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domenica 28 gennaio 2007

Don Camillo ed il fango nostrano.

Ecco il racconto di oggi tratto dal giornalino del Mio Parroco.

Ero lì, a ******** nel cortile della Curia, e si sono avvicinati alcuni amici che erano stati alla Festa nella stalla. Il discorso si è diretto subito su quel pellegrinaggio notturno, in aperta campagna e per stradine mai viste prima; molti commenti, e anche meraviglia per quella festa interpaesana, molto originale. Tra una chiacchera e l'altra, ho cercato di scusarmi per le difficoltà del parcheggio, facendo notare che avevamo preparato un campo, ma era piovuto. L' amico Piero ha prontamente interrotto le mie scuse: "...ma, Don Camillo non dica così...è stata una serata bellissima...pensi, con la macchina siamo finiti in un canale, ed io e mia moglie ci siamo dati un' infangata, che ci vorrà una settimana a ripulire tutto. Erano anni che non tornavamo a casa...così sporchi, ma è stato bello...e poi le fiaccole...la stalla...la gente...il rinfresco...gente simpatica...ed i suoi parrocchiani...e poi quella Messa...non si lamenti ! Eravamo partiti da ****** con qualche dubbio, non sapevamo dove andare...l'anno prossimo ci saremo ancora !".

Tra me pensavo: "...ma questi qui, sarà vero quello che dicono o ci scherzano", ma poi mi sono convinto che erano proprio stati contenti, perchè per loro era stata una bella avventura, infatti, in città dove avrebbero potuto trovare tanto fango ? Di questi tempi, in cui i fortunati si rifugiano su isole deserte a mangiare bacarozzi, in fattorie primitive a spalare letame, in finte discariche a piangere nel gabinetto scassato, almeno da noi c'era fango vero e mucche nostrane. Forse i "moderni" incominciano ad essere stanchi di quel mondo fittizio, soffocato di plastica, di cemento, di...troppa vernice falsa. Non faccio un discorso "contro", perchè anche noi umani siamo prodotti del nostro tempo, tuttavia raccolgo spesso un certo sospiro per un mondo più semplice, più naturale, meno truccato. Per rimpinto di primitivo vediamo il moltiplicarsi di agriturismi, dove ci si rifugia, per stare a tavola in vecchie stalle, come per sntire l'odore antico di un mondo più povero, ma più genuino. Forse è vero:il progresso ci ha truccato fuori e dentro, ma in fondo è rimasta tanta nostalgia di fango...pulito !

sabato 27 gennaio 2007

E malediranno l'ora in cui partorirono.

Oggi è la giornata della Memoria. E' giusto e doveroso ricordare 6 milioni di Ebrei morti nei Lager. Ed oggi tutti lo stanno facendo. Ma esistono altri Olocausti, e non solo quello parimenti noto degli Armeni.

Olocausti di cui nessuno parla, come quello del Popolo Tedesco tra il 1944 ed il 1949. In quel periodo 16.555.000 cittadini tedeschi della Prussia Orientale, del Memel, della Prussia Occidentale,di Danzica, della Pomerania Orientale, del Wartegau, del Governatorato Generale, della Slesia, dei Sudeti, e di lingua tedesca della Jugoslavia, dell' Ungheria e della Romania furono espulsi e deportati dai territori in cui vivevano da secoli. Di questi 2.409.000 (DUEMILIONIQUATTROCENTONOVEMILA) risultarono dispersi o deceduti per stenti, maltrattamenti,esecuzioni capitali. (fonte: Marco Picone Chiodo "E Malediranno....." Mursia,1987).

I vincitori Polacchi, Cechi, Russi fecero a gara per martirizzare nel modo più abbietto i civili ed i soldati tedeschi:migliaia le donne violentate (cinquecentomila), centinaia inchiodati a croci oppure ai carri armati.

Konigsberg (oggi Kalilingrad, territorio russo isolato dal resto dello stato per via della Polonia e della Lituania), città culla della Prussia centenaria, subì un martirio senza pari: i sovietici s'inoltrarono nella città e subito da ogni dove l'eco delle urla di terrore dei civili si confuse con le loro urla di trionfo. Uomini cadevano uccisi e donne invocavano aiuto dai soldati che passavano avviati in prigionia e che nessun soccorso potevano ormai più dare; il fuoco si accompagnava ai saccheggi, i saccheggi alla furia distruggitrice. L'indomani i cittadini furono stanati dai loro rifugi e radunati nelle vie e nelle piazze e, sotto stretta sorveglianza, posti in marcia per le vie sconnesse della città e per le strade che dalla città si diramavano nelle zone limitrofe. Colonne di donne e colonne di uomini cominciarono a camminare in direzioni diverse senza sapere dove, sempre spinti in avanti dalle guardie che li scortavano, affrontavano un percorso e poi tornavano indietro, passavano per una località e poi ci ritornavano finché affrontarono percorsi più lunghi che li portarono nel Samland o a Labiau. A dover peregrinare in questo modo non erano solo adulti, ma pure ragazzi, neonati in carrozzella, malati portati avanti su carriole, e su di loro scese per prima la morte. I sovietici pareva avessero in programma nient'altro che di farli marciare, di trascinarli, spettatori coatti, sugli scenari della lotta, per luoghi minati e ancora seminati di cadaveri; non davano loro da mangiare né da bere, non interessava loro se trascorrevano la notte all'aperto, dietro cespugli o qualche albero per ripararsi dal freddo o in qualche stalla o fienile delle fattorie demolite dalla guerra. Loro preoccupazione principale era di farli marciare a bastonate, se necessario, e a notte andare a disturbare le donne.
L'odissea di Konigsberg é evidenziata dalle seguenti cifre: al momento dell'assedio, nella città erano rimasti circa 100.000 abitanti. A causa dei combattimenti e delle marce dei primi giorni d'occupazione morirono circa 30.000 persone (dati sovietici). Diverse migliaia morirono nei lager organizzati dall'autorità sovietica. Questo vuoto venne colmato nei mesi di giugno-luglio 1945 dai rimpatriati, cosicché, in base ai certificati di registrazione, gli abitanti raggiunsero il numero di circa 70.000. Due anni dopo, nell'estate 1947, secondo valutazioni fatte da medici e dal clero, rimanevano ancora circa 24.000 tedeschi; in detto periodo 2.300 persone avevano potuto lasciare la città. In totale, sotto dominazione sovietica, a fine 1947, erano decedute quasi 50.000 persone, a cui vanno aggiunti i 30.000 del periodo bellico e delle “marce di propaganda” .

Nè sorte migliore subirono i tedeschi da parte dei Polacchi e dei Cechi:

"Quel giorno, Ludek Pachmann, campione ceco di scacchi, si trovò a passare per le vie e le piazze cittadine e con fatica riuscì a dominare l'orrore che provava. Ai lampioni, appesi per i piedi, vide ardere uomini in divisa, mentre dalle case venivano trascinati fuori civili e condotti, con impietosi maltrattamenti e schiamazzi, nelle prigioni o nei Lager improvvisati in scuole, cinematografi, seminterrati. All'imbocco della Wassergasse si trovò davanti tre salme nude, mutilate sino all'irriconoscibile, i denti totalmente sradicati con bastonate, la bocca null'altro che un foro sanguinolento. Infilò la Stefangasse e incontrò alcuni tedeschi che trascinavano fuori i corpi inanimati di loro connazionali. "To jacu prece vasi bratri ted'je polibetjeo!" (Sono ben vostri fratelli, baciateli!) ordinava loro la Revolucni Garda. E loro si chinavano e, comprimendo le labbra, baciavano quei morti. Pachmann non ebbe il coraggio di proseguire e fuggì da quello spettacolo dove anche vecchi, donne, bambini venivano mutilati, bastonati a morte, violentati, mentre Radio Praga non cessava di incitare: "Uccidete, uccidete i tedeschi ovunque li incontrate. Non abbiate riguardo per bambini, donne, vecchi. Estirpateli alla radice". [...] Nella città, frattanto, la Revolucni Garda ed il popolo, sia uomini che donne, garantiti dalla definitiva scomparsa delle forze tedesche, infierivano sugli 80.000 loro concittadini tedeschi: invasero gli ospedali e bastonarono, strozzarono, evirarono, affogarono nei lavandini i feriti, trascinarono in strada per farli calpestare dai soldati a cavallo gli infermi, facendosi beffe degli emblemi della Croce Rossa che spiccava sui fabbricati a loro protezione. Non risparmiarono neppure i loro connazionali sospetti. A Praga-Weinberge tagliarono i seni e aprirono il ventre di una ragazza in stato di gravidanza fidanzata ad una SS, la fecero fotografare dalla stampa e ne attribuirono l'atto ai tedeschi. Altri all'ingresso della stazione Wilson se la presero con un'avvenente bionda, troppo bionda, a loro giudizio, per essere una ceca; le corsero incontro e la circondarono e, nonostante che la ragazza in perfetto ceco urlasse di non essere una tedesca, la denudarono e infierirono sul suo corpo. Era ancora viva quando un pesante carro di birra passò da quelle parti: con un gran vociare lo fermarono e staccarono i cavalli, poi li legarono alle braccia e alle gambe della loro vittima e, incitando gli animali, li fecero muovere in opposta direzione. La domenica, 13 maggio, arrivò il presidente del loro governo in esilio, Edvard Benes. Lo accolsero con plauso ed in suo onore schierarono dei tedeschi sul suo percorso e li arsero vivi. (da "E malediranno l'ora in cui partorirono", pag.152-153).

