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domenica 30 luglio 2006

LIBERI TUTTI !

Usciranno. Usciranno e saranno oltre 12.000. Anche di più. Qualcuno pronto a colpire di nuovo, e poi ci saranno i soliti articoli sui giornali, i servizi ai tiggì, parole e parole e parole. Ma ci saranno altri Abele sacrificati nel nome del perdonismo a senso unico, che apre la gabbia a tutti senza sincerarsi, caso per caso, se chi sarà scarcerato sia veramente cambiato e pronto per essere inserito di nuovo nella società.

Fra un anno uscirà Erika De Nardo, già celebrata dal furbetto rapper Fabri Fibra; pronto per lei un posto sull' Isola dei Famosi. Tra 5 anni potrà uscire Pietro Maso, tra tre anni Annamaria Botticelli e Maria Filomena Sica, che uccisero l'amica Nadia Roccia. Ed in anticipo uscirà anche Gianfranco Stevanin. E molti, molti altri. Questa è l' Italia che le sinistre vogliono. Un' Italia che fa paura. Un' Italia che non mi piace. Un' Italia allo sbando.

venerdì 28 luglio 2006

Gli interisti sinistri non festeggiano ? E io godo il doppio !

Confesso: non volevo scrivere sullo scudetto assegnato alla Beneamata, ma dopo aver letto Libero di oggi, ho cambiato parere. Michele Serra, Lella Costa, Roberto Vecchioni ed altri sinistri e prodi tifosi nerazzurri non sono contenti della vittoria assegnata all' Inter per il campionato trascorso. Bene , ed io godo doppio !!!

Godo normale perchè questo scudetto è un premio all' onestà nerazzurra, depredata in più occasioni dalla Vecchia Signora: 1960-61, invasione del Comunale a Torino per Juventus-Inter. Partita prima data persa alla Juve, poi fatta ripetere; Presidente FIGC:Umberto Agnelli. 1966-67, un Mantova motivatissimo batte i nerazzurri all'ultima giornata. E poi i 2 recenti campionati, quello del rigore su Adriano e gli almeno 17 episodi a favore dell' equipe moggiana e quello del 5 Maggio, con un' Atalanta anche qui motivatissima che viene a vincere a San Siro a poche giornate dal termine del campionato, il goal annullato in Chievo-Inter ed un Moggi straparlante tutta la settimana precedente l'ultima partita, con conseguente Udinese-Juve praticamente non giocata. Uno scudetto che premia tutti i tifosi nerazzurri per le sofferenze e gli sfottò patiti in questi anni, con la certezza che l'onestà, contrariamente alle speranze dei disonesti, alla fine PAGA. E con la soddisfazione di essere rimasta l' unica squadra italiana Mai retrocessa in serie B.

Godo doppio perchè non ho mai sopportato questi prodi e sinistri tifosi nerazzurri,forse sospinti dalle simpatie della signora Milly Moratti, o meglio non ho sopportato il loro tifo per una squadra, a cominciare dalla Curva Nord per arrivare al mai troppo poco rimpianto Peppino Prisco, al Presidente Visconti ed all' Onorevole Franco Servello come dirigente avuti in passato, che è sempre stata considerata giustamente di Destra , Destra a cui appartiene il senso di giustizia ed il desiderio di vedere tutelata la vittima attraverso la condanna del colpevole, non per voglia di vendetta, ma per impedire altre malefatte. Destra che non approva grazie, indulti ed amnistie che in Italia generosamente regaliamo.

Prodi e sinistri interisti, voi non festeggiate ? Ed io, oplà, metto fuori la bandiera dalla finestra, e stappo Champagne. Voi, per piacere, cambiate squadra, che con Noi non c'entrate !

venerdì 21 luglio 2006

Vorrei una Grande Destra, unita e forte.

Eccomi di ritorno dal Convegno di Azione Universitaria, cui ero stato invitato, pur conoscendo chi mi fece l'invito la mia posizione critica verso quel partito. Vorrei così tranquillizzare che la pubblicazione del programma (qui e nel blog di Histon Non Prevalebunt) non aveva scopo propagandistico, ma semplicemente informativo ed anche di riconoscenza verso chi cerca il dialogo. Non ho votato AN e non lo voterei neanche adesso, ma sono sensibile alle aperture.

Al di là della mia partecipazione, ho portato a casa diverse impressioni.

1) Come ho sempre scritto, il futuro culturale e partecipativo della Destra è nei giovani, stanchi di una cultura egemone marxista, laicista, antifascista da piazza, contro la Famiglia e la Patria. Così come accade nei raduni Cattolici , ho visto entusiasmo e voglia di fare.

2) Giovani disorientati al tempo stesso per certe svolte che Fini vorrebbe dare ulteriormente al partito, guardando al centro. E giovani che si sentono frenati dai paletti e confini messi in cerca di una legittimazione antifascista da arco costituzionale ormai putrefatto. Non è al centro cui si deve puntare, ma alla creazione di una Grande Destra, un contenitore in cui possano trovare posto TUTTE le diverse componenti della Destra: Liberali (ma non i libertari: sì ad un Dalla Vedova, ma porte chiusissime a chi crede ancora alle leggende nere anticristiane e contiunua a riproporle), Cattolici, Nazionalisti, Reazionari,Federalisti, Monarchici,Conservatori, arrivando anche a chi non considera il Fascismo il male assoluto, ma un'esperienza politica legata a quel periodo storico e che ebbe il consenso, tranne pochissimi dissidenti, di TUTTO il Popolo Italiano. Per essere chiari , una Destra che vada dalla Lega alle nuove esperienze autonomiste del sud, da Marcello Pera ed alla componente conservatrice e liberale di Forza Italia ad i Cattolici che si turano il naso come Socci votando CCD nonostante Casini e Follini la cui anima dorotea è visibile anche ad un cieco, da AN fino alla Destra Radicale che si riconosca nella Tradizione Cattolica come la Mussolini degli ultimi tempi e nella Fede che accompagnò Massimo Morsello negli ultimi anni della sua vita.

