Gli imprenditori sono stanchi, e si vede. Stanchi di governicchi che da sessant'anni considerano chi rischia il proprio denaro solo limoni da spremere, governicchi sempre pronti ad abbassarsi ai pochi grandi oligarchi regalando paccate di Cassa Integrazione alle mega-industrie ed abbassandosi al volere dei sindacati contro le medie/piccole imprese. E così si sono ribellati alle storielle di Epifani a Varese, volte non solo ad attaccare la Legge Biagi, ma ancora una volta tese a santificare il "Mito" della resistenza.
Per questo sono esplosi quando il leader della CGIL ha detto: "Tra il 1943 ed il 1945 gli operai difesero le fabbriche."
Ma quando mai: anzi, gli scioperi del Marzo Aprile 1943 , sbandierati nella storiografia ufficiale resistenziale, furono in realtà dettati da questioni economiche e non politiche, come ricorda Renzo De Felice; e, seppur limitatissimi (esiste una tabella, al riguardo, sempre stilata dallo storico di cui sopra per Einaudi) , danneggiarono l'economia nazionale.
Ed anche Romolo Gobbi, storico del movimento operaio non certo di destra, a pag. 112 del suo "Una Revisione della resistenza" afferma: "Il fenomeno della partecipazione operaia alla resistenza, anche dal punto di vista dell' adesione alle organizzazioni che più direttamente facevano riferimento alla classe operaia, va dunque ampiamente ridimensionato."
Piuttosto è notorio come nel corso di quegli anni Mussolini si battè contro lo smantellamento delle fabbriche e l'invio delle macchine in Germania, e gli imprenditori grazie ad un certo doppiogichismo e appoggi svizzeri riuscirono a limitare i bombardamenti alleati; tant'è che l' Industria Italiana uscì praticamente indenne dalla Seconda Guerra Mondiale.
E questo chi lavora senza guardare l'orologio rischiando denaro proprio, lo sa bene.
2 commenti:
Ecco i commenti:
#1 07 Giugno 2006 - 15:47
paghino le tasse prima..
arpia
#2 07 Giugno 2006 - 16:57
La nostra acida visitatrice è prigioniera dei soliti stereotipi; come se fosse impossibile per i dipendenti evadere...
Vandeaitaliana
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