Ma di questo Olocausto nessuno ne parla:per questo oggi l'ho ricordato.

mercoledì 24 gennaio 2007

La pietà Islamica ? Non per un padre.

Chi ha visto, rifletta. In questi giorni abbiamo assistito all' epilogo della tragedia di Erba. In questo periodo gli italiani sono stati messa sotto accusa di razzismo perchè avevano sospettato il tunisino Azouz per la strage di Erba. Condannato per spaccio di droga ed uscito per indulto, ed in Tunisia in quei giorni, era plausibile che le indagini facessero anche capo a lui. Ma per tutti, gli italiani, pessima gente, erano colpevoli di razzismo mentale. Tranne i soliti sinistri, che, come sempre avevano capito tutto.

Lunedì, i funerali in Italia:dopo la mesta cerimonia in Chiesa, chi ha visto i filmati televisivi si è reso subito conto che le bare all'uscita sono state prese in consegna dai fedeli musulmani, che hanno cominciato a urlare "Allah ak-bar ! Allah ak-bar!" (Allah è grande), non sussurrandolo, come la Salat al-janaza ( orazione funebre) in realtà consiglia, ma urlato con tono minaccioso, nonostante l'omelia di misericordia e pace che il Sacerdote aveva letto, e le parole di Carlo Castagna, vero esempio sovrumano di perdono. E' inutile negarlo: i portatori delle bare avevano un' aria di minaccia e sfida.

Ed il giorno dopo, l' atto finale: a Zaghouan, Carlo Castagna, che in questi giorni è stato l'immagine testuale del Vangelo, sopra ogni limite di comprensione anche per un peccatore come il sottoscritto, un' immagine ispirata forse da Cristo stesso, ma forse troppo sovrumana per noi poveri imperfetti Figli di Dio, ha subito l'ennesima e grave violenza, come in un protrarsi della Via Crucis: gli è stato precluso l'ingresso nella Moschea per assistere al Funerale dei suoi cari. Colpevole di essere Cattolico, e così, in nome di un dio che dovrebbe essere "clemente e misericordioso" , come ricorda la Basmala , questo povero Padre non ha potuto pregare l'ultima volta su quelle bare.

Chi ha visto,rifletta.

lunedì 22 gennaio 2007

Se AN non ama il Saluto a Romano.

Se AN non ama il Saluto a Romano.

Il Secolo d' Italia, il quotidiano di Alleanza Nazionale che annoverò in passato diversi direttori illustri, da Giorgio Almirante a Pino Romualdi a Giano Accame, ha col nuovo anno cambiato look, e probabilmente vuole dare qualche altro colpetto di spugna, senza grossi strappi, però, con dolcezza, avendo forse constatato, nella manifestazione della CdL del 2 Dicembre a Roma, che i Saluti Romani e le Croci Celtiche erano ben presenti nelle file delle proprie organizzazioni giovanili, e non in quelle della Destra Radicale (con scandalo di Paperinik, giovanitristi e paperelli tocquevillani...).

Così, Sabato ha pubblicato un articolo, ripreso ieri da Libero, a firma "Conan" , "Cari ragazzi, non è più tempo di saluti", nel quale l'autore stigmatizzava il fatto che tra alcuni ragazzi di Azione Universitaria (ma forse era qualche infiltrato scavezzacollo) che hanno contestato Prodi Romano alla Cattolica qualche giorno fa, vi era qualche (probabilmente infiltrato) studente che salutava romanamente. E con tono buonista, ammoniva che tale saluto non era "roba cattiva, ma roba vecchia e noiosa".

A parte il fatto che salutare uno che si chiama Romano romanamente, lo trovo assai carino e corretto. A parte il fatto del poco rispetto per ciò che è vecchio: Mio Padre è arrivato fino a 98 anni: e allora ? In più se lo salutavano romanamente, rispondeva allegro e con gioia. Quello che è vecchio, lo dobbiamo buttare via ? Ma guarda un po' !

E prosegue, Conan, suggerendo di sostituire il saluto Romano con le corna; embè, ma cosa c'entra ? Il Saluto Romano è un modo identitario di fare vedere il palmo aperto in segno di pace, come insegnavano gli antichi Romani; così facendo, era un segno per far capire a chi si incontrava che non s'impugnava il Gladio. Direi di segno opposto del Saluto a pugno chiuso, che è un gesto di rabbia e di lotta. I giovani alla Cattolica lo hanno fatto in risposta alle spinte (ed altro) della polizia che cercava di allontanarli. Del resto, anche i no-global ultimamente si esibiscono facendo vedere ai poliziotti entrambe le mani alzate (salvo poi chissà cos'avranno nei pantaloni...), in segno non violento: Fascisti doppi ? O Fascisti rossi, come certe paperelle neo-antifasciste li chiama ? Dunque, perchè essere offensivi, con le corna; eppoi, rivolte a chi ? Ai poliziotti ? E perchè ? A Prodi ? Ma dai, sappiamo che la Signora Flavia Franzoni è timorata di Dio e fedele al suo cicciobello ! Perchè dunque essere offensivi ? I giovani hanno invece fatto una manifestazione lecita e pacifica, dimostrando di non temere gli strali ed i freni del Sig. Fini che dovrebbe pensare piuttosto ad indire DEMOCRATICAMENTE un Congresso chiesto sempre più a gran voce non solo dagli Onorevoli Santanchè e Storace, ma anche dalla Base. I giovani non hanno tirato candelotti e molotov, non hanno rotto vetrine o insultato la memoria di Caduti Italiani, nè incendiato bandiere. Hanno fatto un gesto che è stato pure depenalizzato alcuni anni fa proprio dall' Ulivo. Un gesto che anche il Cattolicissimo Tolkien ha usato descrivendo gli Argonath, le due enormi statue di Anàrion ed Isildur poste a protezione di Gondor, nel Signore degli Anelli; e che Tolkien stesso così descrive: "Vi erano ancora una grande potenza e maestà in quei silenziosi guardiani di un regno scomparso da epoche immemorabili.".

Caro Conan, hai toppato: UNA NAZIONE CHE NON HA RISPETTO DEL PROPRIO PASSATO, NON HA FUTURO.

Don Camillo ed i giovani d'oggi.

Inserisco l'analisi domenicale del Mio Don Camillo che vi ho personalmente presentato qualche tempo fa a proposito di Pannella; è tratta dal suo giornalino. Il linguaggio che usa è semplice, perchè deve giungere al cuore dei fedeli di una Chiesa di campagna, ma ricordate che ha 2 lauree e saggezza da vendere...

Nasce un bambino…nasce un punto interrogativo ! Ancora oggi, pur con tutti gli studi degli “specialisti”, la vita è un mistero, e il futuro, pur con tutti i maghi, resta un interrogativo senza risposte.
E allora, se la vita è un percorso a sorpresa, come facciamo a delineare un programma di sviluppo armonico per noi e per i nostri figli ? In questi giorni abbiamo visto una catena di violenze, con protagonisti adolescenti, anche nella nostra provincia; sorprese amare in famiglie “per bene”, che avranno fatto il possibile per regalare tutto ai propri figli, con l’illusione che “…loro avrebbero avuto meno fastidi per crescere …bene”.
Ma basterebbe ricordare una nota parabola del Vangelo, dove si parla di “quel padrone che fece seminare buon seme nel suo campo, però mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò in mezzo al grano la zizzania” (Mt. 13,24).
Ai giovani insipidi si cerca di evitare qualsiasi sacrificio e si presenta un mondo facile, dove la famiglia è la soluzione certa di tutti i problemi, e dove poi crescono…scemotti, tipo i candidati che ho voluto vedere l’altra sera, all’ inaugurazione del Grande Fratello. Se penso che in quella “casa” avrebbero voluto entrarci milioni di giovani, con lo stesso stile e lo stesso…vuoto di testa, allora mi sento davvero fuori tempo e maturo per il ricovero.
La violenza, la prepotenza, l’incapacità di controllo, l’esibizionismo animalesco, diventano frutti naturali di una società, che non riesce più a dare messaggi sui valori della vita, che ciascuno ha da spendere. San Paolo esortava: “e voi padri educate i vostri figli nella disciplina, ammonendoli secondo lo spirito del Signore”; ma spesso le famiglie sono confuse, condizionate dai mass media, incapaci di far capire il “bene” ed “il male” e manca l’autorità nel richiamare con chiarezza quei principi morali universali, base del vivere sociale. C’ è il rischio di vivere come in una fiction, per cui si perde il senso reale dei propri atti e ci si illude che la vita sia una favola da teleschermo. Alla prima delusione si diventa stracci da macero; “e disse lo stolto: Dio non c’è”questa è sempre stata la grande tentazione, in particolare dei giovani, perché vengono allevati come “bulli” autosufficienti, con i soldi degli altri, e prepotenti, per coprire la faccia da mollusco.
Da prete agricolo mi interrogo e guardo il campo…della parrocchia, per capire se sta crescendo buon frumento o zizzania; date un’occhiata anche in casa vostra.

sabato 20 gennaio 2007

Il prode Mastella fermerà Ahmadinejad !