Una Grande Destra che sogno fin dalle mie prime apparizioni nel web, lontano 2000 , addolorandomi per le divisioni per me incomprensibili e nate da una Fiuggi unilaterale ed imprevista e troppo poco riconoscente verso migliaia di militanti che sacrificarono la propria gioventù in nome di un' Idea e di un' Identità. Visitando Forum e Web dove trovavo odi reciproci, mentre il vero sconfitto dalla storia, il comunismo, si leccava le ferite e preparava nuove strategie per riproporre la loro ideologia senza futuro, o con nuovi nomi e simboli, od anche , spudoratamente, riproponendo la falce e martello e le bandiere rosse che nel mondo hanno rappresentato solo morte e miseria. Grande Destra che potrebbe raccogliere ben oltre il 20 %, fors' anche il 25 %, abbattendo la barriera del 12 % che Fini non riesce a superare, neanche con tentativi strampalati come l' Elefantino. Grande Destra che troverebbe naturale allearsi ma anche essere egemone nei confronti del Centro restante.

Una Grande Destra che abbia la grandezza ed il coraggio di riproporre Valori autentici ed immortali, che fanno sorridere i sinistri, ma fanno inorgoglire chi li riconosca, ben rappresentati da Dio, Patria e Famiglia, una triade attaccata ed odiata da chi, da sessantanni cerca di disgregare tali Valori.

Valori dai quali non possiamo prescindere e nemmeno mostrare aperture per accontentare tutti, come l'apertura ai PACS proposta da Giordano Bruno Guerri sul Giornale del 20 Luglio ma anche in animo a qualcuno di AN, come ho sentito al convegno.

Una Grande Destra che smetta di litigare sulle piccole cose, e pronta ad abbattere un avversario che ogni giorno mi preoccupa per quello che sta facendo per instaurare un regime a senso unico.

martedì 18 luglio 2006

Dedalo e la sfida di domani.

Dedalo e la sfida di domani.


VERSILIA 2006
"Dedalo e la sfida al Domani"

19, 20 e 21 luglio.
Tre giorni di formazione per la Destra universitaria.
Sono convocati tutti i quadri politici e istituzionali di Azione Universitaria.

IL PROGRAMMA
19, 20 e 21 luglio 2006

Programma degli appuntamenti interni ed aperti al pubblico di "Versilia 2006; Dedalo e la sfida al Domani".
Tutti gli appuntamenti si svolgeranno presso le Piscine Oliviero, lungo mare di Poveromo, Marina di Massa.

MERCOLEDÌ 19 LUGLIO

ORE 15:30
PRESENTAZIONI COMMISSIONI

ORE 16:30
Commissione Politiche Universitarie Rappresentanze studentesche: dal Consigliere di Facoltà al Senatore Accademico
(Interverranno i rappresentanti di AU al CNSU).
Responsabile: Piero Cavallo (Capogruppo di AU al CNSU)

Commissione comunicazione
Ore 16:30 Comunicazioni grafica: dal manifesto al volantino
( Federico Mollicone e Francesco Filini)
Responsabile: Francesco Zappulla (Esecutivo AU)

ORE 18:00
Inaugurazione Mostra “Almerigo GRILZ” e ricordo di Paolo Borsellino
(Interviene Gian Micalessin e l'On. Roberto Menia)
Responsabile: Alessandro Leccacorvi (Dirigente Nazionale AU)
Inizio dei Lavori con : Sen. Altero Matteoli, On. Roberto Menia, On. Marco Martinelli, On. Riccardo Migliori, Sen. Achille Totaro, Maurizio Bianconi.
Modera: Giuseppe Gonnella (Esecutivo Nazionale AU)

GIOVEDÌ 20 LUGLIO
1- Commissione Politiche Universitarie
ore 10:00 Assemblee studentesche e mobilitazioni: prepariamo l’opposizione al Ministro Mussi.
Responsabile Maurizio Marrone (Esecutivo AU)
ore 11:30 Storia delle riforme universitarie
(Interverrà On. Maria Grazia Siliquini)
Responsabile Luca Alfieri (Esecutivo AU)

2 - Commissione Comunicazione
Ore 10:00 Rapporti con i media: dal comunicato alla conferenza stampa
(Michele De Feudis, Antonella Giuli, Carlo Fidanza).
Responsabile Fabio Raimondo (Direzione AU)
Ore 11:30 Comunicazione virtuale : siti, blog, chat, forum
(Andrea Mancia – ideatore di www.tocqueville.it, Gianluca Petrillo, ex responsabile internet del Ministero delle Comunicazioni, i 10 bloggers del centrodestra più cliccati, Roberto Chibaro- direttore di www.unimagazine.it)
Responsabile: Luigi Di Gennaro(Direzione AU)

3- commissione cultura e associazionismo
Ore 10:00 Attività ricreative e attività sportive: organizzazione serate, feste e tornei sportivi
(Claudio Barbaro – Presidente nazionale ASI)
Responsabile: Simone Ghidoni (direzione AU)
Ore 11:30 Iniziative culturali e associazionismo
(Guido Giraudo per Lorien- Marco Scurria per MODAVI – Prof. Mario Ciampi - Centro studi di AN, Francesco Grillo Presidente di Interazioni).
Responsabile: Matteo Petrella (Direzione AU)
Ore 15:00 La nostra storia
( Salvatore Dama- Direttore Destra.it , Paolo Di Caro)
Responsabile Antonella Zedda (Esecutivo Nazionale AU)

Ore 16:00
“Alle frontiere della Vita: ricerca scientifica e responsabilità della Politica” On. Gianni Alemanno
Sen. Alfredo Mantovano
Modera: Vittorio Pesato
(Vicepresidente nazionale e Coordinatore eletti Azione Universitaria)

Ore 18:00
“Identità e futuro – La sfida per un nuovo centro destra”
On. Maurizio Gasparri
On. Ferdinando Adornato
On. Francesco D’Onofrio,
Gennaro Malgieri,
Antonio Socci
Modera: Claudio Milazzo
(Vicepresidente nazionale AU)

Ore 23:00 Festa in Capannina

VENERDÌ 21 LUGLIO
Ore 10:30
Tavola rotonda “Identità”
On. Ignazio La Russa
Carlo Panella, e Giampiero Cannella
Presenteranno i libri:
“Il Libro nero dei regimi islamici” e ”Rivoluzione Blu”.
Modera: Simone Pelosi
(Vicepresidente Nazionale AU)



Ore 12:00 “Quale Destra?”
On. Gianfranco FINI incontra Azione Universitaria.

Introducono: Giovanni Donzelli e On. Giorgia Meloni

Ore 15:00
Assemblea plenaria interna di Azione Universitaria


Dedalo, ottimo fabbro inventore abile e ingegnoso, chiuso nel labirinto da lui stesso costruito, per conquistare la libertà guardava al cielo.
Dedalo pensò di fabbricare due paia di grandi ali fatte di penne e piume di uccelli: le penne erano intrecciate tra di loro, mentre le piume erano tenute insieme con della cera.
Quando le ali furono pronte, Dedalo le legò sulle spalle di Icaro, con le lacrime agli occhi raccomandando al figlio di non volare né troppo alto perché il Sole avrebbe sciolto la cera né troppo basso perché l’acqua del mare avrebbe inumidito le piume. "Seguimi" aggiunse "e non cambiare direzione".
Ma Icaro inebriato dalla velocità e dalla sensazione di leggerezza del volo, trascinato dall'ambizione, esaltato dal compiacimento di sè stesso, volle salire ancora di più, dimenticando gli insegnamenti ricevuti.

Non gli bastava volare, voleva salire sopra tutto e tutti, volle violare l'ordine naturale e così precipitò in fondo al mare.
Il calore del sole sciolse la cera che teneva insieme le piume, perse quota, l’acqua del mare bagnò quel che restava delle sue ali e Icaro, caduto in mare, fu da esso inghiottito inesorabilmente.


Questo campo di formazione vuole essere all'insegna di Dedalo, l'istruttore saggio, che sceglie di volare per conquistare la libertà. Dedalo che vola alto, ma che non si lascia inebriare dai successi, mantiene ferma la traiettoria.

lunedì 17 luglio 2006

Agnoletto in vacanza a San Pietroburgo.

Conoscete gli OMON ? Sono i reparti speciali antisommossa Russi;ebbene, sono stati utilizzati per scortare i no-global all'interno dello stadio cittadino, ben lontano dal centro dove si svolgono gli incontri dei Capi di Stato. 20 manifestanti comunisti sono stati fermati dalla polizia e altri 400 attivisti sono stati rinchiusi nello stadio dove si svolge il Social forum alternativo al G8. Un corteo organizzato dal Partito comunista russo e' stato bloccato sul nascere dagli agenti. "Non saranno autorizzate manifestazioni", aveva promesso Sergei Prikhodko, un collaboratore del presidente Vladimir Putin. In 300 hanno pero' sfidato il 'niet' seguito all'autorizzazione data in un primo momento e hanno tentato di sfilare nel centro di San Pietroburgo. La polizia ha spiegato di essere intervenuta per rimuovere i cartelli offensivi verso la Russia e gli "otto parassiti" e per sedare una rissa scoppiata tra gli stessi manifestanti. Gli attivisti sostengono invece di essere stati caricati senza motivo. Divieto di manifestare in citta' alche per i No global accampati nello stadio Kirov, in un isolotto a circa venti chilometri dal centro. Per non correre rischi la polizia ha messo i lucchetti ai cancelli tra le urle di protesta dei manifestanti. Il presidio e' coordinato dal Network russo contro il G8 (RnaG8) che aveva organizzato un altro corteo di protesta pr far sflare almeno un centinaio di No Global. "Ci hanno relegato in uno stadio completamente isolato della citta' e totalmente militarizzato - ha protestato l'eurodeputato del Prc, Vittorio Agnoletto - si tratta di una vera e propria prigione. Ho fatto tantissimi social forum e questa e' la prima volta che mi capita". Al Social forum erano attesi 4mila manifestanti ma ne e' arrivato appena un decimo, anche perche' almeno 200 russi in viaggio da tutte le parti del Paese sono stati fermati sui treni, hanno raccontano gli organizzatori di RnaG8.

Vista la recente fine di Basayev, il criminale terrorista ceceno responsabile della strage di Beslan, Agnoletto e compagni , capendo benissimo il clima, si sono adeguati e fanno i bravi ragazzi.

domenica 16 luglio 2006

La rivincita dei NERDS.

Riprendo l'articolo di Marcello Veneziani apparso su Libero di Sabato 15. Per farlo mio.

Si, perchè ormai non c' è limite al peggio, ed in quest' italietta cresciuta da scuole che hanno livellato sempre più in basso il grado di cultura, che hanno appiattito le menti per passarle alle COOP ed alle varie collettivazioni statali o para-private, aiutate troppe volte da un capitalismo paesano da consuma e fuggi, il turpe, il volgare, il deleterio sta dominando; un italietta che ci passa Fabri Fibra che scrive una canzone sull' assassina di Novi Ligure, un' italietta che vuole eternamente patteggiare i propri reati, e che spesso non ha ritegno, come i nuovi dirigenti juventini; un' italietta pronta sempre all' indulto ed all' amnistia.

In quest'italietta, i giovani, come ricorda Veneziani, vengono cresciuti nella sciagurata idea che chi non accetta le regole bovine del gruppo (che forse sarebbe meglio chiamare mandria o gregge), sia da considerare un povero sf***to, abbietto, da emarginare se non da eliminare. Come i NERDS di un celebre film degli anni '80.

E NERDS sono coloro che non si drogano, nonostante nell' arco di 5 anni sia raddoppiato il consumo di cannabis e di cocaina, triplicati gli stimolanti e gli allucinogeni, con crescita spaventosa dei decessi (600 lo scorso anno). Droghe che spappolano i cervelli nell' età dello sviluppo, aumentando insoddisfazione, maleducazione, arroganza e senso dell'impunità, alterando spesso anche i bioritmi. Ma questo governicchio, per affrontare il problema, pensa alla liberalizzazione.

Ed i NERDS sono coloro che non ritengono che la soluzione ai problemi affettivi sia il sesso sfrenato, le esperienze omosessuali, l'infedeltà. NERDS sono considerati coloro che pensano alla Verginità ed alla Castità come ad un valore. E coloro che credono nella famiglia come fulcro del mondo, costituita da un Padre ed una Madre con i Figli, non violentata da aborto e ricerche scientifiche senza etica.

NERDS sono quelli che non abbruttiscono il proprio corpo con piercing o tatuaggi, mostrando l'ombelico oppure indossando jeans strampalati con 4 lettere (non faccio pubblicità...) appiccicate al sedere, arricchendo stilisti furbetti.

NERDS sono quelli che studiano per conoscere, imparare, e non fanno un vanto dei propri debiti scolastici, strappando poi maturità risicate, lamentandosi poi di non trovare lavoro.

NERDS sono coloro che vivono la Propria Fede Cristiana con semplicità ma anche orgoglio, in cerca di Risposte Eterne che solo Dio può dare. E che non bestemmiano o dicono parolacce per celare i propri limiti.

Non abbiate paura di essere considerati NERDS: sarà poi il futuro a svelare chi sia stato lo sf***to vero...

lunedì 10 luglio 2006

FORZA ITALIA ! E GRAZIE .

E' andata. Confesso di non aver potuto vedere i rigori, ma di essermi chiuso in cantina, con la radio a tutto volume. Meglio affrontare 100 compagni che assistere a tale tormento. Non ho la freddezza necessaria, in vita mia ho tirato solo tre rigori, segnandone uno solo, a risultato pienamente acquisito. Meglio, mille volte meglio, attaccarsi all' avversario come Gattuso o come Nobby Stiles, campione mondiale con la nazionale Inglese e giocatore del Manhester UTD , ma di origini Irlandesi e Cattolico. Oppure, palla in tribuna ...

La gioia che ho provato, riaccedendo il televisore che ho qui al piano inferiore proprio al momento del rigore di Grosso è stata grande, tanto da quasi spaventare Mia Moglie che, poverina, aveva vissuto al piano superiore quello stress.

A CASA, Monsieur Platini, in anticipo rispetto al 2030 , anno che secondo il franco-piemontese avremmo dovuto aspettare per battere les bleus !

E FORZA ITALIA, alla faccia di quasi tutti i giornali che, penosamente, si sono arrampicati sugli specchi per non urlare questo slogan così naturale.

FORZA ITALIA, alla faccia dei soliti gauche-caviar nostrani che hanno tifato Ghana e si sono quasi impiccati per il dubbio atroce quando dovettero scegliere tra Azzurri ed USA.

FORZA ITALIA, alla faccia di Moggi che piange e si dispera, povero agnellino.

FORZA ITALIA, nonostante Napolitano in azione per interpretare il Pertini-bis.

FORZA ITALIA, nonostante i gufi e le civette che gravitano sempre intorno alla Nazionale.

FORZA ITALIA, nonostante i prodi ma goffi tentativi di impadronirsi della vittoria da parte dei sinistri.

E GRAZIE, per aver battuto gli spocchiosi francesi, che schieravano:

Fabien Barthez, si rifiuta da sempre di cantare la Marsigliese ( e qui non posso dargli torto...), preferendo fischiettare l' Internazionale. Di recente ha rifiutato di giocare un' amichevole a Tel Aviv, essendo filo-palestinese;e nella campagna elettorale del 2002 si distinse per le sue mobilitazioni antifasciste.

Lilian Thuram, spesso critico fin quasi all' insulto verso il governo francese durante le insurrezioni delle periferie, ha creato "Foot Citoyen", per far giocare no-global ed apprendisti casseurs, insieme ad Eric Abidal.

Claude Makelele, sodale di Thuram, e nominato "ambasciatore della pace".

Frank Ribery, APOSTATA. Aperto simpatizzante degli immigrati arabi, nel 2004 si è convertito all' Islàm, insieme a Nicholas Anelka. Ora si fa chiamare Bilal.

Claude Malouda, anche lui sostenitore delle rivolte parigine.

Thierry Henry, celebre per aver creato il braccialetto "Speak up, stand up", feroce nemico del passato coloniale transalpino.

Ed infine, Zinedine Zidane, islamico convinto, è attivista dell' associazione marxista "Secours populaire" ed amico fraterno del leader comunista Buffet. E di cosa sia capace, Zizou, l'abbiamo visto ieri. Uno che usa la testa...

Dunque, GRAZIE, e:

FORZA ITALIA !

venerdì 7 luglio 2006

Battere gli spocchiosi francesi, anche per chi non ricorda.

Chi non è mai stato una volta in Francia ? Nazione patria dello sciovinismo più estremo e che ci guarda dall'alto in basso, specchiandosi in un'inesistente grandeur, messa a nudo dalla sconfitta transalpina in TUTTE le guerre del novecento. A tutti è noto come si considerino depositari della migliore cucina mondiale, nonostante sia incompleta, non avendo paste e risotti. E di come sorseggiano con voluttà i loro vini, ignorando che molti di loro sono tagliati con uve nostrane da anni. E di come brancolino spaesati quando sentono parlare di Moda Italiana, che ha messo in naftalina la loro.

Eccoci ora all' antivigilia della Finale Mondiale; e se ad alcuni è noto il trattamento riservato alla Nostra Nazionale durante i mondiali del 1938, quando fummo fischiati dall' Inno fino alla fine non solo nei quarti a Parigi quando li umiliammo per 3 a 1, ma anche in semifinale e finale, voglio ricordare qualche altra cosetta .

Il Nizzardo e la Savoia

La Provincia di Nizza Marittima dovrebbe essere la Provincia più occidentale della Liguria, e anche quella che più si spinge sui monti dell’interno. Nizza è oggi città capoluogo del dipartimento delle Alpi Marittime. Conta circa 390.000 abitanti detti nizzardi. Nizza conserva i resti dell' antica Cattedrale di Santa Maria, del XII secolo, la cattedrale di San Riparato del XVII secolo e numerose cappelle della medesima epoca. Sul colle di Cimiezzo c'è un antico convento francescano. Negli ultimi secoli divenne uno dei più noti centri turistici. Il clima è mite. La città ospita varie manifestazioni, come il famoso carnevale. Sede di industrie, ha un buon porto e un grande aereoporto. E' la patria di Giuseppe Garibaldi.
Fondata dai focesi di Marsiglia, Nizza è la romana Nicacea. Saccheggiata dai saraceni nell' 813, fu incorporata nel X secolo nella Contea di Provenza, pur riuscendo per un certo periodo a reggersi come libero comune. Nel 1338 si diede ai Savoia. Emanuele Filiberto, nel 1561, abolendo il latino come lingua ufficiale decise che la lingua della città fosse l’italiano. Nizza passò definitivamente alla Francia nel 1860, per motivi di scambi politici tra Italia e Francia. Tale decisione causò malcontento fra il popolo nizzardo, in maggioranza di sentimenti filo-italiani. In seguito scelsero la cittadinanza italiana ben 11 mila persone. Allo stesso modo fu ceduta la Savoia, etnicamente francese, ma storicamente italiana per vincoli di sangue con la Casa Reale. Circa cento anni dopo anche Briga e Tenda diventarono francesi. Tante furono le polemiche di Garibaldi contro Cavour, per la cessione della sua città alla Francia. Più tardi, caduto Napoleone III, a Nizza ci furono atti significativi di italianità: fu posizionata una lapide, scritta in italiano, sulla casa natale di Garibaldi e le elezioni dell' 8 febbraio 1871 mandarono all' Assemblea Nazionale quattro deputati italiani: Garibaldi, Piccon, Bergondi e Borriglione. Subito dopo, però, venivano soffocati i moti popolari; vennero inoltre soppresse pubblicazioni storiche in lingua italiana, come il "Diritto di Nizza" e la "Voce di Nizza". L' ultimo quotidiano in italiano sarà "Il Pensiero di Nizza", soppresso nel 1895. Nel 1942 l' Italia occupava militarmente la città. A tale intervento seguirono manifestazioni di giubilo ma, dopo neppure un anno, sopravveniva la resa del nostro Esercito. Oggi Nizza è soprattutto una città cosmopolita; pochi parlano italiano e si tratta sovente di corsi e di emigrati. La cultura autoctona di matrice italiana si è invece assai conservata nei villaggi montani dell'entroterra.

Tenda e Briga

Centri della Francia situati al confine con l' Italia, entrambi trovansi oggi nel dipartimento delle Alpi Marittime e furono sottratti all' Italia, assieme a piccole ma strategiche piazzeforti nel Moncenisio, dopo l' ultimo conflitto mondiale.
In virtù del punitivo trattato di pace siglato a Parigi il 10 febbraio 1947, la Francia avrebbe avuto la sovranità, a partire dal 15 settembre successivo, di alcuni territori italiani situati tra Liguria e Piemonte, territori mai stati francesi, se si eccettua la breve parentesi napoleonica, e culturalmente e linguisticamente italiani. Venne tra l’altro considerata lettera morta la promessa di De Gaulle, fatta a suo tempo, di non porre rivendicazioni territoriali nei confronti dell' Italia. La classe dirigente dell'epoca, inoltre, ammalata di quella che Vittorio Emanuele Orlando definì "cupidiglia e servilismo" non riuscì, e neppure volle, difendere lembi di suolo italiano, né a Oriente, né ad Occidente. A tanto era giunto il tradimento, il disfattismo, il servilismo. Iniziava quel "lavaggio del carattere" degli italiani che, forse, non è terminato neppure ai nostri giorni.
Attilio Tamaro, nel suo libro "La condanna dell' Italia nel trattato di pace", edito da Cappelli di Bologna nel 1952, definisce l' annessione di Briga e Tenda alla Francia come "un atto di profonda e inutile ingiustizia". Secondo il Tamaro, la cessione di Briga e Tenda avrebbe gettato per sempre un' ombra sui rapporti italo-francesi. Ma i continui attacchi al Patriottismo e al sentimento nazionale italiano, poi, avrebbero reso praticamente impossibile il formarsi di qualsiasi movimento, anche solo d'opinione, che reclamasse il ritorno di quelle terre alla Madrepatria. Pochi anche i libri che si sono occupati della questione: tra essi ricordiamo "Tra due frontiere" di Giorgio Beltrutti uscito a Cuneo nel 1947 e dovuto alla penna di un testimone diretto della violenta opera di snazionalizzazione operata dai francesi. Dello stesso autore uscì nel 1954 presso l' editore Cappelli di Bologna il grosso volume "Briga e Tenda", che ripercorre tutte le tappe della storia locale nell’ambito della storia d’Italia. Il libro fu tradotto anche in francese. Nel 1987 le Edizioni Team 80 pubblicano il libro di Marcolini "Val Roja mutilata" in cui si descriveva la vicenda umana e politica di Nilla Gismondi, la fondatrice del "Comitato per l' italianità della Valò Roja", che si oppose ad un comitato per l' annessione alla Francia, finanziato dai suoi servizi segreti e guidato da brigaschi naturalizzati francesi da ormai lungo tempo. Dopo l' annessione, il Comitato della Gismondi si adoperò per scorrere tutti quei profughi che, per non diventare cittadini francesi, giunsero in Italia dalla Val Roja. Nel 1989 Gianluigi Ugo pubblicò, per le edizioni Xenia di Milano la ricerca "Il confine italo-francese", studio abbastanza completo e approfondito sull'argomento, mentre nel 1995 Giulio Vignoli dedicava a Briga e Tenda un capitolo di un suo libro circa i territori italofoni irredenti. Per dimostrare quanto Briga e Tenda fossero di sentimenti schiettamente patriottici ed antifrancesi, gioverà qui ricordare che in occasione del referendum istituzionale del 1946 la netta maggioranza di brigaschi e tendaschi votò per la Monarchia. Ottennero la maggioranza dei voti, nelle elezioni per l'Assemblea Costituente, i partiti contrari all' annessione, tra cui ricordiamo il PDIUM, l’MSI, il PNM, la DC e perfino il PRI. E' giusto ricordare che l' unico partito favorevole alla cessione era il PSI, ed i servizi segreti francesi fecero una forte propaganda affinchè la gente lo votasse. Paradossalmente, invece, fu molto critico nei confronti dell' annessione il capo carismatico dei socialisti francesi, Lèon Blum, secondo il quale l'amicizia tra Francia e Italia valeva assai più del possesso di Briga e Tenda. Tale atteggiamento di Blum, oltre che dei suoi interventi scritti ed oratori dell' epoca, è stato confermato anche dalla pubblicazione dei diari di Nenni.
Negli anni immediatamente successivi all' annessione, la Francia operò una specie di pulizia etnica senza spargimenti di sangue, eliminando lapidi, tombali e non, in italiano, mutando la toponomastica locale fin quasi all' ultimo casolare e sostituendo la scritta sotto il monumento al brigasco Colonnello Giovanni Pastorelli, morto nella battaglia di Ain Zara in Libia nel 1911, diventato assurdamente Jean Pastorelli, caduto su un non meglio precisato "champ d'honneur". E molti sono i brigaschi ed i tendaschi che, dal 1848 al 1943 sono caduti per il Tricolore Italiano e non per quello francese. Briga e Tenda furono strappate alla Madrepatria dall'ignavia di una classe dirigente che fece perdere all'Italia, dopo la guerra, anche la pace.

