Translate

giovedì 16 febbraio 2012

Celentano e Monti vogliono la Chiesa di Stato. Come in Cina.

Non si è spento l' eco delle divertenti (per carità di patria...) dichiarazioni celentanesche, che vorrebbe chiudere Avvenire e Famiglia Protestante, peraltro quest'ultimo notoriamente cattoprogressista, a suo dire troppo moderati rispetto a quel santuomo di Don Gallo, amico fraterno e sponsor di quel Doria di cui mi sono appena occupato, che ecco arriva l' annuncio del Monti Mario che annuncia che lo stato italiano, non contento delle ruberie ottocentesche perpetrate ai danni della Chiesa, intende tassare le proprietà ecclesiali non riservate al culto. Dimenticando che molti alberghi ecclesiali sono per i pellegrini non propriamente abbienti, con prezzi veramente irrisori in città come Roma. E che gli Oratori sono stati creati da Don Bosco e Don Orione con lo scopo di levare tanti bambini dalla strada, altrimenti destinati al carcere, allo sfruttamento, alla morte precoce dopo orrende malattie. Che la Chiesa è impegnata ogni giorno in opere di bene e carità. Che molti Parroci, a cominciare dal Mio "Don Camillo" di cui spesso ho parlato, non arriverebbero a fine mese, senza un aiuto.
Se andiamo avanti così, in Italia tra celentanerie e montimariate, arriveremo forse alla creazione di una Chiesa Statale Comunista come in Cina, relegando quella vera nuovamente nelle Catacombe ?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Premesso che non ho nemmeno visto l'intervento di Celentano (e non ho intenzione di farlo), sul discorso ICI penso che la novella normativa, almeno da quanto si evice dalle indiscrezioni, sia più che giustificata. Si parla di assogettamento all'imposta per porzioni di fabbricati dove vengono esercitate attività commerciali (quindi non oratori e canoniche); non penso che sia corretto che ci siano alberghi che praticano prezzi più vantaggiosi risparmiando sulle imposte. Se la finalità è di utilità sociale, come nel caso delle mense per i poveri, degli oratori, dei lughi di culto, l'esenzione mi pare una corretta forma di parteciapazione della collettività ad un servizio (diciamo una forma di solidarietà collettiva), se invece si parla di alberghi, cinema e bar parrocchiali, ma anche ospedali e case per anziani, trovo che il fatto che il possessore degli stessi sia la CEI non debba distinuguerli, sotto il profilo fiscale, da analoghe strutture parimenti private.
Cordialità.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Evidentemente non conosci gli alberghi destinati ai pellegrini od al clero. Trattasi di strutture semplicissime e spartane, tipo camera di ospedale. Tipo l' Hotel Giusti della Suore di Sant’Anna a Roma: un modesto edificio di cinque piani, di cui due adibiti a comunità ed a Chiesa. Peraltro, le Suore hanno pagato in passato l' ICI su tutto l' immobile. Cosa che non ritengo giusta. Idem per ospedali. O vogliamo riservare ol pellegrinaggio ai ricchi ????

Anonimo ha detto...

Mi scuso se rispondo solo adesso, ma ero passato sul blog e, non avendo visto il mio commento, pensavo non fosse stato pubblicato.
Se la CEI vuole aiutare economicamente chi vuole prendere parte ad un pellegrinaggio, per renderlo accessibile non solamente ai ricchi, è più che legittimata a farlo. Non coi i miei soldi, però.
Per quanto riguarda l'aspetto degli ostelli, trovo che la questione sia irrilevante: la rendita minore implicherà un'imposta minore e per le porzioni adibite ad edificio di culto, l'imposta non verrà applicata. Ribadisco: mi pare equo.
Un'ultima cosa: ho gestito strutture di proprietà di parrocchie e soggiornato in luoghi adibiti a pellegrinaggio ed ho ben presente quale sia la situazione.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Nessuno vuole usare i tuoi soldi, ma semplicemente, con uno stato che continua a metter le mani nelle tasche altrui, si eviti di saccheggiare le elemosine altrui. La Chiesa ha già dato, nell' ottocento, vivendo espropri stile URSS, e Mussolini cercò di porvi rimedio poi...