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venerdì 31 marzo 2006

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI II°

Ai negazionisti comunisti che ancora si ostinano a negare non solo le barbarie comuniste, ma anche gli episodi bestiali di cannibalismo dovuti alla politica maoista, ecco il libro dello storico Jasper Becker : " Hungry Ghosts: Mao's Secret Famine". Londra, John Murray 1996.

mercoledì 29 marzo 2006

Il negazionismo comunista cinese.

Leggo con stupore che i ricchi comunisti cinesi si sono adombrati per le frasi del Nostro Primo Ministro.

Sarebbe meglio che leggessero la storia riguardante il comunismo cinese, come ben descritto da "Il Libro nero del comunismo" , che ben descrive gli orrori a cavallo della carestia politica del 1959-62 attuata per sterminare i contadini. Non solo alcuni bambini venivano bolliti, ma veri episodi di cannibalismo vennero registrati nell' Hanui. Addirittura le famiglie erano costrette dalla fame a scambiarsi i figli per mangiarseli.

Sempre nell' Hanui le Guardie Rosse seppellivano vivi molti prigionieri, dopo averli torturati con ferri e tenaglie roventi.

Meglio farebbero le autorità cinesi a stendere un velo pietoso sul loro passato, ed a smetterla di porre divieti ai Cattolici Cinesi che non fanno riferimento alla Chiesa Cattolica di Stato, che ha ben poco a vedere con il Vaticano.

martedì 28 marzo 2006

Conversione di un anticlericale: Tobia de Ratisbonne.

Come avete visto, spesso i Blog Cattolici sono visitati dagli anticlericali, a volte carichi di odio verso la Chiesa. A loro dedico la storia di una conversione operata dalla Madonna nel XIX secolo di un acerrimo anticlericale: Tobia de Ratisbonne:

L'otto dicembre 1841 una nave carica di pas­seggeri, partita da Marsiglia, toccava il porto di Civitavecchia. Sul ponte, pronta a scendere, c'era una piccola folla di stranieri: francesi, inglesi, bel­gi, alsaziani. In quel momento, i cannoni del porto tuonarono a salve.

«Che cosa sta accadendo? - domandò un ebreo ad un suo compagno di viaggio.

«Non si spaventi, signor Ratisbonne. Sono spari di festa. Oggi è la festa dell'Immacolata Con­cezione di Maria e le batterie del porto «sparano» in onore della loro celeste Patrona».

«Al diavolo! » - proruppe Tobia Ratisbonne. E afferrando con rabbia i suoi bagagli, rientrò nel­la sua cabina.

Il capitano della nave gli si fece incontro, gentile:

«Qualcosa che non va, signor Ratisbonne?». «Sicuro. Avevo una mezza intenzione di sbar­care a Roma, ma queste sciocche superstizioni di Madonne e cannonate me ne hanno tolta la voglia. Sbarcherò a Napoli. Questa stupida città del Papa mi dà la nausea».

Il capitano della nave non si stupì di queste parole rabbiose. Tobia Ratisbonne era un giovane ebreo nato in Alsazia, ed era diventato con la sua intelligenza fuor del comune un banchiere ricchis­simo. Egli odiava il cattolicesimo a tal punto che quando suo fratello Teodoro si era convertito a Cristo e si era fatto sacerdote, lui l'aveva ripudia­to come fratello.

Nonostante la, sua rabbia contro il cattolicesi­mo, il desiderio di vedere la Roma dei Cesari lo vinse. Da Napoli, dove era sbarcato in un primo tempo, vi si recò il 15 gennaio 1842.

La famiglia De Bussière, nobili e ricchi patri­zi, lo ospitò trattandolo splendidamente. Tobia vi­de i Fori imperiali, il Colosseo, le Terme di Cara­calla, le antiche vie sulle quali gli imperatori avevano celebrato i loro superbi trionfi. «Peccato che quella città regina del mondo antico ora fosse dominata dal Papa, rappresentante di quel Gali­leo, che gli ebrei avevano mandato alla forca come bestemmiatore e guerrigliero! ».

Alla vigilia della sua partenza, Tobia Rati­sbonne domandò a Teodoro De Bussière come avrebbe potuto contraccambiare tanta squisita cortesia verso di lui. Teodoro, sorridendo, rispose: «Dovresti farmi un piccolo favore, Tobia. Tu sai che io ero protestante, ma che da qualche tem­po sono entrato nella Chiesa cattolica. Ora vorrei donarti una medaglia di Maria Immacolata. Vuoi accettarla come segno della mia amicizia?.».

