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sabato 28 aprile 2007

Berlusconi assolto, Mussolini aspetta.

La Corte d'Appello di Milano ha assolto con formula piena il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, temporaneamente non in carica, nel processo stralcio per la vicenda Sme in cui era imputato di corruzione in atti giudiziari. Il Cavaliere è stato assolto perché "il fatto non sussiste" e "per non aver commesso il fatto", ha detto il Presidente della Corte in aula leggendo il dispositivo della sentenza. Per 12 anni ha subito indegni attacchi nella Rete dove esistono infami ed illegali siti infamanti la Sua Persona; per 12 anni ha subito l'attacco mediatico praticamente a senso unico, dipinto come un corruttore di giudici e accusato di averne comprati alcuni per impedire che Romano Prodi svendesse la Sme, la società pubblica nel settore alimentare, a Carlo De Benedetti. Anni di intercettazioni e rogatorie, migliaia di pagine e 208 udienze per sentenziare che le accuse sono inesistenti.
Tutto ciò accade a una settimana esatta dal crollo di un’altra inchiesta, quella di Telecinco, l’emittente spagnola di Mediaset. Dal 1994 a oggi sono 15 i procedimenti contro il Cavaliere che si sono chiusi con l’assoluzione, l’archiviazione o la prescrizione. Nonostante le continue assoluzioni, Berlusconi rimarrà sempre odiato da una sinistra che appronta contro di lui un apparato enorme, schierato su diversi fronti, dai salotti radical-chic alle scuole. Spesso in tutti i Blog, compreso questo, sono state scritte parole piene di odio verso di lui, augurandogli di essere appeso come Mussolini in Piazzale Loreto. E così proprio oggi, nell' anniversario di quell' atto vergognoso, che Ferruccio Parri definì da "Macelleria Messicana"(suscitando, peraltro, le vibrate proteste dell' Ambasciatore Messicano), come non pensare a quanto tempo dovrà passare, quanti libri dovranno essere scritti, quanti archivi segreti di Stato, in particolare quello Italiano e quello Inglese (anche se penso che quello britannico abbia già bruciato certi carteggi), per fare piena luce sul Capo del Fascismo ? Ancora oggi giudicato "Male assoluto" non solo dalla sinistra, ma anche da certi neo-antifascisti alla Bibì, Bibò e Capitan Cocoricò presenti in una piccolissima ma rumorosa parte della Destra e di Tocqueville, ciechi a tal punto da confondere Fascisti con Afascisti sempre e comunque, assolutamente maldisposti nei confronti di qualsiasi apertura verso tesi che comportino un' analisi più seria ed approfondita, incollati alle certezze superficiali impartite loro dalla scuola progressista e da una loro altrettanta poca conoscenza del Fascismo che amano confondere col Socialismo, forse per rifarsi una verginità politica; esattamente come gli Italiani che vollero, anche attraverso i massacri delle Radiose Giornate e lo scempio dei cadaveri di Mussolini, la Petacci e Pavolini, liberarsi di un passato prossimo cui TUTTI aderirono con entusiasmo per vent' anni.

Napoleone fece montagne di morti, fu liberticida, arrestò un Papa, depredò mezza Europa e l' Egitto di opere d' arte, ma la Francia lo venera come uno dei Padri della Patria. Noi, sessantadue anni dopo l' esecuzione del Duce, ci fermiamo a stereotipi e memorie imposte, affidandoci per la ricerca storica della Verità a casi quasi isolati, come Pansa e De Felice, continuando a dividere il campo in fascisti ed antifascisti.


venerdì 27 aprile 2007

Siamo tutti antifascisti !

Immagine del corteo antifascista del 25 Aprile che ha contestato il Sindaco Moratti, la Brigata Israeliana e chiesto la libertà per i "resistenti" delle BR. Con buona pace di giovanitristi, paperelle ed inique anticlericali, veri esponenti dell' antifascismo militante in Tocqueville: ORA E SEMPRE RESISTENZA, COMPAGNI TOCQUEVILLANI (nella foto in alto, si nota la bandiera italiana innalzata a Trieste dai Titini nel 1945, simile a quella Jugoslava.) !

mercoledì 25 aprile 2007

Il 25 Aprile presenta il conto: Pedofilia ed altre chicche.

L' Italia è in prima linea per azzerare la Pena di Morte. Io invece la chiedo a gran voce anche per reati che non comportino la morte delle vittime, come per Rapimenti e, soprattutto, Pedofili; augurandomi che quello che sta venendo fuori sull' Asilo in provincia di Roma, che vede coinvolte tre inique maestre ed una bidella sia un errore; perchè troppo mostruoso. A dimostrazione che quest' Italasia è marcia fino al midollo, e che criminali pedofili sono ovunque, non solo come il caso isolato su cui si è concentrata ultimamente una cittadina di Tocqueville e che riguarda il lontano passato di un religioso; ed in effetti il blog di codesta tocquevillana si è trasformato in una piattaforma anticlericale della pseudo-destra liberal-libertaria, ossessionata dalla lotta ai "cosidetti" omofobi, che vedono in chiunque non la pensi in modo politicamente corretto verso gli omosessuali e combatta le loro pretese di riconoscere matriomo, Pacs e Dico.

Questa di questi mostri è la libertà che ci ha regalato il 25 Aprile, dove zingari ubriachi falciano 4 ragazzi; dove i Crocefissi vengono scaraventati dalle finestre; dove ex-terroristi hanno cariche pubbliche, parlano in TV e tengono conferenze; dove chi difende la propria casa e la propria famiglia per legittima difesa usando armi detenute regolarmente, va spesso in galera; dove la Chiesa è minacciata ormai quotidianamente da fiancheggiatori di terroristi; dove terroristi vengono scambiati per "resistenti"; dove 40 criminali fatti e strafatti salgono sui treni e ne impediscono la partenza,con la pretesa di non voler pagare il biglietto; dove stanno mettendo le radici le MAFIE di ogni nazionalità; l' Italasia di Tangentopoli e Calciopoli, dove, nel caso di quest'ultimo scandalo, alcuni "illuminati" se la prendono pure con chi aveva i piedi puliti ed era danneggiato fin dal 1961; dove l' aborto e la sperimentazione assassina la fa da padrone nei confronti del Rispetto della Vita, dove, come a Forum di ieri si chiedono pure congedi matrimoniali per andarsene in Brasile a contrarre matrimoni sodomiti; dove si vuol dare il voto agli stranieri, nella certezza di una forte sconfitta in caso di elezioni; dove nelle scuole si insegna sempre e comunque la Storia a senso unico, dove il Fascismo è il Male Assoluto, riuscendo a convincere anche chi conviveva tra selva di Mani Tese, come il sig. Fini ed i neo-antifascisti nostrani, per la gioia di giovanitristi e paperelle che considerano "Feccia" chi non si sottomette alla retorica resistenziale, ispirati da un Robinik i cui successi sempre maggiori di Triares , www.therightnation.net/dblog , staranno procurando notevoli noie al fegato. E dove un povero ottantenne, per aver fatto alcuni volantini, è inquisito per apologia di Fascismo.

Il seme dell' odio e della vendetta, nato da chi agiva senza divise e sparando alla nuca, ha dunque prosperato e progredito. E quest' Italasia è ormai lontana da quell' ITALIA dove si era orgogliosi della Propria Patria, Religione e Famiglia. Dove magari si era un po' meno liberi di sventolare stracci rossi e bruciare bandiere, ma si poteva lasciare la porta di casa aperta, concludere affari con una stretta dimano e dove le Donne non correvano il pericolo di essere violentate. Un Italia che preferiva il libro "Cuore" a "Porci con le ali". Dove le unighe DROGHE erano Pepe, Cannella e Zafferano. Dove era il Nonno era amato e rispettato, e non un peso. Dove era il Padre a lavorare, e quindi era il Capofamiglia, e la Moglie, con maggiore attenzione ed amore, destinata a prendersi cura dei figli. Dove i Professori insegnavano Cultura e Verità, e non erano contestati da studentelli ignoranti ma soprattutto dai loro genitori cresciuti nel culto del sessantotto e dintorni. Dove i colpevoli di reati avevano la Certezza della Pena. Dove non c' era Evasione Fiscale, primo perchè esisteva il senso dello Stato, e secondo perchè le tasse erano giuste ed adeguate.

