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mercoledì 11 giugno 2008

Éireann go Brách - Per sempre Irlanda !

Mai come in questo momento il mio cuore, da sempre legato al Popolo Irlandese, batte nella speranza che domani vincano i "NO" alla ratifica del Trattato di Lisbona attraverso il Referendum Popolare, come da Costituzione. Ultimo baluardo contro questa che NON è l' Europa dei Popoli, ma l' ultimo regalo di Prodi, voluto fortemente da Prodi e dai poteri forti mondialisti che vedono nello smembramento delle Identità Nazionali un veicolo per massificare gli individui riducendoli a schiavi del mercato e dell' iperliberismo.

Speriamo dunque che i risultati domani confermino i sondaggi che danno i "no" fortemente in testa.

Pubblico volentieri un' articolo di Paolo Deotto, che da diversi anni si occupa di studi storici. E' tra i fondatori della prima rivista storica on line, "Storia in Network", e attualmente collabora col sito di Storia Libera. Pubblica anche sul sito dell' Istituto Storico per l'Insorgenza e l'Identità Nazionale e sulle riviste Nova Historica e Radici Cristiane:

Brevi riflessioni sul Trattato di Lisbona e sull'Unione europea

Non c'è davvero da stupirsi se la Lega chiede che la ratifica del trattato di Lisbona sia sottoposta al giudizio di un referendum. Infatti il grande successo elettorale di Bossi e dei suoi è dovuto principalmente al fatto che la Lega ha mostrato di essere il Partito più vicino all'elettorato, più attento alle necessità quotidiane del popolo. E per converso tutta la politica europeista, e l'attività, e la stessa esistenza dell'Unione Europea, nascono da operazioni di vertice, che in nessun modo hanno interessato la comunità dei cittadini, che avvertono il fatto di "essere europei" principalmente dal vertiginoso aumento del costo della vita, dall'essersi visti imporre una moneta che, sostituendo a un cambio cervellotico la vecchia lira, ha riportato le famiglie a problematiche di sopravvivenza da primi anni cinquanta.

Ora si preannuncia e si prepara l'ennesima operazione di vertice: il Consiglio dei Ministri ratifica l'adesione dell'Italia al Trattato di Lisbona e sottopone la decisione al giudizio del Parlamento. Ma provate a chiedere al cittadino comune, all'uomo qualunque, che tutti i giorni deve fare i conti con una vita sempre più cara, con una criminalità sempre più proterva, con una più che legittima ansia per il futuro, chiedete a questo cittadino cosa ne pensa dell'Europa. Potrebbe rispondervi male, ma probabilmente non vi risponderà affatto, proprio perché questa "Europa" è qualcosa di lontano dalla base, è nata come alleanza monetaria e bancaria, e ha preso la strada di altri organismi sopranazionali, ONU in testa, che ormai vivono di vita propria, di burocrazia elefantiaca e super pagata, e di grondante retorica circa la funzione di mantenimento della pace, piuttosto che di superamento di antichi steccati. Insomma, tutta la solita mercanzia smentita peraltro dai fatti di ogni giorno. Proprio mentre scrivo queste note è in corso a Roma il vertice della FAO, organismo che non ha risolto un solo problema per i popoli alla fame, ma ha risolto brillantemente il problema delle retribuzioni del suo personale. E allo stesso vertice interviene il presidente dell'Iran (esentatemi dal tentare di scrivere il suo impronunciabile cognome), che si sta serenamente dotando di armi atomiche e che parla con la massima naturalezza di distruggere Israele. Il tutto col mondo "libero" che sta a guardare con criminale viltà questo neonazista, senza ricordare che i mostri di tal fatta si eliminano in un modo solo. Eliminandoli.

Scusate la premessa, non credo di essere andato fuori tema. Ma il nuovo inganno che adesso ci viene propinato, il Trattato di Lisbona, si inserisce a mio avviso in tutta questa sporca storia di proliferazione di organismi internazionali, che col tempo dimostrano di servire sempre di più solo a sé stessi, ma che campano (brillantemente) coi soldi nostri.