L'ebreo provò un'enorme ripugnanza. Tutta­via, da gentiluomo qual era, non poteva rifiutarsi. Abbassò la testa e si lasciò porre al collo la meda­glia, come un bambino. Poi, guardando Teodoro, con ironia, sbottò:

«Ed eccomi ora cattolico, apostolico, romano».

Il giorno 20 gennaio era segnato per la parten­za. Teodoro accompagnò in carrozza l'amico per le vie di Roma. Si fermarono alla chiesa di S. An­drea delle Fratte.

«È una chiesa bella e antica. Dovresti visitar­la, - disse Teodoro a Tobia - scendi e prova a darle una sguardo».

Entrarono. La chiesa era piccola e deserta, ma un piccolo tesoro d'arte. Teodoro si recò con indif­ferenza, quando il suo sguardo fu attratto verso l'altare di san Michele.

Era un vero miscredente. Un autentico nega­tore del Cristianesimo. Nessuna emozione mistica lo turbava. Non desiderava credere, murato nella sua indifferenza. Ecco come lo stesso Ratisbonne racconta la sua esperienza:

«Nessun oggetto d'arte attirava la mia atten­zione. Lasciai scorrere lo sguardo all'intorno, sen­za soffermarmi in alcun pensiero; mi ricordo solo di un cane nero che saltellava davanti a me... Ma ben presto il cane scomparve, la chiesa intera scomparve e non vidi più niente, o piuttosto, mio Dio, vidi una cosa sola!

Ero là, prostrato in lacrime, il cuore come strappato da me stesso, allorché De Bussière mi richiamò alla vita.

Non potevo rispondere alle sue domande af­fannose; poi afferrai la medaglia che portavo sul petto; baciai con effusione la Vergine dispensatri­ce di grazia... Oh, era proprio lei, la Vergine Maria apparsa davanti a me, in piedi, sull'altare, piena di maestà e di dolcezza, con le mani - aperte da cui scaturivano fasci di luce intensissima.

Una forza irresistibile mi spinse verso di Lei. La Vergine mi aveva fatto segno con la mano di in­ginocchiarmi e mi sembrò che mi dicesse: «Va be­ne». Non parlò più a lungo, ma io capii tutto. Quando mi inginocchiai, investito dalla luce delle sue mani, mi parve che una benda cadesse dai miei occhi...

Non una sola benda, bensì l'intera moltitudi­ne di bende che mi avevano avvolto, disparvero l'una dopo l'altra, come la neve, il fango e il ghiac­cio sotto l'azione di un sole cocente.

Quel che so, è che al momento di entrare in chiesa, ignoravo tutto; uscendone, vedevo chiaro...»:

Teodoro De Bussière lo scosse due o tre volte. Finalmente Ratisbonne si volse. Aveva il volto inondato di lacrime e balbettava felice: «Era Lei, era proprio Lei, Maria, la Madre del Cristo!».

Lo accompagnarono da un prete cattolico To­bia De Ratisbonne gli raccontò la straordinaria esperienza nella Chiesa di Sant'Andrea delle Frat­te. Ormai nel suo cuore era diventato cattolico.

«Se quella mattina del 20 gennaio 1842 - scri­verà più tardi - qualcuno mi avesse detto: Ti sei alzato ebreo e ti coricherai cristiano, se qualcuno mi avesse detto una cosa simile, l'avrei guardato come il più pazzo degli uomini... Se in quel mo­mento in cui entrai a Sant'Andrea - era mezzo­giorno - qualcuno mi avesse detto: Tra un quarto d'ora tu adorerai Gesù Cristo, tuo Dio e tuo Signo­re, e sarai prosternato in una povera chiesa e ti picchierai il petto ai piedi di un sacerdote, in un convento di Gesuiti dove passerai il carnevale per prepararti al Battesimo, pronto ad immolarti per la fede cattolica, e rinuncerai al mondo, ai suoi piaceri, alla tua fortuna, alle tue speranze, al tuo avvenire, e se necessario, anche alla fidanzata, al­l'affetto della famiglia, alla stima degli amici, al­l'affezione degli ebrei... e non aspirerai più che a servire Gesù Cristo e a portare la sua croce fino al­la morte... io dico che se qualche profeta mi avesse fatto una simile predizione, avrei giudicato un so­lo altro uomo più insensato di lui: l'uomo che avesse creduto alla possibilità di una tale follia! Eppure è proprio questa follia che fa oggi la mia saggezza e la mia felicità».

