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domenica 28 marzo 2010

domenica 14 marzo 2010

Arridatece Tonino Carino !

Non mi sono mai piaciuti anticipi, posticipi ed orari strampalati voluti ultimamente per esigenze televisive. Per me le partite dovrebbero iniziare tutte insieme, alle 14,30 d' inverno, ed un po' più tardi man mano che arriva la bella stagione. Mantenendo così il ritmo della festa domenicale di una volta: sveglia tardi, S. Messa con Papà, passaggio obbligato in pasticceria per le paste e rientro a casa. Poi, Tutto il calcio minuto per minuto alla radio, da seguire a casa oppure allo stadio, quando c' erano solo i popolari a £. 2.200, i distinti a 3.500, le tribune a 10.000 ed il cambio del dollaro fermo a 625 lire. Ed infine la rassegna dei goals con molti punti fermi tra i mezzobusti della RAI; uno di essi, sicuramente, era Tonino Carino, mitico telecronista da Ashcoli (pronunciato così, naturalmente...), morto pochi giorni fa. Insieme a Bubba da Genova, Gard da Verona e Necco da Napoli ed Avellino era la rappresentazione del giornalismo di provincia parziale, ruspante ma non fazioso, assai lontano dalle troppe trasmissioni urlate, sportive e non, del giorno d' oggi. Nonostante la sua idiosincrasia per i nomi dei calciatori stranieri, era uno dei volti più noti di allora. Oggi, purtroppo, la Domenica non è più così, ed a volte, quando non gioca la propria squadra, i pomeriggi sono lenti e noiosi.

Capita così che uno, sul divano, si metta a fare zapping come ho fatto oggi io, preso dalla pigrizia dal non voler puntare sui vari canali satellitari oltre il 400 (Discovery, History e similari) che normalmente guardo la sera per evitare gli scadenti programmi sempre più presenti sui 7 canali nazionali. Quanto mai !

Come si fa, dunque, a non rimpiangere Toninocarinodaashcoli quando RAI1 mi propina un Cristiano Malgioglio in bella vista, RAI2 mi impone un Aldo Busi sempre più destinato ad un meritatissimo inferno (in cui non crede...) per quei discorsi di alcuni anni fa sulla prostituzione minorile maschile e Canale5 incentra il primo pomeriggio della suffraggetta omofila Barbara D' Urso che ci offre (per la visione da parte dei bambini troppo spesso lasciati con il telecomando in mano, in fascia domenicale protettissima), un digestivo a base di Maicol, Cecchi Paone ed una tenera coppietta di omosessuali con il loro filmato, con tanto di bacetti, sulla loro cerimonia di coppia celebrata in nave fuori dalle acque territoriali di Savona pochi giorni fa, sulla validità della quale spero sarà presto una magistratura coraggiosa (come quella che ha deliberato sull' illeggittimità per i clandestini ad essere legalizzati grazie a cavilli giuridici) a pronunciarsi ?????

Arridatece Tonino Carino !

venerdì 12 marzo 2010

Clandestini: ccà nisciune è fesse !

La sentenza della Cassazione numero 5856 di ieri sui clandestini fuorilegge, se non sarà poi ribaltata dai giudici democratici, stabilisce un principio irrinunciabile:le norme che consentano la permanenza per motivi d’emergenza anche a chi è clandestino, finirebbero con il "legittimare l’inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l’infanzia". In pratica è la chiara dimostrazione che in Italia qualcuno che non si faccia abbindolare dai pianti buonisti sinistri ci sia ancora. O, perlomeno, qualcuno che si sia ricordato di uno dei tre episodi dell' impareggiabile film di Vittorio de Sica "Ieri, oggi, domani", che vinse il premio Oscar come miglior film straniero nel 1963. Scritto da Eduardo de Filippo, questo episodio, ispirato dalla storia vera della contrabbandiera napoletana Concetta Muccardi, rimasta in cinta 19 volte, narra la vicenda di Adelina Sbaratti, venditrice abusiva ed illegale di sigarette nel quartiere napoletano di Forcella che, per evitare il carcere, passa da una maternità all' altra, continuando a delinquere impunemente.

