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domenica 29 marzo 2009

Il Partito Democratico trova finalmente il leader:Gianfranco Fini.

In questi giorni convulsi di suicidi politici e nuove metastasi, finalmente una certezza:il Partito Democratico, che nelle sue varie forme in questi ultimi quindici anni ha continuamente cambiato il proprio uomo di punta per combattere Silvio Berlusconi, non riuscendovi, ha finalmente trovato un Leader che guiderà l' opposizione con fermezza e con rigore contro lo strapotere dell' attuale Primo Ministro. Un Leader veramente laicista ed illuminato, pronto a legiferare sulle droghe libere, sui PACS, sul diritto alla morte piuttosto che alla Vita ("La legge che avete votato al Senato sul testamento biologico è una cattiva legge, lede i diritti di libertà"), sul voto favorevole agli immigrati, magari anche ai clandestini; un uomo di sicura fede antifascista, cresciuto negli ideali della resistenza, pronto a contrastare qualsiasi deriva regionalista ed antinazionale della Lega.

Questo Leader è Gianfranco Fini !

Ed infatti Anna Finocchiaro commenta in modo favorevole il discorso di ieri del nuovo leader del PD, che apprezza in Fini: "le parole ben diverse verso l'opposizione". E per Pierluigi Bersani il presidente della Camera ha di fatto, con il suo intervento, "smontato gli architravi delle politiche del governo di Berlusconi, dall'immigrazione al testamento biologico, dall'economia alle misure anticrisi". E Fini piace al punto che Massimo D'Alema, rilancia sulle riforme: "Credo che dobbiamo raccogliere la sfida su una stagione costituente". Ed il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, così ha dichiarato: "Fini si avvicina alla verita' nel definire il ddl sul biotestamento approvato dal Senato una legge 'da stato etico'. Finalmente anche nel centrodestra ci si rende conto della follia di un provvedimento veramente da stato etico, indegno di un Paese laico e democratico".

Ed infine l' investitura ufficiale viene dall' editoriale odierno di Eugenio Scalfari su Repubblica, dal titolo emblematico "Meno male che Fini c'è":

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/scalfari-editoriali/scalfari-editoriali/scalfari-editoriali.html

Era forse dai tempi di Enrico Berlinguer che gli attuali comunisti ridistribuiti nel PD non avevano un capo così rappresentativo.

mercoledì 25 marzo 2009

Il Fascismo Immenso e Rosso.

Il panorama politico Italiasiatico diventa ogni giorno più sconcertante. Mentre da una parte assistiamo al totale scioglimento di idee, quelle poche (e confuse)che restavano in AN, confluendo verso il Nulla che avanza come nella "Storia Infinita" del mio post precedente. Alla parziale rinuncia alle promesse elettorali fatte dalla Lega sulla sicurezza in nome di un federalismo fiscale da operetta ( e che sarà tale dal 2016...), sempre restando a Destra non riusciamo a scorgere forze aggregatrici tali da poter far rinascere il mio MSI. Nel mio Partito, La Destra, ogni tanto qualche dirigente, ammaliato dalle sirene del PdL, Partito dei Livellati, prende e se ne va, come ultimamente Luisa Regimenti; spingendo, per contraccolpo, il Partito stesso a fughe estremistiche che mi hanno fatto sobbalzare (vedasi filo Hamas...). In altre formazioni, come da una recente visita in un altro post, vedo rispuntare certe anomalie stile anni '70 da me ben conosciute. Con oscillazioni tra il nazimaoismo della vecchia OLP (una sigla che è una festa...), Organizzazione Lotta di Popolo (la quale dovette autosciogliersi perchè, pur non riconoscendosi nell' anticomunismo, pigliava mazzate in testa dai vari comunisti...Mazzate vere, non figurate)passando per il Nazionalbolscevismo di quell' Eurasia di Alexandr Dugin di cui in passato mi occupai, ricordando una sua frase che dovrebbe far riflettere i suoi estimatori, che riscrivo: "Il Nazional-Bolscevismo deve ritornare a pensare per classi... io sono un proletario e sono per la lotta di classe. Il Nazional-Bolscevismo sceglie lo strumento di lotta dell'antifascismo". Marzo 1997, "Apologia dell' antifascismo". "Eurasia" italiana nella quale vedo, con mia grosso dispiacere, una persona di alta cultura come il Prof. Claudio Mutti. Il quale, già da tempo, con la sua conversione all' Islàm, mi aveva già dato grande tristezza. Eurasia che, suppongo, sia decisamente a favore della riannessione della Bassarabia oggi denominata Moldavia e del riconoscimento di quell' autentico staterello canaglia autoproclamatosi Transnistria alla Russia. Io direi loro, perchè non far arrivare le truppe Serbe a Trieste, allora, dato che i Fratelli Slavi del Sud (questa la denominazione dei panslavisti russi per Serbi e Bulgari)in passato dichiararono "Trieste Città Serba "? No, non ci siamo. Non ci siamo proprio.

