Dalla Polonia alla Romania, tutti i paesi ex-comunisti, esclusi Bielorussia e Serbia, sono con il Governo di Tbilisi. Non solo il Presidente Estone Toomas Ilves, quello Polacco Lech Kaczynski, quello Lituano Valdas Adamkus ed il Premier Lettone Ivars Godmanis in visita nella capitale georgiana si sono schierati con Saakashvili, ma anche la Romania, il cui Presidente Traian Basescu ha convocato d' urgenza il Consiglio Supremo per la Difesa del Paese. I conflitti congelati della zona del Caucaso e del Mar Nero interessano da vicino la politica estera romena ma, soprattutto, hanno appassionato il presidente Basescu che in passato non ha esitato ad accusare la Russia di voler trasformare il Mar Nero in “un lago russo”. In effetti, la sicurezza del Mar Nero è stata oggetto di frequenti dibattiti, come al summit Nato tenuto a Bucarest lo scorso Aprile, dove le aspirazioni della Georgia ad entrare nell’Alleanza nord atlantica sono state congelate da Francia e Germania.
Come si sa, la Romania confina con la Moldavia neo-comunista, dove esiste una minoranza russa importata da Stalin. Minoranza che nell' autoproclamata repubblica di Transnistria è divenuta agguerrita ed aggressiva. Transnistria diventata crocevia dei terroristi e contrabbandieri di mezzo mondo. E che è in situazione di belligeranza sospesa con la Moldavia. La cui rumenità non è mai stata in discussione, come dimostra il fatto d' aver voluto adottare una bandiera simile alla Madrepatria.
La Transnistria è presidiata tuttora da reparti russi, nonostante gli impegni internazionali hanno stabilito da tempo il loro ritiro, come in Ossezia Meridionale e l' Abkhazia. Logico che Basescu paventi provocazioni da parte dei reparti russi sia di qua che di là del Nistro, il fiume che divide lo Stato di Chisinau dalla Transnistria.
Perchè non è solo un conflitto etnico, a differenza del Kosovo, o geopolitico,ma è soprattutto energetico, di gasdotti ed oleodotti. La Russia, intervenendo in difesa dei separatisti dell’Ossezia del Sud, ha voluto anche dimostrare che la Georgia non è un'alternativa seria per il transito degli idrocarburi e neanche un potenziale membro della Nato. Così facendo, ha colpito direttamente lo sforzo della Romania e di altri stati Ue di ridurre la propria dipendenza energetica da Mosca. La guerra ha messo a rischio la sicurezza del sistema di trasporto energetico. Sono in pericolo futuri progetti, tra quali anche il gasdotto Nabucco. In questi giorni sono diminuite le quantità di gas e petrolio verso l’Europa che non transitano sul territorio russo. Tra l'altro, era appena stato inaugurato l’oleodotto Baku -Tbilisi-Ceyhan che trasporta oltre l’1% della quantità mondiale del petrolio dalla zona caspica all'Europa, diminuendo gli export della Russia verso il mercato occidentale. Da questo punto di vista anche il progetto Nabucco costituisce per la Russia una vera minaccia . Bucarest è interessata da anni a promuovere il progetto Nabucco, che dovrebbe trasportare gas dall’Iran e Turkmenistan verso l’Europa. I principali attori sono l’Unione europea da una parte e le compagnie multinazionali OMV (Austria) e Mol (Ungheria) dall'altra. Il progetto, sponsorizzato dagli USA, punta a tagliare fuori la Russia aggirandola. E nelle moderne ”guerre energetiche” si fa più spazio, per l’ennesima volta nella storia, il ruolo delle divisioni etniche, spesso usate per difendere interessi politici e geostrategici.
Anche il Presidente dell' Ucraina, Viktor Juščenko, ha immediatamente decretato restrizioni alla flotta Russa presente in Crimea, dove sussistono problemi simili, con la popolazione russofona sobillata da Mosca.
Il paragone con il Kosovo è dunque improponibile, e la crisi è da attribuirsi esclusivamente al rinato Nazionalbolscevismo di cui ho parlato in precedenza. Anche perchè la russificazione di tutte queste terre ricorda molto la jugoslavizzazione avvenuta in Istria e Dalmazia, anche se in modo meno cruento.
2 commenti:
Ecco i commenti:
#1 16 Agosto 2008 - 15:08
La Georgia è in effetti sotto l'ala israeliana...
Castruccio
#2 16 Agosto 2008 - 15:29
Sinceramente, se dovessi scegliere tra i Fratelli del Vecchio Testamento e coloro che in nome dell' Islàm, cominciando dal Libano, massacrano i Cristiani, so dove stare...
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