Padroni tutti di amare questa repubblica nata dalla resistenza.

Troppo poco padrone io ed altri della "Feccia" di rimpiangere l' ITALIA di prima, cui TUTTI ADERIRONO ma molti tradirono.

(Per alcune adesioni celebri, vedasi il link).

http://www.laltraverita.it/pagina_principale_43.htm

martedì 24 aprile 2007

Un Fascista a Sua Figlia Marzia,sul 25 Aprile.

Così Alberto Giovannini raccontò nel 1959, in occasione dei suoi cinquantanni, il Fascismo e la liberazione a Sua Figlia Marzia:


Marzia carissima, domenica l’altra, al termine della puntata televisiva sui “Cinquant’anni di vita italiana”, in cui si descrivevano in termini raccapriccianti le vicende della Repubblica Sociale Italiana, tu hai chiesto, un po’ incredula e un po’ preoccupata: “-Ma papà era con quelli? ....”.
Sì Marzia, il tuo papà era con “quelli”, con i cattivi e perchè, nella tua mente bambina, non rimangano dubbi ti dice, ora, di essere orgoglioso di esserci stato, e ti assicura che, se dovesse tornare indietro nella vita, e trovarsi, con l’esperienza d’oggi, nelle identiche situazioni di allora, ci tornerebbe.
I tuoi tredici anni scarsi ti permettono di afferrare e assorbire il succo velenoso di certe storie, ma ti impediscono di poter capire la storia. Tuttavia voglio dirti, non tanto per oggi, ma per il tempo abbastanza prossimo in cui alla storia, per forza di studi, dovrai avvicinarti, che ciò che la Televisione ha trasmesso (forse col recondito desiderio di far disprezzare centinaia di padri e di madri dai figli ignari) delle tragiche vicende Italiane tra il 1943 e il 1945, altro non è che il concentrato della vigliaccheria conformistica che impera nella nostra Patria.
Tu non sai, cara Marzia, che molti tra quanti vorrebbero condannare tuo padre, in quanto colpevole di un delitto che gli Italiani difficilmente perdonano, quello della coerenza, vi sono coloro che gli furono Maestri e, quindi, coi loro scritti lo spinsero sulla strada che doveva condurlo nella Repubblica Sociale Italiana: e vi sono a migliaia, a centinaia di migliaia, a milioni i suoi compagni di un tempo, quelli cioè che dopo aver militato con lui, nel fascismo e “sotto” Mussolini, si squagliarono, stridendo alla maniera dei topi, non appena la barca incominciò a fare acqua.
In sostanza le storie che la Televisione ha, dapprima ipocritamente e poi maramaldescamente, raccontate alla tua fantasia di bambina sensibile, avevano due scopi ben precisi: il primo di giustificare la dittatura del “ventennio”, il secondo di scaricarne tutte le responsabilità, morali prima ancora che politiche, sui vinti della Repubblica Sociale Italiana. Perchè vedi, Marzia, se in Italia non ci fosse stata la Repubblica, e la storia si fosse fermata al 25 luglio 1943, i “responsabili” sarebbero parecchi. Nessuno o quasi si salverebbe. Oggi tu sai che Presidente dei Consiglio è l’Onorevole Segni, e se ascolterai la radio saprai ch’egli è un patriota e un antifascista, un sincero democratico. Appunto perchè, per sua fortuna, c’è stato l’8 settembre 1943, che ha permesso a Segni di far dimenticare il giuramento di fedeltà al regime fascista e, probabilmente, il distintivo fascista portato all’occhiello, come professore Universitario. Ti dico Segni, perchè è il nome del giorno, ma quando ascolterai altri nomi, e leggerai di altre benemerenze, di Fanfani o di Ingrao, di Taviani o di Lajolo, di Pella o di Achille Corona, di Tambroni o di Martino, di tutti o quasi gli uomini politici Italiani dispersi nei molti partiti, ricorda che la situazione è sempre la stessa.
Per questo le storie che ti hanno raccontate “visivamente” alla Televisione, nella prima parte erano rivolte a giustificare il fascismo, e in certo qual modo, a farlo perdonare agli italiani e agli stranieri. Le proteste dei comunisti e degli antifascisti professionali, durante le prime puntate del racconto, erano in parte giustificate, ma fiacche, forse anche perchè i protestanti avevano ottenuto assicurazioni sul galoppo finale del programma. E d’altro canto, ad esempio, l’onorevole Arrigo Boldrini, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani, come avrebbe potuto protestare contro il filofascismo della TV fino al 25 luglio, se fino a quell’epoca egli era Centurione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale?
Vedi, Marzia, quel che avvenne in Italia dopo l’8 Settembre ha rappresentato la più dolorosa tragedia della tua Patria, ma è servito anche a dare un falso passaporto di democrazia alla maggior parte dei vigliacconi che oggi comandano.
Quante cose, potrei raccontarti, figlia mia, di quei tempi tragici. Basterebbe ti facessi storia, e potrei fartela, di molti che oggi vanno per la maggiore con l’aureola degli eroi, per farti ridere o per farti comprendere perchè, in definitiva, tuo padre, ch’è un uomo e non un topo, è stato con “quelli” e non con “questi”.
Ti hanno fatto vedere tante cose tristi, tanti morti, tante distruzioni, ti hanno rattristata e forse, ti hanno fatto inorridire. Ma non è tutto. Sappi, bambina, che molti di quei lutti sono venuti “dopo”, sono cioè scaturiti da una reazione; ma sappi, soprattutto, che la guerra civile scaturì dall’imbecillità e dalla pavidità di una classe dirigente che dopo aver servito (servito è il termine esatto) il fascismo, e dopo essere stata complice dell’entrata in guerra, ha subito la pressione dell’antifascismo “resuscitato” dopo il 25 luglio per realizzare, nel più disastroso dei modi, il più criminoso rovesciamento di fronte che la storia ricordi.
Hai visto sui teleschermi, la strage di trecentotrenta italiani alle Fosse Ardeatine?
Ebbene, ricorda, bambina, che essa fu dovuta a rappresaglia perchè in Roma, dichiarata “città aperta”, ventisei soldati tedeschi disarmati furono uccisi dallo scoppio d’una bomba posta a tradimento dai comunisti. E che gli autori dell’attentato, invitati a costituirsi per evitare la rappresaglia sui detenuti, si dettero alla macchia per poter essere in grado, poi, di entrare al Parlamento italiano come deputati del Pci e come eroi della “resistenza”.
E’ una favola truce e turpe, quella che ti hanno presentata, figlia mia; ma incompleta. Lascia, perciò, che te la racconti anch’io, che te la completi.
C’era una volta un amico del tuo papà, aveva ventotto anni, era onesto, sincero, povero e disinteressato. Intendeva -andare verso “il popolo” perchè al popolo voleva bene: si chiamava Eugenio Facchini, e ai primi di ottobre dei 1943, quando Bologna era ancora tranquilla, fu nominato Segretario federale della città. Tre mesi dopo fu massacrato a colpi di rivoltella (nella schiena) mentre stava andando a colazione alla mensa dello studente. Fu il primo morto della guerra civile a Bologna, e dalla sua ingiusta morte, che non dava gloria o vantaggio a nessuno, vennero le prime sanguinose reazioni.
C’era una volta un vecchio professore universitario che mai si era occupato di politica, che dal fascismo non aveva ottenuto nè onori, nè cariche, nè guadagni, era un antico nazionalista che aveva sentito la necessità di “aderire” alla Rsi e, quindi, di reagire alla resa incondizionata di Cassibile e al rovesciamento di fronte che avevano disonorato la sua Patria. Era un uomo onesto, buono, che non aveva mai fatto dei male a nessuno e fatto dei bene a tutti, era uno studioso di fama mondiale. Si chiamava Pericle Ducati, e fu massacrato a revolverate mentre, con un libro sotto il braccio, tornava a casa.
C’era una volta, la favola è lunga, Marzia!, il più grande filosofo contemporaneo, come un giomo saprai; lo spirito forse più alto che abbia avuto l’Italia in questo secolo, e fu ucciso, mentre rientrava in famiglia, per la somma di tremila lire. Si chiamava, pensa, Giovanni Gentile.
C’era una volta un Poeta, cieco di guerra, cieco a ventisei anni, che quando tutto crollava aveva ritenuto suo dovere servire i Mutilati, cioè coloro i quali avevano offerto, come lui, i doni più preziosi dell’esistenza alla Patria. Fu ucciso come un cane, a revolverate, in mezzo alla strada, senza una ragione e senza pietà. Si chiamava Carlo Borsani.
Tra i tanti nomi che hai ascoltato alla Televisione, questi non li conosci; tra i tanti funerali che hai veduto questi sono mancati; tra i molti orrori questi non sono stati menzionati. Tu hai veduto tante bandiere tricolori che sventolavano, gioiose alla fine della guerra civile, ma non ti hanno fatto vedere, per tua fortuna, il carnaio approntato in una piazza di Milano, dove Colui che tutti avevano servito e riverito, e che non aveva voluto fuggire perchè, se lo avesse voluto, come i maramaldi della Televisione affermano, avrebbe sempre avuto un aereo sul quale imbarcarsi era appeso per i piedi, a ludibrio di una plebe imbestialita e a eterna vergogna dell’italia moderna. Non ti hanno fatto vedere, nè ti hanno detto, Marzia, che mentre quelle bandiere sventolavano e quelle “formazioni” venivano passate in rassegna dai “vittoriosi”, migliaia e migliaia di uomini, donne, giovanotti, fanciulli venivano massacrati; che in una caserma di Vercelli settanta giovani disarmati venivano schiacciati vivi e ridotti poltiglia, per ordine e sotto gli occhi di un eroe della resistenza, il ragioniere Carlo Moranino, divenuto più tardi deputato al Parlamento Italiano per questa meritoria impresa.
Questo, figlia mia, è il completamento della favola che gli amanuensi della Televisione italiana hanno approntato, per falsare la storia, per meritare gli elogi delle classi dirigenti e per far sì che i figli, intimamente, disprezzassero i padri. Ho dovuto raccontartelo fino in fondo, e dirti che cosa fosse lo “spirito della resistenza” perchè quella tua frase: -Ma papà era con quelli? ... mi ha dolorosamente colpito. Vedi bambina, io, in tanti anni e in tante vicende, non ho mai odiato nessuno; ma quando ho appreso di quella tua domanda ho sentito, per la prima volta, Dio mi perdoni, lo stimolo dell’odio.
D’ora in avanti, Marzia, ti farò io la storia: e ti dirò chi veramente era Mussolini, cosa fu il fascismo e cosa fummo noi, vinti, protagonisti dell’ultima e disperata avventura. Non credevo, dopo tanti anni, quando tutto doveva essere superato e dimenticato, di dover tornare a questo. Ma tu devi sapere, voglio che tu sappia; voglio che quando sarai grande possa insegnare ai tuoi figli le cose che ti dirà tuo padre, perchè “questi” l’hanno voluto, me l’hanno imposto.
Voglio dunque che tu possa essere orgogliosa di me, anche e principalmente se ero con “quelli”. Sì, ero con “quelli”: ero con Mussolini, con Giovanni Gentile, con Pericle Ducati, con Goffredo Coppola, con Francesco Ercole, con Giotto Dainelli, con Marinetti. E un giorno saprai, bambina, chi erano costoro, e vedrai che erano qualcosa di più e qualcosa di meglio dei Pani, dei Cadorna, dei Moranino; potrai renderti conto che anche tuo padre era un Italiano e per di più un Italiano coerente, che ha saputo subire fino in fondo la tragedia (che è storia) della sua Patria, anche se questa colpa gli vieta oggi di poter “rettificare” le storie della Rai-Tv, compilate e realizzate dal suoi antichi camerati, trasformatisi in maramaldi.

