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martedì 6 novembre 2007

Romania, Parte seconda: la Rivoluzione.

Dunque, arriviamo ai giorni fatidici della Rivoluzione e di quello che seguì. Come ho scritto nella prima parte, la situazione era disperata, nell' ormai lontano 1989. Fame e freddo a volte sono più potenti di ogni altra mancanza di libertà. L' Esercito, che era stato tenuto nella bambagia da Ceausescu (anche se non con i notevoli privilegi economici dei dirigenti comunisti, con l' eccezione della Guardia Personale del Conducator, formata anche da ex-ragazzi di strada ed orfani, cresciuti nel mito del buon Nicolae, e dei Minatori, che vedremo, avranno la loro importanza più avanti.), cominciava a mostrare segni di preoccupazione, dovuti al progressivo sfaldamento del Patto di Varsavia. Anche nel Partito Comunista Rumeno ci si interrogava su quanto la popolazione avrebbe sopportato. Il 9 Novembre, oggi Giorno della Libertà, cadde finalmente l' infame Muro di Berlino, lasciandosi dietro oltre 200 morti uccisi dai Vopos, la guardia di frontiera della DDR.

Ed eccoci alle stranezze della Storia: la Romania deve la propria Rivoluzione ad una delle sue molteplici minoranze, quella Magiara, con la quale i rapporti sono sempre stati tesi. Ma se oggi gli ungheresi si lamentano in continuazione, dovrebbero ricordare come Budapest, seconda capitale dell' Impero Austroungarico, non fu mai tenera con i Rumeni di Transilvania, come il già ricordato supplizio della ruota di Horia,Closca e Crisan ammonisce. Ceausescu non ha mai amato gli Ungheresi, mentre il rapporto con i Rrom era più complesso: confinati in paesini come Valea Lui Stan, in realtà godevano di una piccola autonomia, in cambio della promessa di non farsi vedere a Bucarest. Creando le condizioni per la nascita del concetto di uno Stato Rrom che oggi sta prendendo piede negli Zingari. Dove, non si sa. Forse in Italia ?

Comunque tutto iniziò il 16 Dicembre 1989, con i parrocchiani del Pastore Protestante László Tőkés che protestavano contro il trasferimento forzato voluto dal Conducator; alle loro manifestazioni si aggiunsero man mano i passanti, che diventarono poi migliaia, con i primi scontri ed i primi morti. Ceausescu, partito per il Paese Fraterno dell' Iran (così erano le parole ufficiali di allora...), rientrò precipitosamente nella capitale, e nella sua ottusità credette di poter sedare nel sangue la rivolta, ormai estesa a tutto il paese. Non si rendeva conto che alcuni comunisti, con a capo il "volpon" Ion Iliescu stavano preparando un bel vestito di legno ad un capo ormai scomodo. Infatti durante la Grande Manifestazione Popolare della Gioventù Comunista del 21 Dicembre, alcuni elementi fedeli alla fronda cominciarono ad inveire contro Ceausescu, trovando subito l' appoggio di un incredula folla, che pian piano prese fiducia in se' stessa. Gli spari delle mitragliatrici fecero il resto, e con i primi caduti la protesta si estese in tutta la Capitale, fino all' aereoporto, dove ci furono scontri tra le fazioni dell' esercito. In piazza dell' Università e dintorni, dove l' esercito era schierato a difesa del Consolato Americano ( e se ricordo bene anche di quello Francese; le Ambasciate invece erano altrove) e dell' Hotel Intercontinental, pieno di occidentali, ci furono le prime defezioni. Le donne, spesso con in braccio i bambini, presero ad avvicinarsi ai soldati, facendo vedere le loro borse vuote: "Noi siamo le Vostre Madri, Sorelle, Mogli: guardate cosa porteremo a casa da mangiare. NIMIC ! (Niente). Nu Plecam ! (Non ce ne andiamo)" Questo Nu Plecam ! divenne lo slogan della Rivoluzione, insieme a "Jos Comunismul !" (abbasso il comunismo !) e più tardi una canzone che naturalmente ho in cassetta. Alle donne si aggiunsero i vecchi, i pensionati, ancora più disperati. Ed a questo punto i Soldati abbassarono le armi e si unirono alla folla. Lo stesso successe ai Carri Armati.

