuridico nel campo del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Se fossimo nel rugby, ti direi che ha guadagnato in pochi secondi più metri a favore della lobby gay quella frasetta di Papa Francesco, che in decenni di lavoro tutto il movimento omosessualista mondiale. Ti dico anche che vescovi come Mogavero, all’ombra di quella frasetta sul “chi sono io per giudicare” possono costruire impunemente castelli di dissoluzione, e a noi tocca solo tacere.
Intendiamoci: sarebbe da stolti imputare al Papa o alla Chiesa la colpa che gli stati di tutto il mondo stiano normalizzando l’omosessualità: questa marea montante è inarrestabile, non si può fermarla. La ragione è semplice: Londra e Parigi, New York e Roma, Bruxelles e Berlino sono diventate una gigantesca Sodoma e Gomorra. Il punto però è se questo noi lo vogliamo dire e lo vogliamo contrastare e lo vogliamo denunciare, oppure se vogliamo fare i furbi e nasconderci dietro il “chi sono io per giudicare”. Il punto è se anche Sodoma e Gomorra planetari debbano essere trattati con il linguaggio della misericordia e della comprensione. Ma allora, mi chiedo, perché non riservare la stessa misericordia anche ai trafficanti di armi chimiche, agli schiavisti, agli speculatori finanziari? Sono poveri peccatori anche loro? O no? O devo chiedere a Schoenborn di incontrarli a pranzo e di valutare la loro purezza? Caro direttore, la situazione ormai è chiarissima: qualsiasi politico cattolico o intellettuale o giornalista che anche volesse combattere sulla frontiera omosessualista, si troverà infilzato nella schiena dalla mistica della misericordia e del perdono. Siamo tutti totalmente delegittimati, e qualsiasi vescovo, prete, teologo, direttore di settimanale diocesano, politico cattolico-democratico può chiuderci la bocca con quel “chi sono io per giudicare”. Verrebbe impallinato da un Mogavero qualsiasi come un fagiano da allevamento in una battuta di caccia.
Caro direttore, il nostro problema non è Matteo Renzi. Il nostro, il mio problema è che l’altro giorno il Santo Padre ha detto che il Vangelo “non si annuncia a colpi di bastonate dottrinali, ma con dolcezza.” Anche qui, prego astenersi normalisti e perditempo: lo so anche io che effettivamente il Vangelo si annuncia così - a parte il fatto che Giovanni il Battista aveva metodi suoi piuttosto bruschi, e nostro Signore lo definisce “il più grande fra i nati di donna” – ma tu sai benissimo che con quella frasetta siamo, tu ed io, tutti infilzati come baccalà. Tu ed io che ci siamo battuti e ci battiamo contro l’aborto legale, contro il divorzio, contro la fivet, contro l’eutanasia, contro le unioni gay, e contro i politici furbi come Matteo Renzi che quella roba la promuovono e la diffondono. Ecco, tu ed io siamo, irrimediabilmente, dei randellatori di dottrina, della gente senza carità, degli eticisti, degli “iteologi” dice qualche giornalista di cielle. E fenomeni come La Bussola e come Il Timone sono esemplari anacronistici di questa mancanza di carità, di questo rigore morale impresentabile. E non basteranno gli sforzi quotidiani e titanici dei normalisti per sottrarre queste testate alla delegittimazione da parte del cattolicesimo ufficiale, perché tutti gli esercizi di equilibrismo e di tenuta dei piedi in due staffe si concludono sempre, prima o poi, con un tragico volo nel vuoto.
Penso anche che il problema – scusa il fatto personale - non siano Gnocchi e Palmaro, brutti sporchi e cattivi, che sul Foglio hanno scritto quello che hanno scritto: io lo riscriverei una, dieci, cento mille volte, perché purtroppo tutto si sta compiendo nel modo peggiore, molto peggiore di quanto noi stessi potessimo prefigurare.