La Corsica

Regione insulare d'Europa, nel Mar Mediterraneo, la Corsica appartiene fisicamente alla regione italica, ma politicamente è sotto dominio gallico da due secoli. Conta circa 230 mila abitanti detti corsi. L'isola, la terza per estensione nel Mediterraneo, ha una forma ellittica. Il territorio è prevalentemente montuoso mentre le principali pianure si trovano lungo il Tirreno. I corsi d' acqua sono per lo più torrenti e il clima è di tipo mediterraneo. L' economia ha uno sviluppo modesto: agricoltura, allevamento di ovini, sfruttamento dei boschi, pesca e qualche industria non danno risultati sufficienti a evitare una notevole emigrazione. Le bellezze naturali sono forse la maggiore ricchezza dell' isola, per cui notevole è l' afflusso turistico. I centri maggiori sono Bastia e Ajaccio, che sono le due Province; Corte, Calvi e Bonifacio, tutti con interessanti opere di fortificazione del periodo genovese.
La Corsica fu abitata fin da età neolitica da popolazioni provenienti dalla Sardegna e successivamente da fenici, focesi, etruschi, siracusani e cartaginesi. Tutti questi popoli occuparono solo territori discontinui lungo le rive dell'isola. I Romani invece la conquistarono interamente, la unirono amministrativamente alla Sardegna, vi fondarono borghi, dettero grande impulso all'agricoltura e crearono stazioni termali. Nel medioevo l'isola fu occupata, succesivamente, da vandali, bizantini e longobardi. Nel 1078 fu conquistata da Pisa. I pisani attuarono un'eccellente opera di ricostruzione, testimoniata ancora oggi da ponti e Basiliche, come quelle di Nebbio e di Murato; vi esercitarono inoltre una profonda influenza culturale e religiosa. Dopo Pisa, l'isola fu dominio di Genova. I genovesi la conquistarono nel 1284, ma tale conquista fu contrastata dall'espansione aragonese nonché da continue faide interne. Turbamenti e rivolte indussero la malconsigliata Genova a chiedere aiuto, nella politica tipicamente autolesionista degli Stati pre-unitarj, nientemeno che alla Francia, la quale subdolamente iniziò ad esercitare vieppiù la sua influenza sull’isola, finché, sotto pressioni economiche e politiche, ottenne la cessione dell'isola, il 15 maggio 1798, con uno dei tanti iniqui trattati stipulati a Versaglia. Le truppe francesi, sbarcate l'anno successivo, piegarono facilmente la resistenza dei corsi, guidate da Pasquale Paoli ("u babbu di a Patria") e l' assemblea nazionale decretò l' annessione dell' isola alla Francia. L'occupazione francese non riuscì a troncare i rapporti con la Madrepatria Italiana: gli esuli risorgimentali preferivano come luogo di rifugio la Corsica, perchè sembrava loro di essere a casa; Mazzini così si esprimeva: "là mi sentii nuovamente con la gioia di chi rimpatria in terra italiana". Nonostante l’inizio della francesizzazione dell’isola, l'agonia culturale degli autoctoni stentò a cominciare fors’anche grazie al fatto che un corso, Napoleone I Bonaparte, era assurto al soglio Imperiale di Francia. Dopo il periodo napoleonico, nel 1818, fu imposta invece la conoscenza del francese attraverso l' istruzione. Secondo le nuove leggi gli studi fatti all'estero non potevano servire per ottenere tutti i titoli; con evidente scopo dissuasivo nei riguardi dei giovani corsi che normalmente venivano a studiare a Roma, Pisa e in altre parti d' Italia. In seguito fu Napoleone III a ribadire l' uso dell'italiano nelle scuole e negli atti pubblici. Con l’avvento della terza repubblica la persecuzione tornò ai massimi livelli ed all'inizio di questo secolo la lingua italiana in Corsica era quasi morta. Sopravviveva in particolare nelle Chiese, negli inni religiosi, nei verbali dei fabbricieri, in forma imperfetta nei dialetti. Alcuni Preti di montagna sogliono da sempre predicare in italiano. Dopo il novello rinascimento Italiano promosso dal Fascismo, in Corsica la situazione resta purtroppo languente, ma sia quivi che nel resto d’Italia in molti affrontano, soprattutto a livello culturale, la questione corsa. Molti giovani abbandonarono l'isola per terminare i loro studi presso Università italiane. Fra questi si distinguevano patrioti filo-italiani come Marco Angeli, Bertino Poli e Petru Giovacchini; studiosi, saranno poeti e scrittori notevoli in italiano e in dialetto corso e, agitatori politici. I tre vennero condannati a morte in contumacia perchè animatori contro lo stato francese. Vissero latitanti in Italia fino alla morte. L' Angeli fu l'ultimo a morire nel dicembre del 1985. Tutti, naturalmente, oggetto del più completo oblio di questa repubblica italiana.

E quindi, a maggior ragione:

FORZA ITALIA !


mercoledì 5 luglio 2006

Il Cielo sopra Berlino.

Nonostante la presenza di Prodi in Tribuna (saranno contenti i sinistri, dopo che per le inquadrature di Ignazio La Russa avevano gridato allo scandalo),l' Italia ce l'ha fatta, dominando.