Signori, giù il cappello davanti al prode e clemente Ministro della Giustizia Mastella, così clemente che presto firmerà la grazia per Adriano Sofri. Infatti, mentre il mondo intero trema davanti ad Ahmadinejad, e gli Stati Uniti si trovano ancora una volta SOLI a fronteggiare questo pericoloso individuo, ebbene, il principino di Ceppaloni ha dimostrato una grinta degna di Rambo e Terminator. Infatti, prima ha lanciato un appello pochi giorni fa perché il Negazionismo della Shoah diventi reato in tutti i paesi dell'Unione Europea. A Dresda, durante il Consiglio dei ministri della Giustizia e degli Affari Interni europei, il Guardasigilli, incontrando la sua omologa Brigitte Zypries, ha sottolineato l'importanza di una iniziativa comune in questa direzione. Al rientro in Italia ha ieri dichiarato che presentera' al prossimo Consiglio dei ministri ''un disegno di legge che riguarda il delitto alla negazione dell'Olocausto''. Ma è un passo fondamentale ! Il prode difensore di tanti poveri Caino liberati grazie all' indulto, ministro di uno stato che si sta dimostrando un inflessibile cacciatore di nazionalsocialisti cui non lascia scampo, come testimonia la sentenza del Tribunale Militare di La Spezia contro alcuni pericolosissimi pluriottantenni colpevoli di aver eseguito gli ordini di Walter Reder (per non finire a loro volta davanti al plotone d'esecuzione...), che ha condannato 9 sottufficiali ed un soldato (non UFFICIALI, come la maggior parte dei media ha riportato...) all' ergastolo, questo prode Ministro, appunto, si erge come un gigante a difesa dell' Occidente e dei suoi Valori, pronto a sfidare il Presidente Iraniano Mahmoud Ahamadinejad ! Infatti, in barba ai mezzi violenti degli Stati Uniti che vorrebbero allargare la base di Vicenza per bombardare lo scavezzacollo di Teheran, il pacifista e clemente Mastella, una volta approvata la Legge, farà emettere , magari dal giudice spagnolo Garzòn, un mandato di arresto internazionale per Mahmoud per Negazionismo. Il quale, ha dichiarato di voler farsi prontamente arrestare, in cambio di un trattamento simile a Scalzone, la Baraldini e molti altri cattivi maestri italiani...

Scherzi a parte, non così si combattono i nazionalsocialcomunisti di ogni colore:non creando l'ennesima legge contro la libertà di pensiero (negare la Shoah è come dire che la Terra è quadrata), ma favorendo l' integrazione e l' ingresso di Israele e del Libano nella Nato e nell' Unione Europea.



mercoledì 17 gennaio 2007

Oreste Scalzone Ministro del Governo Prodi.

I giudici della Corte d'Assise di Milano hanno dichiarato che i reati di partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata e rapine per cui è stato condannato Oreste Scalzone, esponente di Potere Operaio e latitante in Francia dal 1981, sono stati prescritti.
Lo hanno riferito fonti giudiziarie aggiungendo che è stato anche revocato l'ordine di custodia cautelare nei suoi confronti, il che permette a Scalzone di poter rientrare in Italia.
Scalzone a Milano era stato condannato a 16 anni di carcere per partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata e rapine nell'ambito del cosiddetto processo "Primalinea-CoCoRi (Comitati comunisti rivoluzionari)".
L'imputato però non aveva scontato la pena perché la sentenza con cui era stato condannato non era mai stata eseguita in quanto annullata dalla Corte di Cassazione dopo che la Francia non aveva concesso l'estradizione.
I fatti per cui Scalzone è stato condannato risalgono al 1977.
Scalzone e altri militanti di Potere Operaio sono stati citati davanti al tribunale civile di Roma per una causa di risarcimento danni dalla famiglia di Stefano e Virgilio Mattei, i due ragazzi di 8 e 22 anni, figli dell'ex segretario dell'Msi di Primavalle, morti nell'incendio appiccato alla loro casa da tre esponenti del movimento il 16 aprile 1973, fatti fuggire all' estero da Scalzone, come da lui dichiarato a Radio Radicale.


Scalzone a Parigi, come del resto molti altri Cattivi Maestri degli anni di piombo, è vissuto coccolato e vezzeggiato, ed ancora oggi molti siti francesi lo propongono come un eroe perseguitato dalle autorità italiane; ed anche in Italia gode di ammirazione presso la sinistra salottiera alla Sanguineti ( il filosofo candidato da Rifondazione Comunista come Sindaco per Genova, che ha recentemente dichiarato di volere la Lotta di classe come strumento politico), insieme ai vari Sofri, Battisti, Baraldini e compagni, peraltro ben sistemati nelle strutture del paese:

"Sono usciti alla spicciolata e ora sono quasi tutti fuori. Con qualche restrizione o ormai completamente liberi. Gli ex terroristi dell'ultrasinistra sono rientrati nella società. Ci è andata bene, ha sintetizzato Maurice Bignami, ex comandante di Prima linea. Alcuni lavorano nelle cooperative, che offrono una chance di reinserimento agli ex detenuti; altri hanno preso strade diverse. C'è anche chi è entrato nelle istituzioni, buttando via il passato come uno zaino ingombrante, ed è pagato da quello Stato combattuto in gioventù. Recentemente Leonardo Conti, figlio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti, ucciso dalle Br il 10 febbraio 1986, ha posto alla Regione Toscana due domande molto scomode: quanti familiari delle vittime del terrorismo lavorano per la Regione o la Provincia o enti collegati a Firenze e in Toscana? E quanti ex terroristi? Nell'attesa è il Giornale a tentare un primo censimento.

Corrado Federico Alunni Fondatore Br, 58 anni, arrestato nel 1978 dopo esser passato nelle Formazioni comuniste combattenti. Nel 1980 tenta la fuga da San Vittore insieme a Vallanzasca, nel 2003 scrive un libro con altri autori (La rapina in banca, storia, teoria, pratica), da anni è fuori di galera, lavora in una coop informatica.

Vittorio Alvaro Antonini Già responsabile della colonna romana Br, coinvolto sequestro Dozier, arrestato nel 1985, è in semilibertà dal 2000. Ogni giorno entra ed esce di prigione per lavorare all'esterno. Presiede l'associazione culturale Papillon-Rebibbia promotrice della protesta che nel 2004 si è allargata a tutte le carceri d'Italia. Ha avuto l'onore di essere convocato a Montecitorio dalla commissione-giustizia per discutere dei problemi delle galere. Smentì di esser stato perquisito in cella dopo l'omicidio D'Antona.

Lauro Azzolini Membro esecutivo delle Br nel processo Moro, 62 anni, tre ergastoli, l'uomo che sparò a Montanelli, è libero. Da semilibero ha iniziato a lavorare in una coop che si occupa di non-profit, settore disabili, per la Compagnia delle Opere.

Barbara Balzerani Svariati ergastoli, ai vertici delle prime Br-Pcc, autrice del libro Compagna Luna per Feltrinelli, ha lavorato con la coop Blow Up di Trastevere specializzata nell'informatica musicale. Arrestata nel 1985 ottiene i primi permessi agli inizi degli anni Novanta.

Silvia Baraldini Condannata dalla giustizia americana a 43 anni di galera per associazione sovversiva, è uscita per motivi di salute ottenendo, il 27 dicembre 2002, una collaborazione con la giunta Veltroni. A caldeggiare il rinnovo del contratto di consulenza sul lavoro femminile, nel 2003, fu l'assessore Luigi Nieri di Rifondazione comunista. L'associazione delle vittime ha presentato denuncia in procura.

Marco Barbone L'assassino del giornalista Walter Tobagi si è pentito ed è tornato libero. Lavora in una tipografia a Milano.

Cecco Bellosi Ex componente della colonna Walter Alasia, in manette nel 1980, condannato a 12 anni, libero nel 1989. Presiede un centro di recupero di tossicodipendenti a Nesso che collabora con l'associazione Lila.

Vittorio Bolognese Colonnello delle Br-Partito Guerriglia, è in semilibertà dal settembre 2000. Ha lavorato come operatore informatico alla coop romana Parsec dove ha trovato Pancelli, Piccinino e altri ex irriducibili.

Franco Bonisoli Brigatista del commando di via Fani, ergastolano, 13 anni di carcere, dissociato, è libero. Ha fatto il grafico in una Coop di Sesto San Giovanni, lavora in una società di servizi ambientali.

Paola Besuschio Il suo nome venne fatto dalle Br durante il sequestro Moro, era detenuta, ne volevano la liberazione in cambio del leader dc. Lavora in una cooperativa statistica.

Anna Laura Braghetti Ex compagna di Prospero Gallinari, è coinvolta nell'omicidio del giudice Vittorio Bachelet, è la carceriera di Aldo Moro in via Montalcini, nota come signora Altobelli: condannata al carcere a vita. Ha scritto alcuni libri, dal 1994 lavora tutti i giorni all'organizzazione di volontariato vicina ai Ds, Ora d'Aria che si interessa alle problematiche dei detenuti. Nel 2002 ottiene la condizionale.