Ecco, caro direttore, perché il mio problema, e il problema tuo, dei cattolici e della gente semplice, non è Matteo Renzi. Il problema è nostra Madre la Chiesa, che ha deciso di mollarci nella giungla del Vietnam: gli elicotteri sono ripartiti e noi siamo rimasti giù, a farci infilzare uno dopo l’altro dai vietcong relativisti. Per me, non mi lamento, per le ragioni che sai. E poi perché preferisco mille volte essere rimasto qui, ad aspettare i vietcong, piuttosto che salire su quegli elicotteri. Magari con la promessa in contropartita di uno strapuntino in qualche consulta clericale tipo Scienza e Vita, o con l’illusione di tessere la tela dentro nel palazzo del potere ufficiale insieme a tutti gli altri movimenti ecclesiali. O con la pazza idea – scritta nero su bianco - che, sì, Gnocchi e Palmaro magari c’hanno ragione ma non dovevano dirlo, perché certe verità non vanno dette, anzi vanno addirittura negate pubblicamente per confondere il nemico.
No, io non mi lamento per me. Mi rimane però il problema di quel mio figlio di sette anni e di altri tre già più grandi, ai quali io non voglio e non posso dare come risposta i barconi che affondano a Lampedusa, i gay esempio di purezza del cardinale Shoenborn, il meticciato e l’elogio della cultura rom del cardinale Scola, il disprezzo per le randellate dottrinali secondo Papa Francesco, Mogavero che fa l’elogio delle unioni civili. A questi figli non posso contare la favola che il problema si chiama Matteo Renzi. Che per lui, fra l’altro, bastano dieci minuti ben fatti di Crozza.
Caro direttore, caro Riccardo, perché mai ti scrivo tutte queste cose? Perché questa notte non ci ho dormito. E perché io voglio capire – e lo chiedo ai lettori della Bussola - che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. Attenzione: io mi rivolgo ai singoli cattolici. Non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti, alle sette che da anni stanno cercando di amministrare conto terzi i cervelli dei fedeli, dettando la linea agli adepti. Che mi sembrano messi tutti sotto tutela come dei minus habens, eterodiretti da figure più o meno carismatiche e più o meno affidabili. No, no: qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.
Questo ti dovevo, carissimo Riccardo. Questo dovevo a tutti quelli che mi conoscono e hanno ancora un po’ di stima per me e per quello che ho rappresentato, chiedendoti scusa per aver abusato della pazienza tua e dei lettori.
Mario Palmaro
Caro direttore,
ho letto il tuo editoriale del 3 gennaio – “Renzi, se questo è il nuovo che avanza” – e non posso che condividere la tua analisi sulla figura del nuovo segretario del Pd, sulla sua furbizia disinvolta, sul suo trasformismo, sulle contraddizioni inevitabili tra il suo dirsi cattolico e il promuovere cose che contrastano non solo con il catechismo ma con la legge naturale. Aggiungo i miei complimenti per quello che fai da tempo con la Bussola su questa frontiera dell’offensiva omosessualista e non voglio rimproverarti nulla.
Però avverto la necessità di scrivere a te e ai lettori ciò che penso. In tutta sincerità: ma il nostro problema è davvero Matteo Renzi? Cioè: noi davvero potevamo aspettarci che uno diventa segretario del Partito democratico, e poi si mette a difendere la famiglia naturale, la vita nascente, a combattere la fecondazione artificiale e l’aborto, a contrastare l’eutanasia? Ma, scusate lo avete presente l’elettorato del Pd, cattolici da consiglio pastorale, suore e parroci compresi? Secondo voi, quell’elettorato che cosa vuole da Renzi? Ma è ovvio: i matrimoni gay e le adozioni lesbicamente democratiche. Ma, scusate, avete mai ascoltato in pausa pranzo l’impiegato medio che vota a sinistra? Secondo voi, vuole la difesa del matrimonio naturale o vuole le case popolari per i nostri fratelli omosessuali, così orribilmente discriminati? Smettiamola di credere che il problema siano Niki Vendola o i comunisti estremisti brutti e cattivi, e che l’importante è essere moderati: qui i punti di riferimento dell’uomo medio sono Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, le coop e Gino Strada, Enzo Bianchi ed Eugenio Scalfari. Renzi mette dentro nel suo frullatore questi ingredienti essenziali del suo elettorato, miscelandoli con dosi omeopatiche di don Ciotti e don Gallo, e il risultato è il beverone perfetto che tiene insieme la parrocchietta democratica e l’Arcigay. Aspettarsi qualche cosa di diverso da lui sarebbe stupido.
Lo scandalo, scusate, è un altro. Di fronte a Renzi che fa il Segretario del Pd e strizza l’occhio ai gay, lo scandalo è ascoltare gli esponenti del Nuovo Centro Destra che dicono: “Le unioni civili non sono delle priorità del governo”. Capite bene? Non è che l’NCD salta come una molla e intima: noi queste unioni non le voteremo mai. No: dice che non sono una priorità. Uno incontra Hitler che dice: voglio costruire le camere a gas, e che cosa gli risponde: “Adolf, ma questa non è una priorità”. Facciamole, facciamole pure, ma con calma. Ho visto al Tg1 il cattolico ministro Lupi che spiegava la faccenda. Volto imbarazzatissimo, l’occhio terrorizzato di uno che pensa (ma posso sbagliarmi): mannaggia, mi tocca parlare di principi non negoziabili e di gay, adesso mi faranno fare la stessa fine di Pietro Barilla, mi toccherà lasciare il mio ministero così strategico e così importante, con il quale posso fare tanto bene al mio Paese. E al mio movimento. Ed eccolo rifugiarsi, Lupi come tutti gli altri cuor di leone del partito di Angiolino e della Roccella, nella famosa faccenda delle priorità: no, le unioni civili non sono una priorità. Palla in calcio d’angolo, poi dopo vediamo. Ovviamente poi c’è il peggio: allo stesso Tg1 c’era Scelta Civica che intimava: dobbiamo difendere i diritti delle persone omosessuali. Scelta civica… credo si tratti di quello stesso partito che fu costruito a furor di Todi 1 e Todi 2, e che i vescovi italiani avevano eretto a nuovo baluardo dei valori non negoziabili dietro la cattolicissima leadership di Mario Monti. Poi c’è il peggio del peggio, e nello stesso Tg c’era una tizia di Forza Italia che trionfante annunciava che loro avrebbero miscelarlo le loro proposte sui diritti dei gay con quelle di Renzi. Ho udito qualche rudimentale rullo di tamburo contro le unioni civili dalle parti della Lega di Salvini, flebilmente da Fratelli d’Italia. Punto.
No, caro direttore, il mio problema non è Matteo Renzi. Il mio problema è la Chiesa cattolica. Il problema è che in questa vicenda, in questo scatenamento planetario della lobby gay, la Chiesa tace. Tace dal Papa fino all’ultimo cappellano di periferia. E se parla, il giorno dopo Padre Lombardi deve rettificare, precisare, chiarire, distinguere. Prego astenersi dal rispolverare lettere e dichiarazioni fatte dal Cardinale Mario Jorge Bergoglio dieci anni fa: se io oggi scopro mio figlio che si droga, cosa gli dico: “vai a rileggerti la dichiarazione congiunta fatta da me e da tua madre sei anni fa in cui ti dicevamo di non drogarti”? O lo prendo di petto e cerco di scuoterlo, qui e ora, meglio che posso?