Tuo padre,Alberto.

sabato 21 aprile 2007

Aria di 25 Aprile: Partigiani e Centri sociali insorgono a Milano...

Continua il clima teso nella Mia Città, e la sinistra non fa nulla per attenuarlo. Ieri addirittura c' è stata l'insurrezione in un Consiglio di Zona (8), che normalmente dovrebbe occuparsi di problemi amministrativi e pratici. Centocinquanta persone, tra "combattenti della nuova e vecchia resistenza" hanno impedito con insulti ed intimidazioni che si dibattesse la Mozione di biasimo sull' attentato incendiario a Cuore Nero di cui mi sono occupato. Luca Bianchi di Alleanza Nazionale non ha potuto parlare; tant' è che Lunedì ci sarà un' interrogazione in Parlamento dell' Onorevole Paola Frassinetti di AN sull' accaduto. Inoltre i partigiani erano in subbuglio perchè nella seduta del 29 Marzo, il Consiglio di Zona 8, aveva deliberato di concedere un contibuto di 500 Euro per le celebrazioni del 25 aprile, a fronte della richiesta di 2000. Contributo sdegnosamente rifiutato dai vecchi resistenti, perchè considerato "un oltraggio ai caduti".

Come dire, anche i partigiani tengono famiglia...

venerdì 20 aprile 2007

Al Andalus: falso mito della tolleranza musulmana.

Gli sgozzati a Malatya in Turchia riportano in prima pagina l'opposizione tra la laicità presunta dello Stato Turco che viene sbandierata da chi vuole Ankara in Europa e la realtà delle cose. Spesso giornalisti che la sanno lunga ci rammentano, per suffragare le tesi di tale "buona laicità" che controlla estremisti e fondamentalisti, il Mito di Al-Andalus , la Spagna dominata dai musulmani con un Islàm tollerante e benefico.

Fandonie colossali ! Ignoranza e malafede compartecipanti; a cominciare dalla "Carta di Omar", le norme proclamate dal secondo Califfo dopo Maometto che regolavano la Dhimma. Dhimma è l’espressione araba che designa una “sorta di contratto, indefinitamente rinnovato, per il quale la comunità musulmana accorda l’ospitalità-protezione ai membri delle altre religioni rivelate, a condizione che essi stessi rispettino la dominazione dell’Islam. Si chiamano dhimmīs i beneficiari della dhimma e ahl al-dhimma o semplicemente dhimma tutta la loro collettività (Etudes Arabes.Dossiers, Al-Dhimma. L’Islam et les minorités religieuses, n.80-81, 1991/1-2, Pontificio Istituto di studi arabi e d’islamistica (PISAI), Roma, p.5. ).

