Translate

lunedì 25 aprile 2016

Don Babbalone, Episodio 3. La Resistenza.

Questa mattina Don Babbalone, Parroco di Vattelapesca, aveva messo la sveglia presto. Oggi infatti aveva promesso a se’ stesso ed ai suoi fans che avrebbe celebrato degnamente la resistenza. Infatti aveva fatto venire molti esponenti dell’ ANPI, riunendoli nella capiente Stanza della Canonica. Brindisi, “Bella Ciao”, “Viva Pertini”, “viva i Preti Partigiani “, “Viva Mao e Fidel”: insomma un vero tripudio antifascista.
Ad un certo punto ecco che tra le file delle sedie avanzò stentatamente una vecchietta, stringendo un foglio in mano. Si avvicinò al palchetto, salì, e disse al microfono che avrebbe voluto leggere l’ ultima lettera di un condannato a morte.  Applausi, evviva, “fattela leggere”. Questa vecchia zia, vestita di nero come una volta, col pizzo nero in testa, di quelli buoni, di sapore antico, incominciò dunque a leggere:

“Cara Mamma, ti scrivo questa ultima lettera prigioniero di alcuni criminali che tra poco mi fucileranno; essi sono pieni di odio verso di me e la Talare che indosso, ma non capisco perchè: ho sempre fatto il mio dovere di Sacerdote ed Italiano: ho confessato buoni e cattivi, ho distribuito la Comunione agli infermi, ai moribondi ed a chi me la invocava, prima della fucilazione. Di tutti gli schieramenti.
Ebbene, muoio nella certezza che il Cristo mi aspetterà nella Luce Eterna, magari punendomi per i miei molti peccati. Ma saprà che ho sempre agito per il bene della Mia Fede e nell’ Amor di Patria, questa Italia invasa dallo straniero, con troppo sangue di Giovani Eroi sparso a fiumi.
Madre, ti prego, stai vicina al Babbo, che ha già un Figlio caduto nella Guerra di Spagna, ucciso dallo stesso odio che oggi mi vuole morto. Ed a Mia Sorella, così piccola ed indifesa, quella con cui giocavo spesso. E dille che deve ricordarmi spesso, e dire sempre la Verità. Anche sulla mia morte e su chi mi ha ucciso.
Viva Gesù !  Viva l’ Italia !”

Terminata la lettura, scattarono gli applausi scroscianti, ed a molti partigiani, con gli occhi pieni di lacrime, scappò più di un “Viva i Preti Partigiani” “Viva il comunismo”.
La vecchietta, lentamente, si avviò all’ uscita, sorretta dal nipote. Infine, giunta sulla porta, si voltò e, con voce ferma ed imponente, nonostante il fragile corpo, esclamò:

“Questa lettera fu scritta da Mio Fratello, Cappellano Militare della Repubblica Sociale Italiana. Ucciso dai partigiani comunisti il 3 maggio 1945, a guerra finita da tempo.”
Don Babbalone, udito ciò, dopo un breve barcollamento, svenne davanti a tutti. 

Nessun commento: