Il leader delle Brigate Radicali ha iniziato l'ennesimo sciopero della fame, teso questa volta a salvare la vita a Saddam Hussein.
Non vorrei tanto entrare nel merito della condanna; sono favorevole alla pena di morte, nel caso di efferati ed accertati delitti. Nel caso di Saddam ho qualche dubbio, e cioè se non fosse meglio tenerlo in vita non per motivi umanitari, ma per sapere qualcosa in più sul suo regime e sulle attuali formazioni terroristiche a lui legate. Ho l'esperienza della condanna a morte di Ceausescu, troppo furbescamente fatto sparire per tenere celati molti segreti di coloro che cavalcarono la Rivoluzione del 1989 con un colpo di stato che culminò con i fatti della Piazza dell' Università dell'anno dopo, fatti dimenticati in fretta in Occidente, e che, spazzando via gli studenti anticomunisti rumeni, favorirono il consolidamento del neo-comunista Ion Iliescu.
E comunque, dissento ampiamente sulla forca:per il rispetto dovuto ad un militare nemico, trovo giusto che se il popolo irakeno ha deciso per la pena capitale, è la fucilazione la pena da applicare.
Ma, ripeto, non di questo voglio occuparmi, ma di Pannella. E' il suo comportamento che mi lascia sconcertato: ora teso a salvare un criminale, mentre per Welby voleva l' omicidio di stato. Così come é nota la sua posizione e dei radicali su aborto, l'eutanasia, gli embrioni sfruttati, la droga assassina ed i PACS tesi ad estinguere l'umanità.
E soprattutto il fatto che sono anni che il Giacinto (questo il suo vero nome) imperversa con scioperi e scioperette di fame e sete, naturalmente seguitissimo dai media. Anni che vediamo affievolirsi la voce del capo, non certo per le sigarette che fuma, ma per la sua precaria condizione di salute dovuta a queste esibizioni. Ma, ZAC, arrivato ad un passo dalla fine, ecco l' angelo laico arriva a salvarlo in extremis.
A questo punto, poichè non credo che le autorità irakene cambino idea, consiglierei a Giacinto di andare fino in fondo, ed in nome della coerenza per la quale Non bisogna toccare Caino (mentre il povero Abele giace e si da' pace...), SI LASCI MORIRE, assistito dai suoi compagni di partito e dalle varie associazioni di lucacoscioni vari, sedato magari dal Dott. Riccio, per assistere ad un altro funerale laico. Avendo la coerenza di Bobby Sands e degli altri martiri di Maze.
Ma l' Allodola (così noi simpatizzanti della causa Irlandese amiamo chiamarlo), nonostante 66 giorni di sciopero della fame, fino all'ultimo espresse la volontà di NON voler morire; e così ebbe un bel funerale Cattolico e sulla sua tomba svetta una Croce Celtica,simbolo di fede (alla faccia di certe leggi liberticide italiane, che vorrebbero criminalizzarla...). Mentre siamo certi che il capo delle Brigate Radicali, teso a liberare l' Italia dal giogo clericofascista, preferirà alla fine rinunciare, tra gli applausi dei liberal/libertari di ogni colore, quelli di Sergio D'Elia, che di lotta armata se ne intende e dei vari neoantifascisti ed antipapisti che vorrebbero ridurre al silenzio quelli che sono troppo politicamente non allineati al buonismo trasversale, e che considerano FECCIA.
PENSACI, GIACINTO !!!
14 commenti:
Ecco i commenti:
#1 28 Dicembre 2006 - 14:53
Bellissimo port su quell'uomo per tutte le stagioni che é il Giacinto...
Ti ho copiato l'articolo di Veneziani sul mio blog..
Ciao!
Lontana
mammamia
#2 28 Dicembre 2006 - 15:45
Sta scritto: "Non uccidere".
Anto74
#3 28 Dicembre 2006 - 16:02
Anch'io auspico che Pannella faccia come Sands e che quelli che dovrebbero far contento Pannella, facciano come la Thatcher ... :-D
Ma temo che rimarrei deluso in ambedue i casi ... :-(
Monsoreau
#4 28 Dicembre 2006 - 16:12
Sta anche scritto:
"Tu sei Pietro, e su questa Pietra..."
E siccome Gesù ha dato le chiavi a Pietro, c'è un certo Catechismo che ti ho sempre invitato a comprare...
Vandeaitaliana
#5 28 Dicembre 2006 - 16:52
COmplimenti per il post e per quelo che dici di bevipiscio -Pannela che ripecchia perfettamente quello che dico e penso pure io.