Così come in passato dovetti rispedire al mittente le accuse di Fascismo socialista fatte dai giovanitristi libertari ed antifassisti, a mia volta ammonisco che il Fascismo fu un movimento transpartitico dove i socialisti furono una componente (ed i comunisti, uno solo, quel birbante di Bombacci, che pagò con la vita a Dongo la Fedeltà ad un amico...), ben presto minoritaria e legata a qualche intellettuale che poi rivedremo sotto ben altre bandiere dopo il 1945. O elitari antiborghesi come Robert Brasillach che per primo parlò di "Fascismo Immenso e Rosso" proprio tornando dal Congresso del Partito Nazionalsocialista a Norimberga ( e non come viene gli viene attribuito da Dugin stesso guardando all' URSS...). Un Fascismo che, privato delle componenti Liberali, Monarchiche, Reazionarie, Conservatrici, Cattoliche e, vogliamo mettercele dentro, pensando a Margherita Sarfatti (per tacere dei tantissimi Israeliti Fascisti), Giudaiche, si riduce ad essere quel Nazionalsocialismo che tanto ha in comune con il Nazionalbolscevismo oggi tornato in auge. Un Fascismo Totalitario piuttosto che Autoritario come fu invece quello Italiano. Fascismo Italiano che tranne, come più volte ricordato, i Ruinas ed i Niccolai, mondato dalla componente socialista trasmigrata in massa nel PCI nel dopoguerra, diede vita a quel Movimento Sociale Italiano che fu inequivocabilmente di "Destra". Anticomunista da sempre, per la legge e l' ordine, che a Valle Giulia seppe dove schierarsi. Per la Famiglia e per la Patria, Cattolico ma antidemocristiano. Tutti quei Valori oggi non rappresentati appieno in Parlamento, non parlo certo per quanto concerne il PD. Ma neanche dal presente e futuro PdL, dove libertari come Benedetto Dalla Vedova già reclamano leggi sulle coppie. Antifascisti alla Fini preparano il voto per gli immigrati. Parlamento sempre più lontano dai cittadini che vedono ogni giorno sparire nel nulla la sicurezza ed i propri risparmi.

A questi Valori la Vera Destra deve guardare, oggi più che mai, per rinascere e ridare fiducia a quest' Italia a pezzi.

Non certo ad Ernesto Che Guevara...

domenica 22 marzo 2009

Perchè AN muore.

Atreyu: Perché Fantàsia muore?
Gmork: Perché la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga.
Atreyu: Che cos'è questo NULLA?
Gmork: È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo.
Atreyu: Ma perché!?
Gmork: Perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere.


Atreyu: Chi sei tu veramente?
Gmork: Io sono il servo del Potere che si nasconde dietro il Nulla. Ho l'incarico di uccidere il solo in grado di fermare il Nulla. L'ho perso nelle paludi della Tristezza. Il suo nome era Atreyu.
Atreyu: Se tanto dobbiamo morire, preferisco morire lottando. Attaccami Gmork!

IO SONO ATREYU!

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Gmork: Voi avete avuto un mondo vostro, e io no.


lunedì 16 marzo 2009

Suggerimento di programma per il successore di Obama:liberare il Sudan.

Nell' attesa che passino in fretta gli anni transitori di questo presidente pacifista ed amico dei ricercatori estremi alla Frankestein, magari nella speranza di qualche eventuale Impeachment o, perchè no, pronunciamento dell' Esercito Americano che ponga fine anzitempo al mandato, ecco che mi viene spontaneo dare qualche consiglio anticipato al futuro Presidente degli USA:liberare il Sudan. E mi spiace se a dover compiere l' ennesima azione poliziottesca saranno ancora gli Americani, ma le incredibili prese di posizioni di alcuni Stati contro il recente mandato d' arresto per crimini contro l' Umanità e crimini di Guerra della Corte Penale Internazionale contro Omar Hasan Ahmad al-Bashir, attuale Presidente sudanese, non lasciano molte speranze al fatto che l' amico fraterno di Gino Strada possa essere catturato in uno Stato Africano, in uno Stato Islamico, in Cina (lo stato comunista è il maggior importatore di petrolio dallo stato africano), in Russia (per l' inviato di Mosca per il Darfour, Mikhail Margelov, si tratta di "una decisione intempestiva" che crea «un precedente pericoloso"), ed in altri Stati Conigli.