Il sacerdote cattolico, incontrato quel giorno, lo invitò a prepararsi al Battesimo. Era chiaro: Maria stessa lo voleva fratello del Figlio suo, il Cristo Gesù, nella Chiesa cattolica, apostolica, romana.

Per le vie di Roma si festeggiava il carnevale. All'interno di un Istituto dei Padri Gesuiti, Tobia De Ratisbonne, il banchiere ebreo, giovane ambi­zioso, che giudicava Roma «una stupida città» perché vi abitava il Papa, e l'Immacolata solo una superstizione dei preti, si preparò con fervore di neofita al Battesimo.

Compiuta la preparazione, il Cardinal Patrizi battezzò Tobia De Ratisbonne. Volle chiamarsi Al­fonso Maria.

Maria, l'Immacolata, l'aveva vinto e condotto con mano di mamma al suo divin Figlio.

Una commissione incaricata dal Papa, nel giu­gno dello stesso anno, riconobbe la verità dell'ap­parizione.

Tornato in Francia, Alfonso De Ratisbonne la­sciò tutto: la casa, la banca, la fidanzata, la vita brillante che aveva davanti, per cominciare gli studi teologici in preparazione al sacerdozio.

Dopo l'ordinazione sacerdotale, don Alfonso si recò in Oriente, dove dedicò tutta la sua vita alla conversione degli ebrei, fondando la Congregazio­ne di Nostra Signora di Sion.

Oggi, chi va in Palestina e cerca la sua tomba, la trova nel piccolo cimitero di S. Giovanni in Montana, all'ombra di una bianca statua di Maria Immacolata.

Per tutta la sua vita, guidato da Maria, l'amo­re del suo Dio aveva preso il posto di ogni altro amore.

venerdì 24 marzo 2006

TARGHE VERE E TARGHE FALSE.

E così ieri i soliti noti che la sanno lunga sulla Storia Italiana degli anni '70 si sono distinti per l'ennesimo bel gesto.

Con le loro facce da eterni reduci di quegli anni pessimi in cui si distinse la "peggio gioventù" si sono ritrovati, Dario Fo in testa , in Piazza Fontana per ripristinare la lapide abusiva degli anarchici che ricordano Pinelli, che , nonostante le rigorose indagini di tutti questi anni resta per loro "ucciso" e non "tragicamente morto" come la più equa targa messa dal Sindaco di Milano in questi giorni voleva ricordare.

Ed ancora Pasquale Valitutti, per anni latitante e rientrato in Italia grazie alla prescrizione ha calunniato il Commissario Calabresi, ucciso da Sofri e compagni, con questa dichiarazione: " Hanno fatto il busto all' assassino nel cortile della Questura , gli hanno dato la medaglia, e tutti quelli che erano in quella stanza sono stati promossi".

Nell' esprimere la mia solidarietà alla Sig.ra Gemma Calabresi (che spero quereli l'anarchico reduce), non posso che sottolineare come l' attuale Campagna Elettorale sia portata avanti dalla sinistra in un clima di tensione e di odio, come denunciato dal Primo Ministro Berlusconi.

Ad ognuno i propri Eroi: a loro Pinelli e la Sgrena; a noi Calabresi e Quattrocchi.

mercoledì 22 marzo 2006

El-Kosheh, una strage poco conosciuta.

E' d'attualità il caso di Abdul Rahman, il 41enne afghano convertito al Cristianesimo, denunciato dai suoi stessi parenti ed ora a rischio di condanna a morte secondo la Shari'a .E subito dalla sinistra italiana si sono levate voci che criticano l' attuale presidenza afghana e dunque la guerra di liberazione dai Talebani, tipo:"avete fatto una guerra per niente ".