Paolo Cassetta Esponente tra i più duri del partito armato, raffica di condanne alle spalle, è semilibero da un bel pezzo. Lavora stabilmente alla coop 32 dicembre, collegata al Centro Polivalente circoscrizionale intorno a cui gravitano vecchie conoscenze degli anni di piombo, come Bruno Seghetti e Cecilia Massara.

Geraldina Colotti Militante delle Ucc, ex insegnante di filosofia, ferita in un conflitto a fuoco nel gennaio del 1987, ha lavorato alla coop romana 32 dicembre, oggi è impiegata al quotidiano Il Manifesto dove lavora anche l'ex bierre Francesco Piccioni, semilibertà dal 1999.

Anna Cotone Ex bierre del feroce Partito Guerriglia, coinvolta nel sequestro dell'ex assessore dc Ciro Cirillo, arrestata nel 1982, in semilibertà da anni, lavora dal 2002 nella segreteria politica dell'europarlamentare di Rifondazione comunista, Luisa Morgantini.

Renato Curcio Fondatore e ideologo delle Br, gira l'Italia facendo conferenze in scuole, università, consigli comunali, presenta i suoi libri ai festival dei partiti. In tv, sulla berlusconiana Canale 5, è arrivato a dire che le vittime degli anni 70 sono i suoi compagni di lotta morti sul campo. Da dieci anni è a capo della coop editoriale Sensibili alle foglie che si occupa di studi sulla lotta armata, carcere e droga, tema quest'ultimo cavalcato da don Gallo, il parroco antagonista di Genova, che ha presentato il libro edito da Curcio insieme a Dario Fo. Condannato a 30 anni, ne ha scontati 24, è semilibero dal 1993.

Alessandra De Luca Anche lei brigatista nel processo Moro, è in semilibertà da tempo. È stata candidata col partito di Bertinotti alle regionali del Lazio, ma non ce l'ha fatta.

Roberto Del Bello Ex brigatista della colonna veneta, condannato a 4 anni e 7 mesi per banda armata.

Sergio D'Elia Dirigente di Prima linea, sconta 12 anni di carcere. Liberato e ottenuta la riabilitazione, entra nel partito radicale. Nel 2006 viene eletto alla Camera nella lista della Rosa nel Pugno e diventa segretario d'aula di Montecitorio. Fra polemiche e proteste.

Adriana Faranda Fa parte della direzione strategica delle Br, aderisce presto alla dissociazione guadagnando la libertà. Viene rilasciata nel 1990 e affidata all'opera di don Calabria dove lavora al computer. Scrive libri, ha fatto la fotografa. Finisce al Costanzo Show, e sono polemiche infinite.

Diego Fornasieri Insieme ad altri ex detenuti è attivo nel non-profit attraverso la cooperativa sociale di prodotti biologici Arete. Guerrigliero di Prima linea, incassa una condanna a 30 anni nel 1983. Libero.

Alberto Franceschini Fondatore con Curcio delle Brigate rosse, nel 1983 si dissocia. Oggi lavora a Roma con la Braghetti all'associazione per detenuti Ora d'Aria. Condannato a più di 50 anni di galera, esce dal penitenziario nel 1992 dopo 17 anni di reclusione. Scrive libri, partecipa a conferenze.

Prospero Gallinari Membro del commando che sparò alla scorta di Moro in via Fani, responsabile della prigione del popolo, è libero da tantissimi anni per problemi di cuore.

Claudia Gioia Primula rossa delle Unità Comuniste Combattenti subisce una sentenza a 28 anni di prigione per il delitto del generale Giorgieri e per il ferimento dell'economista Da Empoli. È in libertà condizionale dal gennaio 2005. Nel 1991 finisce intercettata mentre parla, in cella, col br Melorio di un tentativo di ricostituzione delle Ucc.

Eugenio Pio Ghignoni Brigatista coinvolto e condannato nel processo Moro, è il responsabile della Direzione Affari Generali dell'Università Roma Tre, cura la sicurezza...

Maurizio Jannelli Già capocolonna romano delle Br, ergastolo per vari crimini (tra cui la strage di via Fani) ha lavorato alla Rai come autore a partire dal 1999. Per il Tg3 ha seguito Il mestiere di vivere, Diario Italiano, Residence Bastogi, fa parte dello staff della trasmissione sportiva Sfide. Ha scritto Princesa, libro su un transessuale suicida. Dal 2003 è in condizionale.

Natalia Ligas Nome di battaglia Angela, la dura delle Br-Partito Guerriglia che partecipò al massacro di piazza Nicosia a Roma, ergastolana, permessi premio a partire dal 1998, dal 2000 è semi-libera nonostante non si sia mai dissociata.

Maurizio Locusta Partecipa al delitto Giorgieri (24 anni di pena), viene estradato dalla Francia nel marzo 1988, dopo qualche anno esce ed è assunto alla fondazione Lelio Basso-Issoco come assistente di sala consultazione.

Francesco Maietta Ex militante delle Ucc, condanne pesantissime, lavora part time in un ente importante dal 1990. Si è sposato nel 1998 a Ostia con una ragazza della Caritas. Tra gli invitati, il presidente emerito Francesco Cossiga.

Corrado Marcetti Ex di Prima linea, oggi è direttore della Fondazione Michelucci a Fiesole.

Nadia Mantovani Dissociata, condannata a 20 anni per appartenenza alle Br, ottiene la condizionale a gennaio '93 quando sconta due terzi della pena. Ex fidanzata di Renato Curcio, è tra le fondatrici dell'associazione per il reinserimento dei detenuti Verso Casa. Il 23 agosto 2004 la sua performance sugli anni di piombo al meeting di Rimini ha riscosso molto successo tra il pubblico di Cl.

Mario Moretti Il numero uno delle Br, leader della direzione strategica, partecipa al sequestro Moro, dopo 17 anni di carcere, 9 di clandestinità e 6 ergastoli, nel 1994 ottiene il permesso di andare alla Scala. Una volta fuori, in lavoro esterno, si occupa di volontariato. Esperto di informatica partecipa alla fondazione della Cooperativa Spes composta da ex irriducibili dissociati. La coop ottiene vari contributi, anche dalla Regione Lombardia, insieme all'associazione Geometrie variabili cerca forme di lavoro non alienanti per i detenuti. Scrive libri.

Valerio Morucci L'ex postino delle Br durante i 55 giorni del caso Moro, scontati 17 anni di prigione, dissociato, è libero. Autore di libri di successo (l'ultimo, La peggio gioventù) vincitori di premi letterari con Il collezionista (la VI edizione di Esperienze in giallo) lavora come consulente informatico.

Roberto Ognibene Gode dei benefici dovuti alla legge sui dissociati e lavora come impiegato al Comune di Bologna.

Ave Maria Petricola Quest'anno la Provincia di Roma ha assunto quest'ex pentita brigatista, nome ricorrente al processo Moro, come responsabile del centro di Torre Angela, VII municipio della Capitale, che trova lavoro ai disoccupati. Amnistiata nel 1987, nel 2004 la ritroviamo nella lista degli assistenti sociali regionali.

Remo Pancelli Killer dell'ala militarista delle Br Colonna 28 marzo, l'ex dipendente delle Poste del sequestro D'Urso, viene bloccato dai carabinieri il 7 giugno del 1982. Pluricondannato, è inserito in una coop sociale (che ha ospitato altri ex terroristi rossi).

Marco Pinna Soldato della colonna sarda delle Br, è vicepresidente della coop ambientale Ecotopia.

Susanna Ronconi Storica figura del troncone toscano di Prima Linea, lavora al Gruppo Abele di Torino dove ha la responsabilità delle cosiddette Unità di strada. Nel 1987 guadagna il primo permesso-premio per la sua dissociazione. È stata consulente di Asl e Comuni del nord Italia, collabora alla pubblicazione del Rapporto sui diritti globali a cura dell'associazione Informazione&Società per la Cgil Nazionale. Un'interrogazione di Gasparri (An) e Giovanardi (Ccd) la segnalano come beneficiaria di una consulenza da parte dell'allora ministro Livia Turco.

Giovanni Senzani Il criminologo delle Br-Partito Guerriglia, irriducibile fino al midollo, già sospettato di essere il Grande Vecchio del sequestro Moro, ergastolano per l'omicidio del fratello del pentito Patrizio Peci, esce nel 1999 in semilibertà ma un anno dopo è dietro la scrivania di un centro di documentazione della Regione Toscana denominato Cultura della legalità democratica e inserito nel progetto Informacarcere. Nel 2001 si è scoperto che il centro poteva clonare tutti gli atti, anche quelli segreti, della commissione parlamentare sulle stragi. È coordinatore della casa editrice di sinistra Edizioni Battaglia.

Marco Solimano Ex di Prima linea, oggi è consigliere dei Ds al Comune di Livorno. Da circa dieci anni è assistente volontario al carcere di Livorno come responsabile Arci.

