Ancora una volta il comunismo si macchia di sangue, l' Esercito occupante cinese spara sui manifestanti a Lhasa, capitale del Tibet. Le marce pacifiche dei monaci buddisti degli ultimi giorni hanno lasciato spazio alle più grandi dimostrazioni degli ultimi due decenni e la polizia in tenuta antisommossa presidia le strade a pochi mesi dalle Olimpiadi di Pechino. L'agenzia giapponese Kyodo ha detto che i rivoltosi hanno preso il controllo del centro di Lhasa, citando un giornalista britannico sul posto. Radio Free Asia ha detto che la polizia cinese ha aperto il fuoco sui dimostranti tibetani, uccidendone almeno due. Il Dalai Lama “è profondamente preoccupato per quello che sta succedendo in queste ore in molte parti del Tibet, inclusa Lhasa. Secondo la nostra guida spirituale, queste proteste sono una manifestazione del profondo risentimento del popolo tibetano nei confronti dell’attuale governo”. Lo dice ad AsiaNews Thubetn Samphel, portavoce del governo tibetano in esilio, commentando gli sviluppi degli scontri che in questi giorni si verificano nei pressi dei maggiori monasteri del Tibet. Secondo fonti locali, l’esercito cinese ha inviato i carri armati nel centro della capitale: agenti in tenuta anti-sommossa hanno sfollato i manifestanti, guidati dai monaci, e secondo alcuni avrebbero sparato “diversi colpi di arma da fuoco”. Alcuni turisti americani parlano di "spari sentiti a Lhasa" e altre voci non confermate affermano che vi stati 10 morti negli scontri. Nel frattempo, bruciano diversi edifici nella parte antica di Lhasa. Il Dalai Lama, riprende Samphel, “ha sempre detto, e ripete in questa occasione, che l’unità e la stabilità ottenute con la forza bruta sono soltanto, nel migliore dei casi, una soluzione temporanea. Non è realistico aspettarsi l’unità e la stabilità con un governo del genere: non è la strada verso una soluzione della situazione tibetana”. Il leader buddista “si appella alla leadership cinese, affinché smetta di usare la forza e risponda con il dialogo al risentimento dei tibetani. Il Dalai Lama invita inoltre tutti i manifestanti a non ricorrere alla violenza. Da parte nostra, come governo in esilio, ricordiamo che tutto è nato da una protesta pacifica e ci appelliamo alla comunità internazionale affinché interceda presso Pechino per interrompere immediatamente questa violenta repressione, che nasce dal soffocamento dei diritti del popolo tibetano”.
A questo punto sorge il dubbio se inviare o meno i nostri atleti alle Olimpiadi che partono nel nome del sangue e dell' odio comunista. Altro che inciucio: chi si allea con comunisti ed ex-comunisti/buoninbuonini o viene a patti con loro, prima o poi ne paga le conseguenze. Nel ricordo poi della scarsissima attenzione del Governo Prodi alla recente visita in Italia del Dalai Lama.
2 commenti:
Ecco i commenti:
#1 16 Marzo 2008 - 14:16
Ero curioso di sentire i vari servizi..radio e tv sul sgli accadimenti in Tibet...chiaramente nessun giornalista ha citato di che regime si tratta....soldati del regime...ordini del regime.....comandi del regime..contro il regime......ma i giornalisti almeno lo sanno di che regime si tratta???? No perchè mi sta venendo il dubbio se lo conoscono... Io addirittura ho sentito forti condanne dall'ormai ex presidente Bertinotti anche lui non ha mai citato il regime che faccia tosta..Intanto nella mia città (Roma) vedo manifesti della sinistra..Arcobaleno....con la faccia di Diliberto che si vanta di essere comunista..io veramente non capisco....Dovè l'opposizione...la stampa...Napolitano.....
Adriano
utente anonimo
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