E no, perbacco:senza la guerra di liberazione, ora Abdul sarebbe già morto, così come normalmente muoiono tantissimi Cristiani in tutto il mondo islamico, anche in paesi considerati evoluti, come l' Egitto; dove le persecuzioni nei confronti dei copti, peraltro, sembrano assumere le forme più classiche del martirio dei cristiani, stando alla corrispondenza di Christina Lamb, pubblicata sul quotidiano inglese “The Telegraph” il 25 ottobre 1998, in cui si parla di rapimenti seguiti da crocifissioni compiute dalle forze di sicurezza egiziane. Durante le incursioni nel villaggio copto di El-Kosheh, nelle vicinanze di Luxor, alcune adolescenti sarebbero state rapite e all’interno dei posti di polizia sarebbero stati picchiati selvaggiamente con bastoni lattanti dell’età di tre mesi, alla presenza delle madri. Le notizie che si sono diffuse nonostante il terrore che impedisce alla gente di parlare, sono giunte fino al Congresso degli Stati Uniti, dove 29 parlamentari hanno sottoscritto un appello al presidente Mubarak chiedendogli di porre fine alle torture. Le crocifissioni sarebbero avvenute per gruppi di cinquanta persone, letteralmente inchiodate a croci oppure ammanettate a porte, con le gambe legate gli uni con gli altri e poi picchiati e torturati con l’uso della corrente elettrica nelle zone genitali, dalla polizia che li accusava di essere “infedeli”. Romani Boctor, undicenne, è stato appeso con un cavo elettrico al soffitto e torturato in quella posizione.

Cari compagni benpensanti, voi che ritenete Bush con la mani grondanti sangue, cosa avete fatto in tutti questi anni per i Martiri Cristiani nel Mondo ?

ABDUL RAHMAN VIVO E LIBERO. SUBITO !

martedì 21 marzo 2006

UN POST DI JET SET da Il Castello su QUATTROCCHI.

Pubblico un bellissimo post di Jet Set da "Il Castello" sulla Medaglia a Quattrocchi:

Quattrocchi: così rivive un italiano !

Può avere, in fisica, lo stesso metallo un diverso peso specifico ?

La risposta è sì. Prendiamo ad esempio l'oro.

Vi è l'oro dei bancarottieri, di coloro che mandano sul lastrico migliaia di risparmiatori.
Questo metallo pesa come lacrime e sangue.

Vi è l'oro di chi rapisce piccoli angeli indifesi e li strappa alle loro famiglie.
Questo metallo pesa come piombo.

Vi è l'oro di chi viene ricompensato con una candidatura in parlamento dopo aver sfasciato le città.
Questo metallo pesa come un estintore.

Vi è l'oro di chi demonizza l'avversario politico e racconta frottole al paese.
Questo metallo pesa come un soldo bucato.

Vi è l'oro di finge di farsi rapire mettendo a repentaglio l'incolumità dei negoziatori.
Questo metallo pesa come una vita.

Vi è l'oro di chi crede di essere un giornalista e poi si fa piantare in asso.
Questo metallo pesa come un orologio rotto.

Vi è l'oro di chi accetta i dinosauri sovietici tra le proprie schiere politiche.
Questo metallo ha il peso di un paio di pantaloni abbassati.

Vi è l'oro di chi indulge sui reati di stupro, di omicidio, di rapina.
Questo metallo pesa come una laurea rilasciata in una sede di partito.

Vi è l'oro di chi alza la testa aspettando una pallottola.
Quest'oro ha il peso di tutti i nostri cuori.

lunedì 20 marzo 2006

BIELORUSSIA ? NO, ITALIA !

Si sono svolte le elezioni farsa in Bielorussia, l' ultima dittatura comunista (ma io aggiungerei anche la Transnistria, stato autoproclamatosi indipendente dalla Moldavia e riconosciuto da quasi nessuno) d' Europa.

Ma, guardando i titoli dei giornali oggi in edicola, dopo uno sciopero dei furbetti, mi sembra proprio di stare già in un regime.

Tutti a titolare, tranne il Giornale e pochi altri, sullo strappo tra Confindustria ed il Premier.

MA CHI CREDONO DI PRENDERE IN GIRO ?

Abbiamo TUTTI visto e rivisto i filmati. Abbiamo tutti sentito e risentito gli applausi a Silvio ed i fischi al calzolaio. Abbiamo visto il calzolaio in platea fare l' ultrà da Curva Fiesole (dove spesso, mi spiace per i tifosi viola, spuntano falci e martello alla livornese), anche con gesti irriverenti (le dita a toccarsi la testa, come dire: l'è matt..) verso il Primo Ministro Italiano.

