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martedì 5 maggio 2020

Lettera di un Padre a Conte e Bonaccini.


Ecco, ci sono riuscito: Mia Figlia, dopo giorni di discussioni, si è data pace, e resterà a Milano. L’ ho infine convinta. Dopo mesi lontana da me e da Mia Moglie, avrebbe voluto venire finalmente a trovarci, sfidando imposizioni allucinanti, disposta a rischiare multe salate e pure condanne penali che Le avrebbero potuto rovinare la vita. Cosa volete, è testona e ribelle, ha preso da me il peggio e il meglio da Mia Moglie. Alla fine, però mi ha dato ascolto ed aspetterà il 18 maggio, compleanno di Giovanni Paolo II, ma pure mio.
Ma, per quel giorno, Egregio Avv. Conte e compagno Bonaccini non avrete più attenuanti, dovrete aprire tutto, soprattutto permettere ad una Figlia di venire a trovare i suoi GENITORI, ovvero Padre e Madre, non genitori 1 e 2, non genitori di Famiglie Strane, percorrendo solo 60 chilometri ma in 2 regioni differenti, mica come adesso che é lecito andare in uno stato estero come San Marino, ingiustamente equiparato all’ Emilia Romagna. 
Altrimenti dovrete risponderne alla Nazione ed a Dio, d’aver tenuto lontano sangue dal sangue, vita da vita, per mesi e mesi, mentre persino in tempo di guerra, sotto le bombe degli alleati, le radici non venivano strappate, recise, abbandonate, e le Famiglie si rincorrevano, nell’ intera penisola, per restare unite. 
Potrete impoverire il Popolo Italiano, potrete gettare nella disperazione questa Povera Italia, potrete costringerci a rimanere a casa, ma poi le corde e le catene, troppo a lungo tirate, si spezzeranno. E saremo NOI, quando ci sarà concesso votare, a MANDARVI A CASA !

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