‘Abd al-Rahmâm b.Ganm ha riportato ciò che segue.
Quando ‘Umar b. al-Hattâb ebbe accordato la pace ai cristiani di Siria, noi gli scrivemmo in questi termini:
Nel nome di Allah, Beneficente Misericordioso!
Questa è una lettera indirizzata dai cristiani di tale città al servitore di Allah, ‘Umar b. al-Hattâb, comandante dei Credenti. Quando lei è venuto da noi, abbiamo chiesto la salvaguardia per noi, i nostri figli, i nostri beni e i nostri correligionari, e ci siamo impegnati nei vostri confronti ad osservare le seguenti condizioni:
Non costruire più, nelle nostre città e dintorni, conventi, chiese, celle, eremi di monaci.
Non riparare, né di giorno né di notte, quegli tra questi edifici che cadranno in rovina o che saranno situati nei quartieri musulmani.
Tenere le nostre porte d’ingresso aperte ai passanti e ai viaggiatori. Accordare ospitalità a tutti i musulmani che passeranno e alloggiarli per tre giorni.
Non dare asilo, né nelle nostre chiese, né nelle nostre dimore, ad alcuna spia.
Non nascondere ai musulmani nulla che potrebbe loro nuocere.
Non insegnare il Corano ai nostri bambini.
Non manifestare pubblicamente il nostro culto e non predicarlo a nessuno. Non impedire ad alcuno dei nostri parenti di abbracciare l’Islam, se questa è la sua volontà.
Rispettare i musulmani, alzarci dalle sedie quando loro vorranno sedersi.
Non cercare di assomigliare loro nell’abbigliamento, che si tratti della qalansuwa (N.d.T. sorta di berretto che si copriva con il turbante), del turbante o dei sandali, o nel modo di pettinarci.
Non usare la loro parlata e non prendere i loro nomi (kunya).
Non utilizzare la cavalcatura con la sella e non cingere la spada. Non detenere e non portare con noi alcun tipo di arma.
Non fare incidere i nostri sigilli con caratteri arabi.
Non vendere bevande fermentate.
Rasarci la parte anteriore del capo. Vestirci sempre nello stesso modo, in qualunque luogo ci troviamo, stringendoci lo zunnâr in vita (N.d.T. cintura in seta e cotone indossata dai cristiani).
Non mostrare le nostre croci ed i nostri libri (sacri) sulle strade frequentate dai musulmani, né nei loro mercati.
Suonare il simandron solo piano nelle nostre chiese. Non alzare la voce nelle chiese per la lettura, in presenza di musulmani. Non fare le processioni pubbliche per le Palme e per Pasqua, non alzare la voce accompagnando i nostri morti. Non fare luminarie nelle strade frequentate dai musulmani, né nei loro mercati.
Non seppellire i nostri morti nelle vicinanze dei musulmani.
Non prendere gli schiavi che sono toccati in sorte ai musulmani.
Non costruire case più alte di quelle dei musulmani.
Quando io portai questo documento a ‘Umar, egli vi aggiunse:
“Noi non colpiremo alcun musulmano”.
Queste sono le condizioni che noi abbiamo sottoscritto, noi e i nostri correligionari, e in cambio delle quali noi riceviamo la salvaguardia. Se dovessimo contravvenire ad uno di questi impegni presi, dei quali rispondiamo con la nostra persona, non avremo più diritto alla dhimma e saremo passibili di essere condannati alle pene riservate ai ribelli e ai sediziosi.
‘Umar b. al-Hattâb rispose (a ‘Abd al-Rahmâm b.Ganm):
“Accetta la loro richiesta, ma aggiungi a ciò che hanno sottoscritto le due seguenti condizioni che impongo loro:
Non comprare nulla che faccia parte dei bottini di guerra dei musulmani.
Colui che avrà colpito deliberatamente un musulmano sarà privato della protezione garantita da questo patto”.

(‘Abd al-Rahmâm b.Ganm, figlio di un compagno di Maometto. Era stato inviato in Siria dal califfo Omar. Sarebbe morto nell’anno 78 dell’egira.)

Come si vede, proprio il massimo dei Diritti dell' Uomo ! A questo dobbiamo poi aggiungere un elenco di persecuzioni, conosciute nel Martirologio Cristiano come Martiri di Cordova . Tra cui, ricordiamo, le Sante Flora e Marta:

FLORA e MARTA, sante, martiri di CÓRDOVA.

Flora, nata a Córdova da padre musulmano e madre cristiana, fu da questa educata, dopo la morte del marito, nella religione cattolica. Per evitare le continue noie di un suo fratello acceso musulmano e poter meglio dedicarsi alla pietà e alla penitenza, verso l'a. 845 si allontanò da casa insieme alla sorella Baldegoto. A motivo di tale fuga, su delazione del fratello, furono incarcerati alcuni chierici e fedeli, e perciò Flora tornò a casa. Deferita dal fratello al cadì (giudice) sotto l'accusa di apostasia, fu brutalmente battuta. Rilasciata, tornò a fuggire e per sei anni rimase nascosta nelle vicinanze di Martos; poi, accesa dal desiderio del martirio, tornò a Córdova, dove nella basilica di S. Acisclo si incontrò con Marta, la quale era cresciuta nel monastero di S. Maria di Cuteclara, vicino a Córdova, sotto la guida della Santa vedova Artemia. Essendo stato martirizzato un suo fratello monaco, il diacono Wallabonso, Marta era uscita dal monastero in cerca del martirio.
Trovatesi così insieme, Flora e Marta, andarono dal cadì e professarono pubblicamente la loro fede cattolica. Messe in carcere, furono visitate da S. Eulogio, pure lui nella stessa prigione, il quale, commosso per la fortezza e le sofferenze delle due vergini, tornato nella sua cella, prese a scrivere per loro quell'ardente trattato, Documentum martyriale, che è la più nobile apologia ed esortazione al martirio. Interrogate e tentate più volte dal cadì, perseverarono forti nella fede, e perciò furono decapitate il 24 novembre 851 nel corso della crudele persecuzione dell'emiro Abd al-Rahmàn II. I loro corpi, abbandonati nei campi e rispettati dagli stessi animali, furono quindi gettati nel fiume Guadalquivir; in seguito il corpo di Marta fu ritrovato e sepolto dai cristiani nella chiesa del monastero di Cuteclara. Le teste delle due martiri furono collocate nella basilica di S. Acisclo. S. Eulogio, che attribuisce alla intercessione di queste due vergini la sua liberazione, avvenuta pochi giorni dopo, diede notizia del martirio in due lettere indirizzate al suo amico Alvaro Paolo e alla sorella di Flora, Baldegoto, e ne inserì una relazione nel suo Memoriale sanctorum. Le sante Flora e Marta vengono ricordate nel Martirologio Romano il 24 novembre.

Ma soprattutto Sant' Eulogio stesso, che fu decapitato proprio il fatidico 11 Marzo recentemente tornato a bagnare di sangue la Spagna poi convertita a Zapatero :

Sant’Eulogio non è che il più importante fra la folta schiera dei “Martiri di Cordoba”. Numerosissimi cristiani, infatti, testimoniarono la loro fede in Cristo con il supremo sacrificio dell’effusione del loro sangue presso Cordoba, importante città spagnola dell’Andalusia. Strappata ai Visigoti dagli Arabi nel 771, prima di essere riconquistata nel 1236 dal celebre sovrano San Ferdinando III di Castiglia.
Le reazioni alla dominazione dei mori venivano facilmente soffocate con persecuzioni.
Fu proprio in tale contesto che si collocò il martirio di Eulogio, sacerdote, vescovo eletto di Toledo. Non potendo a qualunque costo accettare o tollerare la passività dei cristiani, egli scrisse e predicò apertamente contro il Corano. Imprigionato una prima volta, venne rilasciato dopo che egli aveva confortato e rianomato i suoi compagni di prigionia con un’efficace “Esortazione ai martiri”. Nominato vescovo di Toledo, non poté neppure essere consacrato e prendere possesso della sua sede: l’11 marzo 859 venne infatti decapitato, in esaudimento del suo grande desiderio.






Nel primo link in basso troverete la recensione tratta dalla rivista "Il Timone" del libro "A morte in nome di Allah" di Camille Eid, PIEMME 2004.


http://www.libreriatheseus.it/page209.htm

Nel secondo l' articolo di Socci sempre a riguardo del libro stesso.

http://www.libreriatheseus.it/page208.htm

giovedì 19 aprile 2007

Anche per Andrea Colombo, portavoce di Rifondazione, Mambro e Fioravanti sono innocenti.

A pochissimi giorni della conferma della condanna a trent'anni in Cassazione,tra mille polemiche, di Luigi Ciavardini, il terzo imputato per la Strage di Bologna nonostante un libro di Gianluca Semprini, "La Strage di Bologna e il terrorista sconosciuto", Bietti Edizioni, contesti ampiamente le prove a suo carico, ecco che esce domani il libro "Storia Nera", ed. Cairo. A scriverlo è un uomo di sinistra (come Semprini), Andrea Colombo, già giornalista del Manifesto ed oggi portavoce di Rifondazione Comunista al Senato. Libro secondo il quale Francesca Mambro e Valerio Fioravanti non sono colpevoli, come del resto sostenuto da un ampio schieramento trasversale da molto tempo. Colombo rilancia la pista dello scoppio accidentale di un ordigno di passaggio in Italia, destinato altrove: «Credo che esplorando una traccia investigativa internazionale, i nostri servizi temevano si sarebbe potuto innescare un meccanismo troppo pericoloso. Era il tempo in cui vigeva, lo ha confermato anche Francesco Cossiga, il famoso patto stipulato da Aldo Moro con i palestinesi. La possibilità per l'Fplp di far transitare le armi nel nostro paese contro l'immunità da attentati e regolamenti di conti entro i nostri confini». «La strada del neofascismo, all'indomani della strage, era la più indolore. I Nar non avevano nulla da raccontare per difendersi, non avevano legami nè contatti con il mondo esterno e quanto ai servizi di allora -osserva il giornalista - vi era al loro interno una rigida lottizzazione che li divideva in filo-arabi, filo-israeliani e filo-americani. La pista nera, insomma, permetteva di non alterare equilibri».

Ed in alternativa allo scoppio per errore, Colombo elenca anche la pista che collegava la strage di Bologna a quella di Ustica, avvenuta solo due mesi prima il 27 giugno 1980, ipotizzata da Giuseppe Zamberletti, ex senatore democristiano, autore del libro 'La minaccia e l'offesa' che nel 1980 siglò l'accordo di alleanza strategica con Malta sul fronte petrolifero che di fatto tagliava fuori la Libia.

Un libro destinato a rinverdire le polemiche su una Strage che una lapide continua a definire "Fascista".

Sabato sera su "La7", nel programma Tetris alle 23,40, Luca Telese, autore del celeberrimo Cuori Neri presenterà il libro.

http://www.loradellaverita.org/index.htm

mercoledì 18 aprile 2007

Come vuole Allah, lanciò il figlio in aria. Ed il bimbo morì.

Senza strombazzar di giornali e televisioni, è cominciato ieri a Cremona un processo che potrebbe interessare l'opinione pubblica almeno quanto quello di Cogne; ma non se ne parla: che strano ! A sedere sul banco degli imputati con l'accusa di avere ucciso il figlioletto Omar di soli cinque mesi è l' egiziano Ossama Kawasha. Il fatto risale al 15 Febbraio del 2006 a Crema: il ventottenne ora imputato sostenette di aver lanciato il figlioletto più volte verso l'alto, un gesto che voleva significare l’avvicinamento del piccolo al cielo, e quindi ad Allah. Un rito che nella tradizione araba assicurerebbe al bambino un futuro vigoroso e virile. «E’ un’usanza molto nota in Egitto anche se di solito vengono sottoposti a questo rituale i bambini più grandi, intorno agli otto o nove anni» come ha spesso precisato l’avvocato di Ossama, Paolo Rossi. Ma immediatamente il bimbo stette male, ed a nulla servì il ricovero immediato prima all' Ospedale cremasco e poi in quello di Brescia, dove il piccolo morì dopo 39 giorni di agonia. Ossama ha negato che il figlio abbia picchiato la testa contro il soffitto o sia caduto per terra, ma i medici che ieri si sono alternati in Corte d' Assise hanno affermato la presenza di una frattura al cranio, e numerose emorragie alla retina.

L' Avvocato difensore ha chiesto una perizia legale per il proprio assistito, ma il PM vuole opporsi, perchè l' imputato dimostra piene capacità di intendere e volere, e l'ammoniaca con cui tentò il suicidio mesi orsono risultò fortemente diluita con acqua.

All' epoca del fatto i media parlarono di morte per presunti maltrattamenti e percosse. Ora tacciono, la notizia è riscontrabile solo in giornali locali come www.laprovinciadicremona.it .

Ma soprattutto non diedero MAI la versione subito raccontata da Ossama ed avallata ripetutamente dal suo avvocato, cioè il Rito Islamico del lancio in aria.

PERCHE' ???

martedì 17 aprile 2007

Il Compagno Mao è ricco, ma per gli Autonomi è sempre tempo di Taze-Bao...

C' era da aspettarselo: i prodi Autonomi, i ragazzichesbagliano dei Centri Asociali, gli sfaccendati rivoluzionari "antifa" a tempo pieno di ogni età, si sono mobilitati per i poveri cinesini massacrati dalla Polizia Fascista (ma alle 2 Vigilesse insultate, sputacchiate e spintonate, chi ci pensa ?) e Razzista, in una Milano culla del Neoantifascismo più radicale. E così, dopo aver fatto una figuraccia epocale Domenica davanti alla sede di Cuore Nero distrutta dalle fiamme, ed essersene andati con la coda tra le gambe, a dimostrazione che quando non sono almento in cento contro uno i compagnucci sono agnellini impotenti (e di Fascistacci neri neri Domenica in Viale Certosa ce n'erano...uhh se ce n'erano !), si sono organizzati, e dopo aver impedito ieri l' ingresso in Paolo Sarpi al Parlamentare Europeo della Lega Mario Borghezio con sputi e lancio di lattine, preannunciano la loro partecipazione in massa alla manifestazione di domani in Piazza del Duomo organizzata dalla Comunità Cinese di Milano. Che però è sicuramente la più ricca e la più agiata tra le comunità di stranieri, rappresentata dalla maggior parte da commercianti all' ingrosso, pluriproprietari immobiliari e ristoratori. Perchè domani in piazza non vedremo le centinaia di schiavi costretti a lavorare sedici ore al giorno (ed anche più ), in nero e per paghe di fame in scantinati e magazzini. No, loro continueranno a lavorare; ma in Piazza del Duomo si urlerà contro il Fascismo ed il Razzismo imperante in Milano ed Italia. E sventoleranno ancora lerci stracci rossi grondanti sangue, invece della Bandiera della Cina pre-comunista, ( Cielo blu, cuore bianco, ed una terra completamente rossa :青天、白日、滿地紅 qīng tiān, bái rì, măn dì hóng, in alto rappresentata. Con il bianco che simboleggia il sostentamento alla famiglia, il blu la democrazia ed il rosso il suolo natio ed il Nazionalismo), come dovrebbero fare i Cinesi che conoscono la repressione comunista e che ricordano Tien-an-men. Ed i bamba nostrani rispolvereranno i vecchi Taze-bao dei loro padri dai Libretti Rossi, al grido di "Lenin, Stalin, Mao Tze Tung !" .

Dimenticando che in Cina c' è chi non ha padrini o sponsor, e lotta solitario contro le ingiustizie, come i coniugi Yang Wu e Wu Ping , novelli ragazzi di Tien-an men.

A Chongqing, una metropoli del sud ovest della Cina, infatti, i due coniugi cinesi dal 2004 rifiutano i mini risarcimenti che un Centro Commerciale ha rifilato a tutti gli ex-vicini della copia per andarsene. Recentemente hanno rifiutato 300.000 dollari, chiedendone il doppio. Il Giudice ha ormai fissato lo sgombero, ma loro sono disposti a vedersi crollare il tetto addosso, pur di non mollare.

Chissà se il ragazzo che si piazzò contro il Carro Armato, se fosse vivo, si metterebbe al loro fianco, contro le ruspe della Cina rossa.

Chissà se i cinesi che manifesteranno domani al fianco dei no-global, conoscono la loro Storia.

La Storia di Yang Wu e Wu Ping.

lunedì 16 aprile 2007

Buon Compleanno, Santo Padre: Christus Vincit !