Ed è questo che ancora una volta va sottolineato: in un paese allo sbando non si può più continuare ad essere presi in giro dai clandestini che, imbeccati da sindacalisti, attivisti di partito e solerti avvocati, trovano centomila appigli per sfuggire ad ogni controllo; sia fingendo di non capire quando vengono beccati sparapanzati sul treno privi di biglietto oppure in Prima Classe, oppure per evitare la confisca delle merci tarocche. Sia per essere puniti anche col carcere, se recidivi, in base ad una legge dello stato che definisce la clandestinità un reato.

E se molti Comuni amministrati dai cattocomunisti, a cominciare da Torino dove già Chiamparino si straccia le vesti, non saranno d' accordo, auguriamoci che tanti privati cittadini si incarichino, nella giusta maniera, di far rispettare Sentenze e Leggi di uno Stato Legittimo.

lunedì 8 marzo 2010

Granata e Fini, novelli Max e Moritz ?

Anche se la Mia Amica Orpheus mi ha preceduto qualche giorno fa

http://orpheus.ilcannocchiale.it/post/2446447.html

non posso esimermi di parlare di questo simpatico novello eroe della sinistra antiberlusconiana più radicale, con tanto di patente viola (che se non fossi un veteroCattolicopreconciliare, dovrei pure fare gli scongiuri...). Peccato che questo scavezzacollo non sia un emergente del PD oppure ancor meglio dell' IDV, ma sia un parlamentare del PDL fedelissimo di Fini. Scavezzacollo il quale, come ha ricordato Francesco Cramer sul Giornale:

http://www.ilgiornale.it/interni/finiano_patente_viola_antiberlusconiano/fabio_granata-popolo_viola-an-antiberlusconismo/27-02-2010/articolo-id=425352-page=0-comments=1

non solo ha preso con piacere quel patentino da difensore di quella Costituzione che io amo tanto dai girotondini travaglianti di cui sopra, ma, non contento di questo, si è pure fatto intervistare da Camilleri su Micromega dichiarandosi pronto a far cadere il Governo e poi sul Fatto ha dichiarato che dopo le Regionali si faranno i conti nel PDL.

Ora io non pretendo che i miei lettori siano vecchi appassionati di fumetti come il sottoscritto, ma vorrei ricordare a quei simpaticoni di Farefuturo che mi tengono d' occhio, proprio l' amara storia di Max e Moritz (impressionante la somiglianza con Granata e Fini !), due monellini protagonisti di una storia illustrata considerata l' antesignana dei fumetti. Che in sei episodi si divertivano a fare atroci scherzi a destra e manca; trovando però nel settimo racconto un triste epilogo all' ennesima burla: catturati dal mugnaio e passati sotto la mola, ridotti in briciole, furono mangiati da alcune oche...

http://it.wikipedia.org/wiki/Max_e_Moritz

domenica 7 marzo 2010

L' ULTIMA DIGA: la Piccola Europa contro l' europa inesistente.

A volte credi di avere perso la guerra. Forze senza fine e senza senso sembrano prendere il sopravvento. Mordor spadroneggia nella Terra di Mezzo, Orchetti ed Uruk-Hai si agitano incatenando Uomini, Elfi ed Hobbit. Il Terrore ed il Nulla dominano in un mondo assoggettato. Poi ti accorgi che il Mondo, l' Europa, la Civiltà può risorgere, come altre cento volte in passato. E mentre le grandi nazioni del passato dormono, tra gli ozii della democrazia, e spalancano le porte ai nuovi vandali, ecco che piccole realtà alzano la propria voce, e gridano la voglia di non arrendersi.

E curioso è il fatto che tali voci arrivano da paesi che sembrerebbero freddi e spesso chiusi nelle proprie piccole realtà, come Svizzera ed Olanda. Ma che vedono i loro piccoli giardini pieni di fiori minacciati da mezzelune sempre più pericolose ed invasive. Riusciranno questi due piccoli stati a risvegliarci dal letargo decennale ? Saranno forse gli Svizzeri a stoppare in una nuova Battaglia di Morgarten le avanguardie petrolcoloniali arabo-libiche ? Saranno forse gli Olandesi che si riconoscono nel vittorioso Partito della Libertà di Geert Wilders a rinnovare la Leggenda della Diga ?