Spiace inoltre che spesso la cosiddetta "società civile" (?) mondiale si sia mobilitata solo per il Darfour, dove non ci sono Cristiani, mentre sia in passato che nel presente abbia gravemente latitato per il massacro di Cristiani ed Animisti nel Sud, strage tutt'ora in corso, nonostante un cessate il fuoco solo formale.

E l' Italia ? Ci pensa Gino Strada !

"Il compagno di Strada? E' il boia del Sudan"

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=335133

"Gino Strada in Darfur difende l’aguzzino"

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=276833

mercoledì 11 marzo 2009

Addio ad un Amico: Luciano Bronzi.

Ciao, Luciano ! Sapevamo che da tempo eri malato, molto malato. Te ne sei andato l' 8 Marzo, nella Tua Trieste che amavi tanto. Ed anche se erano ormai anni che non ci sentivamo, era rimasto il ricordo delle nostre battaglie oggi scomparse su Atlantide e dell' incontro di noi tutti a casa mia che diede via al Castello: Tu, Massimo, Michele, Roberto, Giulio e Daniele ed io. Due giorni stupendi passati a conoscerci meglio, a ricordare le battaglie comuni sul WEB contro i rossi ed i trascorsi di ognuno di noi nel MSI. Zibron era il tuo Nickname, con il quale iniziasti il tuo percorso, gli scontri con Betty ma anche con qualche paranoico frustrato del quale, purtroppo, Internet è pieno. Dormi, Luciano, riposa tranquillo, nel tuo Nuovo Viaggio verso la Luce. Un abbraccio a Tuo Figlio Dino e Tua Moglie Sandra, anche se non li ho mai conosciuti.

Starsandbars ed i vecchi del Castello.

Ti lascio con due barzellette sulla Morte tratte dal Tuo Libro "A Trieste se ride cussì" che mi regalasti con le Tue cassette. Mi sembra giusto:

ARTISTI

Parlando con un bechìn, me contava che quando mori qualche atòr de teatro i gà domandà per sotterarlo un supplemento,perchè da un po' de tempo gà ciapà l' usanza che quando i bechini i cala la cassa i colleghi del morto i applaudi...qualcun preso dall' entusiasmo ziga:"Bis ! Bis !". Insomma, me gà dito, una fadiga...qualche volta bisogna tirarlo su e zò anche sette o otto volte !

LEGGENDO LE LAPIDI

Un giorno de questi son andà con mio fìo Dino,5 anni, a visitar i morti. E mentre che ierimo là,legevimo insieme le lapidi, a un certo punto el me gà fato una domanda: "Papà, ma el cimitero dei cativi dove xe ?".

Un ricordo di Luciano Bronzi da Tutto Trieste:

Luciano Bronzi era nato nel novembre del 1939 a San Giovanni Valdarno (prov. Arezzo) ed è stato uno dei più grandi cabarettisti di Trieste. Figlio d'arte, raggiunse la popolarità negli anni settanta quando si fece conoscere dal pubblico triestino mettendo in scena spettacoli comici su radio e televisioni private. Sfruttò fin da subito il suo passato di autista dell'ACT, l'allora Azienda Consorziale Trasporti che gestiva il trasporto pubblico urbano nella provincia di Trieste, per portare in scena divertenti gag nate dall'ascoltare ed osservare la gente comune che frequentava i mezzi, portando all'esaltazione estrema le tipiche figure dela vecia (l'anziana), del'imbriagon (l'ubriacone), dela baba finota (la signora per bene) e ogni altra figura idonea a dar vita ad un caratteristico personaggio triestino. Famosa infatti la sua frase "mai cabaret più vero te pol trovar in un autobus!" pronunciata spesso come grido di battaglia per intraprendere le gag dell'autobus. Grandissimo inventore e raccontatore di barzellette, incise svariate cassette e scrisse testi comici come la famosa storia amorosa composta dai nomi di moltissimi paesi del Friuli. Nelle sue barzellette trovavano sempre posto il campanilismo triestino, la rivalità con Udine, l'ubriachezza molesta, l'anti-religiosità per antonomasia nella Trieste ricca di chiese di ogni culto ed ovviamente i tradimenti amorosi e la politica. Negli anni settanta fondò anche il gruppo degli Osimanti, definiti da lui stesso gli anticabarettisti. Partecipò a trasmissioni televisive come "La sai l'ultima?" con Pippo Franco prima e Gerry Scotti poi e lavorò allo Zelig (allora Derby) di Milano.
E' stato un personaggio molto amato dai triestini che l'hanno sempre seguito nel suo pellegrinaggio teatrale tra ristoranti e sagre, veglioni e feste.
Dagli anni novanta sparì dalle scene afflitto da problemi di salute per ricomparire sul finire del XX secolo a seguito di un annuncio che Il Piccolo, quotidiano di Trieste, officiava a seguito della sua morte. Un clamoroso coccodrillo per la testata che fu accolto con grandissima ironia dal caratterista: "no xe de tuti leger in anticipo el proprio necrologio!".
Purtroppo il mattino dell'8 marzo 2009, Luciano Bronzi si è spento in seguito ad una crisi cardiaca, lasciando un vuoto incolmabile in una città che, nonostante la sua silenziosa uscita di scena, non l'aveva mai dimenticato e mai lo dimenticherà.

...e come te ciamavimo noi fioi trenta ani fa

Ciao Zio Luciano
cantando zio Luciano zio Luciano vieni a prenderci la mano...
Massimo Barbo - TuttoTrieste.net

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Ed il Coccodrillo (questa volta,purtroppo, vero) dal Piccolo di Trieste di ieri:

http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/03/09/NZ_08_PIED.html


domenica 8 marzo 2009

La Romania ed i Rrom.

Ricevo e volentieri pubblico:

Ho passato per anni le vacanze al mare in Romagna (Cervia) in un albergo dove tutto il personale (tranne la cuoca) era romeno. Gente stupenda e molto premurosa. Mi è successo spesso di parlare col capocameriere, barman e uomo di fiducia dell’hotel. Eravamo diventati amici. Mi ha spesso parlato di casa sua e del problema dei rom che anche presso la sua cittadina erano una incongruenza mal digerita dalla popolazione (furti e altro). Sembrava parlasse dell’Italia. Mi ha detto un giorno: “Voi italiani siete stupidi. Per i crimini per cui voi arrestate i romeni, questi in Romania sconterebbero tutta la pena (molto più grossa che da voi) e da subito. Senza nessun arresto domiciliare o sanatoria. I rom poi, che da noi sono al 90% NON romeni, vengono allontanati in fretta. Mio fratello che è un ufficiale della Polizia locale, si mette d’accordo con i contadini, e mentre lui risponde ad una falsa chiamata, i contadini col trattore livellano il campo rom. E per mesi non se ne vedono più”. La popolazione, non particolarmente più ricca (spesso molto più povera) dei rom, appoggia al 100% questa soluzione artigianale del problema dei migranti (che non migrano). Mi sembra che concordi con chi afferma che in Romania i rom vengono trattati peggio che in tutto il resto d’Europa. Finché transitano, come se fosse un ostello della gioventù, nessuno dice niente. Dopo i 3 giorni sembra che, per i romeni, i rom siano come il pesce! Però l’Italia è l’unica nazione sempre accusata, mentre in altri paesi la gente fa molto peggio e nessuno che nessuno dice nulla. Come sempre i buonisti siamo sempre noi, soprattutto chi non corre rischio alcuno! Zapatero, a chi cercava di varcare i confini in Africa, ha fatto sparare contro dai soldati! Con l’appoggio del 100% della popolazione. Idem la Grecia sulle barche degli albanesi che cercavano di sbarcare in Grecia. Nessuna protesta. Loro, o sono la sinistra o non hanno una sinistra ideologica come la nostra, e fanno quello che devono fare.

Marco Scudeletti

domenica 1 marzo 2009

Ultimi colpi di coda dei progressisti Cattolici

Prosegue la pulizia di Sua Santità Benedetto XVI nei confronti del progressismo Cattolico, già contrastato da Giovanni Paolo II Magno che più volte condannò le derive criptomarxiste della cosiddetta "Teologia della Liberazione"; progressismo duramente sconfitto nel memorabile Concistorio dell' Ottobre 2003, e batostato con l' elezione a Vescovo di Roma del Cardinale Ratzinger. Ma si sa, i Draghi quando cadono, muovono oltre al polverone, anche la coda.