Nicola Solimano Ex di Prima linea, condannato a 22 anni lavora alla Fondazione Michelucci di Fiesole, costituita nel 1982 dalla Regione Toscana e dai Comuni di Pistoia e Fiesole. È stato consulente della Regione Toscana per la nuova legge a tutela dei popoli Rom e Sinti e fra i coordinatori di un campus internazionale nell'ambito dell'iniziativa regionale Porto Franco, per conto dell'Assessorato alla cultura della Regione.


di Gian Marco Chiocci e Stefano Zurlo.

[Il Giornale - Data pubblicazione: 04/11/2006]

Scalzone, appresa la notizia, ha dichiarato di voler rientrare in Italia per occuparsi nuovamente di politica.

A questo punto, sulla scia di D'Elia, Del Bello e soprattutto di Franco Piperno, già assessore alla cultura al Comune di Cosenza e che durante le ultime elezioni per il Presidente della Repubblica prese 2 voti al secondo scrutinio e 3 al terzo, chiedo a gran voce che Oreste Scalzone sia immediatamente nominato Ministro del governo prodi, magari alla Giustizia. Che nella Bandiera Italiana venga apposto immediatamente il simbolo della falce e martello, e che l'Inno Fratelli d' Italia sia sostituito dall' inno di Potere Operaio, vero esempio di pacifismo:

"La classe operaia, compagni, è all’attacco, Stato e padroni non la possono fermare, niente operai curvi più a lavorare ma tutti uniti siamo pronti a lottare. No al lavoro salariato, unità di tutti gli operai.
Il comunismo è il nostro programma, con il Partito conquistiamo il potere.
Stato e padroni, fate attenzione, nasce il Partito dell’insurrezione; Potere operaio e rivoluzione, bandiere rosse e comunismo sarà.
Nessuno o tutti, o tutto o niente, e solo insieme che dobbiamo lottare, i fucili o le catene: questa è la scelta che ci resta da fare. Compagni, avanti per il Partito, contro lo Stato lotta armata sarà;
con la conquista di tutto il potere la dittatura operaia sarà.
Stato e padroni...
Potere operaio e rivoluzione...
I proletari son pronti alla lotta, pane e lavoro non vogliono più, non c’è da perdere che le catene e c’è un intero mondo da guadagnare. Via dalle linee, prendiamo il fucile, forza compagni, alla guerra civile!
Agnelli, Pirelli, Restivo, Colombo, non più parole, ma piogge di piombo!
Stato e padroni...
Potere operaio e rivoluzione...
Stato e padroni, fate attenzione...
viva il Partito e rivoluzione,
bandiere rosse e comunismo sarà!

lunedì 15 gennaio 2007

Tra Thomas Jefferson e Muhammar Ghaddafi,io scelgo il primo. E voi ?

Thomas Jefferson (13 aprile 1743 - 4 luglio 1826) è stato il terzo Presidente degli Stati Uniti d'America. È considerato uno dei padri fondatori della nazione ed il suo volto è ritratto anche sul Monte Rushmore. Fu lui il principale autore della Dichiarazione d'indipendenza del 4 luglio 1776.Figlio di un pioniere della Virginia, funzionario della Corona. Studiò al William and Mary College dove si laureò a vent'anni. Conosceva i classici greci e latini, parlava italiano, francese e spagnolo, si interessava di matematica e architettura, era un ottimo suonatore di violino. Jefferson fu eletto presidente nel 1801. Nel 1805 attuò il primo intervento militare americano fuori dal territorio nazionale, con il bombardamento di Tripoli durante la guerra contro i Pirati Berberi che sequestravano le navi occidentali, contando sulla protezione di alcune città africane, vere e proprie antesignane degli Stati Canaglia. Nel novembre del 1803 tre piccoli vascelli tripolitani assalirono la nave Philadelphia che stazionava all’imbocco del porto e ne presero possesso. Tutto l’equipaggio – sia la ciurma sia gli ufficiali – venne ridotto in schiavitù e tutti furono costretti a lavorare in un vecchio magazzino dove vennero frustati e umiliati, come ci racconta in un libro del 1825 dal titolo The Horrors of Slavery or the American Tars in Tripoli di William Ray che raccolse e trascrisse i resoconti dei prigionieri liberati. La perdita della nave Philadelphia fu un grave scacco per il Comandante della Squadra Navale americana. Preoccupato che i tripolitani potessero ripararla e usarla contro le altre navi americane, la sua decisone fu quella di cercare di distruggere la nave. L’azione venne portata a termine da un giovane ufficiale americano, Stephen Decatur, con un piccolo vascello – l’Intrepid – armato con 60 persone. La barca era pilotata da un certo Salvatore Catalano di Palermo, che oltre a conoscere le acque del porto di Tripoli si dimostrò essenziale per la sua conoscenza della lingua araba. Grazie al buio e al pilota siciliano, i soldati americani riuscirono ad entrare nel bacino del porto e a raggiungere la nave Philadelphia riuscendo ad incendiarla e distruggerla irreparabilmente. Jefferson fece bombardare in seguito la città dove trovavano rifugio sotto protezione i pirati. Sulla terraferma invece si mosse William Eaton, console americano a Tunisi, che aveva ricevuto da Jefferson ordini e istruzioni per ripotare al potere il vecchio bey di Tripoli, Hamet Caramalli, che era stato scalzato dal trono dal fratello Jusef ed era fuggito in Egitto. Formalmente privo di autorizzazione ad agire militarmente, Eaton si attivò per rintracciare Hamet e, dopo aver costatato che poteva contare ancora su un nutrito seguito, progettò un assalto a Tripoli da terra. Trovato Hamet in un Egitto abbandonato a se stesso dopo l’evacuazione dell’esercito napoleonico, Eaton lo convinse della fattibilità dell’operazione. Insieme radunarono un piccolo esercito e affittarono 190 cammelli. Uno strano esercito composto da greci, tedeschi, italiani, spagnoli, americani e levantini si mosse da Alessandria nel deserto verso ovest seguendo il mare. L’esercito comandato da Eaton,circa 500 uomini, raggiunse Derna e con l’aiuto di tre navi americane, che bombardarono dal mare la città, le eterogenee truppe la presero d’assalto: era il 27 aprile 1805. Sebbene inferiori in numero e nonostante Eaton fosse stato colpito da una palla di moschetto al polso durante uno degli scontri, l’improvvisato esercito raggiunse le mura di difesa conquistandole e issando in cima la bandiera a stelle e strisce.
L’azione di Eaton che portò alla presa di Derna mise in grande difficoltà il bey di Tripoli che mostrò la sua volontà di arrivare ad una pace con gli americani che venne siglata il 4 giugno 1805. La ciurma della nave Philadelphia fu rilasciata, così come gli altri schiavi americani. Eaton rientrò in America e fu ricevuto come un eroe che, con un’azione temeraria, era riuscito a mettere in ginocchio il nemico. Il racconto delle sue gesta fu riportato da tutti i giornali che gli attribuirono il merito di avere posto fine alla guerra. Sull' episodio dovrebbe uscire quest'anno il film di Sir Ridley Scott ("I Duellanti", "Blade Runner", "Il Gladiatore", "Black Hawk Down"), "1804, un avventura a Tripoli", ma il film è bloccato sia dalle minacce dei terroristi (che avevano già minacciato il regista inglese per "Le Crociate"), sia per gli alti costi dell' assicurazione contro eventuali attacchi terroristici.

Ora a Tripoli, da troppo tempo regna incontrastato Muhammar Ghaddafi, famoso per aver finanziato gruppi terroristici; da Tripoli partirono i responsabili dell'abbattimento dell' aereo Pan Am a Lockerbie(Scozia), in cui trovarono la morte i 259 a bordo più 11 abitanti del paesino scozzese. A Tripoli il tribunale ha riconfermato in Appello la Condanna a Morte per 5 infermiere bulgare ed un medico palestinese(Kristiana Vulcheva, Nasya Nenova, Snezhana Dimitrova, Valentina Siropulo e Valya Chervenyashka e del dottor Ashraf Alajouj) che era stata annullata per palese vizio di forma per aver infettato centinaia di bimbi con l'AIDS. Sei persone che sono un caprio espiatorio per nascondere ben altre responsabilità di quell'infezione.

Tra Washington e Tripoli, tra Jefferson e Ghaddafi, tra Occidente ed Oriente, io so scegliere. Non so se le scelte dei prodi governanti , sig. d'Alema in testa, siano coincidenti con le mie; un motivo in più per mandarli a casa !

giovedì 11 gennaio 2007

Curcio parla a Lecce, LORO NON PARLERANNO PIU'.

Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, è in questi giorni in gita di piacere in Puglia per promuovere il proprio libro "Il Carcere Speciale", invitato da Piero Fumarola, docente salentino di Sociologia, noto per gli studi sulle connessioni tra Hip Hop, Rap e Tarantismo (!!!);ha parlato all' Università di Lecce, dove sono avvenuti tafferugli ed ad alcuni ragazzi di azione Giovani è stato strappato un Tricolore da parte dei sempiterni imbecilli rossi. Parlerà fino a Venerdì in tutta la Puglia.