E, nel caso dell'Europa, c'è un'aggravante in più. Se andiamo al di là dell'alluvionale retorica sul "grande valore" dell'unità europea, possiamo subito porci una domandina facile facile: cosa può rendere sensata e poi duratura un'unione tra popoli e nazioni? Di certo devono esistere delle comuni radici, una comune volontà di vivere valori condivisi, un reciproco riconoscimento delle singole peculiarità, ovvero quel rispetto e quel dialogo che possono essere validi solo se i partecipanti sanno affermare ciascuno la propria identità e proprio sulla base di questa rispettare e condividere le altrui identità. L'Unione Europea nasce principalmente come unione monetaria, e l'Italia vi precipita dentro, a suo tempo frettolosamente spinta da un certo signore che desiderava passare alla Storia, ma che è afflitto da una cronica tendenza a far danni dovunque sia. Il suo nome è Romano Prodi, e, come suol dirsi, basta la parola... il grand'uomo accetta un cambio lira - euro assolutamente iugulatorio, ma che non può colpirlo più di tanto. Lui il suo benessere personale ha dimostrato di saperlo difendere. Ma passi anche la fregatura dell'euro. Ciò che più preoccupa in questa Europa è la totale assenza di valori, di fede, di veri motivi qualificanti per un'unità tra i popoli. Giovanni Paolo II ricorda che le radici dell'Europa sono cristiane, e chiede che questa memoria sia inserita nella "costituzione" dell'Unione. Non è un discorso che riguarda solo i cristiani, ma coinvolge anche tutti coloro che conoscano un minimo la storia del mondo occidentale. Radici cristiane? Orrore! L'Europa vuole essere progressista, moderna, lanciata verso l'affermazione della libertà più totale e beata. Sicché si palesa da subito bigotta, dittatoriale e soprattutto ferocemente anticristiana.

Nel nome della libertà (e nello scempio del corretto uso delle parole) ci si deve dichiarare "aperti" ad ogni sorta di imbecillità, e se è clamorosa, tanto meglio, perché si dimostrerà di essere sempre più liberi e difensori della libertà.

Da secoli il banale, ovvio buon senso ci dice che la famiglia è formata da un uomo e una donna, dal cui fecondo amore si genera la prole. Da secoli lo stesso banale e ovvio buon senso trova nella Chiesa la custode di un ordine morale che ha ricostruito e preservato la civiltà occidentale, e quest'ordine morale è sempre stato accettato anche dai cosiddetti "laici". L'omosessualità, fenomeno assolutamente minoritario, è da sempre considerata una perversione (peraltro in molti casi curabile, perché di natura psichica), e nemmeno l'ultimo dei cretini avrebbe parlato di "famiglia" nel caso di convivenza tra omosessuali. Ma l'Europa è o non è la culla del progresso e della libertà? Quindi, può far tranquillamente orecchie da mercante alla richiesta del Papa e dimenticare le sue stesse radici, e può, anzi "deve" dar spazio a ogni devianza, che cessa di essere tale, dal momento che non esiste più un nucleo fondamentale di valori di riferimento.

Qualsiasi discorso sull'Europa può essere fatto solo tenendo a mente la vicenda di Rocco Buttiglione, professore di filosofia di fama internazionale, ministro, deputato dell'UDC. Buttiglione, designato commissario europeo dal governo Berlusconi (siamo nel 2004), viene "bocciato" dal Parlamento europeo perché ha osato dire che non solo lui è cattolico, ma anche che non ha nessun intenzione di derogare sui principi morali che regolano la famiglia e la sessualità. Col giacobinismo scatenato che sanno avere solo i difensori di una "libertà" che non ha più una definizione, Buttiglione viene messo alla porta. L'Europa è così determinata nel difendere la libertà, da essere dispostissima a togliere la libertà di esprimere la propria fede religiosa e i propri principi morali.

Questa è follia. Del resto, il prosieguo non è stato da meno. Ormai le nuove "idee" circolanti nella libera Europa hanno portato a situazioni che farebbero ridere, tanto è l'idiozia di fondo, se non fosse seriamente minacciata (e questa volta sul serio) la libertà. Così leggiamo serie disquisizioni sulla liceità o meno di esibire il crocifisso, perché potrebbero offendersi i credenti di altre religioni. Così leggiamo che non si devono più usare le parole "padre" e "madre", bensì il neutro "genitori", perché rimarcare la distinzione tra i sessi può offendere coloro che vivono i "nuovi modelli" di famiglia. Così abbiamo paesi che riconoscono come "matrimonio" la convivenza tra due omosessuali, sicché gli stessi potranno anche adottare bambini.

