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martedì 19 maggio 2020

Come morì un Italiano: ALMERIGO GRILZ.

Queste foto a molti, diranno poco.
Si tratta di Almerigo Grilz, il primo giornalista italiano morto su un campo di battaglia dal 1945, il 19 maggio 1987.
Non aveva santi, in patria, nè aerei personali che lo riportavano a casa, nè, tantomeno, pur frequentando i Mujaiddin musulmani antisovietici in Afghanistan, non pensò mai di convertirsi all' Islàm.


E sapete perché ? Nessuno gli perdonava di essere stato un dirigente del Fronte della Gioventù e del MSI, poi Consigliere Comunale a Trieste.

Nessuno gli perdonava di stare sempre dalla "parte sbagliata", quella ANTICOMUNISTA.Cadde infatti durante uno scontro in Mozambico tra i Patrioti della RENAMO e l' esercito filosovietico.
A lui, Trieste ha intitolato una strada. Mentre nessun riconoscimento gli è stato dato dall' Ordine dei Giornalisti della Città Giuliana.

Gyula Grosics, il grande portiere NazionalCattolico che combattè il comunismo magiaro.

Parlo oggi di un Morto Dimenticato in occidente, non certo in Ungheria, dove é noto come "Pantera Nera",perché fu il primo portiere al mondo ad indossare la maglia di quel colore.
Nato nel 1926 da padre protestante e madre Cattolica, studiò da giovane, per volere di quest'ultima, come sacerdote.
Ma il suo destino era un altro: diventare uno dei più grandi portieri di tutti i tempi. Dopo alcuni anni giovanili in squadre minori, approdò nella mitica Honved nel 1950, inventandosi il ruolo di "portiere volante" o "secondo libero", poi patrimonio di altri portieri, come l' olandese Jan Jongbloed ed il colombiano René Higuita. Divenne presto una colonna portante della Nazionale, quella che, negli anni '50 sbaragliò tutte le altre squadre, tra cui l' Inghilterra, battuta 6 a 3 a Wembley e 7 a 1 in casa. 4 anni e 33 partite senza sconfitte. Era la formazione di Puskas, Hidegkuti, Kocsis e Czibor: la Squadra d'Oro.
Quella Nazionale era destinata a vincere i Mondiali in Isvizzera del 1954: 9 a 0 al Giappone, 8 a 3 alla Germania, 4 a 2 al Brasile, stesso risultato in semifinale all' Uruguay, Campione del Mondo in carica.
Mancò la vittoria, invece, in Finale, contro la Germania Ovest, un po' per aver sottovalutato i tedeschi, già mazziati in apertura del torneo, e molto per l' arbitraggio, con un goal validissimo annullato a Puskas nel finale, perdendo 2 a 3. 
Anticomunista e nazionalista fin da ragazzo, pur non militando, come qualcuno imprudentemente ed erroneamente ancora afferma, nelle Croci Frecciate, partito d'ispirazione nazionalsocialista, si arruolò nella 25 divisione SS Hunyadi Páncélgránátos Hadosztály, ma in funzione anti-sovietica. Non ebbe il tempo di effettuare rastrellamenti, infatti, perchè il loro Campo d'Addestramento fu evacuato in Austria, dove combattè contro gli americani, finendo poi loro prigioniero.
Ad ulteriore conferma della non appartenenza alle Croci Frecciate, è il fatto che, tornato in patria, non subì processo per Crimini di Guerra. Una vergognosa calunnia, dunque.
Nel 1949 fu arrestato mentre cercava di fuggire dal regime comunista, fu messo agli arresti domiciliari per spionaggio e tradimento, ma fu liberato dopi pochi mesi perchè ritenuto colonna della Nazionale Ungherese. 

Tifoso da sempre del Ferencvaros, squadra della Destra Cattolica e Nazionalista, in cui avrebbe voluto giocare, fu costretto a passare nel club del Ministero della Difesa magiaro.
E proprio nella Honved insieme agli altri giocatori, dopo la partita della Prima Coppa dei Campioni nel 1956, giocata contro l' Atletico Bilbao in Campo Neutro a Bruxelles per via dei carri armati sovietici a Budapest, fu protagonista del clamoroso rifiuto di rientrare in patria. Dopo un tour per il mondo, la squadra fu dichiarata illegale e, mentre Czibor, Kocsis e Puskas si fermarono fra Barcellona e Madrid, Grosics ed altri fecero rientro in Ungheria, dove furono arrestati. Il calciatore stesso trasformò la propria casa in deposito di armi per i Patrioti Anticomunisti.
Il portiere venne accusato di Alto Tradimento, ma, a furor di popolo, dopo pochi mesi fu liberato e fu richiamato dalla Nazionale, giocando altri 2 Mondiali; anche se fu costretto a trasferirsi nel Tatabanya, messo al bando dalla Honved.

Ma, una volta caduto il comunismo, il Ferencvaros volle regalargli il suo sogno: convocò Grosics all' età di 82 anni e lo fece giocare in porta per 40 secondi contro gli inglesi dello Sheffiel United, ritirando poi la Maglia Numero Uno.
Il giovane vecchio giocatore si commosse fino alle lacrime per i pochi attimi passati nella Squadra del Cuore.
Grosics ha raggiunto in Cielo i propri Fratelli della Squadra d'Oro nel giugno del 2014. Tutta l' Ungheria lo pianse come Eroe Nazionale. 

mercoledì 13 maggio 2020

Un mondo migliore.

Ali Dehere, portavoce del gruppo terroristico Al Shabaab:
"Ajsha ha scelto l’Islam perché ha capito il valore della nostra religione dopo aver letto il Corano e pregato".

martedì 5 maggio 2020

Lettera di un Padre a Conte e Bonaccini.


Ecco, ci sono riuscito: Mia Figlia, dopo giorni di discussioni, si è data pace, e resterà a Milano. L’ ho infine convinta. Dopo mesi lontana da me e da Mia Moglie, avrebbe voluto venire finalmente a trovarci, sfidando imposizioni allucinanti, disposta a rischiare multe salate e pure condanne penali che Le avrebbero potuto rovinare la vita. Cosa volete, è testona e ribelle, ha preso da me il peggio e il meglio da Mia Moglie. Alla fine, però mi ha dato ascolto ed aspetterà il 18 maggio, compleanno di Giovanni Paolo II, ma pure mio.
Ma, per quel giorno, Egregio Avv. Conte e compagno Bonaccini non avrete più attenuanti, dovrete aprire tutto, soprattutto permettere ad una Figlia di venire a trovare i suoi GENITORI, ovvero Padre e Madre, non genitori 1 e 2, non genitori di Famiglie Strane, percorrendo solo 60 chilometri ma in 2 regioni differenti, mica come adesso che é lecito andare in uno stato estero come San Marino, ingiustamente equiparato all’ Emilia Romagna. 
Altrimenti dovrete risponderne alla Nazione ed a Dio, d’aver tenuto lontano sangue dal sangue, vita da vita, per mesi e mesi, mentre persino in tempo di guerra, sotto le bombe degli alleati, le radici non venivano strappate, recise, abbandonate, e le Famiglie si rincorrevano, nell’ intera penisola, per restare unite. 
Potrete impoverire il Popolo Italiano, potrete gettare nella disperazione questa Povera Italia, potrete costringerci a rimanere a casa, ma poi le corde e le catene, troppo a lungo tirate, si spezzeranno. E saremo NOI, quando ci sarà concesso votare, a MANDARVI A CASA !