Ho letto anche che dici di quel parolaio antiliberale di Robinik, che non ha la cultura di Veneziani quindi certe cose le capirà se le capirà solo a novant'anni.
COmplimenti per il blog, continua così, contro i radical-comunisti nichilisti e i liberlai di nome ma non di fatto.
Ciao
METAFISICO
#6 29 Dicembre 2006 - 08:56
Il catechismo (che ho letto, insegnato a bambini un tempo e ad adulti oggi) è molto meno della vera e viva parola di Dio, consegnata a Mosè, che è categorica e dice: "Non uccidere".
Anto74
#7 30 Dicembre 2006 - 10:28
Mi sembrava di essere stato chiaro:il Post era su Pannella,non sulla condanna a Saddam;ma come sempre Anto74 capisce quello che vuole lui.
Armato di pazienza Cristiana, ero già stato buono a rispondergli.
Che non si dica poi,che non sono bravo :-) !
E per questo gli rispondo di nuovo.
E' molto grave che tu abbia insegnato il Catechismo e lo insegni,perchè oltre a conoscerlo poco (2263-65;2267 e 2307.2310), ma è soprattutto gravissimo che tu faccia uso delle Sacre Scritture come piace a te.
Per uno dei 2 seguenti motivi:
1)O le ignori.
2)Oppure per colpevole Relativismo.
Infatti,proprio nell' Esodo, Capitolo 21, 12-17,proprio dopo aver consegnato le Leggi a Mosè, il Signore dice:
"Chi percuote un uomo, da farlo morire, sia messo a morte....se trama contro il suo prossimo per ucciderlo con inganno, anche dal mio altare lo trarrai per farlo morire.Colui che percuote suo padre e sua madre, sia messo a morte. Colui che ruberà una persona,sia che la venda,sia che si trovi in suo possesso,sia messo a morte. Chi maledice il proprio padre o la propria madre, sia messo a morte."
Se andiamo avanti, al Capitolo 32, Mosè fa uccidere tremila idolatri...
Vandeaitaliana
Io capirò quello che voglio io, ma tu leggi solo nel libro che piace a te e citi il Catechismo a sporposito come i musulmani citano il corano per giustificare le loro malefatte!
Andiamo per ordine e vediamo un pò.
Dici di leggere il catechismo ai numeri 2263-2267. E citiamoli per come sono.
La legittima difesa
2263 La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un'eccezione alla proibizione di uccidere l'innocente, uccisione in cui consiste l'omicidio volontario. “Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l'altro è l'uccisione dell'attentatore. . . Il primo soltanto è intenzionale, l'altro è involontario” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].
2264 L'amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. E' quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:
Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita. . . E non è necessario per la salvezza dell'anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l'uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].
(segue)
2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l'ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell'autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità.
2266 Corrisponde ad un'esigenza di tutela del bene comune lo sforzo dello Stato inteso a contenere il diffondersi di comportamenti lesivi dei diritti dell'uomo e delle regole fondamentali della convivenza civile. La legittima autorità pubblica ha il diritto ed il dovere ha il diritto ed il dovere di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto. La pena ha innanzi tutto lo scopo di riparare il disordine introdotto dalla colpa. Quando è volontariamente accettata dal colpevole, essa assume valore di espiazione. La pena poi, oltre che a difendere l'ordine pubblico e a tutelare la sicurezza delle persone, mira ad uno scopo medicinale: nella misura del possibile, essa deve contribuire alla correzione del colpevole.
2267 L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.
Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56].
Intanto ti faccio notare che i primi tre non si applicano affatto a Saddam che era, dal momento della cattura, in buonissime mani (quelle americani) e perciò inoffensive. C'entra poco la legittima difesa con un dittatore sanguinario disarmato, arrestato e processato.
Ho voluto riportare il 2266, da te chissà perché saltato, perché quanto fatto a Saddam Hussein va contro di esso innanzitutto perché c'erano altri crimini di cui il dittatore doveva rispondere... su cui non ci sarà giustizia... e soprattutto perché la pena deve "difendere l'ordine pubblico", mentre la morte di Saddam ha causato una nuova ondata di crimini da parte dei sunniti...
Sul 2267 c'è poco da dire... parla da solo... soprattutto nel suo terzo capoverso quando dichiara inesistenti i casi di assoluta necessità di soppressione del reo... figurati nel caso di Saddam!
Vogliamo andare avanti? Vogliamo citare i numeri 2307-2310?
E leggiamoceli, si... perché ho seri dubbi che tu lo abbia fatto...
Evitare la guerra
(segue)
2307 Il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la Bontà divina ci liberi dall'antica schiavitù della guerra [Cf ibid., 81].
2308 Tutti i cittadini e tutti i governanti sono tenuti ad adoperarsi per evitare le guerre.
“Fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un'autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa” [Cf ibid., 81].
2309 Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente:
- Che il danno causato dall'aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo.
- Che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci.
- Che ci siano fondate condizioni di successo.
- Che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.
Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della “guerra giusta”.
La valutazione di tali condizioni di legittimità morale spetta al giudizio prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune.
2310 I pubblici poteri, in questo caso, hanno il diritto e il dovere di imporre ai cittadini gli obblighi necessari alla difesa nazionale.
Coloro che si dedicano al servizio della patria nella vita militare sono servitori della sicurezza e della libertà dei popoli. Se rettamente adempiono il loro dovere, concorrono veramente al bene comune della nazione e al mantenimento della pace [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 79].
Mi spieghi che c'entra la guerra con l'esecuzione di Saddam? Forse che la pena capitale a Saddam si configura in qualche modo come atto di guerra? Rovesciato il dittatore la guerra non era finita per trasformarsi in missione di pace?
(segue)
Ma veniamo alle scritture...
Legittimo fermarsi al vecchio testamento... io però vado un pò più avanti e leggo Matteo (5, 38 e segg.).
[38]Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; [39]ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guanciadestra, tu porgigli anche l'altra; [40]e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. [41]E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. [42]Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
[43]Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; [44]ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, [45]perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46]Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? [47]E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48]Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Anto74
#9 03 Gennaio 2007 - 14:31
Perseverare è diabolico.
Nella assoluta volontà monocorde di cercare di leggere quello che non ho detto, da bravo cattocomunista, Anto74 va avanti nella sua strada.
Rischiando di finire, come diconi i giovani moderni, OUT-of Topic. Anzi, ci finisce proprio.
Ma proprio in osservanza alle Sette Opere di Misericordia, cerco di fargli capire che il post, non solo era su Pannella, ma anche che non avevo voluto entrare nel merito sulla condanna di Saddam. Pur essendo a favore della pena di morte. Certo che a sentire i piagnistei di certa gente, vien voglia di esprimersi a favore anche in questo caso.
*********
Veniamo ora al Catechismo:la versione lunga è assolutamente riservata agli insegnanti,perchè tanti Fedeli se dovessero leggerlo tutto, entrerebbero in crisi.
Per questo Papa Benedetto XVI ha voluto pubblicare il Compendio nel Luglio 2005, molto più incisivo.Ed è quello in mio possesso come Libro e pubblicato nel Sito Ufficiale Vaticano.
Sono costretto quindi a pubblicare questo,per non annoiare eventuali lettori esterni:
467. Perché la legittima difesa delle persone e delle società non va contro tale norma?
(segue)
2263-2265
Perché con la legittima difesa si attua la scelta di difendersi e si valorizza il diritto alla vita, propria o altrui, e non la scelta di uccidere. La legittima difesa, per chi ha responsabilità della vita altrui, può essere anche un grave dovere. Tuttavia, essa non deve comportare un uso della violenza maggiore del necessario.
468. A che serve una pena?
2266
Una pena, inflitta da una legittima autorità pubblica, ha lo scopo di riparare il disordine introdotto dalla colpa, di difendere l'ordine pubblico e la sicurezza delle persone, di contribuire alla correzione del colpevole.
469. Quale pena si può infliggere?
2267
La pena inflitta deve essere proporzionata alla gravità del delitto. Oggi, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere il crimine rendendo inoffensivo il colpevole, i casi di assoluta necessità di pena di morte «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti» (Evangelium vitae). Quando i mezzi incruenti sono sufficienti, l'autorità si limiterà a questi mezzi, perché questi corrispondono meglio alle condizioni concrete del bene comune, sono più conformi alla dignità della persona e non tolgono definitivamente al colpevole la possibilità di redimersi."
Come si vede, è proprio il 2366 che legittima la condanna di Saddam: si parla di ordine pubblico e sicurezza delle persone;mi sembra evidente che ,nonostante il carcere, Saddam, anche attraverso il comportamento durante il processo, abbia fatto chiaramente intendere che a capo del Partito Baathista irakeno ci fosse ancora lui; con relativi attentati.
Altro che causare la sua morte i nuovi attentati ! Hussein disponeva, ancor al momento del processo, una lunga schiera di militanti.
(segue)
2267: ed ecco che Anto si mangia le parole:
"sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” .
NON C' E' SCRITTO INESISTENTI.
