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domenica 20 luglio 2014

La Palestina, il Prefetto Mori e la Mafia.

Mentre è in corso la controffensiva di Israele nei territori controllati dai terroristi palestinesi, le tante celebrazioni farlocche che si tengono in Italia per celebrare i troppi caduti tra i Servitori dello Stato, pongono in primo piano il fatto che la Mafia, nelle sue quattro diramazioni, è ancora viva; dormicchia, forse, ma è pronta nuovamente ad espandersi come un cancro. La Mafia organizza i viaggi della morte dei clandestini; la Mafia prospera nello spaccio della morte; la Mafia avvelena le terre con scorie micidiali; la Mafia si insinua al nord nel mercato immobiliare; la Mafia invia ancora troppi adepti nell' amministrazione statale e politica; la Mafia prospera nel terrore grazie all' omertà. 
Con questa premessa, è lecito accostare l' opera di doverosa bonifica del territorio ostile da parte di Israele a quanto fatto positivamente in Sicilia dal Prefetto Cesare Mori durante il Ventennio. A cui riuscì di sconfiggere la Mafia con metodi che a qualche anima candida potrebbero far storcere il naso, ma che si rivelarono efficaci. 
La Mafia è terrorismo odioso, esattamente come Hamas. La Mafia governa un controstato grazie alla paura omertosa, esattamente come Hamas. La Mafia ruba, esattamente come Hamas. La Mafia si infiltra nella religione, come abbiamo visto recentemente, esattamente come Hamas. La Mafia mira a distruggere lo Stato, esattamente come Hamas vorrebbe distruggere Israele.
Dunque, per non continuare a piangere altre vittime della Mafia in Italia, l' unico modo è ripristinare i metodi vincenti del Prefetto di Ferro, oggi ripresi da Israele: arrestare e deportare i capi mafiosi; abbattere con i bulldozer le case e le proprietà dei mafiosi. Deportare i parenti conniventi. Creare un clima in cui si capisca che eventuali nuove azioni terroristiche darebbero inizio ad ulteriori inasprimenti delle misure repressive. 

"Chi sollecita il vostro perdono mira soprattutto a disarmare il vostro spirito ed a sopire la vostra diffidenza per colpire ancora meglio."  Cesare Mori

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