Caro direttore, in questa battaglia, dov’è la conferenza episcopale, dove son i vescovi? Silenzio assordante. Anzi, no: monsignor Domenico Mogavero - niente meno che canonista, vescovo di Mazara del Vallo ed ex sottosegretario della Cei – ha parlato, eccome se ha parlato: “La legge non può ignorare centinaia di migliaia di conviventi: senza creare omologazioni tra coppie di fatto e famiglie, è giusto che anche in Italia vengano riconosciute le unioni di fatto”. Per Mogavero, “lo Stato può e deve tutelare il patto che due conviventi hanno stretto fra loro. Contrasta con la misericordia cristiana e con i diritti universali – osserva – il fatto che i conviventi per la legge non esistano. Oggi, se uno dei due viene ricoverato in ospedale, all’altro viene negato persino di prestare assistenza o di ricevere informazioni mediche, come se si trattasse di una persona estranea”. Conclude il vescovo: “Mi pare legittimo riconoscere diritti come la reversibilità della pensione o il subentro nell’affitto, in virtù della centralità della persona. E’ insostenibile – sottolinea Mogavero – che per la legge il convivente sia un signor Nessuno”. E per la Chiesa, sul cui tema è stata già invitata a riflettere da papa Francesco, in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia, “senza equipararle alle coppie sposate, non ci sono ostacoli alle unioni civili”. Amen.
Capisci, caro direttore? Fra poco prenderanno mio figlio di sette anni e a scuola lo metteranno a giocare con i preservativi e i suoi genitali, e la Chiesa di che cosa mi parla? Dei barconi che affondano a Lampedusa, di Gesù che era un profugo, di un oscuro gesuita del ‘600 appena beatificato. No, il mio problema non è Matteo Renzi. Caro direttore, dov’è in questa battaglia l’arcivescovo di Milano Angelo Scola? Fra poco ci impediranno di dire e di scrivere che l’omosessualità è contro natura, e Scola mi parla del meticciato e della necessità di comprendere e valorizzare la cultura Rom. E’ sempre l’arcivescovo di Milano che qualche settimana fa ha invitato nel nostro duomo l’arcivescovo di Vienna Schoenborn: siccome in Austria la Chiesa sta scomparendo, gli hanno chiesto di venire a spiegare ai preti della nostra diocesi come si ottiene tale risultato, qual è il segreto. Del tipo: questo allenatore ha portato la sua squadra alla retrocessione, noi lo mettiamo in cattedra a Coverciano. E guarda la coincidenza, fra le altre cose: Schoenborn – che veste il saio che fu di San Domenco e di Tommaso d’Aquino - è venuto a spiegare ai preti ambrosiani che lui è personalmente intervenuto per proteggere la nomina in un consiglio parrocchiale di due conviventi omosessuali. Li ha incontrati e, dice Shoenborn, “ho visto due giovani puri, anche se la loro convivenza non è ciò che l’ordine della creazione ha previsto”. Ecco, caro direttore, questa è la purezza secondo un principe della Chiesa all’alba del 2014. E il mio problema dovrebbe essere Matteo Renzi e il Pd? Prenderanno mio figlio di sette anni e gli faranno il lavaggio del cervello per fargli intendere che l’omosessualità è normale, e intanto il mio arcivescovo invita in duomo un vescovo che mi insegna che due gay conviventi sono esempi di purezza?
E vado a finire. Matteo Renzi che promuove le unioni civili è il prodotto fisiologico di un Papa che mentre viaggia in aereo si fa intervistare dai giornalisti e dichiara: “Chi sono io per giudicare” eccetera eccetera. Ovviamente, lo so anche io che non c’è perfetta identità fra le due questioni, che il Papa é contrario a queste cose e che certamente ne soffre, e che è animato da buone intenzioni. Però i fatti sono fatti. A fronte di quella frasetta epocale in bocca a un papa – “chi sono per giudicare” - ovviamente si possono scrivere vagonate di articoli correttivi e riparatori, cosa che le truppe infaticabili di normalisti hanno fatto e stanno facendo da mesi per spiegare che va tutto ben madama la marchesa. Ma tu ed io sappiamo bene, e lo sa chiunque conosca i meccanismi della comunicazione, che quel “chi sono io per giudicare” è una pietra tombale su qualunque combattimento politico e giuridico nel campo del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Se fossimo nel rugby, ti direi che ha guadagnato in pochi secondi più metri a favore della lobby gay quella frasetta di Papa Francesco, che in decenni di lavoro tutto il movimento omosessualista mondiale. Ti dico anche che vescovi come Mogavero, all’ombra di quella frasetta sul “chi sono io per giudicare” possono costruire impunemente castelli di dissoluzione, e a noi tocca solo tacere.