Loro, uccisi nel rapimento Moro, non parleranno più:

Raffaele Iozzino,si arruola in pubblica Sicurezza nel 1971, frequenta la scuola di Alessandria ed è successivamente aggregato al Viminale e quindi comandato permanentemente al servizio di scorta dell'On. Moro. Muore a 24 anni.

Domenico Ricci, da 20 anni l’autista di fiducia dell’on. Moro. Muore a 42 anni e lascia la moglie e due bambini.

Oreste Leonardi,torinese, istruttore alla Scuola Sabotatori del Centro militare di paracadutismo di Viterbo, è da quindici anni la guardia del corpo di Moro. Muore a 52 anni lasciando la moglie, Ileana Lattanzi, e i due figli, Sandro e Cinzia.

Giulio Rivera,si arruola nella Pubblica Sicurezza nel 1974. Muore a 24 anni crivellato da 8 proiettili durante l’agguato per il rapimento Moro.

Francesco Zizzi,entrato nella Pubblica Sicurezza nel 1972, quattro anni dopo vince il concorso per la scuola allievi sottufficiali di Nettuno. Vive presso la caserma Cimarra di Via Panisperna. Conseguiti i gradi di sottufficiale progetta le nozze con la fidanzata Valeria. E’ nominato al servizio di scorta dell’ onorevole Moro come capo equipaggio. Muore a 30 anni.

Il 18 marzo 1978, dopo i funerali degli uomini della scorta, le B.R. telefonano al quotidiano “Il Messaggero” e indicano una cabina telefonica in cui viene rinvenuto il “Comunicato n.1” con la foto di Aldo Moro e sullo sfondo la Stella a 5 punte delle Brigate Rosse.
Nel comunicato si legge: "La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi Speciali, è stata completamente annientata."
A Torino, durante il processo a Renato Curcio e ai capi storici della B.R., viene ulteriormente rivendicata la responsabilità politica del rapimento.

Curcio diventerà Ministro degli Interni del Governo Prodi ?

mercoledì 10 gennaio 2007

Vaticano batte Italia 2 a 0 !

Questa volta il Vaticano ha proprio surclassato l' italietta dei prodi sinistri ! Infatti, mentre da noi politici, la cui collaborazione coi servizi segreti sovietici è non solo un sospetto, come parrebbe da certe notizie al vaglio da parte della Commissione Mitrokhin (come il fatto che la sede sovietica della società Nomisma a Mosca era in joint-venture con l’”Istituto Plehanov”; e che questo istituto altro non era che il nome di copertura della sezione economica del Kgb), non solo non sono stati mandati a casa, ma starnazzano indisturbati, al Vaticano è bastata una semplice accusa (ancora poi da dimostrare) al Cardinale Wielgus di collaborazione (probabilmente sotto ricatto) coi comunisti polacchi, per spingerlo alle dimissioni.

L'altro goal della Chiesa Cattolica è arrivato dalla scoperta delle Cellule Staminali Amniotiche da parte di un ricercatore cattolico italiano emigrato (tanto per cambiare) a Londra, il Dottor Paolo de Coppi, che peraltro si è lamentato di essere boicottato da chi vorrebbe la ricerca improntata esclusivamente sulle Staminali Embrionali. Le Amniotiche sono Cellule Staminali sulle quali praticare tranquillamente la ricerca scientifica senza portare al massacro milioni di Embrioni.

"Dio è anche nella scienza e con questa notizia possiamo garantire e tutelare sia la vita del donatore che quella del ricevente". A parlare così è la massima autorità sanitaria della Santa Sede, il Cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute (il Ministero della Sanità, in pratica). L'alto prelato commenta la scoperta di una nuova fonte di cellule staminali che non andrebbero a toccare gli embrioni: "Un passo avanti molto significativo ed eticamente ammissibile perché non si fa danno a nessun organo e non si discrimina la vita. La Chiesa non è oscurantista ed è sempre pronta ad accogliere i veri progressi scientifici".

"L’embrione - conclude il cardinale non va trattato come semplice materiale di sperimentazione, o come oggetto di manipolazioni nell’ambito dell’ingegneria genetica, quando si procede senza nessun rispetto della vita come tale. Noi diciamo sì all’ingegneria genetica purché rispetti la vita, anche degli embrioni".

E così, mentre il parlamento dei prodi sinistri si appresta a discutere su come distruggere la Famiglia attraverso la creazione di innaturali forme caricaturali di essa, come i PACS o peggio, ecco due esempi vincenti da parte del Vaticano per chi vorrebbe ridurre la stessa Chiesa Cattolica al silenzio come se fossimo (ma forse lo siamo... ) in un regime sovietico. Da UNIONE Sovietica, appunto...

lunedì 8 gennaio 2007

Don Camillo e l' Onorevole Pannella.

In questi giorni mi ero già soffermato sull'ennesimo sciopero pannelliano, auspicando al leader delle Brigate Radicali di diventare un simbolo come Bobby Sands ed andare fino in fondo alla sua protesta. Ieri, pur non avendo Internet e non avendo letto il mio post, il Mio Parroco, che chiamerò Don Camillo (gli amici sanno in realtà il suo vero nome), ha scritto nel suo foglietto settimanale che distribuisce in Chiesa, questo testo:

"Il medico curante aveva detto che le condizioni di Pannella, in sciopero della fame, consigliavano un immediato...ricovero, ma si dovrebbe ricordare che Pannella ha scelto lui di non mangiare e quindi sarebbe stata più serietà rispettare la sua volontà.

Fino a ieri Pannella ha difeso il diritto di Welby a morire e non si capisce perchè lui...da ultimo si rifugia in ospedale; perchè nessun amico lo aiuta a staccare la spina ?

Certo è più facile parlare di morte per gli altri; ma lo faccia questo atto generoso di lasciarsi morire !

Intanto vorrei sperare che il santone Pannella si decidesse "in piena libertà" di scelta a non voler più mangiare, nè bere, nè respirare, perchè noi abbiamo bisogno di esempi e...senza spina di riserva.

E' da anni che l'Italia soffre per le avventure di personaggi da circo e con un codazzo di fantocci, urlatori a comando. Certo, sarebbe tempo di ritrovare più serenità, ma in un pollaio, dove tutti cercano di difendere il proprio mangime, gli starnazzamenti si intensificheranno, perchè l'appetito fa l'uomo ingordo e prepotente.

Lo sciopero di Pannella oggi, come quelli del passato, non sono scioperi innocenti da Quaresima, ma soltanto per il becchime quotidiano. La pace, la misericordia, l'amore, la solidarietà crescono nell' impegno onesto dei cuori, senza sceneggiate di falsi martiri.".

Tante volte mi sono trovato in sintonia con lui, che in verità, per voglia di fare e spirito da Combattente Cristiano, assomiglia moltissimo al Don Camillo di Guareschi; personaggio scomodo, AMATISSIMO DAI PARROCCHIANI che affollano la sua Chiesa, non troppo dai superiori, per certe sue affermazioni assolutamente politicamente scorrettissime, anche su Mussolini, comunisti, partigiani, musulmani, pacifinti e prodi sinistri; nelle sue prediche arriva al cuore della gente, spesso parlando in dialetto o con tono da parroco campagnolo, un po' candido, anche se in realtà ha due Lauree ed un titolo di Cavaliere della Repubblica. Grazie a lui, la Santa Messa ogni Domenica è, oltre al Sacrificio dell'Altare, un momento di riflessione su questa Italia sempre più senza Identità, Cristiana e Nazionale. Ce ne fossero, di Parroci come lui, ed anche nelle città ritroverebbero l'orgoglio di chiamarsi Cristiani.

domenica 7 gennaio 2007

L'ignoranza sul WEB contro la Chiesa.

Qualche giorno fa un amico de "IlCastello/Triares", l'Ineffabile, si è particolarmente indignato per questo post che aveva trovato nel WEB:

HERETICUS:

