Sessant'anni fa nasceva il Movimento Sociale Italiano. Nessun partito in Italia potrà ridarmi l'orgoglio di essere appartenuto a quel branco di pazzi ed inguaribili romantici che non accettarono l'idea del tradimento del 25 Luglio e dell' 8 Settembre, e della sconfitta conseguenziale del 25 Aprile. Ma soprattutto innamorati di un' idea che fu definita dal Suo Creatore, Benito Mussolini, la più rivoluzionaria del XX Secolo, tesa a superare Capitalismo e Comunismo ed a cercare la concordia ed il dialogo tra le parti sociali, piuttosto che lo scontro classista.
Il 26 Dicenbre del 1946, nello studio romano di Arturo Michelini, Giorgio Almirante (nell'immagine un manifesto che esalta l'onestà del MSI), Pino Romualdi, Roberto Mieville, Giorgio Pini, Biagio Pace, Francesco Galante, Gian Luigi Gatti, Nicola Foschini, Giovanni Tonelli, Cesco Giulio Baghino e naturalmente Arturo Michelini, diedero vita a questo partito che ancora mi fa sentire giovane e voglioso di lottare nel pieno rispetto degli ideali dei fondatori; ideali che ancora oggi sono attuali, così come lo saranno domani. Ideali ben descritti in questo manifesto del Fronte della Gioventù: TRADIZIONE, UNITA' , IDENTITA' NAZIONALE, EUROPA. Manifesto dove la famosa immagine dei Marines americani dimostra la volontà di pacificazione vera, non quel falso pacifintismo che ha sempre caratterizzato l' Italia dell' arco costituzionale, dove i nemici di ieri vengono accettati come amici di oggi, pur avendo sempre in mente la Nostra Identità.
Identità che si può riassumere rievocando le parole di Giorgio Almirante nella relazione alla Direzione Nazionale il 25-26 Luglio 1970,dopo il clamoroso successo elettorale alle Regionali:
"...un partito non classista, quale il nostro ha l'onore di essere e proclamarsi, non può sollecitare nell'elettorato spinte di classe; cioè non può identificarsi con il ceto borghese o con il ceto proletario...". Parole attualissime, come si vede, in un Italia dove la sinistra sia con l' ultima campagna elettorale, sia con l'attuale Legge Finanziaria spinge per lo scontro sociale.
Identità e Valori ribaditi nella stessa Relazione:
"La gente viene con noi per trovare o RITROVARE qualche cosa: una garanzia, un retaggio, una bandiera, una disciplina, una moralità; un modulo di Civiltà; qualche cosa di ANTICO e di NUOVO, qualche cosa di diverso. Il grande tema dell' alternativa di sistema ci rende credibili da parte di un popolo che vuole autorità e libertà, ordine e giustizia, pulizia e pace civile".
Relazione attualissima, a dimostrazione della lungimiranza di Almirante:
"Durante la campagna elettorale abbiamo osservato che la lotta politica in Italia si era radicalizzata... Chi non lo ha capito prima delle ELEZIONI, lo ha capito SUBITO DOPO, quando il centrosinistra, facendo cadere ogni delimitazione nei confronti dei comunisti, ha inserito la sovversione nello Stato, il caos nella società, il disordine MORALE e POLITICO all'interno della stessa coalizione di governo...". Sembrano parole scritte oggi.
Così come incredibilmente contemporanee, che dovrebbero far riflettere tanti cari neo-antifascisti, casinisti ed un tantino follini, orfani dalle vedove radicali e giovanitristi paperellanti, risultano essere queste:
"La battaglia non si vince e non si conduce SENZA di NOI; ma da soli non la possiamo condurre e tantomeno vincere. Ciò NON SIGNIFICA che dobbiamo andare alla ricerca di compromessi e di patteggiamenti. Essere NOI STESSI significa incontrare gli altri sulla buona strada.".
Queste idee affascinarono molti giovani, come me ed altri, che non si riconoscevano allora nella cultura dell' odio della sinistra che cullava i loro figliocci di Lotta Continua, Avanguardia Operaia, Potere Operaio e delle SEDICENTI Brigate Rosse. Molti, troppi pagarono con la vita l'impegno di allora; tantissimi ebbero la vita segnata per sempre dalle ferite e dagli agguati. Per loro ed in loro nome, per il ricordo ed il rispetto che devo loro, la mia battaglia per l'unione di TUTTE le Destre, continua e continuerà, nello spirito delle parole che Giorgio Almirante volle lasciarci:
"Noi siamo caduti e ci siamo rialzati parecchie volte. E se l'avversario irride alle nostre cadute, noi confidiamo nella nostra capacità di risollevarci. In altri tempi ci risollevammo per noi stessi. Da qualche tempo ci siamo risollevati per voi, giovani, per salutarvi in piedi nel momento del commiato, per trasmettervi la staffetta prima che ci cada di mano, come ad altri cadde nel momento in cui si accingeva a trasmetterla. Accogliete dunque, giovani, questo mio commiato come un ideale passaggio di consegne. E se volete un motto che vi ispiti e vi rafforzi, ricordate: Vivi come se tu dovessi morire subito, Pensa come se tu non dovessi morire mai" .
Perchè:
"Quando vedi la tua verità fiorire sulle labbra del tuo nemico, devi gioire, perché questo è il segno della vittoria !".
1 commento:
Ecco i commenti:
#1 26 Dicembre 2006 - 16:12
Almirante è attualissimo. Pensa che ticket vincente con Berlusconi ! ;-)
Monsoreau
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