Intendiamoci: sarebbe da stolti imputare al Papa o alla Chiesa la colpa che gli stati di tutto il mondo stiano normalizzando l’omosessualità: questa marea montante è inarrestabile, non si può fermarla. La ragione è semplice: Londra e Parigi, New York e Roma, Bruxelles e Berlino sono diventate una gigantesca Sodoma e Gomorra. Il punto però è se questo noi lo vogliamo dire e lo vogliamo contrastare e lo vogliamo denunciare, oppure se vogliamo fare i furbi e nasconderci dietro il “chi sono io per giudicare”. Il punto è se anche Sodoma e Gomorra planetari debbano essere trattati con il linguaggio della misericordia e della comprensione. Ma allora, mi chiedo, perché non riservare la stessa misericordia anche ai trafficanti di armi chimiche, agli schiavisti, agli speculatori finanziari? Sono poveri peccatori anche loro? O no? O devo chiedere a Schoenborn di incontrarli a pranzo e di valutare la loro purezza? Caro direttore, la situazione ormai è chiarissima: qualsiasi politico cattolico o intellettuale o giornalista che anche volesse combattere sulla frontiera omosessualista, si troverà infilzato nella schiena dalla mistica della misericordia e del perdono. Siamo tutti totalmente delegittimati, e qualsiasi vescovo, prete, teologo, direttore di settimanale diocesano, politico cattolico-democratico può chiuderci la bocca con quel “chi sono io per giudicare”. Verrebbe impallinato da un Mogavero qualsiasi come un fagiano da allevamento in una battuta di caccia.
Caro direttore, il nostro problema non è Matteo Renzi. Il nostro, il mio problema è che l’altro giorno il Santo Padre ha detto che il Vangelo “non si annuncia a colpi di bastonate dottrinali, ma con dolcezza.” Anche qui, prego astenersi normalisti e perditempo: lo so anche io che effettivamente il Vangelo si annuncia così - a parte il fatto che Giovanni il Battista aveva metodi suoi piuttosto bruschi, e nostro Signore lo definisce “il più grande fra i nati di donna” – ma tu sai benissimo che con quella frasetta siamo, tu ed io, tutti infilzati come baccalà. Tu ed io che ci siamo battuti e ci battiamo contro l’aborto legale, contro il divorzio, contro la fivet, contro l’eutanasia, contro le unioni gay, e contro i politici furbi come Matteo Renzi che quella roba la promuovono e la diffondono. Ecco, tu ed io siamo, irrimediabilmente, dei randellatori di dottrina, della gente senza carità, degli eticisti, degli “iteologi” dice qualche giornalista di cielle. E fenomeni come La Bussola e come Il Timone sono esemplari anacronistici di questa mancanza di carità, di questo rigore morale impresentabile. E non basteranno gli sforzi quotidiani e titanici dei normalisti per sottrarre queste testate alla delegittimazione da parte del cattolicesimo ufficiale, perché tutti gli esercizi di equilibrismo e di tenuta dei piedi in due staffe si concludono sempre, prima o poi, con un tragico volo nel vuoto.
Penso anche che il problema – scusa il fatto personale - non siano Gnocchi e Palmaro, brutti sporchi e cattivi, che sul Foglio hanno scritto quello che hanno scritto: io lo riscriverei una, dieci, cento mille volte, perché purtroppo tutto si sta compiendo nel modo peggiore, molto peggiore di quanto noi stessi potessimo prefigurare.