Alcuni parlano addirittura di claque, per la presenza di Sacconi . Mentre ad applaudire erano in QUATTROMILA. Perchè è risaputo che l'ossatura dell' economia italiana è fatta dai piccoli e medi imprenditori, dai commercianti (per anni apostrofati da Repubblica col termine dispregiativo di bottegai ) ed artigiani, spesso con problemi di accesso al credito, mai comunque PRIVILEGIATO come le grosse industrie che allegramente usano la cassa integrazione per risolvere i loro problemi.

Piccoli e medi imprenditori, commercianti ed artigiani vessati da sempre da tasse fuori dalla realtà di un paese moderno, dove l' Irap regna sovrana; dove non vengono dati incentivi ai giovani che vogliano entrare nel mondo imprenditoriale; dove la Magistratura del Lavoro è spostata nettamente a favore del dipendente; dove migliaia di ore di sciopero hanno paralizzato lo sviluppo; dove spesso le città sono in mano a manifestazioni violente o meno, che ben che vada fanno buttar via la giornata al commerciante e se invece va male ci sono vetrine infrante e scritte sui muri.

Ed ora 4 impomatati damerini ,sempre col ciuffo da ravvivare con eleganza, ci vengono a dire che Berlusconi vuole delegittimizzare la Confindustria ! Ma sono loro che, con la loro cecità , si sono autoisolati, poveri oligarghi che mi ricordano proprio certi regimi nati dalla ceneri sovietiche ! Chi rischia il proprio denaro per una scommessa imprenditoriale non può, sottolineo NON PUO' ,che essere con la Casa delle Libertà e con Berlusconi, VINCENTE in ogni cosa che abbia fatto, ed essere CONTRO gli oligarchi bieloitaliani, contro chi impone le tasse e lo statalismo come placebo e metadone per un economia stanca da anni di ruberie della Prima Repubblica , contro i sindacati cui Prodi ha fatto mille promesse, contro chi ha per anni avuto accesso ai finanziamenti statali .

Perché se vince la sinistra, la distanza che ci separa dalla Bielorussia sarà minore...

domenica 19 marzo 2006

OLANDA, LA STORIA SI RIPETE ?

Vi ricordate di lei ? Morì di tifo a seguito dell' internamento nei Lager nazionalsocialisti. Era OLANDESE. Si chiamava ANNA.

Nonostante il suo martirio, oggi in Olanda esiste una legge "libertaria" che autorizza l'eutanasia a partire dai 12 anni, se autorizzata dai genitori. Una legge che nega la Vita, il bene più prezioso che abbiamo.

Il Governo Olandese è rimasto seccato dalle parole del Ministro Giovanardi che ha definito "nazista" questa legge. E molti esponenti della sinistra italiana, Capezzone in testa, si sono accodati.

A loro dedico questa lettera,scritta da un politico romano della Margherita , Luigi Vittorio Berliri (al quale però consiglierei di cambiare schieramento), padre adottivo di un bambino affetto da una grave malattia.