Il polverone è quello intorno alla riammissione nella Chiesa dei Fratelli separati della San Pio X, alimentato ad arte da protestanti svedesi e militanti gay, come nell' articolo del Riformista che ho pubblicato nel precedente Post. Polverone nel quale i Miei Fratelli della San Pio X avrebbero dovuto mostrare doti Cristiane come Pazienza e Prudenza, lasciando lavorare il Vaticano in pace in questa vera e propria Controriforma Papale.

I colpi di coda sono le recenti starnazzate di Hans Küng, che sembrava sparito dalle scene, e subito riportate con clamore dalla stampa laicista e cattofoba. O certi articoli di Famiglia Cristiana.

In Inghilterra il Cardinale Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster (dove, peraltro, mi segnalano che, durante la Santa Messa a volte si salti la Comunione...)e presidente della Conferenza Episcopale d’Inghilterra, in predicato di pensionamento per età, noto anti-tradizionalista, non solo recentemente ha vietato la celebrazione della Santa Messa annuale in Rito Tridentino della Latin Mass Society d'Inghilterra e Galles a Monsignor Burke, neo-Prefetto della Segnatura Apostolica (e l'anno scorso tale Messa era stata celebrata in Westminster dal Card. Castrillòn Hoyos ed il padrone di casa non si era nemmeno fatto vedere, né aveva presenziato alcuno dei vescovi inglesi: il che, per una Messa solennemente celebrata da un Cardinale in visita, equivale ad uno schiaffo...); ma una volta pensionato probabilmente deciderà di accettare la nomina a Lord entrando in una Camera soggetta all' obbedienza della Regina piuttosto che al Papa, in stile anglicano. E questo mentre invece il mondo degli Anglicani Tradizionalisti è in fermento, e si parla di una loro conversione al Cattolicesimo Romano.

Ed in Austria, in una specie di scisma progressista, è stata impedita la nomina del Reverendo Gerhard Maria Wagner a Vescovo di Linz, sempre grazie alla stampa laicista.

Ma Benedetto XVI va avanti, prosegue spedito nella Sua Buona Battaglia contro chi, stravolgendo lo stesso spirito del Concilio Vaticano II, ha portato il Cattolicesimo ad allontanarsi dal pensiero salvifico e misterico che è la base della Nostra Fede, misurandosi come un partito politico vero e proprio col Mondo, senza tener conto delle denunce fatte da Cristo contro il Mondo e contenute nel Vangelo. Avanti, Santità: NON PREVALEBUNT !

Chi trama contro Ratzinger.

Come avevo anticipato, ecco qualche conferma:

