Ho sempre affermato che certe minoranze rumorose e ben supportate dai media cattocomuniste sono spesso dannose ad un' immagine della Chiesa Cattolica che deve essere ben vicina ai problemi reali della gente. In netto contrasto con tali problemi vanno le recenti dichiarazioni di Famiglia Cristiana, che meglio dovrebbe chiamarsi Famiglia Ecumenica, Famiglia Cattocomunista o Famiglia Conciliare. Giornale da troppo tempo schierato tra i Cattolici di sinistra, sonoramente battuti e strabattuti negli ultimi anni sia nei Sinodi che negli Conclavi e che in questi giorni si è schierato contro le impronte digitali per i piccoli Rom; magari dimentico di quante violenze siano costretti a subire non solo i piccoli zingari dai loro mandanti/protettori/padri/padroni, ma anche coloro che subiscono furti, aggressioni e scippi ogni giorno.
A prendere le distanze da queste sconcertanti affermazioni, è prontamente intervenuto l' Arcivescovo di Crotone-San Severina, Monsignor Domenico Graziani, già noto per aver definito i Dico un provvedimento "penoso" ed essere stato uno dei precursori del Family Day, con una manifestazione del 2007 in cui fece suonare tutte le campane della Diocesi:"La Famiglia è un punto di partenza per compiere un progetto e certo non vogliamo che ci sia un mutamento di ciò. La piazza non può essere lasciata in mano a dei facinorosi ed è per questa motivazione che stasera ci siamo ritrovati per esprimere la nostra opinione. Noi non vogliamo predicatori parlamentari. Servono persone che vogliano orientare la nostra legislazione verso principi Cristiani", queste le sue dichiarazioni di allora.
Monsignor Graziani, Membro autorevole della Commissione CEI per le Migrazioni, ha rilasciato un' intervista all' Associazione Cattolica "Milizia di San Michele Arcangelo"
http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/ ,
poi ripresa dal Giornale: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=273557
che non le manda certo a dire alla rivista dei Paolini: "In linea teorica, ma solo teorica - spiega l’arcivescovo - Famiglia Cristiana parla bene. Ma che ne sanno loro? Nel loro servizio partono dal classico buonismo cattolico autolesionista che alla fine premia giochi o interessi criminali molto più forti e presenti. Il parlare chiaro mi impone di dire - aggiunge il prelato - che da tempo la sinistra cavalca la tigre dell’immigrazione clandestina come strumento di lotta politica e non è giusto speculare su drammi tanto forti e penosi". Dichiarandosi favorevole al provvedimento, anzi, auspicandolo al proprio Prefetto, l' Arcivescovo si è reso portavoce della gente comune, dei tantissimi Abele calpestati dai vari Caino di turno, che godono della protezione di chi vive fuori dalla realtà quotidiana.
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