"Una breve incursione prima di tornare alla piena attivita' dalla settimana prossima. Il post nasce dalla lettura del libro di Yallop "Habemus papam" che finalmente ho terminato di leggere. Ragazzi quel libro e' uno straordinario compendio di tutti gli schifi perpetrati dal santo staterello dalla elezione e assassinio di papa Luciani, alla elezione del nostro amatissimo don peppino.
Un documento eccezionale che dovete acquistare per tappare la bocca a chi ci accusa si bieco e ottuso anticlericalismo. Ma voglio trascrivere quanto avevo stivato nella memory card del mio gsm, in attesa di pubblicarlo. Quando ho occasione di parlare di papa wojtyla con la cosiddetta gente comune, solitamente mi trovo dinnanzi ad una serie di commenti piu' che positivi nei confronti di un pontefice che sta per essere elevato agli onori degli altari. Nessuno dei miei interlocutori e' al corrente del fatto che il papa mobile polacco, sia stato uno dei peggiori papi della storia del cristianesimo Il polacco viene dai piu' considerato come un simpatico e bianco vecchietto itinerante tutto sorrisi e affabilita'. E un riformatore democratico anche!!! Questo grazie ai colpevoli e complici silenzi dei "media" che da una vita ormai tengono bordone al vaticano.
Sia maledetta la televisione che trasforma i mostri in santi e viceversa!
Ma per quanto faranno gli apologeti del "santo subito" per trasformarlo in una figura fulgida ed esemplare nella storia della chiesa, resteranno comunque delle testimonianze inoppugnabili che fanno e faranno luce sulle tantissime ombre che hanno oscurato il regno del papa polacco.
Testimonianze che inchioderanno per sempre wojtila alle colpe imperdonabili commesse durante i quasi trenta anni del suo papato. Il libro di David Yallop, "Habemus Papam", costituisce un tremendo atto d' accusa che non potra' essere facilmente occultato tra le pieghe della storia.
Chi era davvero il papa mobile polacco?
Bigotto fino a sfiorare la superstizione e conservatore fino ad essere controriformista, gianpaolo2 ha spacciato i suoi viaggi ecumenici come testimonianze, della vicinanza dellla chiesa agli oppressi e ai diseredati, mentre nei fatti, durante il suo pontificato, egli ha sostenuto ed appoggiato i regimi dittatoriali piu' spietati.
La sua miope politica estera era perfettamente in sintonia con quella portata avanti dagli Stati Uniti che in nome di un anticomunismo isterico e paranoico, vedeva in qualsiasi rivendicazione di giustizia sociale, un tentativo di presa del potere da parte dei marxisti.
Il maccartismo non e' mai completamente morto, ne' negli USA ne' in vaticano.
I dittatori sudamericani e Marcos nelle Filippine, hanno potuto commettere impunemente crimini spaventosi nei rispettivi paesi, grazie agli aiuti economici e militari statunitensi e al tacito consenso vaticano.
Il "santo subito", finse di non vedere migliaia di morti ammazzati perfino all' interno delle chiese o gettati nell' oceano dagli elicotteri militari. Naturalmente pero', non prima di essere stati benedetti dai preti conniventi coi generali. ( Argentina ).
Dopo aver di fatto consegnato (tacendo), il vescovo salvadoregno Romero ai suoi sicari, il papa polacco ebbe pure la sfrontatezza di andare a commemorare l' inascoltato prelato, sulla sua tomba.
Ma non solo: wojtyla tra le centinaia di santi che proclamo' (i santi rendono miliardi), inseri' il vescovo croato Stepinac, corresponsabile morale del genocidio di centinaia di migliaia di serbi durante l'ultimo conflitto mondiale. L' operazione di pulizia etnica fu portata brillantemente avanti dal cattolicissimo colonnello filonazista Pavelic.
A conclusione della carrellata pro stragi, non dimentichiamo la attiva protezione offerta dal santo staterello allo sterminatore dei Tutsi in Rwanda. Lo stragista venne dapprima mascherato da parroco extracomunitario, poi una volta scoperto, trovo' rifugio in un edificio che godeva di extraterritorialita' nella compiacente diocesi di Firenze.
A questi morti ammazzati, dobbiamo aggiungere le vittime della assurda messa al bando del preservativo e dell' aborto (perfino quello terapeutico).
Peculiarita' del papa polacco: una predilizione codina verso una donna improponibile, improbabile e completamente avulsa dalla realta' quale e' la madonna, e una radicata profonda misoginia che ha punito selvaggiamente le donne per il solo fatto di appartenere ad un sesso diverso da quello dei padroni del vapore.
Il "santo subito", non si limito' a condannare la contraccezione e l' aborto, ma giunse a ricattare il presidente Reagan, che voleva l' appoggio papale alla folle corsa agli armamenti che aveva intrapreso. Wojtyla lo costrinse a tagliare i finanziamenti ai due piu' importanti istituti mondiali per la pianificazione familiare.
Centinaia di migliaia di donne sono morte e continuano a morire per le conseguenze di gravidanze indesiderate, aborti clandestini e AIDS.
Una asurda iperprotezione dell' embrione e una palese indifferenza per le migliaia di vittime degli abusi sessuali dei religiosi predofili.
Durante il pontificato del papa mobile, scoppiarono scandali sessuali di enorme portata in ogni parte del mondo (uno per tutti il caso dello scandalo predofilo nell'arcidiocesi di Boston). Ma nulla fu fatto a favore delle vittime, anzi il "legionario di cristo" degollado,intimo amico di gianpaolo2, venne indicato come esempio di persona a cui affidare la gioventu'. E' tutto scritto ragazzi... dovete solo leggere il libro.
Furono adottate tutte le misure possibili per insabbiare le cose e proteggere i chierici colpevoli di decine di abusi, chierici tra cui spiccavano vescovi e cardinali.
Il vescovo di Boston, accolto tra le mura vaticane, fu uno dei celebranti le nove messe a suffragio dopo la dipartita definitiva del polacco. Nel frattempo, dal suo santo uffizio, il braccio destro del "santo subito" herr ratzinger, diffidava i religiosi dal rivelare scandali di cui fossero venuti al corrente, pena gravissime ritorsioni.
Prima del conclave in cui venne eletto il nostro amato don peppino, David Yallop scrisse:
"Il prossimo papa verra' eletto dai cardinali scelti da wojtyla. A meno che non si verifichi un miracolo, il nuovo pontefice avra' lo stesso profilo del precedente. Che dio aiuti la chiesa cattolica romana!"
A questi orrori, il papa mobile aggiunse la sua attiva approvazione all' operato dei suoi colonnelli economici e finanziari collusi con personaggi del calibro di Calvi, Sindona e Gelli. Li approvo' talmente tanto da promuoverli a generali garandendo inoltre protezione dalla "curiosita" dei giudici italiani. L'arcivescovo Marcinkus, trovo' rifugio inattaccabile tra le mura del santo staterello, finche' l' "affaire" IOR, non si sgonfio' .
In 27 anni di regno incontrastato, il "santo subito", ne ha combinate di cotte e di crude, un autentico campione di doppiezza, ambiguita' e ipocrisia. . Naturalmente tutte queste ignobili azioni furono ignorate o comunque minimizzate dai media costantemente prostrate a baciare le sacre terga papali.
Come ciliegina finale, riporto la colpevole devozione di wojtyla verso il "metro cubo di letame " (G.Garibaldi) Pio IX, l'ultimo papa re, giudicato dai suoi stessi cardinali un pazzo furioso. Pazzo a tal punto che dopo aver proclamato il folle deogma dell' infallibilita' pontificia, arrivo' a tentare di compiere personalmente dei miracoli. Gianpaolo 2, invece di stendere un pietolso velo sul papa che scrisse il famigerato "Sillabo", testo che condanna liberta' di pensiero e altre 1000 cose laiche, lo ha addirittura beatificato. Forse un giorno eleggeranno Pio IX, patrono del Ku Klux Klan, viste le idee a favore dello schiavismo di mastai ferretti.
Altro che "santo subito"! Wojtyla, ha aggiunto un' altra vergognosa pagina alla storia della chiesa!
Ma mi consola il fatto che nell'aldila', egli non abbia trovato alcuna madonna essudante liquidi organici ad attenderlo sulla porta del paradiso.
Peccato non essere stati presenti per assistere alle grottesche espressioni di disappunto: quando era inc****o si dava dei pugni sulla fronte.
Totus tuus!!! Se... bonasera!!!
Requiescat in pace.... ma mica troppo...."

Leggere una tale sequela di stupidaggini e bestemmie scritte da un poveretto che sicuramente deve avere molti problemi personali irrisolti, dopo molti anni di Internet, francamente non mi fa più ne caldo nè freddo; esattamente come i commenti che ho ritrovato nel mio blog dopo qualche giorno di pausa.

Stamattina, però, a Messa mi è capitato tra le mani, come sempre, il giornalino "la Domenica", quello per intenderci che in ogni Chiesa riporta la Liturgia Domenicale. E proprio questo foglietto mi ha rammentato una delle colossali fandonie infamanti e vergognose riportate dal "genio" in questione: il Beato Cardinale Aloisio Stepinac.

Innanzitutto, tanto per sottolineare la cura con cui vengono diffuse certe aberranti notizie, Stepinac è Cardinale e Beato, non Vescovo e Santo. Quanto alle infamanti bugie riguardo alla corresponsabilità morale nell' eccidio di Serbi, notizie messe in giro negli ultimi 60 anni dai boia titini e dai comunisti serbi, è assolutamente vero il contrario:come Vescovo Primate, Stepinac, invano cercò di fermare questa carneficina inviando lettere a Pàvelic, delle quali esistono copie; anche dal pulpito cercò di fermare questa strage; non fu ascoltato, anzi Pàvelic chiese a Pio XII la destituzione del vescovo. Con l’avvento del comunismo, anche in Jugoslavia furono applicate le stesse leggi sovietiche e l’ateismo di stato divenne “la religione” ufficiale. Numerosi laici, preti e religiosi pagarono col sangue la fedeltà alla Chiesa Cattolica, persino alcuni Vescovi furono uccisi.
All’Arcivescovo Stepinac, Tito impose la creazione di una chiesa nazionale slegata dalla comunione col Papa. Alla dura risposta negativa le persecuzioni contro i Cattolici ripresero con più ferocia. Mons. Stepinac fu processato dal 30 settembre al 10 ottobre 1946 e condannato a 16 anni di lavori forzati oltre che alla privazione di ogni diritto civile. Dopo 5 anni di completo isolamento, nel 1951, fu esiliato nella sua parrocchia d’origine. Nel 1953, Pio XII lo creò cardinale. Nel 1956 gli venne fatta conoscere la lettera apostolica, dove il Papa lodava la fede eroica dei cardinali Mindszenty in Ungheria, Wyszynski in Polonia, Stepinac in Jugoslavia, vittime della persecuzione comunista, esortandoli a perseverare nella loro testimonianza. Al parroco che l’ospitava l’arcivescovo ebbe a dire: «Se il Papa chiede il martirio e rifiuta ogni trattativa col comunismo, allora tutto mi è chiaro».
Morì nel 1960 per l’aggravarsi della malattia contratta in carcere. Dalla morte la sua tomba è meta di pellegrinaggio. Il 3 ottobre 1998, nel corso del suo secondo viaggio a Zagabria, papa Giovanni Paolo II lo proclamò Beato col titolo di Martire.

