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sabato 2 giugno 2007

De Monarchia II: il Beato Carlo I d' Asburgo.

Esattamente lo scorso anno in questo stesso giorno tessevo l'elogio della Monarchia. Oggi più che mai, in questa Oclocrazia neocomunista appoggiata da sedicenti cattolici e radicali anticlericali stretti in un rapporto innaturale ed anomalo, mentre assistiamo impotenti ad arroganze inimagginabili da parte di chi detiene il potere, per brogli certi del 1946 e sospettati del 2006, il mio pensiero corre ad un esempio di Monarca illuminato e che ebbe una vita Cristianamente esemplare: Sua Maestà il Beato Carlo I d' Asburgo, Imperatore d' Austria e d' Ungheria.
Uomo di grande intelligenza e cultura,sposo fedele e fortunato di Zita di Borbone Parma, Duchessa di Parma e Piacenza, dalla quale ebbe Cristianamente otto figli. Comandante coraggioso e capace durante la I Guerra Civile Europea, nutriva sentimenti di amore verso l' Italia e la Romania, che pure entrarono in guerra contro l' Impero. Questo perchè covava il sogno di trasformare l' Impero in una Grande Confederazione di Medie e Piccole Patrie, con uguali diritti per ogni popolazione, spogliata dal Nazionalismo esportato dalla Rivoluzione Francese e tesa a rimediare errori e spostamenti di confini all' interno dell' Europa nell' Ottocento. Sin da fanciullo aveva dimostrato una particolare inclinazione verso la Religione e la Preghiera, si sentiva chiamato alla carità per il prossimo e fin da ragazzo raccoglieva soldi per i poveri. Da giovane Ufficiale in Galizia, cercò sempre con successo di elevare la vita morale dei suoi soldati, i quali vedevano in lui il modello dell’Uomo Cattolico. Benché fornito di ottima preparazione militare, fu l’unico fra i belligeranti ad accogliere le iniziative di pace di Papa Benedetto XV; del resto sin dall’inizio del suo governo era deciso a riportare la pace ai suoi popoli,pur non essendo un pacifinto.
Intraprese infatti varie iniziative di pacificazione con le altre potenze, senza riuscire a prevalere però nella cerchia dei Generali e Statisti Tedeschi; non andarono in porto nemmeno due tentativi di pace separata, a causa della fiera resistenza del governo italiano. Alla fine del conflitto, a seguito di un giuramento d'onore, cercò di riprendere il potere in Ungheria, per impedire che il neo-stato magiaro precipitasse nella barbarie bolscevica. Volle però evitare spargimenti di sangue e si lasciò prendere prigioniero dal governo del reggente Horthy,che pure era sotto giuramento di Fedeltà alla Corona, e consegnato agli inglesi, i quali lo condussero insieme alla Moglie Zita ed ai figli a Funchal nell’isola portoghese di Madeira. Senza risorse economiche, la famiglia dovette vivere in uno stato precario e, lasciato presto l’albergo che li ospitava, si sistemarono in una villa isolata denominata ‘Villa Quinta do Monte’, che non poteva essere riscaldata.
A causa del clima umido e freddo del monte, Carlo si ammalò di una complicata polmonite; il suo cuore già debole non superò la malattia e quindi morì il 1° aprile 1922; venne sepolto nel santuario di ‘Nossa Senhora do Monte’.

Durante tutta la Sua Vita il Beato Carlo si adoperò per i poveri e gli ammalati e, confortato dalla Preghiera, eliminò inutili sfarzi non solo dellla Corte ma anche del sistema politico austroungarico. Avesse vinto il conflitto non avrebbe fatto gli scempi etnico-geografici che portarono l' Europa ad una Seconda Guerra Civile qualche anno dopo, più devastante e sanguinaria della precedente.
E' stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II il 3 ottobre 2004.

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