Feb 3, 2009 di Paolo Rodani - il Riformista

Si chiama “dossier Richard Williamson” e gira da qualche giorno nei sacri palazzi vaticani. Alcune pagine fitte che vogliono spiegare nei minimi dettagli come sia potuto accadere che la notizia della revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani firmata dalla Congregazione dei vescovi lo scorso 21 gennaio e resa nota il 24, si sia tramutata in un boomerang per Papa Benedetto XVI a motivo delle dichiarazioni negazioniste sull’Olocausto rilasciate da uno dei quattro presuli, appunto Williamson.
Il dossier, che sta girando in questi giorni nelle alte sfere della curia romana e che il Riformista è riuscito ad avere, riporta date e fatti e arriva a ipotizzare che, dietro la scelta della tv pubblica svedese Svt di mandare in onda il 21 gennaio l’intervista al presule britannico che tante reazioni negative ha destato, vi sia stata una regia occulta volta a screditare Benedetto XVI. Una regia che ha agito fuori le mura vaticane grazie anche all’aiuto di qualcuno dentro, qualcuno scontento delle aperture del Pontefice agli scismatici-tradizionalisti.
In sostanza, il dossier prova a spiegare come sia accaduto che un atto di «paterna misericordia» - così una nota della Sala Stampa vaticana ha presentato il 24 gennaio il decreto di revoca della scomunica voluto da Ratzinger e firmato dal cardinale Giovanni Battista Re - e che non significa assolutamente il reintegro dei lefebvriani alla piena comunione con Roma quanto un incipit per eventuali progressi in merito - sia stato interpretato da più parti come una decisone tramite la quale il Papa riammetteva nella Chiesa cattolica un gruppo di fedeli antisemiti e negazionisti sulla Shoah.
Il dossier parla di date. Innanzitutto quella del primo novembre. Fu quel giorno, infatti, che il giornalista Ali Fegan della tv svedese intervistò Williamson. Gli chiese lumi riguardo ad alcune dichiarazioni negazioniste sulla Shoah da lui rilasciate anni addietro in Canada. E il presule rispose come tutti sanno: «Le camere a gas non sono mai esistite» e gli ebrei uccisi non furono più di trecentomila. Parole deprecabili - il dossier non lo nasconde - ma non è questo il punto. Ciò che il dossier vuole dimostrare è che la tv svedese, influenzata da un suggeritore, ha voluto strappare a Williamson le dichiarazioni che conosciamo sulla Shoah in modo da usarle a tempo debito e cioè tre giorni prima l’uscita della notizia della revoca della scomunica, appunto il 21 gennaio, lo stesso giorno in cui il decreto di revoca veniva fatto pervenire a Econe sulla scrivania del superiore generale della Fraternità San Pio X (FSPX) monsignor Bernard Fellay.
Il dossier ipotizza che chi ha suggerito a Fegan di domandare a Williamson qualcosa circa l’Olocausto (ricordandogli che il presule ne aveva parlato anni prima in Canada) sia stata una giornalista francese, Fiammetta Venner. Chi è costei? È una nota attivista del movimento omosessuale francese, e anche di quello abortista e laicista. È un’assidua relatrice dei convegni sulla laicità del Grande Oriente di Francia. La Venner, che lo scorso settembre in concomitanza del viaggio del Papa in Francia aveva mandato alle stampe un volume firmato assieme alla sua compagna Caroline Fourest e significativamente intitolato “Les Nouveaux Soldats du pape. Légion du Christ, Opus Dei, traditionalistes”, è intervenuta nell’ampio documentario dedicato ai lefebvriani all’interno del quale la tv svedese ha mandato in onda anche l’intervista a Williamson. Qui la giornalista - oltre il Tevere gli estensori del dossier giurano che la cosa non è casuale - ha accusato la FSPX di connessioni con l’ambiente politico dell’estrema destra francese, aprendo di fatto la strada alle successive accuse di fascismo e antisemitismo.
Dunque, secondo il dossier vaticano, abbiamo un’intervista registrata il 2 novembre nella quale una parte, su suggerimento di una giornalista francese poco in sintonia col mondo tradizionalista del suo paese (soprattutto col mondo lefebvriano), è dedicata alle tesi negazioniste sull’Olocausto. E poi abbiamo un buco di circa due mesi e mezzo. Ovvero, abbiamo la decisione della tv svedese (forse imbeccata da qualcuno dentro le mura vaticane) che aspetta fino al 21 gennaio a mandare in onda l’intervista registrata il 2 novembre, cioè fino al giorno esatto in cui il cardinale Re firma il decreto di revoca della scomunica ai quattro lefebvriani. Solo una coincidenza? Può darsi, ma forse no: quindi, secondo quanto ipotizza il dossier, sarebbe in Francia, ovvero nel paese dove il “cancro” lefebvriano si è maggiormente sviluppato aprendo ferite nella società e nella Chiesa oggi ancora non rimarginate, che è nata la volontà di screditare Benedetto XVI nel momento in cui prendeva una delle decisioni più dirompenti del suo pontificato. Una volontà di screditare il Papa e, quindi, di bloccare il già difficile processo di riavvicinamento dei lefebvriani alla Chiesa.
Nei giorni scorsi, il giornale tedesco Der Spiegel si è spinto sino a ipotizzare che i responsabili delle comunità ebraiche più importanti del mondo, tra queste «il Consiglio Centrale degli ebrei in Germania», fossero «stati informati» in precedenza delle dichiarazioni negazioniste del vescovo ma non abbiano voluto manifestare la propria contrarietà per intervenire contro il Papa soltanto successivamente, a cose fatte. Il dossier vaticano non ritiene fondati gli argomenti di Der Spiegel e non li cita, ma mette in luce aspetti controversi di una vicenda che oggi, una settimana e mezzo dopo la firma della revoca della scomunica, è ancora di là dall’essere risolta.