Siamo in un caso specifico di Guerra e Terrorismo, con possibilità da parte di Saddam di reiterare gli omicidi, attraverso i seguaci.
Ricordo che l' Omicidio ha anche il Mandante, che è colpevole come l'esecutore. Come nel caso dell' assassino Sofri, per esempio.
Vandeaitaliana
#10 03 Gennaio 2007 - 14:37
Veniamo ora alla guerra.
Nel Compendio si legge chiaramente, al 2307 e seguenti:
483. Quando è moralmente consentito l'uso della forza militare?
2307-2310
L'uso della forza militare è moralmente giustificato dalla presenza contemporanea delle seguenti condizioni: certezza di un durevole e grave danno subito; inefficacia di ogni alternativa pacifica; fondate possibilità di successo; assenza di mali peggiori, considerata l'odierna potenza dei mezzi di distruzione.
484. In caso di minaccia di guerra, a chi spetta la valutazione rigorosa di tali condizioni?
2309
Essa spetta al giudizio prudente dei governanti, cui compete anche il diritto di imporre ai cittadini l'obbligo della difesa nazionale, fatto salvo il diritto personale all'obiezione di coscienza, da attuarsi con altra forma di servizio alla comunità umana.
485. In caso di guerra, che cosa chiede la legge morale?
2312-2314
2328
La legge morale rimane sempre valida, anche in caso di guerra. Essa chiede che si trattino con umanità i non combattenti, i soldati feriti e i prigionieri. Le azioni deliberatamente contrarie al diritto delle genti e le disposizioni che le impongono sono dei crimini che l'obbedienza cieca non serve a scusare. Si devono condannare le distruzioni di massa come pure lo sterminio di un popolo o di una minoranza etnica, che sono peccati gravissimi: si è moralmente in obbligo di fare resistenza agli ordini di chi li comanda.
486. Che cosa bisogna fare per evitare la guerra?
2315-2317
2327-2330
Si deve fare tutto ciò che è ragionevolmente possibile per evitare in ogni modo la guerra, dati i mali e le ingiustizie che essa provoca. In particolare, bisogna evitare l'accumulo e il commercio delle armi non debitamente regolamentati dai poteri legittimi; le ingiustizie soprattutto economiche e sociali; le discriminazioni etniche e religiose; l'invidia, la diffidenza, l'orgoglio e lo spirito di vendetta. Quanto si fa per eliminare questi ed altri disordini aiuta a costruire la pace e ad evitare la guerra.
Come si legge CHIARAMENTE, riguardo alla Guerra contro l' Irak, non vi è nessun impedimento morale.
Vandeaitaliana
#11 03 Gennaio 2007 - 14:43
Veniamo ora a far parlare il Cardinale Biffi, sul pacifintismo.
Le correnti pacifiste e non violente del nostro secolo si richiamano al pensiero dello scrittore russo Leone Tolstoj il quale — come sostiene il card. Giacomo Biffi — riscrivendo il Vangelo, ed eliminando ogni dimensione soprannaturale di Cristo e del suo insegnamento, tutto riduce ad una proposta morale formulata in cinque punti. Uno di questi punti riguarda "il principio della non resistenza al male e della radicale e assoluta non-violenza". In virtù di questo principio, il delinquente deve essere solo ammonito; alla prepotenza, sia individuale sia delle nazioni bisogna sempre cedere; alle armi dei malvagi non si possono opporre le armi; l’idea stessa di giudizio e di pena viene vanificata; le funzioni di polizia e il servizio militare sono intrinsecamente immorali, lo Stato stesso non è che un brigantaggio organizzato.
Lo stesso card. Giacomo Biffi recepisce e fa sua la risposta che il filosofo russo Vladimir Sergeevic Soloviev dà a Tolstoj con le seguenti considerazioni:
— La dottrina della non violenza è inaccettabile ed in effetti è antievangelica, proprio perché porta alla non difesa dei deboli e privilegia i forti prepotenti.
— Esaminiamo questa teoria tolstojana nel caso concreto. Io vedo un assassino che sta uccidendo un uomo. Secondo Tolstoj non avrei il diritto di intervenire per disarmarlo con la forza; devo solo cercare di persuaderlo con le parole. Ma così facendo non rispetto la dignità umana né dell’aggredito né dell’aggressore, lasciando l’uno e l’altro, in maniera diversa, in balìa degli impulsi cattivi.
— Inoltre — dice il filosofo — la violenza non è intrinsecamente immorale: è immorale se con essa si avvilisce la persona al rango di strumento, ma non in sé. Perciò, si può fare violenza, per salvarlo, a chi sta per annegare e si dibatte nell’acqua, o a un bambino che non vuol sottoporsi a un necessario intervento chirurgico.
