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sabato 11 aprile 2015

L' intervista di Oriana Fallaci a don Helder Camara

DA INTERVISTA CON LA STORIA:


ORIANA FALLACI: ".... Ma torniamo a quel soprannome di “arcivescovo rosso”: quali sono, oggi, le sue scelte politiche? È socialista come si dice, o no?


HELDER CAMARA: "...Certo che lo sono! Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza perché fosse suo cocreatore e no perché fosse uno schiavo: come si può accettare che la maggioranza degli uomini siano sfruttati e vivano da schiavi? Io non vedo soluzione alcuna nel capitalismo........ Qualche esempio del socialismo posso tentare di vederlo, forse, in alcuni paesi fuori dell’orbita russa o cinese: la Tanzania, forse, la Cecoslovacchia prima che la schiacciassero. Ma neanche. Il mio socialismo è un socialismo speciale, un socialismo che rispetta la persona umana e si rifà agli Evangeli. Il mio socialismo è giustizia...."


"....L’eternità incomincia qui sulla terra, non in Paradiso...."


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ORIANA FALLACI: "Don Helder, a quella giustizia alcuni intendono giungere con la violenza. Cosa pensa della VIOLENZA quale strumento di lotta?


HELDER CAMARA: "LA RISPETTO. Ma qui c’è un ragionamento da fare. Quando si parla di violenza non si deve dimenticare che la violenza numero uno, la violenza madre di tutte le violenze, nasce dalle ingiustizie. Si chiama ingiustizia. Così i giovani, che tentano di interpretare gli oppressi, reagiscono alla violenza numero uno con la violenza numero due, cioè la violenza corrente, e questa provoca la violenza numero tre, cioè la violenza fascista. È una spirale. Io, come religioso, non posso e non devo accettare nessuna di queste tre violenze, però la violenza numero due posso comprenderla: appunto perché so che ad essa si giunge attraverso le provocazioni. Io detesto chi resta passivo, chi tace, e amo solo chi si batte, chi osa. I giovani che in Brasile reagiscono alla violenza con la violenza sono idealisti che ammiro. Purtroppo la loro violenza non conduce a nulla e così devo aggiungere: se vi mettete a giocare con le armi, gli oppressori vi schiacceranno. Pensare di affrontarli sul loro piano è pura follia."


FALLACI: " Don Helder, qual è il suo giudizio su Che Guevara?"


CAMARA: "Guevara fu, a Cuba, il genio della guerriglia. Lo dimostrò a Cuba perché fu lui e non Fidel Castro a riportare la straordinaria vittoria.  Dico straordinaria perché io non ho mica dimenticato, sa, quel che era Cuba ai tempi di Batista! Gli altri sì, io no................
...........Quando penso al Vietnam penso a un popolo eroico che si batte contro una superpotenza, giacché non credo affatto che gli Stati Uniti siano lì per difendere il mondo libero."

FALLACI: "E Camilo Tores?"


CAMARA: "Lo stesso. Camilo era un prete sincero, ma a un certo punto, pur restando un prete e un cristiano, perse ogni illusione sul sogno che la chiesa sapesse e volesse realizzare i suoi bellissimi testi. E pensò che il partito comunista fosse il solo in grado di fare qualcosa."

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FALLACI: "Accidenti, Don Helder, ma Paolo VI lo sa che lei dice anche queste cose?"


CAMARA: "Lo sa, lo sa. E non disapprova. È che lui non può mica parlare come fo io, ha una certa gente intorno, pover’uomo."

FALLACI:  "Senta, Don Helder, ma oggi come oggi lei crede davvero che la Chiesa possa avere un ruolo  nella ricerca e nell’applicazione della giustizia?"

CAMARA: "Oh, no. Togliamoci dalla testa che dopo avere combinato tanti guai la Chiesa si possa permettere un simile ruolo. Abbiamo il dovere di rendere quel servizio, sì, ma senza boria. Senza dimenticarci che le colpe più gravi appartengono a noi cristiani. Io l’anno scorso ho partecipato per una settimana, a Berlino, a una tavola rotonda di cristiani buddisti induisti marxisti. Qui abbiamo discusso dei grandi problemi del mondo, esaminato ciò che avremmo fatto, e abbiamo concluso che le religioni sono in gran debito verso l’umanità ma il debito più grosso ce l’hanno i cristiani, anzi i cattolici. Come si spiega che quel pugno di paesi i quali hanno in mano l’ottanta per cento delle risorse terrestri siano paesi cristiani e spesso cattolici? Dunque concludo: se una speranza esiste, questa è lo sforzo di tutte le religioni messe insieme. Non nella Chiesa cattolica e basta, o nelle religioni cristiane e basta. Non esiste una sola religione, ormai, che abbia molte possibilità."

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FALLACI: "...don Helder, non le capita mai d’essere un po’ meno monaco e un po’ meno prete? Di arrabbiarsi insomma con gli uomini che valgono meno di un pomodoro e sognare di prenderli almeno a pugni?"

CAMARA: " Se mi capitasse sarei un prete col fucile in spalla. E io rispetto molto i preti col fucile in spalla, non ho mai detto che usare le armi contro l’oppressore sia immorale o anticristiano. Ma non è la mia scelta, non è il mio cammino, non è il mio modo di applicar gli Evangeli. Così, quando mi arrabbio, e lo noto dal fatto che le parole non mi escono più dalla bocca, mi freno e dico: “Calma, Don Helder!”. Sì, comprendo, lei non riesce a mettere insieme ciò che le ho appena detto con ciò che ho detto prima: da una parte il convento, dall’altra la politica. Ma ciò che lei chiama politica per me è religione. Cristo non faceva il gioco degli oppressori, non si piegava a coloro che gli dicevano: se difendi i giovani che rapiscono l’ambasciatore, se difendi i giovani che rapinano le banche per comprare le armi commetti un crimine contro la patria e lo stato. La chiesa vuole che mi occupi della liberazione dell’anima: ma come fo a liberare un’anima se non libero il corpo che contiene quell’anima? Io in cielo ci voglio mandare uomini, non cagnolini. Tanto meno cagnolini con lo stomaco vuoto e i testicoli schiacciati." 

Recife, Agosto 1970

3 commenti:

Massimo ha detto...

Mi dispiace per te, ma temo che adesso la chiesa cattolica sia nelle mani degli epigoni dei don Helder :-(

kiokko ha detto...

Mammamia!!!!! non sapevo di questa intervista; da chi è partita l'idea di far Santo questo qui????

Kiokko

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Massimo: Non praevalebunt !


Kiokko: sembrerebbe dalla Conf. Episcopale Brasiliana. Ma qualcuno in alto la sponsorizza...