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domenica 4 giugno 2006

Chi pensa ad Abele, onorevole D'Elia ?

Ed ecco un altro bel campione di questo governo: l'onorevole Sergio D' Elia, eletto coi radicali ( e bravi liberal/libertari di Tocqueville, avete la vostra icona...), salire ad una carica istituzionale:segretario alla Presidenza della Camera.

D' Elia, fondatore di "Nessuno Tocchi Caino", organizzazione che si batte contro la pena di morte, ha un passato meritorio: condannato per la sua adesione a Prima Linea, prima a 15 anni per il tentativo di ferimento di un direttore di carcere, e poi ad altri 30 per concorso nell' omicidio dell'Agente di Polizia Fausto Dionisi. Ma di annetti in prigione se ne fatti pochini, grazie alla dissociazione di tutta Prima Linea. Ed ora quasi s'indigna perchè è stato tirato fuori il suo passato.

Ma, ad Abele, chi pensa ? Al poliziotto ventitreenne, a Sua Moglie Mariella Magi, che all'epoca aveva ventidue anni ed alla Loro Figlia di due, chi pensa ? Ed ai parenti di tutte le vittime assassinate dalle innumerevoli formazioni legate a Prima Linea, CHI PENSA ?

Vediamo una breve storia di questi gruppi di fuoco.

L'organizzazione Prima Linea viene formalmente costituita nell'autunno del 1976, ma molti dei suoi militanti erano attivi già da anni nel movimento. Gran parte dei quadri che danno vita a Prima Linea provengono dal gruppo extraparlamentare Lotta Continua, dalla quale erano usciti nel 1974 per costituire l’area dei Comitati Comunisti per il Potere Operaio, coagulata attorno alla rivista Senza tregua. Di qui prendono vita successivamente tre diverse organizzazioni armate: i Comitati Comunisti Rivoluzionari, le Unità Comuniste Combattenti e Prima Linea, l’aggregazione maggiore.

Il nucleo storico che promuove il processo aggregativo da cui nasce Prima Linea proviene da Sesto San Giovanni, la cosiddetta “Stalingrado d’Italia”, una cittadella rossa nel cui territorio sono situate molte grandi fabbriche dell’epoca.

La prima azione rivendicata da Prima Linea è l'irruzione nella sede del Gruppo Dirigenti Fiat a Torino il 30 novembre 1976. Nel volantino di rivendicazione si legge: “Prima Linea non è un nuovo nucleo combattente comunista, ma l'aggregazione di vari nuclei guerriglieri che finora hanno agito con sigle diverse”.

A Prima Linea sono in effetti riconducibili molte sigle, in particolare: Squadre Operaie Combattenti; Comitati Comunisti Combattenti; Ronde Annate Proletarie; Ronde Proletarie Tiburtino; Collettivo Studenti Operai dei Castelli Romani; Nuclei Combattenti per il Contropotere del Territorio; Reparti Comunisti Combattenti; Reparti Proletari per l'Esercito di Liberazione Comunista; Proletari Organizzati per il Comunismo; Brigate Comuniste Combattenti; Lotta Armata per il Comunismo. La logica dell’organizzazione, infatti, era quella di essere supporto interno del movimento e dei punti alti dello scontro, non dicostituirsi in partito separato, come le BR. Una logica andata poi progressivamente smarrita nell’avvitarsi dello scontro armato con lo Stato.

Le principali città in cui Prima Linea è stata presente sono Milano, Bergamo, Como, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Taranto.

Dopo l’ondata di arresti del 1980, Prima Linea dà vita a due altre sigle ed esperienze organizzative: il Nucleo di comunisti, fondato da Sergio Segio, già tra i fondatori di Prima Linea, e i Comitati comunisti per la liberazione proletaria (COLP)

Per Prima Linea sono state processati 923 militanti; per i COLP 149.

Tra le numerose azioni dell’organizzazione, sono state 11 le uccisioni attribuite a militanti di PL (Enrico Pedenovi, Giuseppe Ciotta, Alfredo Paolella, Giuseppe Lorusso, Emilio Alessandrini, Emanuele Iurilli, Carmine Civitate, Carlo Ghiglieno, Guido Galli, Paolo Paoletti, William Vaccher). Inoltre, 6 agenti o carabinieri sono stati uccisi nel corso di conflitti a fuoco (Bartolomeo Mana, Fausto Dionisi, Antonio Chionna, Ippolito Cortellessa e Pietro Cuzzoli, Filippo Giuseppe). 2 carabinieri sono invece rimasti uccisi in un conflitto a fuoco a opera dei COLP (Giuseppe Savastano e Euro Tarsilli). Del Nucleo di comunisti è invece la responsabilità dell’uccisione di un agente di custodia (Francesco Rucci) e della morte accidentale di un passante, Angelo Furlan, durante l’assalto al carcere di Rovigo. Mentre l’agente di polizia Eleno Viscardi è stato ucciso da un gruppo fuoriuscito da PL per entrare nelle BR.
L’assalto al carcere di Rovigo, di cui racconta Sergio Segio nel suo libro "Miccia corta" costituisce l’ultima azione di rilievo dell’area di Prima Linea.

La mia indignazione cresce ogni giorno, e nel chiedere, temo inutilmente, le dimissioni di D' Elia, faccio i miei complimenti ai vari radical/liberal/libertari ben piazzati all' interno di Tocquevile.

1 commento:

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

#1 04 Giugno 2006 - 15:44

Ecco perchè la sinistra vuole svuotare le carceri: ha bisogno di riempire il parlamento ! :-)
Monsoreau
#2 04 Giugno 2006 - 16:33

Dipendesse da me, con loro farei il contrario...
Vandeaitaliana
#3 05 Giugno 2006 - 15:35

Quella spiritosa satanista che ha lasciato un bel ricordino qui dentro , non creda che finisca qui.
Vandeaitaliana
#4 05 Giugno 2006 - 15:38

Un Abele morto non interessa a nessuno, molto meglio innalzarsi a vessillo di difensori di assassini: maggior visibilità e prestigio culturale. Auguri, Italia.
andreadaimola
#5 05 Giugno 2006 - 16:07

Ho aperto sul caso un topic nel Forum di Tocqueville.
Vandeaitaliana
#6 05 Giugno 2006 - 17:58

Bene, bravo, bis! GM
GMariniello
#7 07 Giugno 2006 - 12:00

Riguardo a Toqueville, si stanno attrezzando per arginare la deriva radicale, specie dopo le ultime uscite di Jimmomo.
ago86
#8 07 Giugno 2006 - 12:21

Ago, ho saputo ieri il nomignolo di Jim:

Jim Prono... :-) !

Appeno ho tempo verrò in Non Prevalebunt: è ora di lottare duro...
Salutami Histon.
Vandeaitaliana
#9 07 Giugno 2006 - 17:17

RIferiro'. Le contromisure di cui ti ho parlato le puoi trovare sul sorvegliato speciale, ne ho sentito parlare li'.
ago86