Caro Direttore,
sdraiato sul letto, mio figlio mi dorme a fianco, stringe tra le mani il suo cagnolino. Siamo appena tornati dal teatro di Villa Borghese, dove un gruppo di ragazzi africani recitava uno splendido "Pinocchio nero". Lui ha seguito lo spettacolo riconoscendo i personaggi, chiedendo della balena e di Geppetto, della scuola che anche
lui, come Pinocchio, dovrà iniziare tra pochi giorni. Prima elementare. Anche lui camminava come Pinocchio. I lunghi tutori di metallo, dalla coscia al piede, snodati al ginocchio, gli davano quell'andatura caratteristica delle marionette. Oggi lui stesso ride nel vedere Pinocchio che cammina
così. E' nato con una grave malformazione che si chiama spina bifida. Si è appena addormentato. Io leggo "Repubblica" di giovedì 2 settembre e mi fermo all'articolo in cui si intervista il medico che in Olanda pratica l'eutanasia ai bambini. Leggo: "Ha mai visto un bambino con spina bifida?
Ecco, questo è uno di quelli che abbiamo ucciso".
Poso il giornale, mi fermo lì, a pagina 13. Prendo il libro sul comodino, inizio a leggere mentre lui continua a dormire. Il libro mi prende, leggo trenta pagine, ma non ce la faccio, dentro di me cresce rabbia e sgomento. E penso: ma come? Avete mai visto un bambino con spina bifida? Io sì. E' mio figlio. Ed è bellissimo, vivace e intelligente. Ha due occhi neri neri. Dorme tenerissimo con la sua schiena appoggiata alla mia. La mamma e la sorella sono fuori e ha quindi il permesso di stare nel lettone. E' un bimbo come tutti gli altri. Va a scuola, ha degli amici che lo cercano per giocare assieme.
Quel medico pensa che bambini così non meritino di vivere. Io penso il contrario. Lo penso perché è mio figlio. E quando lo incontrammo per la prima volta in quella stanza di ospedale, dove da troppi mesi aspettava una mamma e un papà adottivi, le gambe ingessate e gli occhioni neri che mi scrutavano dritti e silenziosi, non ho pensato di cercare un medico che gli desse la dolce morte. Ho pensato solo che da quel giorno sarebbe diventato nostro figlio. E il medico che abbiamo incontrato, i tanti medici, gli hanno
regalato la "dolce vita". L'ortopedico pian piano gli ha raddrizzato i piedi. Il neurochirurgo gli ha inserito una piccola valvola per drenare dalla testa l'acqua in eccesso, evitando che diventasse idrocefalo e
l'urologo gli ha evitato che potesse avere gravi infezioni per la difficoltà di urinare. Sono questi i medici di cui ha avuto bisogno mio figlio. E non di chi gli regalasse la morte. E ora vi prego, non immaginate mio figlio come un bimbo infelice che vive in ospedale. Perché lui oggi vive esattamente come i suoi coetanei. Con le sue nuove scarpe ortopediche corre salta e gioca. E' felice, come sua sorella, che di handicap non ne ha. Mi spaventa l'eutanasia, l'aborto terapeutico, l'eugenetica. A chi fanno paura i diversi? Chi soffre davvero, i sani o gli handicappati? Siamo davvero sicuri che dare loro la morte è fare la loro felicità? O vogliamo solo una società di sani? Io credo che si debba lavorare per costruire città a misura di tutti, a partire dai bisogni di chi ha più difficoltà. Ospedali in cui siano medici e infermieri capaci di guardare negli occhi i loro pazienti, di capire che hanno di fronte una persona, che potrebbe essere il loro figlio. e io a mio figlio non voglio regalare la morte.
Per fortuna viviamo in uno Stato in cui secondo la Corte di Cassazione (sentenza numero 14.488 dell'agosto 2004) "sostenere che il concepito abbia un diritto a non nascere, sia pure in determinate situazioni di
malformazione, significare affermare l'esistenza di un principio di eutanasia o di eugenesi prenatale, che è in contrasto con i principi di solidarietà dell'articolo 2 della Costituzione". E quando mio figlio avrà
l'età per farlo, scriverà lui stesso cosa ne pensa e vi dirà se avrebbe preferito nascere in Olanda.
Luigi Vittorio Berliri

sabato 18 marzo 2006

"REPUBBLICA" scrive notizie FALSE.

Oggi in albergo mi hanno regalato una copia di "Repubblica".

Tralascio di commentare la gioia nel leggerlo.

Quello che mi ha colpito e che NON POSSO TACERE è il fatto che questo quotidiano porti in Prima Pagina una notizia FALSA , TENDENZIOSA oppure entrambe le cose.

Infatti ,in fondo ,leggo: "Ai lettori - Domani REPUBBLICA, come gli altri quotidiani, non sarà in edicola per lo sciopero nazionale dei giornalisti" .

FALSA, perchè domani parecchi quotidiani saranno in edicola.

Oppure TENDENZIOSA, perchè forse, per l'abile CdR i giornali che usciranno non sono forse degni di essere considerati tali.

Questa è la stampa che appoggia la sinistra che vorrebbe governare.

Abbiamo il potere del voto: impediamo che questo accada.

domenica 12 marzo 2006

Milano, 11 marzo 1972.

PASSANO GLI ANNI, I CATTIVI MAESTRI IMBIANCANO,I FIGLI CRESCONO....

11 marzo 1972: Guerriglia nel centro di Milano, estremisti di sinistra assaltano il «Corriere della Sera» con bottiglie molotov; 82 arresti, 49 agenti feriti; il giorno 14 morirà il pensionato Giuseppe Tavecchia, casualmente coinvolto negli scontri .

CONIGLI ROSSI !