Ecco, caro direttore, perché il mio problema, e il problema tuo, dei cattolici e della gente semplice, non è Matteo Renzi. Il problema è nostra Madre la Chiesa, che ha deciso di mollarci nella giungla del Vietnam: gli elicotteri sono ripartiti e noi siamo rimasti giù, a farci infilzare uno dopo l’altro dai vietcong relativisti. Per me, non mi lamento, per le ragioni che sai. E poi perché preferisco mille volte essere rimasto qui, ad aspettare i vietcong, piuttosto che salire su quegli elicotteri. Magari con la promessa in contropartita di uno strapuntino in qualche consulta clericale tipo Scienza e Vita, o con l’illusione di tessere la tela dentro nel palazzo del potere ufficiale insieme a tutti gli altri movimenti ecclesiali. O con la pazza idea – scritta nero su bianco - che, sì, Gnocchi e Palmaro magari c’hanno ragione ma non dovevano dirlo, perché certe verità non vanno dette, anzi vanno addirittura negate pubblicamente per confondere il nemico.
No, io non mi lamento per me. Mi rimane però il problema di quel mio figlio di sette anni e di altri tre già più grandi, ai quali io non voglio e non posso dare come risposta i barconi che affondano a Lampedusa, i gay esempio di purezza del cardinale Shoenborn, il meticciato e l’elogio della cultura rom del cardinale Scola, il disprezzo per le randellate dottrinali secondo Papa Francesco, Mogavero che fa l’elogio delle unioni civili. A questi figli non posso contare la favola che il problema si chiama Matteo Renzi. Che per lui, fra l’altro, bastano dieci minuti ben fatti di Crozza.
Caro direttore, caro Riccardo, perché mai ti scrivo tutte queste cose? Perché questa notte non ci ho dormito. E perché io voglio capire – e lo chiedo ai lettori della Bussola - che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. Attenzione: io mi rivolgo ai singoli cattolici. Non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti, alle sette che da anni stanno cercando di amministrare conto terzi i cervelli dei fedeli, dettando la linea agli adepti. Che mi sembrano messi tutti sotto tutela come dei minus habens, eterodiretti da figure più o meno carismatiche e più o meno affidabili. No, no: qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.
Questo ti dovevo, carissimo Riccardo. Questo dovevo a tutti quelli che mi conoscono e hanno ancora un po’ di stima per me e per quello che ho rappresentato, chiedendoti scusa per aver abusato della pazienza tua e dei lettori.
Mario Palmaro
domenica 5 gennaio 2014
Ancora sulla libertà. Dei Cattolici adulti...
I Cattolici, lasciati liberi di scegliere, scelsero divorzio invece che la Fedeltà.
Lasciati liberi di scegliere, scelsero l' aborto, invece che la Vita.
Lasciati liberi di scegliere, sceglieranno matrimoni per invertiti, eutanasia, poi arriveranno a cosa ?
Libertè Egalitè Fraternitè ... De che ? Ma andate a dire ad un Pope ortodosso di dialogare e confontarsi con pederasti e lesbiche ! In Romania gli impediamo di far danni, vietando oscenità pubbliche come i Pride. Putin (che sapete non amo troppo, per via del panslavismo...), li prende a calci. Ecumenismo, dialogo, confronto.
Il Mondo è giusto così... dai, chi siamo noi, per giudicare...
Lasciati liberi di scegliere, scelsero l' aborto, invece che la Vita.
Lasciati liberi di scegliere, sceglieranno matrimoni per invertiti, eutanasia, poi arriveranno a cosa ?
Libertè Egalitè Fraternitè ... De che ? Ma andate a dire ad un Pope ortodosso di dialogare e confontarsi con pederasti e lesbiche ! In Romania gli impediamo di far danni, vietando oscenità pubbliche come i Pride. Putin (che sapete non amo troppo, per via del panslavismo...), li prende a calci. Ecumenismo, dialogo, confronto.