Tutto questo marciume mi appare ben più preoccupante del pur dannoso euro, e del fatto che l'Europa è fondamentalmente l'Europa dei banchieri sulla pelle dei cittadini. Da una crisi economica ci si può sollevare, da una totale confusione morale sarà ben più difficile. Riporto una frase da un articolo che Marcello Veneziani pubblicò su "Libero", proprio circa la citata vicenda di Buttiglione: "Non andrà lontano un'Europa così meschina, che ha paura della sua ombra e che somiglia piuttosto ad un club di mercanti, nichilisti e giacobini, più contorno di tecnocrati e omosessuali militanti. Mi fa un po' schifo sentirmi europeo, ogni giorno di più. Quest'Europa che ha avuto paura di citare nella sua carta d'identità le sue accertate origini cristiane, fregandosene pure dell'appello del Papa. Quest'Europa che per aver espresso un'opinione diversa sui gay e sulla famiglia, boccia un rispettabile filosofo, colpevole di essere cattolico e di aver annunciato che non avrebbe mai derogato ai suoi principi morali. Dovremmo cercarli con la lanterna politici che usano riferirsi ai principi, e invece li cacciamo e li trombiamo... Quando uno Stato o una Civiltà non ha il coraggio della propria identità e provenienza o deve ricorrere a odiose discriminazioni perché ha paura di non essere al passo delle lobbicine che somministrano il politically correct, allora il suo destino è una indecorosa decadenza. Lo insegnava un sociologo ed economista tutt'altro che bigotto, Vilfredo Pareto." Sottoscrivo in pieno.

Ora questa Europa, che ha già vacillato sotto i colpi di precedenti referendum che hanno bocciato la sua originaria "costituzione", vuole riprendere quota con il Trattato di Lisbona, che subito cerca di mettere una pezza, peraltro peggiore dello strappo, parlando di "eredità culturali, religiose e umanistiche" dell'Europa. Sia ben chiaro che bisogna restare nel generico. Non parliamo di radici cristiane, restiamo a queste indefinite "eredità", che proprio perché indefinite possono essere adattate, come la plastilina, a ogni profilo. E poi lo stesso Trattato, con la "buona" ragione di rendere più efficienti le strutture dell'Unione (efficienti per cosa, non si sa, visto che finora non si è capito a cosa siano servite...) inizia a introdurre le decisioni "a maggioranza" laddove prima era richiesta l'unanimità. Introduce la figura di un Presidente del consiglio e apre uno spazio assolutamente non ben definito ai poteri comunitari in materia di politica estera. Quanto e come tutto ciò possa tradursi in una riduzione della sovranità nazionale, è tutto da chiarire. E, come dovrebbero ricordare soprattutto i sinistri adoratori della Costituzione Una e Intoccabile, la sovranità, in Italia, appartiene solo al popolo. Non sarebbe quindi ammissibile toglierne qualche fettina, in modo surrettizio.

Di sicuro il tema è estremamente delicato e un referendum potrebbe essere lo strumento ideale per decidere, anche perché le recenti elezioni hanno dimostrato che il popolo italiano è molto più lucido e consapevole dei suoi politici. Né si giustifica la fretta di "concludere" la ratifica entro l'anno, se non con la preoccupazione di stabilizzarsi che hanno quanti beneficiano delle molte greppie che ha creato l'Europa. Di sicuro il popolo, unico titolare della sovranità, ha diritto di avere il tempo di documentarsi e riflettere su argomenti di questa portata. E ciò anche in considerazione di un'altra spada di Damocle che ci grava sulla testa: l'ammissione della Turchia nell'Unione Europea. Nel marasma morale e identitario dell'Europa, manca solo, come la ciliegia sulla torta, l'ingresso di un Paese che si va nuovamente e pesantemente islamizzando. Potrebbe essere l'ottimo ponte per incrementare ulteriormente la penetrazione dell'Islam in un'Europa che starebbe a vedere, fiera di mostrare, con la sua totale mancanza di identità e di dignità, quanto è "libera" e "aperta". L'Islam, che non ha mai abbandonato la perniciosa idea del "califfato" mondiale, non aspetta altro. Non ci dirà neanche "grazie", perché come infedeli (e un tantino cretini) non lo meriteremo.