Ecco le macchine devastate dai CONIGLI ROSSI ieri nella Mia Città.

Macchine non certo di lusso, probabilmente pagate a rate.

Così come l'edicola di corso Buenos Aires. E dentro Mc Donalds ,colmo di bambini, dato l'orario ed il giorno, ci sarà stato sicuramente qualche figlio d'operaio a passare un sabato che si aspettava di gioia.

CONIGLI ROSSI, non vi aspettavate però la reazione della gente milanese, che non vi vuole più e che non è più disposta a sopportare la vostra violenza !

E così qualcuno di voi ha rischiato grosso e qualcuno ha preso quei sonori ceffoni che in famiglia non vi hanno mai dato.

E poi, cari Conigli Rossi, che bello schiaffo morale alla vostra figura di guerriglieri del sabato che invocano "alla resistenza ed ai partigiani contro il pericolo fascista" come leggiamo nei vostri battaglieri siti no-global: USCIRE PROTETTI A STENTO DALLA POLIZIA, (che sempre attaccate) ,col rischio di finire male non a causa dei Fascisti, ma per la rabbia di Padri di Famiglia che vi avrebbero detto 2 paroline in un occhio...

Cari Conigli Rossi, credo che Milano vi punirà nell' urna, e punirà anche chi come l'ex-prefetto Ferrante , ora candidato sindaco per l' Unione,ha troppo tollerato i vostri giochetti.

venerdì 10 marzo 2006

VECCHI FUSTI...NUOVI FUSTI.

VECCHI FUSTI:

Luisa Ferida (al secolo Luigia Manfrini Farné) ed Osvaldo Valenti, attori ed eterni fidanzati sul set e sulla vita, esclusivamente eterosessuali, Fascisti convinti. Ammazzati dai partigiani a Milano il 30 Aprile 1945 dopo un sommario processo. Unica colpa, aver donato al Cinema Fascista la loro immagine di bellezza e bravura, come ammetterà Palo Pillittieri qualche anno più tardi.

NUOVI FUSTI:


Vladimir Luxuria (al secolo Vladimiro Guadagno), qui ritratto con Bertinotti e Caruso.
Cabarettista e transgender (?!), candidato per Rifondazione comunista alle prossime elezioni.

giovedì 9 marzo 2006

Addio vecchio West...

Comprando il mio numero di Tex Willer (ho la collezione completa) ho appreso con tristezza che il 2 Febbraio a Roma è scomparso all' età di 80 anni Guglielmo Lettieri.

E così un altro pezzo di Tex se ne è andato, dopo la scomparsa dei 2 padri , Gianluigi Bonelli ed Aurelio Galleppini.

Il nome di Lettieri rimarrà per sempre legato ad El Morisco ed al suo servitore meticcio, per chi è addentro nella storia del fumetto.

Addio, vecchio G.Lettieri, come ti conooscevamo noi lettori. In un mondo dove hanno inserito artificiosamente l'omosessualità per fare spettacolo e vincere Oscar con l'appoggio della potente lobby che sbandiera pacs e pride con tracotanza, i tuoi personaggi normali c'entavano ormai poco.

Ora stai cavalcando tra Sam e John, nella Monumental Valley del Paradiso.

giovedì 2 marzo 2006

Le vere mani che grondano sangue.

Ricordate quest'uomo ? E' Nicolae Ceausescu, criminale dittatore comunista della Mia Seconda Patria, la Romania. Talmente sanguinario da essere accostato in Patria a Vlad Tepes, meglio conosciuto come Dracula.
Ebbene decine e decine di comunisti italiani per anni hanno non solo stretto le mani a questo boia, ma hanno tessuto le sue lodi e perfino scritto prefazioni ai suoi scritti ed ai suoi libri tradotti in italiano. Comunisti importanti e famosi.
Ma queste cose i comunisti alla Diliberto, che ha definito le mani di Bush e Berlusconi sporche di sangue, le sanno bene. Ma sperano nell' oblio del tempo. Per dimenticare che il comunismo in tutto il mondo ha seminato solo SANGUE, ORRORE E MORTE.
Ma noi non dimentichiamo e lo rammentiamo.
I comunisti non sono cambiati, perche NON POSSONO CAMBIARE. E quando non arrivano all' eliminazione fisica dell' avversario, cercano di annullarlo con l'odio e la diffamazione.