Il Mondo è giusto così... dai, chi siamo noi, per giudicare...
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Libertà, Fraternità, Uguaglianza...
LIBERTA' per le coppie invertite di proporre il proprio modello familiare come alternativa. Con Orgoglio.
FRATERNITA' con i credenti di tutte le altre fedi, anche se continuano a massacrarci in nome dei loro falsi dei... Con Orgoglio.
UGUAGLIANZA di tutte le tradizioni, anche se consentono l' infilbulazione, il matrimonio con bambine, l' uxoricidio legale nascosto da inncidenti domestici, la poligamia... Con Orgoglio.
Mai come in questo momento Satana si coccola Marat, Danton e Robespierre. E se la ride...
E pensa al Primo Peccato, l' Orgoglio...
FRATERNITA' con i credenti di tutte le altre fedi, anche se continuano a massacrarci in nome dei loro falsi dei... Con Orgoglio.
UGUAGLIANZA di tutte le tradizioni, anche se consentono l' infilbulazione, il matrimonio con bambine, l' uxoricidio legale nascosto da inncidenti domestici, la poligamia... Con Orgoglio.
Mai come in questo momento Satana si coccola Marat, Danton e Robespierre. E se la ride...
E pensa al Primo Peccato, l' Orgoglio...
sabato 4 gennaio 2014
Renzi, il vecchio che avanza.
Chi sperava che Matteo Renzi rappresentasse il nuovo, la faccia moderata dei neo-comunisti del PD, è già sistemato.
Incominciata malissimo la sua carica da segretario ed aspirante dittatore: con gli Italiani che muoiono di fame o scelgono il suicidio, non arrivando alla prima settimana, il fiorentino annuncia di voler pensare invece ai matrimoni tra invertiti ed alla riforma della Legge Bossi Fini, in senso più permissivo. Legge che invece dovrebbe avere più restrizioni, sostituendo la pena pecuniaria con la galera, per clandestini che soldi non hanno...
Come ammonisce da sempre Silvio, i comunisti non cambieranno mai... Avvertiti !
Incominciata malissimo la sua carica da segretario ed aspirante dittatore: con gli Italiani che muoiono di fame o scelgono il suicidio, non arrivando alla prima settimana, il fiorentino annuncia di voler pensare invece ai matrimoni tra invertiti ed alla riforma della Legge Bossi Fini, in senso più permissivo. Legge che invece dovrebbe avere più restrizioni, sostituendo la pena pecuniaria con la galera, per clandestini che soldi non hanno...
Come ammonisce da sempre Silvio, i comunisti non cambieranno mai... Avvertiti !
Un comunista a New York.
Si pensavano estinti, come il Raphus Cucullatus, la cui intelligenza era notoriamente scarsa. Ed invece i comunisti, purtroppo ben radicati in italasia, approdano a New York sotto forma del gigante Bill de Blasio, sposato ad una lesbica, proprio come il presidente comunista Roosevelt. Ed invece che pensare di far fronte all' emergenza neve, invitano i propri concittadini a restare a casa (danneggiando l' economia...), facendosi immortalare a spalar neve davanti a casa.
Il Signore Misericordioso non ha voluto che Ronald Reagan assistesse alla presa comunista della grande Mela.
De Blasio, invece che spalare, si facesse benedire; ma dal Cardinal Burke in persona....
Intanto, al neo-sindaco rosso, la mia prima nomination dell' anno a Dodo...
Il Signore Misericordioso non ha voluto che Ronald Reagan assistesse alla presa comunista della grande Mela.
De Blasio, invece che spalare, si facesse benedire; ma dal Cardinal Burke in persona....
Intanto, al neo-sindaco rosso, la mia prima nomination dell' anno a Dodo...
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