Caro Santo Padre, con devozione ed amore le auguro di tutto cuore un Buon Compleanno in occasione del suo ottantesimo genetliaco. Lei che difende con coraggio i sacri Valori imprenscindibili della Nostra Fede Cattolica ma che opera anche per il ricongiungimento con altre Chiese dolorosamente separate. Lei che non teme attacchi anche ignobili di laicisti, comunisti, bosellini e capezzoni, lobby omofile, anticlericali e neo-massoni, inique neo e vetero-femministe uterin-dipendenti e sesso disturbate, biologi in stile Frankestein e Mengele, e matti di ogni risma. Lei che ci ammonisce che essere Cattolici e Cristiani è difficile in questo mondo dominato dal materialismo. Lei che in un intervista del 17 Gennaio 2003 a Radio Vaticana disse, a proposito della distinzione tra pluralismo e relativismo:

"Il pluralismo in politica è una cosa naturale, ovvia perché per tante questioni politiche non c’è una risposta già fatta, già evidente, ma ci sono diverse possibilità di reagire alle diverse sfide della situazione attuale.
Quindi il pluralismo è una cosa normale in politica.
Il relativismo invece afferma che non c’è nessuna verità etica e morale obbligatoria, vincolante per la coscienza del cristiano.
Se ci incamminiamo su questa strada pensando che il pluralismo sia la stessa cosa che il relativismo perdiamo proprio i fondamenti dell’umanità e anche i fondamenti della democrazia che è basata sul consenso di un minimo di etica quale condizione per la verità, per l’umanità e per la condizione democratica.
In questo senso distinguiamo anche tra laicità e laicismo.
Laicità vuol dire la giusta autonomia dello Stato, della sfera politica.
Non spetta alla gerarchia della Chiesa indicare ai politici che cosa fare.
Sono i laici, con la loro coscienza illuminata, che hanno la responsabilità di trovare la strade giusta.
Ecco, decisiva è la ragione giusta, pratica che si orienta ai grandi valori determinanti per l’essere umano.
Il laicismo, invece, è un’idea per la quale i contenuti morali della fede cristiana non dovrebbero entrare in politica, sarebbero da escludere e si creerebbero due mondi che non si possono toccare.
Invece i grandi valori etici, messi in luce dalla fede cristiana, sono d’orientamento anche in politica e questo orientamento vincolante per una coscienza illuminata non toglie niente alla libertà del politico.
Al contrario, osservare i fondamenti dell’umanesimo è anche difendere la libertà umana."

A Lei, dunque, oltre gli Auguri di Compleanno, gli auspici di un Pontificato Lungo e Santo, per la difesa della Fede e della Tradizione Cattolica ogni giorno aspramente combattuta e vilipesa, anche nella Rete, come il recente vile attacco portato da alcuni ignobili Hackers al portale di Totus Tuus.

Christus vincit,
Christus regnat,
Christus ímperat.

Benedicto Summo Pontífici
et universáli patri
pax, vita et salus perpétua.

Témpora bona véniant,
pax Christi véniat,
regnum Christi véniat.

Cristo vince
Cristo regna,
Cristo trionfa.

A Benedetto Sommo Pontefice
e padre universale
sia pace, vita e salute perenne.

Vengano tempi felici,
venga la pace di Cristo,
venga il regno di Cristo.


venerdì 13 aprile 2007

Milano: Mafia Cinese e Terrorismo Rosso.

Quello che succede a Milano è il simbolo di quanto questo governo stia procurando al paese.

Di tutta la sommossa e l'indegna gazzarra accaduta in Paolo Sarpi, il fatto più riprovevole è sicuramente l'esposizione delle bandiere rosse della Repubblica Popolare Cinese, che dovrebbe far vergognare chi le ha sventolate, nel ricordo dei Morti anticomunisti di Piazza Tien an men (oltre tremila, secondo la Croce Rossa Cinese) e del coraggio di questo ragazzo, VERO PACIFISTA senza orpelli iridati, che oppone il suo corpo inerme alla massa dei Carri Armati comunisti. Foto che fa a pugni con le immagini viste in televisione, con i cinesi arroganti in rivolta contro Vigilesse e Vigili e le Forze dell' Ordine accorse in seguito per impedire un linciaggio dei Ghisa. E qui non temo le solite lamentele di chi piange per i poveri immigrati vittime dello Stato, perchè la maggior parte di chi ha inscenato lo squallido episodio è benestante, più che benestante. Gente che dovrebbe spiegare spesso da dove vengono i contanti con cui comprano in negozi in Via Canonica, Paolo Sarpi, Bramante ed oltre; gente che dovrebbe spiegare come mai l' unico, dico l' unico Mc Donalds di Milano che abbia chiuso, sia stato stranamente in Paolo Sarpi; gente che dovrebbe spiegare come mai nessuno veda MAI un funerale cinese; gente che dovrebbe spiegare perchè fanno curare i malati a chi non ha la Laurea in Medicina; gente che dovrebbe aprire i loro magazzini segreti dove centinaia di schiavi lavorano malpagati e malnutriti.

Ed invece, questi allegri sbandieratori di Bandiere della Repubblica Popolare Cinese, questi neo-resistenti, dichiarano che il quartiere è "COSA LORO". E guai a chi li tocca. E dimenticano le migliaia di prigionieri politici in Cina, sotto quelle bandiere. Dimenticano le condanne a morte per motivi ideologici e religiosi, come il recentissimo caso di 6 Pastori Protestanti condannati ufficialmente per appropriazione indebita, ma in realtà per non sottomettersi al Regime Comunista: (da AsiaNews)

La giustizia cinese ha condannato a morte sei leader protestanti con l'accusa di omicidio ed appropriazione indebita: secondo gli avvocati, le prove presentate non sono sufficienti per incriminare nessuno di loro e la confessione che per i giudici ha risolto il caso è stata estorta con la tortura. Lo denuncia la China Aid Association (Caa), un'organizzazione non governativa con base negli Stati Uniti che opera per la libertà religiosa in Cina.
Il verdetto è stato pronunciato dal giudice Liu Qingyi, della Corte intermedia del popolo di Shuangyashan, nella provincia orientale dell'Heilongjiang. Secondo una fonte - anonima per motivi di sicurezza - che ne ha ottenuto una copia, la polizia ha messo sotto accusa nello stesso processo 17 persone: Xu Shuangfu (60 anni), Li Maoxing (55) e Wang Jun (36) sono stati condannati a morte per omicidio. Con la stessa accusa sono stati condannati, sempre alla pena capitale, anche Zhang Min (35 anni), Zhu Lixin (37) e Ben Zhonghai: per loro, la sentenza è stata sospesa. Il giudice ha poi condannato gli altri 11 processati a pene che variano dai 3 ai 15 anni di reclusione.
Secondo le accuse del governo, Xu – leader del gruppo protestante "Tre gradi di Servizio", con oltre 500 mila aderenti in tutto il Paese – avrebbe ucciso insieme agli altri 16 condannati, tutti membri del suo gruppo, 20 funzionari del gruppo Lampo dell'oriente. Inoltre, si sarebbe appropriato di 32 milioni di yuan [circa 3,2 milioni di euro ndr].
Per gli avvocati della difesa - Li Heping, dello Studio Gaobo Longhua di Pechino e Zhang Lihui, che lavora presso la sede della capitale dell'Ufficio legale Xingyun - le prove presentate dal governo non determinano in alcun modo la colpevolezza dei loro assistiti e sono state estorte tramite tortura, una pratica che lo stesso governo cinese ha definito "diffusa" nelle sue carceri.
Xu Baiyin, figlia di Xu Shuangfu, ritiene il padre del tutto innocente e dice: "La verità verrà rivelata davanti al trono di Dio, anche se in questa vita non vi sarà giustizia". Secondo la Caa, Xu ha chiesto ai suoi avvocati di continuare ad appellarsi presso l'Alta corte per cercare di commutare la sentenza.
La Caa sottolinea un continuo incremento nella repressione verso i protestanti non ufficiali che aderiscono alle comunità domestiche di tutto il Paese. Il 6 luglio la polizia di Langzhong, nel Sichuan, ha arrestato il pastore Wang Shixiu mentre faceva acquisti e sette dei 30 leader arrestati il 28 maggio scorso sono ancora detenuti. Un pastore, che ha chiesto l'anonimato, dice che nel Guangdong gli agenti di pubblica sicurezza entrano nei luoghi di culto con il mitra in mano. Nella provincia, il governo ha chiuso con la forza le chiese domestiche di Meixin e Wu Yang.
Pechino permette la pratica del protestantesimo solo all'interno del Movimento delle tre autonomie (MTA), nato nel 1950 dopo la presa di potere di Mao e l'espulsione dei missionari stranieri e dei leader delle Chiese, anche cinesi. Le statistiche ufficiali dicono che in Cina vi sono 10 milioni di protestanti ufficiali, tutti uniti nel MTA. I protestanti non ufficiali, che si radunano nelle "chiese domestiche" non registrate, sono stimati ad oltre 50 milioni. Nel corso dello scorso anno, il governo ha arrestato 1958 fra pastori e fedeli delle chiese protestanti non ufficiali.