E per questo voglio ritornare sull' argomento che aveva indignato il solito solone che poi prende e se ne va; il mio post non era campato in aria, avendo anticipato un dibattito, quello sul Lombardo-Veneto, poi ripreso non solo da Il Giornale e Libero, ma anche dal Corriere della Sera.

Rimpiangere l' Europa efficiente proposta dagli Asburgo non significa assolutamente non sentirsi Italiano, ma caso mai EUROPEO, un Europa auspicata da molti, non questa basata su burocrati ottusi che vorrebbero misurare la pizza e vietare il Tokaj friulano, ma l' Europa delle Piccole Nazioni, o delle Macroregioni; un' Europa confederale dove i conflitti generati dai nazionalismi esasperati, figli della Rivoluzione Sanculotta non possano trovare spazio, regolati dalla Sovranità dell' Imperatore come fu anche nell' Antica Roma.

E per farlo, bisogna ristudiare la storia, accorgendosi che i tanto vituperati crucchi sono stati in passato molto più affidabili come alleati dei transalpini.

Transalpini che prima tentarono di imporci la loro rivoluzione , facendo finanche qualche annessione e fregandoci capolavori d'arte mai restituiti, con qualche massacro qui e lì. Ed uccidendo la Repubblica Veneta per sempre.

Dopo la Restaurazione , nonostante le veline di quei tempi spedite a Napoleone III, si son fregati Nizza e Savoia senza rispettare i patti, chiedendo paurosi subito l'armistizio a Franz Joseph.

Ma, soprattutto, nonostante l' intervento decisivo italiano nella Prima Guerra Civile Europea, ci tarparono le ali, non mantenendo le promesse come Dalmazia e colonie tedesche.

Francesi che, nonostante abbiano PERSO tutte le guerre del Novecento, hanno fatto la pezzentata di toglierci Tenda e Maddalena.

Ben altro spessore nel corso della Storia fu rappresentato da chi ammirava ed amava l' Italia, da Maria Teresa d' Austria al vituperatissimo Radetzky, passando per Goethe, che sull' Italia così scriveva:

"Chi vuol capire che cos'è la poesia
Deve andare nella terra della poesia;
Chi vuol capire i poeti
Deve andare nella terra dei poeti. "

E proprio attraversando l' Italia trovò l'ispirazione per il Faust, insieme alla Commedia dantesca , la migliore composizione Cristiana di sempre.

E leggiamo altri commenti di Goethe sul suo viaggio:

"Venezia, 28 settembre 1786.
Era dunque scritto sulla pagina della mia vita, nel libro del Destino, che io, la sera del 28 settembre 1786, alle ore cinque secondo i nostri orologi, viaggiando lungo il Brenta e raggiungendo le lagune, dovessi subito scorgere questa meravigliosa città insulare, e posarvi il piede per visitare la "repubblica di castori"....

...Dirò solo poche parole sul mio itinerario da Padova fin qui. Il viaggio sul Brenta, su una nave a servizio pubblico in compagnia di persone davvero a modo, è risultato comodo e piacevole: fra di loro gli italiani sono cortesi e pieni di riguardi. Le rive del fiume sono costellate di giardini e ville; si vedono piccoli villaggi che sorgono quasi sul corso d'acqua, che per lunghi tratti è rasentato da una strada molto animata."

"C'è una sola Roma al mondo, e io mi ci trovo bene come un pesce dentro l'acqua, e vi galleggio così come una palla di cannone galleggerebbe sul mercurio, mentre in qualsiasi altro liquido essa colerebbe a picco. Niente offusca l'orizzonte dei miei pensieri, fuorché il non poter condividere la mia felicità con quelli che amo. Ora il cielo è stupendamente sereno, solo al mattino e alla sera scende su Roma un po' di nebbia. Ma sui colli, ad Albano, a Castelgandolfo, a Frascati, dove la scorsa settimana trascorsi tre giorni, l'aria è costantemente pura e limpida. Là si può studiare una natura differente."

"Soltanto a Roma ho potuto ritrovare me stesso. Per la prima volta, mi sono sentito in armonia con me stesso, felice, ragionevole...''

Goethe ama la Campania, ma soprattutto ama Napoli. E' pieno di ammirazione per questa città e per i suoi abitanti:

"Anche a me qui sembra di essere un altro. Dunque le cose sono due: o ero pazzo prima di giungere qui, oppure lo sono adesso."

"E`vero, qui non si può fare qualche passo senza che ci si imbatta in individui mal vestiti, o vestiti persino solo di stracci, ma non per questo loro sono perdigiorno e fannulloni! Anzi, paradossalmente oserei dire che a Napoli il lavoro maggiore viene svolto dalle persone dei ceti bassi."
E: "...il cosiddetto lazzarone non è meno attivo di chi appartiene a una classe agiata, e tuttavia bisogna prendere nota che qui tutti lavorano non solo per vivere, ma anche per godersi la vita; pure nella fatica vogliono essere felici."

Quando mai un francese scrisse o scriverà parole simili sul Bel Paese ?

La FANTASIA Italiana e l' ORGANIZZAZIONE tedesca , collegate insieme, potrebbero fare da fulcro alla Nuova Europa.

E per chi non ne fosse convinto, chiedere ragguagli al Nostro Grande Santo Padre Benedetto XVI...

Un ringraziamento particolare al neo-Interista Grosso ...




lunedì 3 luglio 2006

Ancora sangue Cristiano in Turchia.

Cari pacifinti cattocomunisti che ogni tanto visitate questo Blog politicamente scorrettissimo: ANDATE IN TURCHIA !

Carissimi, cosa state a fare qui in Italia a contestare il sottoscritto, magari spacciandovi per veri preti e poi sparire ? ANDATE IN TURCHIA, a parlare di pace, ecumenismo da Bar Sport e dialogo interreligioso a senso unico. ANDATE IN TURCHIA !