In conclusione, se è vero che i parlamentari sono i rappresentanti legittimi del popolo sovrano, è altrettanto vero che su argomenti di particolare gravità è giusto e corretto che il rappresentante chieda una verifica al rappresentato. Il referendum appare lo strumento più idoneo per esprimere un giudizio sulla ratifica del Trattato di Lisbona, che si tradurrebbe in una ratifica "definitiva" dell'Unione Europea, di questo modello di Unione. Ricordandosi comunque che lo stesso Trattato di Lisbona prevede esplicitamente una possibilità: il recesso di uno Stato membro. E chi ha detto che si debba a tutti i costi continuare a far parte di questa Unione di squinternati?

6 commenti:

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Ecco i commenti:

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

#1 11 Giugno 2008 - 16:51

Ed inoltre:

La legislazione irlandese pro-vita potrebbe essere messa in discussione se fosse ratificato il Trattato di Lisbona



DUBLINO, 5 giugno 2008 (Lifesitenews.com). La Commissione referendaria irlandese ha dichiarato che la ratifica della nuova Costituzione Europea, ora chiamata Trattato di Lisbona, non comporterà per il paese l'obbligo di legalizzare l'aborto. La Commissione era stata accusata di aver presentato i fatti in maniera distorta dai gruppi favorevoli a una maggiore democrazia nell'Unione Europea.

Il presidente della Commissione, il giudice Iarfhlaith O'Neill ha dichiarato che se il Trattato verrà approvato l'Irlanda non sarà costretta a mettere fine alla proibizione dell'aborto, dato che l'articolo 40.3.3 della Costituzione Irlandese è protetto dalla legge dell'UE. Ma altri capi di governo dell'Unione non hanno espresso fiducia che la ratifica del Trattato di Lisbona non condurrà a cambiamenti radicali nella legislazione riguardante altre simili questioni etiche. Il presidente della Polonia, uno dei tre paesi che ancora mantengono la protezione legale per i non nati, ha avvertito lo scorso marzo che la ratifica potrebbe significare che la Polonia sarebbe costretta ad adottare il "matrimonio" omosessuale o altre simili concessioni alla potente lobby omosessualista della UE.

Jens-Peter Bonde, presidente dei Democratici Europei, e membro danese delle due convenzioni costituenti dell'UE, ha avvertito la settimana scorsa che la Commissione referendaria non aveva detto tutta la verità e che il Trattato di Lisbona potrebbe ben prevalere sulla Costituzione irlandese. "La Commissione referendaria non spiega quali differenze ci sono tra il Trattato di Lisbona e la costituzione che è stata rifiutata. Non spiega che il Trattato di Lisbona darà alla Costituzione dell'UE la prevalenza sulla Costituzione Irlandese, come indicato dalla Dichiarazione n. 17 - che è stata spostata dall'articolo I-6 della Costituzione", ha scritto Bonde.

Mentre i vescovi cattolici irlandesi non hanno appoggiato nessuna delle parti, alcune organizzazioni di laici cattolici e alcune personalità hanno messo in guardia che il Trattato di Lisbona aprirà le porte a un nuovo stato laicista che metterebbe sotto sorveglianza l'Irlanda, che è cattolica a maggioranza assoluta. Un'inserzione pubblicata da un'associazione su un giornale cattolico questo mese ha esortato i fedeli a respingere il Trattato, scrivendo che esso propone "una nuova identità europea basata sul laicismo radicale e sulle filosofie dell'ateismo".

(segue)

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

...Alcune personalità pro-life in Irlanda sostengono che la ratifica del Trattato avrà come risultato che l'Irlanda sarà costretta ad abbandonare la protezione dei non nati garantita dalla sua costituzione. Il 16 aprile scorso, l'organizzazione Pro-Life Campaign ha rilasciato un comunicato che condannava le pressioni del Consiglio d'Europa affinché l'Irlanda renda meno rigida la sua legge sull'aborto. Il Consiglio d'Europa, anche se non possiede potere legislativo sopra l'Unione, è il più vecchio e il più influente degli organismi pan-europei.

Ai primi di maggio, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha richiesto che i suoi 47 stati membri "rendano legale l'aborto se non lo hanno ancora fatto". L'aborto resta illegale nella Repubblica d'Irlanda, uno dei pochi paesi nell'Unione Europea a mantenere restrizioni significative. Sebbene la risoluzione dell'Assemblea non sia vincolante per gli stati membri, esercita una pressione sul Consiglio d'Europa per rendere l'aborto un "diritto" incondizionato. Una risoluzione del genere ha una certa forza morale, e può essere usata per fare pressione sui paesi come l'Irlanda, la Polonia e Malta per istituire un "diritto all'aborto".

Come in Inghilterra, il Trattato di Lisbona fu ratificato dal governo polacco senza un referendum dopo che il governo si era assicurato una clausola di esenzione dalla Carta Europea dei Diritti Fondamentali. Il Trattato prende il posto della defunta Costituzione Europea rifiutata dagli elettori francesi e olandesi nel 2005. In Inghilterra, dove il governo ha più volte rassicurato l'opinione pubblica che vi erano sostanziali differenze tra il documento originale e il Trattato di Lisbona, i membri del parlamento non sono stati in grado di indicare differenze che non fossero soltanto marginali. Nonostante una considerevole richiesta di chiarimenti da parte dell'opinione pubblica e la pressione dei conservatori all'opposizione, il governo laburista ha usato questa spiegazione per giustificare il suo rifiuto di far votare gli inglesi, nonostante le promesse di indire un referendum fatte durante la campagna elettorale.

Il referendum irlandese è in programma per il 12 giugno e la campagna elettorale è intensa da ambo le parti, con tutti i maggiori partiti politici a favore del "SÌ". Tuttavia il consenso dell'opinione pubblica non è forte come i promotori del "SÌ" desidererebbero. Sebbene un sondaggio recente mostrasse la percentuale dei "SÌ" al 41% e i "NO" al 33%, il vantaggio è andato progressivamente scemando e può essere ingannevole. Come ha messo in evidenza Gordon Raynor del Daily Telegraph, all'epoca del referendum del 2001 sul Trattato di Nizza i sondaggi mostravano che la campagna per il "SÌ" riscuoteva ben oltre il 50% dei consensi. Il giorno dopo gli elettori irlandesi bocciarono sonoramente il Trattato.

Quasi tutti gli stati membri dell'Unione Europea, Inghilterra compresa, hanno approvato la Costituzione europea modificata attraverso il voto del parlamento, senza un referendum. Ma l'Irlanda sola ha l'obbligo costituzionale di sottoporre la questione al voto popolare. Secondo le regole della stessa UE, questa costituzione di 287 pagine dev'essere approvata all'unanimità da tutti gli stati membri.

Il Trattato di Lisbona include provvedimenti per la creazione di un superstato europeo, compresa la creazione dell'Ufficio del Presidente Europeo e le forze armate pan-europee.




Vandeaitaliana

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

#2 11 Giugno 2008 - 17:29

Con l'Irlanda. Sempre. Cerchiamo di diffondere on line la truffa del Trattato di Lisbona e la nascita di Forcolandia (manette europee). Ho scritto anch'io sull'argomento, perché la gente è opportunamente disinformata. Hai visto su you tube a Strasburgo il trattato, come è stato accolto?
Eccoti il link di quanto non ci hanno fatto mai vedere in tv.
http://it.youtube.com/watch?v=vCBIst10H-k
Ciao
Nessie
utente anonimo
#3 12 Giugno 2008 - 05:22

Ottimo! Anche Nessie ha fatto un post sul Trattato di Lisbona e io l'ho linkata. Ora aggiungo anche te.
Ciao!
Lontana
mammamia
#4 12 Giugno 2008 - 12:13

il congresso Fao è stata una grande buffonata...multi milionari che parlano dei poveri..come se gli importasse di qualcosa..e solo Ahmadinejad ha detto alcune verità..I prezzi dei prodotti primari sono influenzati solo da pochi paesi....gli USA decino la maggior parte di questi prodotti..(es dollaro=benzina)....gli Usa sono i veri colpevoli della fame del mondo...
Per quanto riguarda il referendum in Irlanda..non conosco bene il caso....ma sicuramente se è un regalo del "Mortadella" non è niente di buono....


P.S. Si all'Europa dei popoli..No all'Europa delle banche!

Adriano
utente anonimo

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

#5 12 Giugno 2008 - 15:57

Saluto sempre le mie Gentili Amiche.

Adriano:

io,però stò con lo Scià, che aveva stretti rapporti col Cristianesimo ed il Vaticano...
Vandeaitaliana
#6 13 Giugno 2008 - 10:15

nel giorno in cui l'uomo più potente della terra rende omaggio al successore di Cristo, gli operai irlandesi mandano a stendere i soliti gay-masso-islamo-europeisti ... che forse voglia dire qualcosa ...
boy
utente anonimo
#7 13 Giugno 2008 - 14:54

son capitato per caso in questo blog e posso dire che niè andata bene e lo leggo volentieri.
su una cosa non sono d'accordo
La questione "Amadinejad" anche se non è scritto in modo corretto.
Lei pensa davvero che questo signore per quanto ignobile sia
ci dica quanti ne uccide o ucciderà
quando e dove.
Abbiamo un presidente americano che le spara più grosse e nessuno ci crede, però poi le fa. Quale la differenza fra i due , ... non mi dica
.....la credenza religiosa forse.....
utente anonimo

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

#8 13 Giugno 2008 - 15:04

sono con voi---NO AL TRATTATO DI LISBONA!
Mi sono cancellata da libero perchè non ne potevop più di scempiaggini,
sto pensando di aprire solo il blog.
Un bacio a tutti/e ciao Francesca
Bellissimo questo blog
utente anonimo
#9 14 Giugno 2008 - 13:05

Il presidente Iraniano, per quanto eletto democraticamente, dice cose molto pesanti;oltre a mandare a morte moltissime persone.Bush cerca di difendere il proprio paese dopo l'attacco dell' 11 Settembre. Era il minimo.

Grazie dei complimenti ai nuovi arrivati. Spero che continuiate a leggermi...
Vandeaitaliana
#10 15 Giugno 2008 - 09:30

Concordo pienamente. Complimenti... Per colpa delle storpiature politico-ideologiche d'un rifiuto dell'economia e della storia (il borioso Prodit) ci siamo ritrovati con le pezze al culo ed alla nostra radice culturale. L'ultimo tocco di classe della cricca (cadaveri comunisti e neocomunisti in testa) che rinnega i propri simili, è l'inginocchiarci davanti all'avanzata dell'Islam, dell'omossesualità come possibilità legale, dell'aborto omicida e via dicendo. Di quest'Europa me ne frego altamente, mi è perfeta estranea. Anzi, nemica...
utente anonimo
#11 15 Giugno 2008 - 10:53

Il mio bisnonno era di Cork ( Eire ) , e se qualcosa mi ha lasciato è l'innata capacità di non farmi prendere dalla pigrizia di ronte alle cause che richiedono riflessione. In questo non mi sento per niente Italiano: rimbecillito da quelle merde di partite di calcio che usano - con successo - per affossare ancora di più il labile livello culturale . Eireann go brath . più che mai. Slaintè.
EMau
#12 17 Giugno 2008 - 13:41

Per cortesia,come sempre ricordo ai nuovi che scrivono, di evitare cortesemente parolacce. E' scritto a lato. Vi prego. Grazie,è l' unica regola che chiedo.
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Sì, quest' Europa non è quella per la quale generazioni hanno lottato. Purtroppo, non lo è neanche quest' Italasia.

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Bellissima cittadina, Cork. Dove c'è il monumento all' Emigrante. Se ogni tanto anche in Italia ci si ricordasse che lo siamo stati anche noi, e che abbiamo mandato in giro autentica feccia pure noi, eviteremmo di leggere tante corbellerie contro il Popolo Rumeno come ultimamente ho letto.
Quello che mi fa male è che le ho lette in un Blog di Destra, o che si dice tale....

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Su, dai, il calcio non è così male. Si può coltivare ugualmente la passione per il Rugby come per l' Ars Pedatoria, come la chiamava Gianni Brera. Tutte le Nazioni Celtiche lo fanno.


Vandeaitaliana