Quanta sia diversa la realtà da quanto affermato nei confronti del Beato Stepinac, è la testimonianza di quanto il resto scritto da quel farneticante poveretto nel suo blog, insieme a quanto ogni tanto mi scrive qualche anima pia che mi tocca bannare (e poi si lamenta pure se lo faccio, coprendomi di insulti nel proprio blog...), sia frutto probabilmente del Maligno, al quale l'opera di questi 2 ultimi Papi ha dato parecchio fastidio. Maligno che si promuove consigliere di anticlericali, comunisti e laicisti che vorrebbero far tacere la Chiesa.

Noticina: "Anto74" (del quale ho trovato 2 timidi tentativi di difesa del Santo Padre: io invece, segnalerò a chi di dovere il blog di questo poveretto), piuttosto che cercare di fornire versioni personalizzate del Catechismo al sottoscritto, dovresti riflettere su quelli che in fondo sono sempre alleati di quel Prodi che sta portando l'Italia allo sbando e che sostieni. Altro che "vegetariani", sono veri cannibali pronti a ripetere i massacri anticattolici degli ultimi secoli, "impiccando i preti con le budella", come amano scrivere certi imbecilli. Penso che avrai letto il resto dei commenti degli amichetti di questo "esimio signore". Altro che mostrar loro l'altra guancia...






giovedì 4 gennaio 2007

I Fascisti non devono ballare !

Devo ammettere che Robinik, Inyqua, giovanitristi e paperelli neoantifascisti si danno da fare. Tant'è che il loro pensiero, teso a definire "Feccia, Omofobo e Razzista" chiunque non la pensa in modo liberal/libertario su certi temi relativi, è approdato in Inghilterra, una volta conosciuta come Patria del Libero Pensiero, insieme agli Stati Uniti. La bella e leggiadra Simone Clarke , prima ballerina dell'English National Ballett, rischia di non danzare più a causa di una tessera di partito. Simone è infatti finita al centro di un acceso dibattito in Inghilterra quando si è saputo che è una accanita sostenitrice del Bnp, il British National Party, da alcuni ritenuto razzista e xenofobo (anche se il suo fondatore, Nick Griffin è stato sempre assolto nei vari processi che ha affrontato per queste accuse ). "Il Bnp è il solo a lottare contro l'immigrazione senza freni", ha detto la ballerina, che qui vediamo fotografata in alcune immagini che lasciano trasparire tutta la sua "truce aria da Feccia Razzista"...

La prossima settimana Simone interpreterà Giselle al London Coliseum, ma in platea non ci saranno soltanto i soliti critici. Il suo caso, infatti, in pochi giorni ha fatto il giro del mondo, destando lo scalpore di politici e addetti ai lavori. Per la prima volta da quando indossa le scarpette da ballo, la reginetta dell'English National Ballett sarà sotto i riflettori non per la sua grazia, ma per il suo credo politico.
Da quando si è saputo che è una militante del Bnp, infatti, la danzatrice si è rapidamente trasformata da icona della leggiadria, ma anche della Cultura, a insospettabile testimonial dell'intolleranza xenofoba. In Gran Bretagna da giorni non si parla d'altro e Simone è diventata il nuovo caso politico inglese. A svelare la "cattiveria" di Simone è stato un reporter .
A chiedere le dimissioni della ballerina è stato invece l'Ufficio Uguaglianza del sindaco di Londra (Ken Livingstone, laburista, detto Ken il rosso per le sue simpatie per l'estrema sinistra, è anche noto per le forti protezioni che concede alla potente lobby omosessuale londinese; ma è anche stato sospeso per 4 settimane lo scorso Febbraio per aver offeso un giornalista ebreo: http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=18&sez=110&id=15600 ; notizia poco diffusa in Italia, ma si sa che quando l'antisemita è di sinistra...) che, facendo leva sulla legge sulle Relazioni razziali del 2000, è intervenuto con fermezza sulla questione. L'English National Ballett riceve sovvenzioni pubbliche ed è tenuto a vigilare sul rispetto del Race Relation Act. "Vogliamo sapere quali azioni intraprenderà la compagnia nei confronti di una dipendente iscritta a un movimento con affiliati criminali", ha spiegato Jon Cruddas, parlamentare laburista.
Per nulla intimorita la replica della diretta interessata. "Non ho niente di cui rammaricarmi, ho aderito all'unico partito disposto a prendere posizione contro l'immigrazione fuori controllo. - ha detto Simone - Il nostro Paese non è grande, è un'isola, non c'è logica nel permettere a tutti di entrare".

Dando della razzista e xenofoba alla Clarke, però ci si dimentica di dire che l'Etoile è legata sentimentalmente con una figlia a Yat-Sen Chang, artista cubano con sangue cinese ed egli stesso Primo Ballerino al ENB, e di ricordare che le sue performance professionali sono spesso legate ad altri danzatori immigrati con cui divide il palcoscenico (http://.http://www.ballet.org.uk ).

"Il primo obiettivo non è cacciare gli stranieri, è controlalre i confini, difenderci - ha aggiunto la danzatrice - Io non sono razzista nè Fascista, sono solo arrabbiata perché quel giornalista che ha rivelato la mia affiliazione politica ha sicuramente più sporcizia sulle sue mani di quanta ne possa trovare attorno a me".

Questa notizia sulla Clarke ha trovato pochissimo spazio sui media italiani, ed è veramente inquietante. Diventerà sempre più difficile avere un' idea non schierata sulla riga voluta dai neo-buonisti bipartisan che vogliono appiattire tutto nel nome del Pensiero Debole e del Relativismo, gettando pesone di vasta e riconosciuta cultura nel ghetto degli appartenenti alla Feccia cattivissima, colpevoli solo di pretendere di avere una propria opinione non coincidente con la gauche/droite caviar che in nome di un egualitarismo neo-giacobino, mina alla Società Tradizionale.

E così, come negli anni '70 "I Fascisti non devono parlare!", siamo ora allo slogan:"I Fascisti non devono ballare !" .

martedì 2 gennaio 2007

Anno Nuovo, Napolitano e Pannella vecchi...

Ma che barba, che noia, ormai è un abisso tra il paese reale e produttivo e quello stantio ed ammuffito dei politici sinistri !

Anch'io, come il mio amico Monsoreau (http://blacknights1.blogspot.com) non ho assistito al discorso di Napolitano, per gli stessi motivi da lui citati. E mi aspettavo esattamente le stesse tiritere di ogni anno, con l'aggiunta di salsa buonin-comunista:operai, donne, lavoro, terrorismo, sicurezza e giustizia. Discorsi triti e ritriti, che non tengono conto che la salvezza del paese è ESCLUSIVAMENTE nelle mani della parte produttiva, quei piccoli e medi imprenditori, artigiani e commercianti tartassati sempre più dal fisco, dallo stato, dalle banche, dai sindacati, minacciati da piccola e grande criminalità attraverso rapine e taglieggiamenti, svillaneggiati dai media e da associazioni di consumatori che si credono depositari della verità assoluta, ignorando le reali difficoltà ed il coraggio di queste persone che sono la vera colonna portante del paese:il benedetto paese delle Partite IVA. Tutte realtà conosciute e rispettate dal Presidente del Consiglio temporaneamente non in carica, Silvio Berlusconi.

Ancora una volta non si riesce ad ammettere che l' Italia è stata divisa in due da elezioni i cui risultati dovrebbero essere controllati immediatamente, soprattutto per il rispetto della volontà della Vera Maggioranza Odierna del Paese, che lo ha ribadito in ogni modo, dalla Grande Manifestazione di Roma alle Contestazioni Spontanee ad esponenti di questo governo. E che la rabbia cresce ogni giorno, mentre i prodi governanti non si accorgono che il Titanic sta affondando:la nave va, ma verso il fondo !

In aggiunta a questo, come avevo annunciato in un mio post precedente, Giacinto Pannella continua nell'ennesimo sciopero della fame. Ed i suoi medici oggi ci annunciano per la milionesima volta la loro preoccupazione per la sua salute: "Ha perso 2 chili e mezzo nelle ultime 20 ore;... può entrare in una zona non recuperabile...". Quante volte abbiamo sentito queste parole ?

Dunque Pannella rischia forse di essere intubato ? Ma poi può sempre saltar fuori qualche dirigente lucacoscioniano o qualche bravo medico arricciato a trarlo d'impaccio !