Padre Pierre Brunissen, Sacerdote francese di 74 anni , è stato accoltellato a Samsun, città turca sul Mar Nero. Aveva già subito numerose minacce, moltiplicatesi dopo che aveva riaperto la Chiesa di Santa Maria a Trebisonda, dove il 5 Febbraio scorso era stato ucciso Don Santoro; e così un articolo su Avvenire spiega il clima in Turchia:

In Turchia un clima sempre più ostile per i cristiani
Giorgio Paolucci, su Avvenire del 22 febbraio 2006


Campagne di stampa denigratorie e un film che incendia l'opinione pubblica. «Ci incolpano di proselitismo e di attentare all'identità turca e islamica Ma siamo trentamila su 70 milioni»


«Inutile nasconderlo: la situazione per i cristiani in Turchia si fa sempre più difficile e la paura cresce. Stamattina, ad esempio, sono arrivate nuove minacce telefoniche a Pierre Brunissen, il parroco della chiesa di Samsun dove nei giorni scorsi un gruppo di giovani era entrato urlando slogan minacciosi e strappando alcuni cartelli. Dopo l'omicidio di don Santoro chiese, sacerdoti e religiosi vengono tenuti sotto stretta sorveglianza dalla polizia».

Anche a monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico per l'Anatolia, è stata assegnata la scorta, che lo abbandona solo quando va a dormire nella sua casa di Iskenderun. Il vescovo, in Italia per pochi giorni, domani verrà ricevuto in Vaticano da Benedetto XVI, al quale documenterà il clima sempre più ostile in cui la comunità cattolica è costretta a vivere.

Quali sono i segni di questa ostilità?
Cominciamo dalla stampa: ogni settimana c'è qualche giornale che presenta qualcosa di negativo sui cristiani. È stata orchestrata una vera e propria campagna diffamatoria in cui veniamo accusati di fare opera di proselitismo e di attentare all'identità di una terra che deve restare «turca e musulmana». È un'accusa che si salda con gli attacchi di circoli nazionalisti e di gruppi islamici radicali, ma è totalmente infondata. Semmai, si può dire che la presenza cristiana si sta riducendo. I cattolici dei diversi riti sono circa 30mila su 70 milioni di abitanti. Veda lei.

Anche don Santoro è stato coinvolto in queste accuse. Si parla di denaro offerto ai musulmani che si convertono.
Lo conoscevo bene, escludo una simile ipotesi. Se l'avesse fatto, non avrebbe avuto «solo» i tre-quattro catecumeni che frequentavano la sua chiesa a Trebisonda. La verità è che il proselitismo è un alibi a cui si sta facendo ricorso per rinfocolare una polemica che è insieme anticristiana e antioccidentale.

E voi come reagite?
Ho dato incarico a un avvocato di querelare i giornali che rilanciano queste accuse prive di fondamento, e abbiamo già ottenuto la pubblicazione di alcune rettifiche. Ma lei capisce, la smentita arriva quando il fuoco già divampa. Metta nel conto anche interventi devastanti, come la recente dichiarazione della moglie dell'ex premier Ecevit in televisione...

Cosa ha detto?
Ha detto che «la religione islamica sta scivolando dalle nostre mani e sono molti i musulmani che si convertono al cristianesimo». Aggiunga a questo le parole infuocate di Hasan Kundakei, un generale attualmente in pensione: pochi
giorni fa ha denunciato che la Turchia è diventata un Paese «dove i missionari possono agire indisturbati, replicando quanto fecero gli armeni contro gli ottomani durante la prima guerra mondiale». Come si può vivere tranquilli quando persone così autorevoli parlano in questa maniera? E poi c'è quel film che sta facendo clamore...

Quale film?
S'intitola «La valle dei lupi-Iraq», è stato molto pubblicizzato e sta riscuotendo grande successo nelle sale. Contiene accostamenti tendenziosi tra le violenze perpetrate dai soldati americani sulla popolazione irachena e i simboli cristiani. Se ne ricava un'equazione incendiaria: Occidente cristiano uguale violenza contro i musulmani.

In queste condizioni il processo di avvicinamento della Turchia alla Ue si fermerà?
È proprio quello a cui stanno puntando nazionalisti e fondamentalisti: destabilizzare il Paese per dimostrare che «non può» entrare in Europa, facendo fallire i tentativi del premier Erdogan.

E il governo cosa fa?
Sono convinto che Erdogan stia cercando di rispettare gli impegni presi per arrivare all'ingresso nella Ue. Non solo quelli di tipo economico, anche quelli legati alla democrazia e alla libertà religiosa. Ma in Turchia è come se ci fossero due Stati: uno ufficiale e uno parallelo, costituito da un incrocio tra apparati burocratici, nazionalismo e radicalismo islamico, che se il Paese diventasse membro dell'Unione Europea perderebbero il potere reale che hanno ora. Quello che è certo è che non si può vivere insieme se non si rispettano i principi fondamentali della democrazia e del pluralismo. E noi cristiani vogliamo vivere insieme ai musulmani.

Al di là degli schieramenti organizzati, che aria si respira nella società turca?
Non si può generalizzare. Nelle grandi città (Smirne, Istanbul, Mersin) operano minoranze esagitate che cercano di avvelenare il clima. Buona parte della popolazione non condivide questi atteggiamenti, ma neppure si muove per arginarli. I militanti scaldano le piazze, i benpensanti stanno a guardare. Poi ci sono centri al Nord come Samsun e Trebisonda dove il fondamentalismo ha più seguito tra la gente e condiziona i giornali, e la presenza cristiana è ridotta al lumicino. Al Sud, dove vivo io, i cattolici hanno mantenuto una certa consistenza e non ci sono grandi problemi, almeno rispetto a quello che accade altrove: qualche vetro in frantumi, campanelli rotti...

Quando riaprirà la chiesa di Trebisonda, chiusa per motivi di sicurezza dopo la morte di don Santoro?
La prossima settimana, mentre il 5 marzo verrà celebrata una messa in sua memoria. Stiamo cercando chi prenderà il suo posto, per continuare la sua piccola-grande opera di testimonianza."

Cosa aspettate, allora, voi prodi cattocomunisti che celebrate ancora quella mattanza disumana che fu Piazzale Loreto (vedasi commento mio post precedente), partite in massa, insieme a don vitaliano e don gallo (presente a Bologna al rave antiproibizionista): vi aspetta un incontro con la faccia gentile dell' Islàm in una nazione che si prepara ad entrare nell' Unione Sovietica Europea.