Dovete vergognarvi, non solo per il comportamento tenuto ieri, ma proprio per quelle bandiere.

Ma la Mia Milano ormai è in mano ad un clima di odio che passa attraverso molte sfaccettature, spesso dimenticato da giornali e Tv; infatti pochissimo risalto ha avuto la notizia della distruzione in un attentato incendiario del Circolo Culturale "Cuore Nero" che avrebbe dovuto essere inaugurato domani in Viale Certosa 311 e che i soliti terroristi che vengono coccolati dai Cattivi Maestri di sempre han voluto colpire dopo averne contestato per giorni la legittimità ad aprir battenti. Non solo, su molti siti della sinistra radicale ed estrema si leggono aberranti anticipazioni dell' attentato, con vecchi slogan :


"Avete visto?
mi torna alla mente un vecchio slogan che diceva:
le sedi del fascio si chiudono col fuoco
ma coi fascisti dentro se no e' troppo poco
Postato da politically_uncorrect Mercoledì 11 Aprile 2007 alle 14:21 "

Questo demente, o meglio, delinquente, ignora che potrebbe essere incriminato per apologia di reato, ma anche che nell' attentato avrebbe potuto andarci di mezzo anche qualche passante o residente nello stabile; ma evidentemente l'apertura di spazi alternativi alla sinistra per aggregare i giovani fa molta paura.

Perchè si sa, oggi come allora: "I Fascisti non devono parlare !"

Questa, l' Italasia dei prodi sinistri.


giovedì 12 aprile 2007

Povero Gino Strada: accusato di fiancheggiare Osama...

Ma guarda, vado in Romania qualche giorno, ed al ritorno trovo un gran pasticcio: il povero Ginetto Strada, eroe e santo pacifinto, accusato dal responsabile dei Servizi Segreti (NDS) del legittimo e democratico Governo Afghano, Amrullah Saleh, in un intervista al "Corriere della Sera" di connivenze gravissime: "Abbiamo le prove che Rahmatullah Hanefi è un fiancheggiatore dei talebani, se non addirittura un loro miliziano travestito da operatore umanitario". Il direttore generale dei servizi afgani accusa senza mezzi termini l'organizzazione di Gino Strada:
"L'errore è stato sin dall'inizio coinvolgere nella trattativa Emergency, che in realtà non e' una vera organizzazione umanitaria, bensì un fiancheggiatore dei terroristi e persino degli uomini di al-Qaeda in Afgghanistan". Secondo Saleh "i talebani non hanno mai presentato alcuna richiesta seria" per la liberazione di Adjmal, "anche se da parte nostra le ricerche di dialogo sono state continue". E poi "i talebani avevano deciso sin da principio di decapitare Adjmal per rovesciare la responsabilita' politica sul governo Karzai". Contro Rahmatullah "abbiamo le prove e le presenteremo al momento del processo", , dice Saleh, aggiungendo che per il momento, il mediatotore di Emergency "resta in carcere con l'accusa di aver aiutato i talebani e forse anche piu'".

MA NON CI POSSO CREDERE ! Il povero Ginetto, che tanto viene portato in mano dai bravi sventolatori di bandiere iridat-pride e meritevole di Premio Nobel per la Medicina, la Pace, la Fisica, la Letteratura e la Chimica per i girotondin-noglobalisti e sinistri individui, accusato, lui e la sua Emergency, i cui quaderni e diari devono far capolino da ogni zainetto di un bravo scolaretto equo e solidale , di essere una quinta colonna del nemico dell' Occidente, quello che si sta risvegliando in ogni parte del mondo, minacciando e facendo stragi dappertutto ! PAZZESCO ! DA NON CREDERE !

Ma Strada deve ritornare subito a Kabul per fargliela vedere lui, a quel Saleh, brutto spione e sicuramente amico della CIA (cosa che secondo l' Avvocatura dello Stato non sarebbe poi così grave e neanche reato; andate a poi a dirlo a Renato Farina....) ! Deve dimostrare la propria verginità e limpidezza ! Lui, Ginetto Strada, che ha un passato limpido e glorioso alle spalle, quando apparteneva al Gruppo Lenin del servizio d' Ordine di Medicina negli anni '70, come scrisse tempo fa Gigi Moncalvo:

C'è uno strano caso di "silenzio stampa" in questo nostro grande paese: quello riguardante il passato violento del dottor Gino Strada. Il pacifista, la colomba, l'uomo che ama il bene e fa del bene, il missionario laico che va in soccorso degli oppressi, colui che predica col ramoscello d'ulivo in bocca, è lo stesso che faceva da "luogotenente" - insieme al futuro odontoiatra Leghissa - a Luca Cafiero il famigerato capo del servizio d'ordine del famigerato Movimento Studentesco del l'Università Statale di Milano, quello dei terribili e mai dimenticati "katanghesi". Sì, è proprio lui: il "pacifista" Gino Strada, colui che oggi dà dei "delinquenti politici" agli esponenti della casa della Libertà e dei DS che non vogliono soggiacere ai suoi diktat di aspirante leader politico che sogna un seggio in Parlamento. Per l'esattezza Strada, insieme a Leghissa, era il capo del servizio d'ordine di Medicina e Scienze e il suo gruppo o squadra aveva questo inequivocabile nome: "Lenin". Rispetto ai capi degli altri servizi d'ordine - ad esempio Mario Martucci per la Bocconi e il suo gruppo "Stalin", o Franco Origoni per la squadra di Architettura, o Roberto Tuminelli, l'erede delle famose scuole private per il recupero-anni, alla guida del gruppo "Dimitroff", il bulgaro segretario della Terza Internazionale accusato da Hitler di aver incendiato il Reichstag - il gruppo guidato da Strada si distingueva per la più cieca obbedienza e fedeltà a quel fior di democratico e di amante dei diritti civili che rispondeva al nome di Luca Cafiero, capo supremo di tutti i Servizi d'Ordine e poi divenuto deputato del PCI, candidato a Napoli, dove superò addirittura in fatto di preferenze l'on. Giorgio Napolitano. Ora Cafiero è ritornato a fare il docente universitario alla facoltà di Filosofia della Statale. Al comando generale e assoluto di Cafiero c'erano i gruppi "Stalin", "Dimitroff" e tanti altri - ciascuno dei quali aveva uno o più sotto-capi -, ma era il "Lenin" di Gino Strada che si distingueva per la prontezza e la capacità di intervento laddove ce ne fosse stato bisogno.
In sostanza, ancora ben lontano dallo scoprire il suo attuale animo pacifista, Gino Strada era uno degli uomini di punta di quel Movimento dichiaratamente marxista-leninista-stalinista-maoista che aveva i suoi uomini guida in Mario Capanna, Salvatore "Turi" Toscano e Luca Cafiero. I milanesi, e non solo loro, ricordano benissimo quegli anni, e soprattutto quei sabati di violenza, di scontri, di disordini. Ma ora nessuno dice loro che ad accendere quelle scintille c'era anche l'odierno "predicatore" Gino Strada.
Solo che allora non aveva dimestichezza con le colombe bianche, le bandiere multicolori, il rispetto altrui, il ramoscello d'ulivo.
Ma era molto di più avvezzo ai seguenti segni identificativi: l'eskimo, il casco da combattimento, e l'obbligo di portare con sé, 24 ore su 24, le "caramelle": cioè due sassi nelle tasche e soprattutto "la penna", cioè la famosa Hazet 36 cromata, una chiave inglese d'acciaio lunga quasi mezzo metro nascosta sotto l'eskimo o nelle tasche del loden. Alla "penna" - si usava tale termine durante le telefonate per evitare problemi con le intercettazioni - si era arrivati partendo dalla "stagetta" (i manici di piccone che avevano il difetto di spezzarsi al contatto col cranio da colpire), dalle mazze con avvitato un bullone sulla sommità per fare più male, e dai tondini di ferro usati per armare il cemento, ma anch'essi non adatti poiché si piegavano. I katanghesi e il loro servizio
d'ordine, Gino Strada in testa, erano arrivati a questa scelta finale in fatto di armamentario, su esplicita indicazione del loro collegio di difesa che allineava nomi oggi famosissimi come quello di Gaetano Pecorella, Marco Janni, Gigi Mariani, insieme ad altre decine di futuri principi del foro, mentre sul fronte dei "Magistrati Democratici" spiccava la figura di Edmondo Bruti Liberati.
Il "collegio di difesa" aveva dato istruzioni ben precise in caso di arresti e processi: "Negare sempre l'evidenza", anche in caso di fotografie o filmati inequivocabili, definire come "strumento di lavoro" la scoperta eventuale della chiave inglese. Sarebbe stato difficile giustificare come tale un manico da piccone o un tondino di ferro, facilmente considerabili e catalogabili come "arma impropria", mentre diventata più facile con la chiave inglese. "Dite che stavate andando a riparare il bagno della nonna o che vi serviva per sistemare l'auto di vostro padre", poteva essere una delle indicazioni difensive consigliate in caso di bisogno.
"Pacifici ma mai pacifisti" era uno degli slogan ideati da Mario Capanna, ed è strano dunque che oggi Gino Strada si definisca proprio "pacifista". Comunque - a parte la canzoncina ritmata con cui si caricavano prima degli scontri (kata-kata-katanga) - essi pronunciavano ad alta voce ben altri slogan di quelli di oggi e perseguivano ben altri obiettivi. E i loro avversari non erano solo i Tommaso Staiti sul fronte della destra, ma anche i "compagni" di Avanguardia Operaia (molti dei quali oggi sono esponenti dei Verdi), Lotta Continua (dei Sofri, Mario Deaglio, Gad Lerner, apprezzato radiocronista dai microfoni di Radio Popolare incaricato di dare le istruzioni in diretta sulle vie da evitare e sulle strade di fuga in cui fuggire) e Lotta Comunista (memorabile e indimenticabile uno scontro di inaudita violenza) e perfino coi primi gruppi di Comunione & Liberazione. Anche quelli di sinistra erano i "nemici" di Strada al pari di Tom Staiti e dei suoi. Non c'è bisogno di scomodare la memoria del prefetto Mazza e del suo famoso rapporto, la cui rispondenza alla verità venne riconosciuta solo molti anni dopo, per affermare che il servizio d'ordine del Movimento Studentesco era uno dei corpi più militarizzati, una autentica banda armata che incuteva terrore e seminava odio in quegli anni.
Si trattava di una autentica falange macedone di 300-500 persone, (Strada e Leghissa ne guidavano una cinquantina), che non arretravano di un millimetro nemmeno di fronte agli scudi della polizia in assetto da combattimento. Semmai, purtroppo avveniva talvolta il contrario. Unico aspetto positivo è che, a differenza di Lotta Continua, l'MS non ha prodotto successivi passaggi al terrorismo. Anche se bisognerebbe riaprire le pagine del delitto Franceschi alla Bocconi e sarebbe ora che la coscienza di qualcuno che conosce la verità finalmente si aprisse. Che si trattasse di un corpo militarizzato, in tutti i sensi, strumenti di violenza compresi, è fuor di dubbio. Così come è indubitabile la autentica ed elevata ferocia che caratterizzava quei gruppi che attaccavano deliberatamente la polizia come quando si trattò di arrivare alla Bocconi per conquistare il diritto dei lavoratori ad avere le aule per i loro corsi serali. E non possono certo essere le attuali conversioni dei Sergio Cusani, degli Alessandro Dalai, dei Gino Strada, degli Ugo Volli (considerato, senza ritengno alcuno, "l'erede di Umberto Eco") o degli Ugo Vallardi (al vertice del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera) a far dimenticare quegli anni, quelle violenze, e quelle "squadre di propaganda" di cui faceva parte anche un certo Sergio Cofferati, in qualità di studente-lavoratore della Pirelli. Qualcuno, quando incrocia il dottor Gino Strada in qualche talk-show televisivo, vuole provare a ricordargli se ha qualche ricordo di quei giorni, di quegli scontri, di quelle spranghe, di quei ragazzi (poliziotti o studenti) rimasti sul selciato? Che bello sarebbe poterglielo chiedere al dottor Gino Strada se rinnega il suo passato e come si concilia col suo presente.
E poi, soprattutto: quale titolo ha costui per poter definire "delinquenti politici" gli altri?

No, no, Ginetto Strada deve reagire, soprattutto in tempi bui come questi dove si tentano di aprire covi neofascisti come a Milano , dove le "ronde pvoletavie, pavtigiane ed antifassisste" hanno VIGILATO come ai bei tempi, impedendo ieri con un attentato con una bomba incendiaria l' apertura in Viale Certosa 311 del Circolo "Cuore Nero". Apertura annunciata in un articolo di Liberazione il 5 Aprile. Perchè questi sono i bei momenti che viviamo, regalatici dai soliti prodi ragazzi no-global.

Sono momenti bui, Ginetto: a Milano si pretende pure, da parte della giunta di centro-Destra, di poter multare i commercianti cinesi non in regola come se si trovassero nel territorio italiano, e non nella Repubblica Popolare Cinese di Via Paolo Sarpi ! E che giustamente stanno insorgendo contro le "angherie" dei Vigili Urbani con le loro buffe pretese. (Nove vigili, che hanno riportato contusioni o ferite la cui entità è in via di accertamento, sono stati portati al Fatebenefratelli, e si trovano o al pronto soccorso o in radiologia. Altri cinque agenti con contusioni o escoriazioni meno significative si faranno visitare non appena avranno terminato di stilare il rapporto sugli incidenti. Due auto della Polizia Municipale sono state pesantemente danneggiate. E questo è solo l'inizio...) . Questi "eroi", degni eredi delle Guardie Rosse, stanno ora marciando nelle strade della mia città sventolande le bandiere rosse, come da foto.

Bisogna vigilare, Ginetto: forse il momento della Rivoluzione Mondiale è giunto...

Ginetto, vuoi un consiglio in milanese ? Va' a ciapàa i ratt !





martedì 3 aprile 2007

domenica 1 aprile 2007

Modestamente, ho anticipato Monsignor Bagnasco.

Col mio post semiserio di Venerdì sulle inique pratiche sessuali che chiederanno di essere riconosciute, formando nuove coppie, anche uomo-animale, ho anticipato, modestamente, le dichiarazioni che il neo-Presidente della CEI, l' Arcivescovo Angelo Bagnasco, ha rilasciato ieri sui DICO, suscitando le solite reazioni becere dei laicisti.

Dichiarazioni che non fanno una grinza: la Chiesa deve essere lasciata libera non solo di pensare e dire quello in cui fermamente crede, ma anche di ricordarlo a chi voglia farne parte. E' sempre il solito punto che sottolineo nel mio blog, peraltro riaffermato ieri da Berlusconi: libera la Chiesa, liberi i Fedeli di seguirne le direttive. Ribadito in precedenza, col riferimento fatto pochi giorni fa dal Santo Padre sull' Inferno, che esiste e non è vuoto, ma è popolato da chi non accetta con ostinazione ed ostentazione la Parola di Dio. La Chiesa, in tempi in cui un Relativismo universale cerca di tenere i piedi in due o più scarpe, godendosi materialisticamente ogni sfrenata libertà, ma al tempo stesso nascondendosi dietro una morale ed un credo personalissimo (le solite frasi fatte: "Credo in Dio, ma non in quello dei Preti..."), non può che rilanciare con la Forza della Verità una sfida epocale in cui la posta in gioco è altissima, e cioè il prossimo destino dell' Uomo.

E così, come un Buon Padre non può non ricordare al Figlio che se corre in macchina, finirà per schiantarsi, la Comunità Ecclesiale non può, pur nella comprensione verso il peccatore, che condannare con fermezza il Peccato. Perseguendo il quale al peccatore non rimane che il destino della Dannazione Eterna.

Piaccia o meno ai gaudenti libertini odierni: quando sarete davanti a San Pietro, non frignate e non dite che non eravate stati avvisati.