Vandeaitaliana
#12 03 Gennaio 2007 - 14:50
Veniamo ora al Nuovo Testamento, CHE NON SOSTITUISCE MA COMPLETA IL VECCHIO.
Proprio qualche Domenica fa, avevo segnalato il Vangelo di quel giorno,sui Miltari:
"ad un gruppo di soldati che si presentano dinanzi a Giovanni Battista e gli chiedono che cosa debbano fare per salvarsi, questi risponde: "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe" (Lc. 3, 14). (Non dice, cioè, di abbandonare il servizio militare).
E Gesù stesso non prende posizione contro i Militari,anzi:
Gesù guarisce il servo del centurione il quale, vedendo Gesù stesso andare verso la sua casa dice: "Signore, non stare a disturbarti, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito". Gesù è ammirato delle parole del centurione ed esclama: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande" (Lc. 7, 6-9). È questa una lode straordinaria che Gesù rivolge ad un militare romano.
Sul Calvario, al momento della morte di Gesù, il centurione e quelli che con lui facevano la guardia, sentito il terremoto e visto quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio" (Mt. 27, 54). È una grande testimonianza che i soldati danno nei confronti di Gesù. Un altro centurione è il primo dei pagani che si converte al cristianesimo e riceve il battesimo dall’Apostolo Pietro (Atti 10, 1-48).
Fu ancora un altro centurione che salvò la vita di San Paolo, allorché, durante il naufragio della nave che lo portava a Roma, gli altri soldati romani di guardia volevano uccidere lui e tutti i prigionieri che erano sulla nave (Atti 27, 43).
Vandeaitaliana
#13 03 Gennaio 2007 - 15:01
Su Matteo, mi sono più volte espresso, sia citando Maggiolini che il Cardinale De Paolis:non voglio continuare a postare certe cose, per non annoiare e non annoiarmi.
Vorrei ora postare un Padre della Chiesa, Sant'Agostino:
"La pace — scrive Agostino — deve essere nella volontà e la guerra solo una necessità, affinché Dio ci liberi dalla necessità e ci conservi nella pace! Infatti non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si fa la guerra per ottenere la pace! Anche facendo la guerra sii dunque ispirato dalla pace in modo che, vincendo, tu possa condurre al bene della pace coloro che tu sconfiggi" (Sant’Agostino, Le lettere, III, 189, 6).
Riprendendo il motto Romano, "Se vuoi vivere in pace, prepara la guerra".
Tesi ribadite successivamente da San Tomaso .
Più tardi San Roberto Bellarmino conferma la dottrina della guerra giusta e precisa che, essendo la guerra un mezzo per la pace, "ma un mezzo molto grave e molto pericoloso, non vi si può ricorrere subito; prima di farlo si deve tentare di difendere la pace per le vie meno onerose, soprattutto chiedendo al nemico la debita soddisfazione".
Da parte sua, Francisco Suárez approfondisce la dottrina della guerra giusta sia quanto alle condizioni che la rendono tale, sia quanto al modo conveniente moralmente di condurre una guerra (Jus ad bellum, jus in bello).
Vandeaitaliana
#14 03 Gennaio 2007 - 15:06
Voglio fermarmi, qui, per non intasare il mio Blog di altre decine di citazioni e prove sulla posizione della Chiesa sulla Pena, la Guerra,la Legittima Difesa; mi sembra che questo possa ampiamente bastare, mentre non ho trovato nessuna risposta al riferimento a Mosè ed a quello descitto nel Vecchio Testamento: forse la Torah è troppo antiquata per chi si ostina a considerarsi NON SCOMUNICATO, nonostante il voto dato a Prodi ?
*********
E nella ferma convinzione che tutto questo che è stato scritto qui, con Pannella non c'entri nulla...
Vandeaitaliana
#15 04 Gennaio 2007 - 06:56
Certo!
S'è capito che Saddam non c'entra col post!
Non ti è mai capitato di arrivare a parlare di Taormina avendo iniziato una chiacchierata sugli scavi di Pompei?
Anto74
#16 07 Gennaio 2007 - 17:39
Ma non solo Saddam non c'entra nulla col post: anche la tua visione personale del catechismo, c'entra assai ben poco.
Salutaci Hereticus :-) !
Vandeaitaliana
#17 08 Gennaio 2007 - 08:23
Sarai servito.
Anto74
#18 08 Gennaio 2007 - 16:52
Farai bene...
Vandeaitaliana
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