Ma non era finita: la Guardia Personale di Ceausescu (che nel frattempo era fuggito in elicottero), composta per la maggior parte da ex-ragazzi di strada e Rrom, tutti ben pasciuti e coccolati, fu presa dal panico, anche per le notizie di alcuni linciaggi di Securisti da parte della folla, cominciò a sparare all' impazzata dai tetti, e solo l' Esercito, ora ormai schierato con la folla, che li riforniva con il pane, uno delle poche cose reperibili, ebbe la meglio su di loro. Nonostante anche la presenza in città di libici, palestinesi, iraniani ed irakeni armati schieratisi a sostegno della Guardia e della Securitate. Gli scontri furono durissimi, anche con i carri armati: nelle mie 2 foto di allora, l' interno e l'esterno di un palazzo dove fu necessario l' intervento dei carri per stanare i fedelissimi del regime comunista. Anche il famoso Palazzo dove Ceausescu tenne l' ultimo famoso discorso fu oggetto di pesanti combattimenti, come s' intravvede (spero) nella mia terza foto, dove, insieme alla bandiera a mezz' asta in segno di lutto, si notano i segni delle mitragliatrici e dei colpi di kalashnikov nei muri. Mentre tutto questo accadeva, Iliescu e compagni non stavano certo con le mani in mano: a Nicolae Ceausescu, i cui tanti libri godettero in Italia delle prefazioni di esponenti di spicco del Partito Comunista Italiano, come ho spesso ricordato, ed a sua moglie Elena, semi analfabeta ma plurilaureata ad honorem in diverse facoltà, la quale, negando l' esistenza dell' AIDS in Romania, ne fece ammalare a migliaia, anche bambini, entrambi insigniti in Italia del titolo del Cavaliere di Gran Croce della Repubblica (eppoi mi dite perchè son Monarchico...), fu inscenato un processo lampo che, concludendosi con una rapida morte avrebbe poi evitato scomode testimonianze; e si moltiplicarono le apparizioni di Iliescu e c. alla Televisione Rumena, che essendosi schierata quasi subito con gli insorti, per molti e molti mesi verrà considerata dai Rumeni il simbolo della Rivoluzione, a cui credere ciecamente. E questo avrà un risvolto nei successivi accadimenti. Iliescu e sodali infine si autoproclamarono fondatori di un sedicente Fronte di Salvezza Nazionale che guidò il paese fino alle prime elezioni farsa del 1990.

2 commenti:

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Ecco i commenti:

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

#1 06 Novembre 2007 - 12:04

Questa è l'utilità del blog. Questa è la sua funzione informativa, e anche educativa, quando la fonte è autorevole e al di sopra di ogni sospetto. Pagine come queste, non le avrei lette da altre parti. E, da questi scritti, trovo conforto a quanto ho detto negli altri commenti e nel mio post (visto che qualcuno vorrebbe metterci in casa tutti i rumeni: metà a ciascuno di noi due).

Quanto scrivi, potrebbe far meditare a chiunque del come avrebbe potuto il popolo rumeno - e gli altri "viciniori" - liberarsi dall'oppressione, "e dalla tirannia", quando i loro governi ed eserciti ben equipaggiati erano legati tra di loro da quel Patto di Varsavia, meglio conosciuta come CORTINA DI FERRO: impossibile liberarsene.

Ora, non so a quale comunismo si ispirino i leader dei rifondati partiti comunisti italiani. Se è quello che abbiamo "scoperto" da questi racconti: CHE DIO CE NE SCAMPI!!!

Marshall
utente anonimo
#2 06 Novembre 2007 - 13:39

Marshall.


e vedrai la Parte Terza: quella che si riferisce al neocomunista Iliescu.

Sempre buono e sorridente....
Vandeaitaliana