Ho appena letto che Irazoqui ha ricordato i massacri che i comunisti fecero in Spagna a danno degli anarchici: non bisogna andare così indietro nel tempo e così lontano. Basta recarsi a Bologna ai tempi nostri...
"BOLOGNA DEI DINOSAURI - PESTAGGI TRA ANARCHICI E AUTONOMI, CON VAGO RETROGUSTO DA FAIDA CALABRESE - L’INSULTO RECIPROCO: “SIETE DEI RIFORMISTI VENDUTI ALLO SCERIFFO COFFERATI E ALLA POLIZIA”…
BOLOGNA — «Compagni, qui un limite è stato superato, che traslittera in assoluto il piano da quello della, seppur aspra, dialettica politica, all’estraneità ad un futuribile percorso di movimento condiviso».
Anche se lo scorrevole eloquio potrebbe trarre in inganno, non si tratta di una mozione di minoranza presentata al congresso di Rifondazione, ma di un comunicato messo in rete a fine maggio dal centro sociale Crash. Qui si va ancora più a sinistra, dentro a una rissa tutta bolognese tra autonomi e anarchici che fa molto anni Settanta, ma fuori tempo massimo, con l’aggiunta di un vago retrogusto da faida calabrese. I duellanti sono quelli di Crash, presidio ultra antagonista dell’Emilia alternativa, e il centinaio di giovani anarchici che si sono riuniti intorno al collettivo Fuoriluogo. L’accusa reciproca è di essersi venduti al sistema, venendo a patti con il bieco sindaco sceriffo (Sergio Cofferati) oppure intrattenendo rapporti con la Polizia durante le manifestazioni. L’ambito titolo di «duro e puro» viene conteso a forza di agguati con mazzate, e ogni tanto capita che tra i danni collaterali vada inserito qualche civile di passaggio, ancora pervicacemente ancorato all’idea di vivere nel 2008.
Nell’ultima informativa inoltrata in Procura, oltre ad identificare una dozzina di «combattenti» equamente distribuiti tra le due fazioni, la Digos parla di «probabile escalation destinata ad innescare una ulteriore spirale di atti violenti», e paventa «l’alto rischio» che la contesa «non rimanga limitata al solo territorio bolognese». C’è molta preoccupazione, anche perché alcuni militanti, intercettati nell’ambito di altri procedimenti, al telefono fanno presente la necessità di armi da fuoco per dirimere la contesa. «Clima davvero pessimo» dice Valerio Monteventi, consigliere comunale e «garante» del movimento bolognese, uno che gli anni ’70 li ha vissuti.
«Crash piange perché papà Coffy gli ruba il giochino». La scritta sul muro, apparsa lo scorso ottobre durante un corteo, segna l’inizio ufficiale della resa dei conti, almeno secondo il dossier della questura. Al Crash sapevano bene che lo sfottò, accompagnato da qualche coro di «riformisti di m…», arrivava dagli anarchici, ma diedero la colpa alla Lega Nord, aspettando di lavare i panni sporchi in famiglia. Da allora, è stato tutto un crescendo. Ogni manifestazione, e a Bologna ce n’è praticamente una al giorno, diventa un patema d’animo per poliziotti e partecipanti neutrali. Ma anche una quindicina di pestaggi notturni rimasti senza autore sono attribuibili direttamente alla faida.
Per stare agli ultimi due mesi, il 18 maggio un ragazzo di Fuoriluogo viene aggredito con tirapugni e spranga. Finisce al Pronto soccorso con la testa aperta, ma non sporge denuncia. Il 26 maggio una trentina di persone entrano al centro Fuoriluogo, nel quartiere San Vitale, e picchiano a sangue cinque ragazzi, tra le quali due donne, entrambe con il setto nasale fratturato. In mezzo a queste due date alcuni militanti di Crash subiscono agguati sotto casa. Il 9 giugno, durante la diretta di Italia-Francia, si fanno le cose in grande. Due pullman Mercedes si fermano davanti alla sede di Crash, in fondo a via Zanardi. Scendono una ventina di persone, tutte vestite di nero, con il volto coperto, armate di bastoni e bombe carta. Quelli del centro sociale si chiudono dentro. Parte l’assalto, e — tra gli altri — ne fanno le spese due «civili» che stavano visitando un laboratorio fotografico all’interno dell’edificio, rispettivamente 20 e 30 giorni di prognosi, fratture di naso, zigomo e braccia. Lo scorso 5 luglio, al pacifico corteo per i diritti dei migranti, le due fazioni si presentano equipaggiate di catene e spranghe. Vetrine infrante, una dozzina di auto danneggiate, altrettanti contusi. Il resto del movimento bolognese si premura di annullare un paio di manifestazioni previste a metà mese.
Il «limite della dialettica politica» citato nel documento di Crash è stato ampiamente superato anche per la Procura, che ha aperto un fascicolo con ipotesi di reato che vanno dal danneggiamento alla violenza privata passando per le lesioni gravi. C’è anche il favoreggiamento, perché in certi ambienti ci si spacca la testa, si finisce all’ospedale, magari dopo aver devastato il locale di qualche poveraccio che non c’entra nulla, ma con gli «sbirri» non si parla. «Omertà totale» dicono alla Digos. Siccome la sede di Fuoriluogo è in una casa privata, dopo l’ennesima rissa gli agenti hanno bussato alla porta. Ha aperto l’intestatario del contratto di affitto. Naso rotto, occhi neri, braccio al collo. «Sono caduto mentre facevo le pulizie di casa». Più che nei «favolosi» anni Settanta, sembra di stare nell’Aspromonte di due secoli fa.
Marco Imarisio (Corriere della Sera)
Tratto da http://www.ladestra.info/ (il portale d' informazione della Destra Italiana.
Noi Afascisti CattoTrad stiamo a guardare e scuotiamo la testa: Non ci sono più i comunisti di una volta...
Hi hi hi ...