"C'era una volta un piccolo ragazzo, Hans Brinker, il quale, mentre passava su una diga andando a scuola, si accorse di una minuscola perdita da dove il mare gocciolava attraverso un piccolo buco. Pur sapendo che sarebbe finito nei guai se fosse arrivato a scuola in ritardo, il ragazzo infilò il suo dito nel buco e fermò il flusso dell'acqua. Più tardi, un passante lo vide e andò a cercare aiuto. L'aiuto arrivò sotto forma di altri uomini che erano capaci di riparare la diga e di sigillare la perdita.".

La citta di Haarlem si salvò così grazie al piccolo Hans.

martedì 2 marzo 2010

I Rumeni, compatti, non hanno aderito allo sciopero farsa.

Eccomi, dunque: non sono sparito, non mi hanno arrestato, non mi hanno picchiato. Solamente ogni volta che cercavo di iniziare a scrivere, un senso di nausea mi prendeva, per tutto quello che succede in questo paese sempre più allo sbando. Finalmente uno stimolo, per rompere il ghiaccio: lo sciopero farsa degli stranieri immigrati, voluto dai soliti fomentatori di odio. Che non solo è stato un flop pazzesco, ma ha visto una partecipazione quasi nulla dei Lavoratori Rumeni. E quello che è incredibile è che il partito rumeno corrispondente del PD nostrano, quel PSD che non amo particolarmente perchè sempre di sinistra rimane, e sempre è orientato dall' ineffabile "Volpon" Iliescu, si è dimostrato più moderato, ragionevole e disponibile al dialogo del quasi omonimo italiano, che non perderà mai il suo antiberlusconismo travagliante e santoresco. Infatti il rappresentante in italia del PSD, Marian Mocanu, Consigliere del Senato di Romania, già una quindicina di giorni fa si era dichiarato completamente contrario a questa sciopero da operetta:

Andora, 15/02/2010: Come consigliere del Presidente del Senato Rumeno, sento il dovere di invitare la comunità rumena in Italia, a non aderire allo sciopero dei migranti, previsto per il prossimo 1 marzo. La Costituzione Italiana , garantisce ad ogni lavoratore il diritto di sciopero, ed ogni lavoratore è libero di esprimere la richiesta dei propri diritti anche tramite questa forma di lotta. Sono però altrettanto sicuro che, aderire ad una forma di protesta come questa, sia un danno per la nostra comunità .
Infatti , per usare le parole del Ministro Maroni , dopo i tremendi fatti di via Padova a Milano, è giunto il momento di “lavorare tutti insieme “ e di evitare il rischio di creare nuovi ghetti, nuove situazioni di auto isolamento. Sono consapevole che anche la nostra comunità avrebbe motivo di esprimere le proprie ragioni, di denunciare le situazioni di sfruttamento e di chiedere più controllo nel mondo del lavoro.
In quanto cittadini europei, siamo chiamati a maggiore responsabilità e a far valere le nostre giuste ragioni all’interno e con gli strumenti dell’ordinamento italiano, al fianco e con i lavoratori italiani come anche sottolineato dalla presa di posizione delle maggiori confederazioni sindacali italiane. La nostra comunità è espressione, al pari di quella italiana, di un popolo di lavoratori, di una cultura del “fare” e dell’intraprendere, come dimostrato dalle oltre 25.000 partite iva aperte fino al 2009 da cittadini rumeni. Non partecipare a questo sciopero, non significa non lottare per i propri diritti e per quelli dei propri figli ma, invece sottolineare il nostro rifiuto verso ogni forma di ghettizzazione e esclusione dal tessuto sociale italiano, dimostrando, per usare le parole del Presidente d ella Camera On. Fini , che non vogliamo rifugiarci “in identità pregresse formando ghetti di autoesclusione' ma aprirci al tessuto sociale, economico e produttivo dell’Italia”.

Marian Mocanu
Consigliere Onorario del Presidente del Senato Rumeno

Ed anche oggi ha ribadito il concetto:

IL FALLIMENTO DELLO SCIOPERO DEL 1 MARZO RILANCIA LA LINEA DELL’UNITA’ DEI RUMENI CON IL POPOLO E I LAVORATORI ITALIANI

La comunità rumena, nella maggioranza ha capito che uno sciopero su base etnica rappresenta la fine di ogni possibilità di dialogo. Ma lo sciopero, è bene ricordarlo serve per le vertenze di lavoro , per chiedere il rinnovo dei contratti, per una mondo del lavoro più giusto, non per rivendicazioni politiche e per la richiesta di diritti che, come europei , già possediamo. La presenza di un centinaio di rumeni allo sciopero non è stato rappresentativo per la comunità ma si è trattato di una presenza a titolo personale

Come consigliere del Presidente del Senato Rumeno, sento il dovere di ringraziare l’intera comunità rumena in Italia, per il senso di responsabilità dimostratrato per non aver partecipato allo sciopero del 1 Marzo, autoproclamato da alcuni gruppi di cittadini extracomunitari, con l’appoggio di alcune organizzazioni italiane. Come più volte sostenuto , la Costituzione Italiana , garantisce ad ogni lavoratore il diritto di sciopero, ed ogni lavoratore è stato libero di partecipare o meno a questo sciopero. La comunità rumena, ha capito che uno sciopero su base etnica rappresenta forse la fine di ogni possibilità di dialogo. Ma lo sciopero, è bene ricordarlo serve per le vertenze di lavoro , per chiedere il rinnovo dei contratti, per una mondo del lavoro più giusto, non per rivendicazioni politiche e, ancor meno , per la richiesta di diritti che, come europei, già possediamo. Aderire , ad esempio, ad un evento che riguardava i soli cittadini immigrati non avrebbe portato alcun beneficio a nessuno e avrebbe causato ulteriori frizioni tra italiani e immigrati rumeni dando il pretesto alle forze più estreme di sostenere la tesi che sussiste una guerra tra poveri. Dobbiamo sentirci partecipi degli sforzi della collettività italiana. Certo, non mancano fenomeni di intolleranza e razzismo , che si riflettono quasi sempre sulle persone più deboli come i nostri ragazzi , e su questi fenomeni dobbiamo vigilare e denunciarli senza problemi alle autorità italiane senza però prestarsi a giochi politici che invece che risolvere il problema spesso lo usano per fini elettorali. Come cittadini rumeni dobbiamo ricordarci che siamo cittadini comunitari, e come tali godiamo di diritti e doveri parificati a quelli degli italiani e le tante battaglie delle comunità extracomunitarie, seppur umanamente comprensibili, ci riguardano solo marginalmente. Nel mondo del lavoro le battaglie per un fisco più giusto , la sicurezza sui luoghi di lavoro e le tutele sociali sono battaglie che rumeni e italiani devono portare avanti in modo comune e unitario e attraverso le strutture istituzionali italiane , dobbiamo opporci ad ogni tentativo che crei la contrapposizione rumeno – italiano.

Gli interessi e le battaglie dei lavoratori rumeni sono anche quelle dei italiani e di tutti i cittadini comunitari.

Marian Mocanu

Consigliere Onorario del Presidente del Senato della Romania

Certo, l' impronta di sinistra traspare qua e là, ma che differenza di impostazione rispetto ad un PD che non smette di mostrare il proprio retroterreno culturale e le proprie radici comuniste ! Ma la Mia Romania dimostra di essere più imparziale anche nella stampa, come dimostra un articolo di Romania Libera di ieri che, a fronte dei 200. 000 partecipanti violetti di rabbia alla manifestazione di Roma contro Silvio Berlusconi dichiarati dagli organizzatori, ne riduce ad un più reale e realistico 10.000 il numero dei partecipanti. Evidentemente chi ha avuto il comunismo, ha fatto tesoro delle loro menzogne. In Italia, purtroppo, gli utili italioti credono ancora alle favolette rosse.

Piano piano si riprende....

Grazie agli amici per le parole di stima e di affetto.

E pure ai nemici per il loro odio....

Anche se la voglia di lasciare l' Italia aumenta...